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The Crew 2, la recensione

The Crew 2 punta moltissimo sulla quantità, lasciando parzialmente per strada la qualità

RECENSIONE di Luca Olivato   —   02/07/2018

Sembrano pochi mesi, eppure sono passati quasi quattro anni dall'uscita del primo The Crew, il tentativo di Ubisoft di riaffacciarsi ai racing game dopo diverso tempo. Per farlo sono stati arruolati diversi membri di Eden Games, software house francese salita alla ribalta per gli ultimi Test Drive (e Alone in the Dark) e poi caduta in disgrazia assieme al publisher Atari. La produzione targata Ivory Tower, nonostante l'hype con cui di solito vengono spinti i titoli della società transalpina, non ha mai davvero fatto breccia nel cuore degli appassionati, nemmeno dopo un disperato tentativo di rilanciarne le sorti nel 2016, quando è stata offerta gratuitamente all'utenza PC. In quel di Lione non si sono persi d'animo e hanno confezionato The Crew 2 che si presenta più "grosso e cattivo" rispetto al predecessore, ampliandone la portata in tutte le direzioni. Presentato all'E3 dell'anno scorso e inizialmente previsto per marzo 2018, è stato posticipato di qualche mese giusto per le vacanze estive.

Una mappa gigante e tantissimi influencer

La prima e più macroscopica differenza rispetto al primo The Crew è la presenza di motoscafi e aerei acrobatici alla cui guida ci si può alternare eventualmente senza soluzione di continuità, come illustrato dalla spettacolare sequenza iniziale "alla Inception" che introduce al gioco vero e proprio. The Crew 2 abbandona l'idea di trama che in qualche modo faceva da canovaccio alle prove del primo capitolo per entrare nel magico mondo dei social network e degli influencer: proprio come se fossimo nella "realtà" il prestigio del giocatore aumenta con il numero di seguaci che a loro a volta si iscriveranno al profilo completando delle gare con buoni piazzamenti o compiendo spettacolari evoluzioni in cielo e in terra. Una maggiore popolarità sblocca sfide sempre più impegnative, in una strada che ci porterà a soppiantare Ken Block nelle classifiche degli YouTuber più seguiti. A questo proposito è davvero un peccato che le visualizzazioni dei video che si possono facilmente catturare con un tool all'interno del gioco e postare su un canale YouTube dedicato non contribuiscano ad aumentare il rango del giocatore.

The Crew 2, la recensione

Le vittorie, oltre ai follower, regalano anche denaro con cui acquistare ed abbellire nuovi veicoli. La parte estetica è puramente fine a sé stessa: cambiando cerchi, o montando un cofano in carbonio, le prestazioni della vettura non variano di una virgola. Per migliorare il rating dell'Audi TT RS con cui siamo partiti è stato necessario agire su centralina, pneumatici, scarichi e via discorrendo, proprio come se si trattasse di pezzi d'armatura in un gioco di ruolo. Questi upgrade si presentano sotto forma di box da raccogliere una volta terminata la gara, e la loro qualità, proprio come negli hack 'n' slash alla Titan Quest, è caratterizzata da uno specifico colore. The Crew 2 si sviluppa sull'intera mappa degli Stati Uniti d'America (suddivisi in quattro regioni) riprodotta in scala non reale: per raggiungere Los Angeles, partendo da New York, si devono percorrere circa 130 chilometri. Vi si accede con il tasto back (abbiamo utilizzato il controller di Xbox 360), mentre la pressione dei trigger analogici agisce sul livello di zoom.

The Crew 2, la recensione

Da qui si può decidere se impostare una destinazione e seguirla tramite il GPS o trasportarsi direttamente negli hotspot eventi: un punto di rottura rispetto al passato, quando prima di saltare da una zona all'altra era necessario svelare la mappa. Una scelta che comporta anche un netto cambio di filosofia nell'affrontare le gare, lasciando da parte la fase esplorativa che comunque continua ad essere incentivata grazie alla presenza di missioni secondarie e bonus e nascosti che si possono raggiungere solo seguendo un radar. Ci sono quattro famiglie di competizioni in The Crew 2 che si suddividono a loro volta in altre sottocategorie: passiamo dalle corse su autostrade con hypercar, a gare di drag, a duelli tra strade cittadine trafficate per finire col drift nella categoria Street Racing; in quella Pro troviamo sia le monoposto a ruote scoperte che prototipi della serie GT da guidare prevalentemente su circuiti, ma anche aerei e motoscafi; nel freestyle ci sono gli americanissimi monstertruck, ma anche le moto da cross.

