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The Darkness - Recensione

Jackie Estecado è il protagonista della nuova creatura degli Starbreeze, che arriva nei negozi ammantando d'oscurità le console Next Generation!

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   02/07/2007
The Darkness - Recensione
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The Darkness è disponibile per Xbox 360 ed è in uscita per PlayStation 3.
La versione utilizzata per questa recensione è quella per Xbox 360.

C’era grande attesa per il nuovo gioco degli Starbreeze, giovane team che si è fatto notare dal mondo dei giochi in video con The Chronicles of Riddick: Escape From Butcher Bay, che qui su Multiplayer ci ha lasciato uno dei migliori ricordi dell’ultima generazione di console. Dopo aver divorato, letteralmente, la versione beta di The Darkness, abbiamo finalmente potuto metterci con calma davanti al prodotto finito. Quello dove trova degna conclusione la storia di Jackie, nipote di uno dei malavitosi più influenti di New York, che cerca di sopravvivere al voltafaccia dello Zio Paulie, che lo vuole eliminare perché lo vede oramai come un temibile rivale in troppo forte ascesa. Solo che lo zio non ha fatto i conti con The Darkness, la Tenebra, un’entità malvagia e temibile che perseguita la famiglia Estecado dai tempi della Prima Guerra Mondiale e che farà di tutto per tenere Jackie in vita, o, meglio, per riportarlo continuamente in vita, dato che ha bisogno di un ospite umano per continuare ad accrescere il suo potere. L’esistenza del nostro eroe, quindi, sarà segnata dai continui passaggi tra due dimensioni che si confondono in un’unica visione tanto affascinante, quanto cupa, nel tentativo di saperne di più sulla maledizione che lo affligge e sui poteri che questa gli conferisce.

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Spacca cuore

Jackie ha due modi per difendersi dagli scagnozzi dello Zio, mentre si aggira per una New York notturna ed inquietante. Le armi da fuoco, ovviamente, che non mancano in buona varietà e delle quali è pressoché impossibile restare senza munizioni, ed i poteri della Tenebra. Questi aumentano con il numero dei cuori divorati dai corpi dei nemici che restano esanimi al suolo, dato che la creatura accetta solo di sbranare i cadaveri, non andandole a genio neanche i moribondi. Il primo dei poteri è quello che consente a Jackie di controllare Darkness per strisciare lungo pareti e pavimenti e per assalire alle spalle i suoi avversari. Passando per un utilizzo sfrenato di uno dei tentacoli per spegnere luci e per impalare i nemici e per due armi da fuoco demoniache, si arriva fino alla possibilità di lanciare dei veri e proprio buchi neri, nei quali qualsiasi cosa viene risucchiata. Il senso di onnipotenza e di immortalità, che queste abilità riescono a conferire al giocatore, è una delle cose più riuscite del gioco e, forse, uno dei suoi limiti, dato che Darkness non è certo impossibile, anche al livello di difficoltà più elevato, e dato che l’Intelligenza Artificiale degli avversari, anche quando ci si trova nell’altra dimensione, non è all’altezza delle capacità a disposizione del giocatore. L’unica accortezza è quella di fare in modo che il protagonista sia sempre avvolto dalle tenebre, dove Darkness si rigenera, e dove i suoi poteri sono illimitati. A quel punto, la fantasia è il solo limite ai modi in cui sbarazzarsi di mafiosi e non morti, che, se assaliti alle spalle o non nel modo in cui la loro limitata reattività li fa difendere dagli attacchi, restano spesso inermi ad attendere il loro destino, non sapendo bene come rispondere alle mosse del giocatore. Anche i Darkling, dei piccoli goblin demoniaci e spietati, che possono essere evocati in aiuto, finiscono per essere utili solo per aprire porte o per alleggerire con l'ironia certe situazioni davvero angoscianti, dato che spesso si fermano davanti a spigoli o vicoli ciechi senza riuscire ad attaccare i nostri avversari in maniera efficace. Resta il fatto che il gameplay di Darkness scorre fluido ed appassionante e che i tanti settaggi operabili su mira automatica e puntamento, consentono a chiunque di calibrare il gameplay perfettamente alle proprie esigenze.

The Darkness - Recensione
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Darkling online.

Il team di designer ha inserito anche una modalità multiplayer. La differenza, rispetto alla campagna, è che ciascuno dei giocatori, a meno di impostare diversamente le opzioni, può trasformarsi liberamente da umano a Darkling in qualsiasi momento. In quest’ultima forma, il giocatore si muove ad una velocità incredibile ed è in grado di effettuare balzi lunghissimi ed attacchi volanti, ma non può impugnare armi. Le mappe sono otto, piuttosto piccole, ed ospiterebbero scontri velocissimi, anche se un po’ confusionari, costellati di respawn continui, dato che non c’è alcun tempo di attesa prima di tornare in gioco dopo una kill. Il condizionale è d’obbligo, dato che il netcode è affetto da problemi di lag, che hanno reso difficilmente giocabili buona parte dei match eseguiti. Le modalità sono il classico Deathmatch, in singolo e a squadre, Cattura la Bandiera e Sopravvissuto, tutti piuttosto espliciti. C’è spazio anche per una nota curiosa. Con le impostazioni di default è possibile, subito prima di un match cambiare squadra, facendo in modo che nell’altra non vi sia alcun giocatore. Ci è quindi capitato di giocare partite di Cattura la Bandiera, ad esempio, in cui un solo team correva indisturbato a prendere la bandiera dell’altra squadra, che non esisteva, solo per sbloccare gli obiettivi relativi a questa modalità.

