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Il canto del cigno della PS2

Studenti con poteri paranormali, una tranquilla cittadina giapponese, un serial killer spietato, una dimensione parallela in televisione: tutto normale, è Persona.

RECENSIONE di Christian Colli   —   09/02/2009

Non c'è bisogno di giocare i precedenti episodi della serie per apprezzare Persona 4: i riferimenti sono citazioni e poco più, il nuovo episodio della decennale saga Atlus è un ottimo punto di partenza per chi non la conosce. Certo, alcuni mesi fa i possessori di PlayStation 2 (o PlayStation 3 retrocompatibili, insomma) hanno avuto la possibilità di giocare quello che è considerato come il miglior JRPG della scorsa generazione di console, Persona 3 FES, quindi è una bella sfida con un gioco praticamente perfetto. E quindi, torniamo nella quotidianità della vita studentesca giapponese, affrontando un nuovo anno pieno di amicizie, lezioni, feste, sangue e omicidi...

Pursue your true self!

La storia di Persona 4 ha inizio nell'Aprile 2011 quando il protagonista, alter ego del giocatore e pertanto da nominare a piacimento, si trasferisce nella tranquilla cittadina rurale di Inaba per abitare con lo zio, il poliziotto Ryotaro Doujima, e la cuginetta. Nella scombussolata vita del protagonista entrano subito i suoi nuovi compagni di scuola e sopratutto il potere sovrannaturale di evocare i Persona, creature psichiche dai poteri straordinari: un'abilità che sarà forse l'unica arma per combattere un misterioso omicida che sta spargendo sangue nel paesino, legato certamente all'inquietante Midnight Channel, un canale televisivo che neasconde una dimensione parallela in cui è possibile entrare solo se si è predisposti.

Il canto del cigno della PS2

Insieme ai suoi compagni e ai loro rispettivi Persona, il protagonista decide così di dare la caccia al killer, un'indagine che durerà per l'intero anno scolastico fino allo sconvolgente epilogo... A differenza di Persona 3, la nuova avventura di Atlus propone una trama meno epica e catastrofica, più intima potremmo dire, e non per questo meno originale e inquietante. Come nel prequel, largo spazio è concesso alla vita scolastica e ordinaria dei personaggi, che viene scandita attraverso i giorni del calendario, rispettando festività ed eventi reali: il giocatore frequenta le lezioni e i club sportivi, partecipa ad eventi extrascolastici e a svaghi nel tempo libero, cementando il suo rapporto con i vari personaggi di contorno, che siano utilizzabili in combattimento o meno. Torna l'intera meccanica dei Social Link, attraverso i quali vengono potenziati i Persona: le sottotrame che caratterizzano ogni personaggio sono ancora una volta delle piccole opere d'arte narrative, che approfondiscono enormemente il micromondo in cui è ambientata l'intera vicenda.

Death is a hunter unbeknownst to his prey...

Persona 4 non si discosta particolarmente dal prequel in fatto di gameplay, ne importa infatti le meccaniche principali migliorandole o variandole sensibilmente, offrendo un'esperienza più completa - e in un certo senso anche più accessibile - a ogni tipo di giocatore.

Il canto del cigno della PS2

La differenza principale risiede sicuramente nella gestione delle battaglie: mentre in Persona 3 il giocatore aveva diretto controllo soltanto sul protagonista, con gli altri membri del party affidati a una modesta IA, in Persona 4 invece è possibile indicare esattamente ad ognuno dei quattro membri del gruppo che azione compiere durante il suo turno, che sia attaccare con l'arma in dotazione, usare un oggetto, assumere una posizione di difesa (una novità che permette di ridurre i danni) o, naturalmente, evocare il proprio persona per scagliare pirotecnici attacchi speciali. Questa meccanica più tradizionale permette un controllo completo dell'andamento degli scontri con un risultato forse meno originale ma sicuramente anche meno imprevedibile. D'altra parte, a controbilanciare questa semplificazione del battle-system provvede il ritorno delle Weakness, le debolezze cioè che mettono temporaneamente KO un combattente quando colpito dal suo elemento opposto, facendogli perdere un turno ed aumentando i danni che è possibile infliggergli, che sia un compagno di gruppo o un nemico. Ebbene, mentre in Persona 3 era possibile scoprire le debolezze dei nemici tramite l'abilità di scansione di uno dei personaggi, in Persona 4 invece si dovrà procedere per tentativi e finchè non sarà scoperta la debolezza di un nemico non sarà memorizzata.

