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Super Fruit Fall

Una mela, cadendo sulla testa dell'uomo giusto, ha cambiato per sempre il modo di concepire le realtà: la frutta del puzzle game System 3 avrà lo stesso effetto sui videogiochi?

RECENSIONE di Alessandro Bacchetta   —   23/01/2007
Super Fruit Fall

Super

Vista l’aggiunta della parola “Super” nel titolo era lecito aspettarsi qualche cambiamento, che invece non è arrivato. Incredibilmente il nuovo Fruit Fall è identico a quelli già usciti negli anni passati, rendendo completamente inutile ognuna delle tre peculiarità del Wiimote Nintendo: i mezzi per fare qualcosa di estremamente originale e divertente sicuramente non mancavano, dai vari rilevatori di posizione al puntatore su schermo, ma non sono stati sfruttati per niente. Chiarito questo, rimane immutata la qualità del gioco; un puzzle game si valuta generalmente basandosi su quattro fattori: l’originalità dei rompicapo, la strutturazione a la qualità enigmi, l’importanza e la precisione del sistema di controllo, il valore della modalità multiplayer. L’idea alla base di Super Fruit Fall è molto semplice: eliminare tutta la frutta presente su schermo, ruotando quest’ultimo a destra, a sinistra o a centottanta gradi. Ogni variazione provocherà naturalmente lo spostamento dei vari elementi che comporranno lo stage, soggetti alla forza di gravità, che però se ne andranno solamente accostando tre o più frutti dello stesso tipo. Questa meccanica, apparentemente elementare, è stata sviluppata sapientemente dagli sviluppatori: gli stage sono tanti e molto difficili. La curva d’apprendimento non è particolarmente curata, visto che i rompicapo diventeranno altamente impegnativi subito dopo il tutorial, ma ciò che veramente non funziona nel gioco è l’accostamento altamente restrittivo tra la concezione degli stage e il limite temporale imposto: i livelli sono studiati bene, capaci di ostacolare anche il giocatore più esperto, però avrebbero necessitato di una diversa gestione del tempo. Ci sono puzzle game pensati per essere adrenalinici, come Puzzle Bobble, che richiede lucidità mentale, tempismo e un’elevata precisione nei vari spostamenti, ed altri che invece sono fatti per essere gustati con calma, osservando lo stage per vari minuti, provando e riprovando fino a giungere alla soluzione giusta, come ad esempio Polarium: Super Fruit Fall dovrebbe appartenere al secondo tipo, ma è stato erroneamente forzato nel primo. La complessità di certi stage, che presa da sola sarebbe solamente un pregio, purtroppo stona coi pochi minuti concessi al giocatore, spesso costretto a ruotare lo schermo casualmente a destra e sinistra nella speranza di allineare tre mele.

Super Fruit Fall
Super Fruit Fall
Super Fruit Fall

Frutta in faccia

Inutile negarlo, è evidente che Super Fruit Fall non è certo agevolato dalla piattaforma sulla quale gira: era un ottimo puzzle game su cellulare, non lo è su console. Oltre alle motivazioni strutturali esposte in precedenza, è la sua stessa provenienza a limitarlo: il sistema di controllo semplicistico, perfetto per una piattaforma incapace di rilevare movimenti precisi o di gestire un tipo di gioco frenetico, è sicuramente stato un elemento altamente compromettente per la creazione degli stage; la frutta cade a blocchi, e non c’è alcuna differenza tra banane, mele o pere. Benché ci siano delle lodevoli scelte di design purtroppo questa mancanza di profondità ha inficiato sulla varietà dei livelli, che dal primo all’ultimo cambiano più per l’aumento della difficoltà che per effettive differenze strutturali; purtroppo le fondamenta di Fruit Fall non sono abbastanza solide da garantire da sole pluralità al gioco. Le modalità secondarie sono poche e non aggiungono molto all’esperienza normale, che consiste nell’affrontare in sequenza i vari livelli (con la possibilità di salvare): una permette di giocare gli stage con calma, migliorando il proprio punteggio, ed è associabile al classico “allenamento”, presente su quasi tutti i puzzle game; l’altra è quella multigiocatore, fondamentale per garantire un’alta longevità. Anche in questo caso, Fruit Fall è deludente: oltre a limitare l’esperienza a due soli utenti, questi ultimi non si influenzeranno minimamente l’uno con l’altro, giocando sostanzialmente due partite separate; chi riuscirà per primo a superare un determinato numero di stage otterrà la vittoria. E’ nostro dovere farvi sapere che Fruit Fall, viste le poche mosse, è giocabile col solo telepad: con la croce direzionale potrete ruotare lo schermo in tutti e tre i modi previsti, anche se in questo caso vi precludereste la possibilità di spostarlo a sinistra e a destra agitando rispettivamente il nunchuk e il wiimote; niente di grave, visto che tali movimenti semplicemente rimpiazzano – in modo oltretutto meno preciso – la pressione dei tasti. Il comparto tecnico è stato realizzato con approssimazione: oltre ad essere semplicistico è anche carente sul piano stilistico.

Super Fruit Fall
Super Fruit Fall
Super Fruit Fall

Super Fruit Fall è un puzzle game per Wii, ma su un cellulare sarebbe stato uguale. L’idea alla base del gioco è carina, i rompicapo non sono perfetti ma comunque apprezzabili, però in singolo finisce presto, la modalità multigiocatore è scarsa e i controlli sono approssimativi. Oltre a questo, è evidente come la struttura del titolo sia stata creata per un sistema molto meno potente, e che una home console sia la piattaforma ideale per mostrarne i difetti più che per valorizzarne i pregi: nonostante costi “solamente” 35 euro non è certo un titolo da acquistare a scatola chiusa.

Pro

  • Intelligenti rompicapo
  • Molto impegnativo
Contro
  • Il Wiimote è praticamente inutilizzato
  • Su cellulare sarebbe stato uguale
  • Multiplayer scarso

Fruit Fall è un puzzle game piuttosto conosciuto che nel corso degli anni, rimanendo immutato, ha ampliato il suo raggio d’azione: da semplice rompicapo per cellulare è diventato un titolo per PC vero e proprio, ed ora è arrivato anche su una console casalinga, il Wii. Le potenzialità del telecomando Nintendo sono elevatissime, se sfruttate bene potrebbero essere in grado di rinvigorire anche il più piatto e concettualmente arcaico genere videoludico, cosa che i puzzle game, nonostante l’età, sicuramente non sono. System 3 quindi ha pensato bene di approfittare della nuova scuola di pensiero Nintendo, che punta tutto sull’innovazione: i risultati, ve lo diciamo già da ora, purtroppo sono stati scadenti.