Un modello di guida estremamente arcade

La decisione di ampliare così tanto il parco veicoli puzza un po', quasi a voler controbilanciare una qualità del modello di guida di The Crew 2 che non può competere con altri pesi massimi del genere. A tal proposito c'è davvero molta carne al fuoco da analizzare, e lo facciamo partendo dalle nuove categorie, ossia quelle aree e anfibie. La manovrabilità dei monoposto a elica è piacevolmente intuitiva, la telecamera segue sempre con rispetto la posizione del velivolo anche durante le complesse manovre acrobatiche che si riescono ad eseguire con naturalezza; certo la fisica segue delle regole molto semplificate, ma non ci si poteva certo attendere molto di più da un titolo che offre una simile varietà di situazioni. Nel complesso si può dire che il modello di volo ricordi, nemmeno troppo velatamente, quello di GTA 5.

The Crew 2, la recensione

Le gare sull'acqua non ci hanno entusiasmato: per la maggior parte del tempo, oltre a premere la levetta dell'accelerazione, si spinge in basso lo stick di sinistra per aumentare la velocità: il freno è a dir poco deleterio perché pianta letteralmente sul posto l'imbarcazione, con tutte le difficoltà del caso nel recuperare terreno sugli avversari che approfittano subito del minimo rallentamento. A ben vedere sono l'equivalente marino delle prove off-road, dove non ci sono strade prestabilite per raggiungere i check point e la sensazione di libertà è davvero elevata.

Andando ad analizzare il vero fulcro di The Crew 2, ossia le gare in auto, dobbiamo constatare come il modello di guida si sia evoluto rispetto al predecessore, criticato soprattutto per l'effetto "saponetta". La massa dei veicoli, che comunque continuano ad essere un po' troppo manovrabili anche ad alte velocità, è più presente, ma non ci è piaciuto l'eccessivo taglio arcade che si traduce in macchine incollate alla strada e la levetta del freno da utilizzarsi solo nei rari casi di curve a 90°. Queste sensazioni tra l'altro variano molto poco da una macchina all'altra: insomma, salendo di cilindrata le uniche modifiche apprezzabili sono l'accelerazione e il sovrasterzo. Il maggior grado di sfida non deriva dalla pulizia nelle traiettorie quanto da un oculato utilizzo del turbo, che si ricarica col tempo, e dall'abilità nello scovare scorciatoie ed altri passaggi "nascosti" che permettano di tagliare, legalmente, il circuito, in modo da finire davanti agli avversari. Spesso e volentieri è preferibile sfruttare le barriere di cemento per affrontare più rapidamente le curve, piuttosto che parzializzare sul gas. Le cose purtroppo non migliorano molto se al posto delle street race si affrontano prove su circuiti chiusi, dove sarebbe lecito attendersi un livello simulativo un po' più aderente alla realtà.

The Crew 2, la recensione

Tutto questo è riconducibile anche all'implementazione dell'intelligenza artificiale di The Crew 2, afflitta ancora da un effetto elastico che, pur lievemente mitigato rispetto al precedente episodio, è comunque ancora vivo e vegeto. Essere sopraffatti ad una curva dal termine, dopo che si è comandato per tutta la gara, magari per una frenata un po' più lunga, è la regola. Gli avversari sembrano avvoltoi in attesa della sbavatura; quando commettono degli errori riescono a recuperare in un batter d'occhio il terreno perduto e, se dovessero avere un vantaggio troppo elevato, parametrano quasi sistematicamente le proprie performance su quelle del giocatore. Si finisce così per mantenere volutamente la seconda posizione sino a pochi metri dal traguardo, quando si sfrutta il nox per superare il capofila. Il numero dei partecipanti non supera le otto unità, e questo è francamente inconcepibile per un titolo che ha la pretesa di estendersi per migliaia di chilometri quadrati.

Le edizioni

Come da tradizione Ubisoft anche The Crew 2 viene proposto in una molteplicità di edizioni. Quella base costa 59,99€; aggiungendo 10€ ci si porta a casa la deluxe, proposta sia nella variante digitale che fisica (quest'ultima disponibile solo per console). Entrambe contengono 3 veicoli bonus; in quella in vendita nei negozi, oltre al Blu-ray, ci sono quattro adesivi (uno per tipologia di gara) e una mappa degli USA su carta plastificata. Gli appassionati del primo minuto hanno già potuto saggiare i bonus della Gold Edition (proposta a 89,99€), perché hanno avuto accesso al gioco completo con 3 giorni di anticipo, e lo stesso accadrà con i futuri update grazie al season pass. Infine c'è la Motor Edition, in esclusiva per i punti vendita, che, oltre a comprendere tutte le leccornie sin qui elencate, aggiunge una targa personalizzata con il logo del gioco, il tutto rinchiuso all'interno di una confezione metallica esclusiva. Il prezzo è di 99,99€

