0

Top Spin - Recensione

Dopo due anni dall’uscita su Xbox, ecco arrivare Top Spin su PS2. Riscuoterà lo stesso successo?

RECENSIONE di David Falzarano   —   02/11/2005
Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione

Il gomito del tennista

In Top Spin si possono impersonare sedici fra i più famosi campioni del tennis mondiale, perfetti sconosciuti creati dai PAM o personaggi creati ad hoc tramite l’editor interno. Fra gli atleti realmente esistenti troviamo nomi davvero eccellenti, e rinnovati rispetto alle scorse edizioni: ad esempio il mitico Pete Sampras ha lasciato il posto all’attuale numero uno ATP Roger Federer, Michael Chang a Carlos Moya, Anna Kournikova (che per quanto manza è davvero un azzardo chiamare “tennista”) alla spocchiosa e viziata Maria Sharapova e via dicendo. Oltre a poter impostare le classiche opzioni, si potrà scegliere Exhibition (partita singola), Torneo Personalizzato, Carriera (della quale parleremo dettagliatamente fra poco), Online (Xbox Live! è stato sostituito dai server Gamespy) e Scuola Tennis (una sorta di filmato-tutorial sui vari colpi che si possono effettuare). Incomprensibile l’assenza atavica dei doppi misti, lacuna che non è stata colmata nemmeno in questa versione PS2. Il fulcro di tutto il gioco è, naturalmente, la modalità carriera. L’editor per la creazione del personaggio è stato integrato con la possibilità di acquisire il volto del giocatore tramite una telecamera Eye-toy, ma per il resto sembra addirittura peggiorato: se per alcuni aspetti esso ci pone davanti ad una grandissima quantità di scelte disponibili, per altri si mostra dannatamente avaro (ad esempio ci sono solo pochi tagli di capelli, dei quali almeno una dozzina orrendi e un’altra mezza dozzina molto ma molto simili tra loro). Una volta creato l’alter-ego digitale vi ritroverete nella mappa del mondo (o meglio della zona del mondo che avrete scelto come luogo natale), da dove potrete accedere a tornei, negozi, aeroporti, sedi dei vari sponsor e case degli allenatori. In Top Spin il personaggio creato dispone di 20 slot “stella”, suddivisi in 5 per ognuna delle 4 capacità di base: servizio, volée, dritto e rovescio. In tutta la sua carriera il vostro tennista potrà collezionare solo 14 stelle da assegnare ai 20 slot, quindi, realisticamente, non potrà diventare un maestro in tutte le capacità base (regola valida anche per i tennisti già esistenti tranne che per Roger Federer e Martina Higins, che hanno 15 stelle ciascuno).

Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione

l’editor per la creazione del personaggio è stato integrato con la possibilità di acquisire il volto del giocatore tramite una telecamera Eye-toy

Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione

Il gomito del tennista

A questo si aggiungono anche 16 abilità, tra le quali ne possono essere collezionate solo 4 e che si ottengono maturando esperienza nel circuito internazionale. Esse migliorano l’atleta sotto determinati aspetti, e servono in particolar modo per compensare i punti deboli delle capacità: al conseguimento di un’abilità verrà chiesto di scegliere tra quattro diverse possibilità, ad esempio velocità, precisione, abilità nel rispondere alle battute, abilità nella potenza della battuta. Mentre per conseguire le abilità basta giocare e fare esperienza, per le capacità di base occorre rivolgersi ai vari allenatori sparsi per il mondo e, sotto pagamento, farsi insegnare. Per ogni stella, l’allenatore di turno esigerà il superamento in una prova: riuscendo a passarla la stella sarà assicurata, altrimenti si potrà riprovare in seguito (la lezione, però, andrà pagata comunque ). E a questo punto arriva il primo, grande difetto di Top Spin, ancora una volta non corretto in questa nuova versione: le prove, nonostante costino denaro (ad alti livelli parecchio denaro), sono un po’ troppo facili da superare e permettono al giocatore di potenziarsi troppo velocemente. Nel giro di quattro o cinque ore di gioco si potrà già avere il personaggio pompato al massimo, cosa che non giova certo al realismo e alla godibilità di una carriera che dovrebbe svilupparsi lentamente e con sacrificio. Per scalare la classifica mondiale si devono vincere i vari tornei sparsi per il globo (divisi tra Minor Pro, Pro, Major Pro e Grande Slam): anche in questo caso si guadagnano posizioni un po’ troppo velocemente, e senza troppa fatica. Queste competizioni sono comunque abbastanza numerose, e naturalmente si possono ripetere più volte. La modalità carriera lascia un po’ con l’amaro in bocca, facendo rimpiangere una organizzazione precisa e più realistica dei tornei e della “timeline”. Se pur non perfetto, è preferibile il vecchio career-mode di Sega Tennis 2k2, dove per arrivare alla vetta occorrevano parecchie ore di gioco e pompare le abilità costava una certa fatica.

