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The Mark of Kri, recensione

The Mark of Kri, il nuovo titolo targato SCEA, è infine giunto sulle nostre PlayStation 2, dopo aver spopolato negli States. Riuscirà il titolo dei San Diego Studios a conquistare anche gli utenti Europei grazie alle sue trovate originali? Leggete la nostra recensione per scoprirlo!

RECENSIONE di La Redazione   —   19/03/2003
The Mark of Kri, recensione
The Mark of Kri, recensione

Le prime novità si trovano proprio nel sistema di combattimento, ostico sicuramente in prima battuta, ma particolarmente appagante e profondo dopo aver fatto la dovuta pratica: col tasto analogico destro potremo lockare fino a tre nemici in contemporanea (anche se in realtà con le armi avanzate questo numero potrà aumentare), ognuno dei quali sarà assegnato ai tasti quadrato, cerchio e x del Dual Shock. Alla pressione di questi pulsanti attaccheremo il nemico corrispondente, anche se questo si trova alle nostre spalle o di lato; dovremo quindi preoccuparci di parare eventuali colpi o aggirare gli scudi del nemico, senza tener conto delle posizione. Nel caso in cui uno dei tasti assegnabili ai nemici fosse libero, potrà essere usato in congiunzione con gli altri per effettuare combo devastanti e spesso molto cruente, nonché spettacolari. Le armi che utilizzerà Rau durante l'avventura permetteranno ad ogni modo di usare tattiche differenti, la spada ad esempio potrà essere adoperata per sferrare attacchi veloci ma non molto potenti, mentre l'arco per assalti dalla distanza, o ancora l'ascia, in grado di fare a fette nemici anche dotati di spesse armature. Il fedele corvo Kuzo non si limiterà ad accompagnare il nostro protagonista, ma sarà di vitale importanza nel corso dell'avventura; potrà essere utilizzato infatti per attivare alcuni ingranaggi altrimenti inaccessibili e fungerà da terzo occhio per Rau, in quanto potrà essere mandato in avanscoperta sopra alcune sporgenze rialzate e anticipare le mosse del suo padrone, fornendogli una chiara visuale di cosa lo aspetta e soprattutto permettendo di agire (quando possibile) senza essere scoperti. Sì, perché in The Mark of Kri sarà presente anche una fortissima componente stealth, addirittura caldeggiata in alcuni situazioni e verso nemici dotati di una sorta di corno, che se vi scopriranno non tarderanno ad usare per richiamare altri combattenti, mettendovi in chiara inferiorità numerica. Il team di San Diego ha puntato infatti a rendere l'esperienza di gioco molto varia e non fossilizzata su un unico stile di combattimento, e per sopperire ad una certa linearità dei livelli, ha deciso di rendere al giocatore tutte le caratteristiche del titolo proseguendo nell'avventura e non interamente all'inizio; inoltre ogni livello ha un'impostazione diversa dal precedente, e se ad esempio nel primo potremo usare la spada come il più puro slash'em up, nel secondo dovremo usare prevalentemente l'arco e le frecce, nel terzo dovremo agire in maniera più silenziosa possibile, e così via. L'idea del team californiano riesce quindi nel suo intento, e durante le sessioni di gioco di The Mark of Kri la ripetività non farà mai capolino, anzi forse la brevità dell'avventura tarperà le ali al titolo nel suo picco più alto. Per rendere più appetibile l'esperienza di gioco, i programmatori hanno pensato bene di implementare alcune sottosfide all'interno dei livelli, come il recupero di un particolare artefatto oppure l'eliminazione di un certo numero di nemici mediante una tecnica precisa, che sbloccheranno nuovi costumi, arene per il combattimento uno contro uno e altri piccoli segreti che cercheranno di aumentare in maniera esponenziale la longevità di questo gioco. Qualche problema deriva dalla telecamera, non sempre precisa nei movimenti, e nella selezione dell'arma, che non possiamo definire proprio comoda. Lo stesso cambio di arma avviene in maniera lenta, ma bisogna dire che tutte le armi sono presenti (e visibili) sulla schiena del protagonista, e quindi il tempo necessario al cambio d'arma è realistico.

The Mark of Kri, recensione
The Mark of Kri, recensione

Ars Tecnica

La mano di disegnatori cresciuti in seno a Disney e sotto la guida di Don Bluth si scorge fin dai primi passi che muoveremo nell'avventura, con paesaggi fiabeschi e molto d'atmosfera che si scontrano con uno schema di gioco ed una violenza marcatatissima: uno strano mix che alla fine rende alla perfezione. Le animazioni di Rau sono molteplici, fluide e convincenti, e di alto livello è il design dei nemici, che però non possono contare su un numero sostanzioso di poligoni. Qualche rallentamento può essere scorto in presenza di un numero elevato di avversari, ma per il resto il motore grafico si muove senza troppi problemi, assicurando buone prestazioni generali. Da segnalare che durante i caricamenti saranno visualizzati diversi artwork, molto ispirati, che si trasformeranno nella stessa scena interamente poligonale, che dà inizio al livello. Il doppiaggio, completamente in Italiano, può contare su una buona voce narrante, ma su una traduzione dei testi alquanto grossolana, soprattutto per i termini usati. La musica si adatta dinamicamente alle situazioni del gioco, e si sposa decisamente bene con lo scenario che il giocatore troverà ad esplorare.

The Mark of Kri, recensione
The Mark of Kri, recensione

In definitiva...

The Mark of Kri riesce nel difficile tentativo di proporre un action/adventure originale e molto vario, in grado di gratificare il giocatore fino al suo completamento e di offrire una meccanica di gioco piacevole e divertente. Qualche livello in più probabilmente non avrebbe guastato, ma al di là di una longevità non astronomica il gioco dei San Diego Studios è un brillante e fiero esponente del genere action adventure.

    Pro
  • Sistema di combattimento originale
  • Molta varietà nell'affrontare i livelli
  • Schema di gioco accattivante
    Contro
  • Non eccessivamente lungo
  • Qualche problema con la selezione delle armi

L’emblema, che problema

L'emblema di Kri è un antico artefatto che nasconde in realtà un potentissimo incantesimo in grado di collegare il mondo reale con quello dell'oscurità e fare così da veicolo per le forze del male e la loro incessante sete di potere. Allo scopo di prevenire tale disgrazia, l'emblema in passato è stato rubato e diviso in sei parti, affidate ad altrettante famiglie. Purtroppo il peso di questo fardello è grande per chi lo custodisce, senza contare che c'è qualcuno che vuole riunire questi sei frammenti e richiamare così il terribile incantesimo... A questo punto entrate in gioco voi, o meglio il vostro alter ego, Rau, possente e rozzo combattente, accompagnato dal suo fido corvo Kuzo, che rivestirà un ruolo molto importante per il nostro eroe. Attraverso sei lunghi livelli dovrete scoprire il perché del vostro coinvolgimento in questa storia, dove al solito svolgerete un ruolo cruciale.

Il gioco proposto dai San Diego Studios (studio interno di SCEA) è stato più volte indicato come un beat'em up interamente poligonale e con sviluppo lineare. In realtà tale definizione va abbastanza stretta a The Mark of Kri poiché la componente adventure è ben visibile, così come sono visibili gli sforzi profusi dal team californiano nel tentativo di proporre un sistema di controllo quantomeno originale e non scontato, oltre che una meccanica di gioco meno ripetitiva possibile.