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Le tenebre di Starbreeze.

La notte di Jackie è affascinante, conturbante, piena di dettagli e tocchi di classe. Qualsiasi luce può e deve essere distrutta, per liberarsi da quello sfrigolio fastidioso che sottolinea ogni istante in cui si disperde l’energia della Tenebra. Ed allora, ecco che un manto dorato ricopre tutti i confini degli oggetti sottolineando forme che altrimenti sarebbero invisibili, in un’oscurità che diventa presto familiare e nella quale si finisce per trovarsi perfettamente a proprio agio, in un’atmosfera unica. Il motore macina in scioltezza qualsiasi situazione, senza mai mollare i fatidici 30 fps, con texture davvero definite e con alcune situazioni memorabili, che si dividono equamente tra questa e l’altra dimensione. I volti di alcuni degli abitanti della metropolitana vi rimarranno impressi per un bel pezzo, come la sensazione di aver vissuto un’esperienza al di fuori dei canoni, grazie anche alla grande interattività di tanti elementi del fondale o le animazioni dei darkling, quando si gettano sui nemici aggredendoli come dei piccoli clown fuori di testa. Anche la fisica ci mette del suo, e tra buchi neri e macchine scagliate ovunque, grazie ai tentacoli, c’è di che stupirsi.
Menzione a parte merita il doppiaggio di gran parte dei personaggi e, soprattutto, della Tenebra, a cui dà voce Mike Patton, ex cantante dei Faith No More o dei Peeping Tom, vero pioniere di sperimentazioni vocali che qui servono per dare vita ad una creatura inquietante e davvero malvagia. Un pezzo di bravura da godersi fino in fondo, grazie all’ottima scelta di non doppiare in italiano i dialoghi, lasciando solo i sottotitoli ad illustrare la storia.

The Darkness - Recensione
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Obiettivi 360

Ottenere intorno ai 600 punti obiettivo è cosa decisamente accessibile e rapida, anche vista la relativa facilità della campagna. Riuscire a terminare il gioco a livello più difficile o risolvere tutte le quest richiede solo un po’ di tempo. Gli obiettivi legati all’online, invece, restano subordinati ad una patch che risolva i problemi di lag di cui vi abbiamo parlato poco sopra.

Commento

Avevamo grandissime aspettative per The Darkness ed è forse per questo che non tutte sono state soddisfatte. Il tocco degli Starbreeze è inconfondibile, così come la cura per i dettagli e per le meccaniche ed il gameplay, che, indubbiamente, funzionano. Peccato che l’atmosfera del gioco e che la caratterizzazione, davvero azzeccata, di certi personaggi riescano ad accompagnare il giocatore per un’esperienza così breve, la cui longevità non viene aiutata neanche dal multiplayer, poco sviluppato e con problemi di lag che speriamo vengano risolti. Se però cercate un gioco coinvolgente, maturo nell’esecuzione e nei contenuti, tecnicamente al di sopra della media e realizzato con grande personalità, non possiamo che consigliarvi The Darkness. La magia di Riddick non si è ripetuta, ma siamo comunque al cospetto di quelle sensazioni che lasciano solo i migliori videogiochi.

Pro:

  • Realizzazione tecnica
  • Atmosfera e ambientazione
  • Jackie e i poteri della Tenebra
Contro:
  • Longevità
  • Intelligenza Artificiale di nemici e Darkling
  • Multiplayer da rivedere

I vicoli di New York.

Anche questa volta, gli Starbreeze non si sono limitati a confezionare un banale FPS, costruito intorno ad una serie di livelli più o meno logicamente concatenati. Hanno, bensì, provato a raccontare una storia, con almeno un paio di colpi di scena mozzafiato, facendo alternare le sequenze d’azione pura con alcune sezioni adventure in cui Jackie si aggira per la metropolitana di New York, affollata di personaggi alienati che gli offrono aiuto e che gli chiedono di risolvere alcuni loro problemi. Oltre all’avventura principale, quindi, ci sono a disposizione del giocatore una serie di sotto quest (alcune davvero appaganti) che, però, non servono per approfondire la storia o per scoprire maggiori dettagli sulla Tenebra, ma che servono unicamente per ricostruire più accuratamente la credibilità di un vero e proprio universo parallelo. Dipende quindi dal giocatore decidere di affrontare unicamente la main quest, che può essere portata a termine in circa dieci ore, oppure di soffermarsi tra i vicoli di New York alla ricerca di piccoli malviventi e di affittuari inadempienti. La ricompensa sono decine di bigliettini con dei numeri di telefono segnati sopra, che Jackie chiama dando vita a conversazioni surreali che danno in premio una lunga sequela di extra da consultare nell’apposita galleria, che si riempie di disegni inediti e di bozzetti nati durante la lavorazione del gioco. Gli obiettivi che si sbloccano nel gamerscore saranno un buon incentivo per i tanti che si faranno catturare dalle atmosfere di The Darkness, altri, probabilmente, si dedicheranno unicamente alla salvezza di Jackie, non trovando sufficiente mordente in questo piano secondario, che avrebbe potuto essere integrato con più efficacia nell’ossatura del gioco.