Passante lungo linea

Generalmente Top Spin risulta abbastanza somigliante a Virtua Tennis 2. I controlli sono discretamente reattivi, precisi ed immediati: ottenere una padronanza di base del tennista sarà facile per qualsiasi neofita, ma è continuando a giocare che ci si accorgerà di un realismo leggermente più marcato e della buona profondità che contraddistingue il tennis targato PAM. Effettuando top spin, tiri tagliati o, in special modo, tiri rischiosi, le probabilità di sbagliare mira salgono verticalmente, soprattutto se il personaggio non ha particolari abilità. Incontrando avversari di una certa abilità ci si rende conto che senza una minima tattica di gioco non si va molto lontano: spesso ci si trova costretti ad adattarsi al gioco del rivale, studiarlo durante i primi game per scoprire tutti i punti deboli ed imbastire strategie ragionate per avere la meglio. Imparare ad usare tutti i colpi nel repertorio dell’alter-ego digitale sarà pressoché necessario per non rimediare una sequela di brutte figure, in particolar modo se si gioca contro un avversario umano. Questa componente tattica e ragionata, che dona un certo spessore alla giocabilità di Top Spin, è fra quegli aspetti che più di altri riescono a convincere. La spettacolarità di un incontro giocato ad alti livelli è notevole: passanti lungo linea, palle corte dosate perfettamente, ace micidiali, recuperi impossibili… questo gioco ha tutto ciò e anche di più. Fra un punto e l’altro si può esultare, sbeffeggiare l’avversario o esibirsi in plateali gesti di disappunto grazie ai pulsanti “attitude”.

Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione

imparare ad usare tutti i colpi nel repertorio dell’alter-ego digitale sarà pressoché necessario per non rimediare una sequela di brutte figure

Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione

Passante lungo linea

Fra i difetti più evidenti troviamo il pallonetto, che talvolta fa partire la pallina un po’ troppo velocemente e la fa tornare a giù come se la gravità terrestre fosse aumentata, lasciando poco scampo al malcapitato avversario di turno, e l’impossibilità di cambiare tipo di tiro una volta che si è premuto un tasto: in soldoni, se si fosse premuto X e prima che arrivi la pallina si cambiasse idea volendo fare un pallonetto col triangolo, la cosa non sarebbe possibile. Un buon gioco quindi, ma a dirla tutta, dopo due anni dalla prima apparizione, un gameplay del genere comincia un po’ a mostrare il fianco, e non essendo sostenuto da una modalità carriera adeguata dà troppo l’impressione che si abbia fra le mani un titolo troppo arcade. Rispetto all’originale su Xbox c’è l’impressione che la fisica della pallina e gli spostamenti dei giocatori siano lievemente “ovattati”, due delle pecche più grandi sono però la lentezza dei menu e, soprattutto, dei caricamenti: se su Xbox uno di essi poteva durare anche più di 10 secondi, su PS2 la situazione è notevolmente peggiorata, e contando anche l’aggiunta degli accessi alla memory card per salvare (anche questi lentissimi, poiché il file di salvataggio è piuttosto grande), si può dire senza timore di smentita che chi volesse giocare a Top Spin deve prepararsi a tempi di attesa davvero estenuanti. Anche dal punto di vista del multiplayer le cose peggiorano sensibilmente. Mentre sulla console Microsoft questa modalità è stata una dei motivi principali che hanno spinto tantissimi utenti ad acquistare il gioco, grazie ad un ottimo servizio Live! alla base, su PS2 le connessioni passano attraverso i server Gamespy (come accadeva per PC), che non si dimostrano adeguati per un titolo del genere: latenze elevate e difficoltà nel trovare le stanze di gioco sono purtroppo all'ordine del giorno. Meglio un sano multiplayer locale con un multitap.