Grafica e dintorni

Il pesante effetto bloom maschera con malizia la debolezza dell'impianto grafico di The Crew 2 che qualche anno fa avrebbe potuto essere sufficiente, ma che oggi mostra la corda. La mappa degli interi Stati Uniti d'America è enorme, su questo non ci sono dubbi, il problema è che, attraversandola, si percorrono chilometri di strade uguali tra loro, prive di elementi caratterizzanti o di architetture che facciano capire in che punto geografico ci si trovi. Le grandi città sono un po' più definite, ma ben lungi da rappresentare fedelmente le controparti reali. Si finisce così per teletrasportarsi da una gara all'altra, consapevoli che non ci si perde praticamente nulla (a livello visivo) nel girovagare tra la east e la west coast. Lasciano l'amaro in bocca anche i modelli dei veicoli, alcuni dei quali realizzati con meno cura di altri, e ancor di più le texture che li ricoprono, spesso piatte e prive di quei dettagli a cui titoli simili ci hanno abituato da tempo e nei confronti dei quali il paragone è feroce. A sollevare in parte le sorti di The Crew 2 ci pensano gli effetti climatici: molto suggestiva la transizione tra notte e giorno, così come degne di nota sono le mutabili condizioni meteo, che il giocatore può lasciare al caso o impostare di propria volontà.

The Crew 2, la recensione

Numerose opzioni, in primis il limite di fotogrammi al secondo (30 o 60), permettono di parametrare il gioco in modo che sia gestibile da numerosi sistemi anche di fascia medio-bassa. Per le nostre prove, effettuate al massimo dei dettagli in FullHD, ci siamo affidati all'accoppiata Ryzen 7 2700X e NVIDIA GeForce GTX 1080 e, naturalmente, il frame rate è stato granitico. La riproduzione del rumore dei motori non ci ha fatto impazzire, e nemmeno il doppiaggio in italiano che sembra uscito da un film di bassa lega, mentre di ben altra pasta è fatta la colonna sonora, infarcita di pezzi indie dei generi più disparati e comunque sempre molto aderenti al tipo di gara che si sta affrontando. La stessa esplorazione della mappa diventa molto più gradevole aumentando il volume dell'autoradio alla scoperta di brani che spesso sono fuori dal circuito mainstream.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD Ryzen 7 2700X
  • Memora: 16 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8.1, Windows 10 (solo edizioni a 64-bit)
  • Processore: Intel Core i5-2400s @ 2.5 GHz o AMD FX-6100 @ 3.3 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 660/ AMD Radeon HD 7870
  • Spazio su disco: 23 Gbyte

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5-4690k @ 3.5 GHz o AMD Ryzen 5 1600 @ 3.2 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1060 (6GB) / GTX 970 (4GB) / AMD Radeon RX 470 (8GB)

Progetti multiplayer in corso d'opera

Uno dei bocconi più amari da digerire è l'assenza di una vera e propria modalità multiplayer competitiva in The Crew 2. Da un gioco che si chiama The Crew ci saremmo attesi di poter unirci ad un gruppo di amici per sfidare altri utenti in giro per l'America, ma per il momento non c'è traccia del PvP. Ivory Tower sembra esserne ben consapevole, tanto da aver messo le mani avanti anticipando i futuri progetti di sviluppo del titolo: ogni mese saranno aggiunti due veicoli (i possessori di Season Pass potranno accedervi con una settimana di anticipo), mentre a cadenza trimestrale arriveranno nuovi contenuti, gratuiti per tutti, che permetteranno di ampliare la varietà di situazioni. Ad esempio per settembre è già previsto il Gator Rush, un update che introdurrà gli hovercraft, mentre per le prossime vacanze natalizie dovrebbe essere implementato anche il multiplayer competitivo che, per motivi tecnici, non è stato possibile offrire sin dall'inizio.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, uPlay, Humble Store, PlayStation Store, Xbox Store, Sito Ufficiale
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (25)
7.2
Il tuo voto

Inatteso e per certi aspetti ancora incompleto, il seguito di The Crew si rivela essere un buon titolo arcade. Il modello di guida non regala grosse soddisfazioni, ma viene compensato da un interessante sviluppo delle macchine sulla falsariga di un gioco di ruolo e da una varietà di situazioni in grado di tenere impegnati per diverse ore. A livello tecnico il titolo di Ivory Tower è appena sufficiente, ma compensa i limiti grafici con una buona sensazione di velocità.

PRO

  • Ottima varietà di veicoli
  • Tante attività da svolgere
  • Buona colonna sonora

CONTRO

  • Graficamente c'è di meglio
  • Modello di guida che, per quanto arcade, risulta un po' troppo semplificato
  • Manca (al momento) il PvP