Il canto del cigno della PS2

Guerra studentesca

I combattimenti sono comunque soltanto una parte dell'avventura, anche questa volta scandita di giorno in giorno da un comunissimo calendario. Ogni giornata è divisa in momenti in cui il giocatore ha la possibilità di compiere varie azioni, come fare acquisti, migliorare le proprie caratteristiche psicofisiche, generare nuovi Persona e sopratutto frequentare i numerosi personaggi comprimari e principali che compongono il variegato e ampissimo cast di Persona 4: i Social Link questa volta non permettono soltanto di scoprire retroscena narrativi e ottenere nuovi Persona, ma sbloccano anche alcune reazioni ed abilità in combattimento per i personaggi coinvolti.

Il canto del cigno della PS2

E poi, naturalmente, c'è il Midnight Channel, la dimensione "televisiva" misteriosamente collegata agli omicidi che stanno affliggendo il paese: invece di un unico e gigantesco quanto monotematico dungeon come il Tartarus di Persona 3, Persona 4 propone una notevole varietà di ambientazioni relative alla psiche del personaggio coinvolto nella fase relativa del gioco. Inoltre, in Persona 4 la struttura stessa dei dungeon è stata resa più user-friendly e meno casuale, con punti di salvataggio e di uscita disposti ad hoc durante l'esplorazione. La dimensione parallela in cui è possibile combattere è esplorabile a piacimento, invece che soltanto di notte come in Persona 3, ma la sfida è legata alle condizioni atmosferiche e quindi sta al giocatore ritenere quando è opportuno avventurarsi nel Midnight Channel per potenziare i personaggi, raccogliere i materiali necessari a costruire nuove armi o provare nuovi Persona.

Per fare un gioco grande non serve un pennello grande

Persona 4 propone dunque numerose migliorie alla già eccellente formula di Persona 3, anche nella forma di numerosi, piccoli dettagli che rendono l'esperienza più intuitiva: ora è per esempio possibile spostarsi da un punto all'altro del paese con la pressione di pochi tasti, piuttosto che attraversando varie schermate per tornare alla mappa principale, e quando si fondono nuovi Persona è possibile premere un tasto per visualizzare una dettagliata descrizione delle loro abilità, inspiegabilmente impossibile nel prequel. I miglioramenti sono invece marginali dal punto di vista tecnico. Persona 4 è graficamente molto simile al prequel, mantiene lo stesso design cartoonesco squisitamente giapponese, espresso sopratutto negli splendidi artwork e nelle sequenze animate di pregevole fattura.

Il canto del cigno della PS2

E' stato comunque aumentato il dettaglio generale dei modelli poligonali e delle varie ambientazioni, vivide e particolareggiate. Come si è già detto, i dungeon esprimono personalità e presentano una notevole varietà grafica, anche se i nemici risultano essenzialmente riciclati da Persona 3, ma del resto sono creature piuttosto canoniche nella serie Shin Megami Tensei. Encomiabile il doppiaggio in generale e splendido l'accompagnamento sonoro, così ricco di temi musicali di vario genere, dal rock al hip hop, sempre azzeccati e nella maggior parte dei casi interamente cantati, in grado di donare alle bizzarre e sanguinose vicende un'atmosfera di nipponica quotidianità.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.2
Lettori (85)
9.3
Il tuo voto

Persona 4 non solo eguaglia l'eccellente prequel ma in certi frangenti lo supera, e in definitiva è la qualità narrativa a fare la differenza, ma lì entrano in gioco i gusti personali, anche se oggettivamente questo quarto capitolo propone una trama decisamente più originale. Dal punto di vista ludico, invece, non c'è dubbio: Persona 4 è un RPG veramente completo, lunghissimo, avvincente e vario, con un sistema di combattimento decisamente perfetto, coadiuvato da una realizzazione tecnica se non strabiliante comunque di prim'ordine. Probabilmente l'ultimo grande capolavoro del genere su PlayStation 2.

PRO

  • Trama avvincente e originale
  • Estremamente longevo, vario e profondo
  • Una miriade di attività e un battle-system perfetto

CONTRO

  • Chi non apprezza la serie, non cambierà idea con questo episodio