Grafica e sonoro

Il comparto tecnico, soprattutto sotto l’aspetto grafico, non riesce a tenere il passo con quello della versione originale: la complessità poligonale è diminuita, inoltre le texture sono meno definite e generalmente abbastanza slavate. Le animazioni sono rimaste le medesime che abbiamo già ammirato su Xbox: battute, tuffi, veroniche, smash in salto, “sgommate” sulla terra con alzata di polvere al seguito… tutto riprodotto con una naturalezza che finora avevamo visto, in dose ridotta, sul rivale targato Sega. A rinforzare la già ottima qualità delle animazioni ci sono alcuni tocchi di classe, come nel caso dei servizi: i quattro stili di battuta predefiniti, attribuibili al personaggio maschile creato con l’editor, rispecchiano, se la mia memoria tennistica non mi inganna, rispettivamente le movenze di Agassi, di Edberg, di John McEnroe (questa è davvero inconfondibile) e di Boris Becker. Gli ambienti paiono invece un po’ sottotono, con pubblico scarsamente definito e costruzioni scarne. Parlando del sonoro, c’è da dire che le uniche musiche presenti sono quelle nei menu e nella mappa della modalità carriera, piuttosto melodiose ed orecchiabili. Adeguati gli effetti sonori, ma molti di essi sono di qualità non eccelsa e paiono campionati in bassa frequenza.

Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione
Top Spin - Recensione

Commento finale

Nonostante una carenza preoccupante di titoli tennistici, Top Spin arriva su PS2 ma non riesce a farla da padrone. La somiglianza con Sega Tennis 2k2 e gli evidenti difetti che si porta dietro, impediscono al gioco dei PAM di imporsi, e suscitano diverse perplessità. Alla fine del 2005 una versione peggiorata di Top Spin non può certo riscuotere lo stesso successo che ha avuto a suo tempo su Xbox e in definitiva, chi di voi è già in possesso di Sega Tennis 2k2 potrebbe trovare più saggio spendere i proprio sudati risparmi in altri modi.

Pro

  • Buona giocabilità
  • Arcade ma sufficientemente profondo
  • Preoccupante carenza di altri titoli tennistici validi
Contro
  • Caricamenti e accessi alla memory card estenuanti
  • Grafica sotto tono
  • Modalità carriera da rivedere completamente

Nella storia dei videogame troviamo che inspiegabilmente ad alcuni particolari generi è stato dedicato un numero piuttosto ristretto di titoli, oltretutto realizzati con scarsa qualità. Negli ultimi tempi, ad esempio, la disciplina del tennis è stata piuttosto bistrattata dal mondo del videoludo, tanto che gli unici giochi veramente validi da qualche anno a questa parte sono stati Virtua Tennis 2 su Playstation 2 e Top Spin su Xbox (poi convertito su PC con esiti non entusiasmanti). Quando ancora era in fase di sviluppo su Xbox, non riponevo moltissima fiducia nel progetto Top Spin, il quale mi sembrava un titolo tutto incentrato sulla realizzazione tecnica e sul supporto Live. Il tempo mi ha poi smentito, e Top Spin si è rivelato una sorta di must-have per tutti i possessori dello scatolone di Zio Bill appassionati di tennis. Dopo più di due anni dall’uscita sulla console di casa Microsoft, però, il tennis dei PAM si appresta ad conquistare il tray del monolite nero, e al contrario di quanto potrebbe far pensare l’indubbia qualità vista nel titolo originale non sarà una passeggiata di salute.