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Urban Yeti!

Che succederebbe se un grande scimmione fosse lasciato circolare liberamente per le strade di una città? La risposta ci arriva da Urban Yeti.

RECENSIONE di La Redazione   —   15/11/2002
Urban Yeti!

Altro che giungla!

In “UY” il giocatore deve guidare lo scimmione nella sua impresa che sembra davvero originale. Per far questo deve affrontare un lungo cammino attraverso l’esplorazione delle tre diverse locazioni della città che vengono messe a disposizione in maniera sequenziale. Completate le diverse missioni nella prima si passa alla seconda e così via. Solo dopo aver racimolato una cospicua somma di denaro (previo sudato lavoro) è possibile pagare il pedaggio per accedere all’area successiva. Per procurarselo il videogiocatore deve trovare qualche mansione retributiva che si traduce in qualche sottogioco, vera essenza del titolo. Ad es. capita di dover fare il cameriere in un ristorante…si immagini uno Yeti che serve i pasti! Davvero esilarante. Come si è notato in precedenza il cuore dell’intero gioco giace proprio nei quattro sottogiochi che la cartuccia contiene. Questi ricordano molto i videogiochi degli anni ’80 presentando una struttura tanto semplice quanto immediata. All’interno della città si guida il protagonista quasi come se ci si trovasse in “GTA3” con quasi tutti gli elementi di contorno. Infatti si possono trovare passanti, poliziotti, animali, automobilisti impazziti ecc. In questa fase si può scegliere se cercare di passare inosservati oppure di scatenare il putiferio tramite uccisioni a catena, urla animalesche improvvise e cose del genere. In quest’ultimo caso, però, ci sono tutte le conseguenze negative che ne derivano come inseguimenti con le forze dell’ordine e scontri con gente di ogni tipo. E dire che in teoria le persone dovrebbero rimanere terrorizzate da un abominevole mostrone indomato… Durante le fasi esplorative il giocatore deve cercare dei piccoli obiettivi che una freccia gli indica al fine di ottenere un fondamentale posto di lavoro. Inizialmente, cioè nelle prime sessioni di gioco, il gamer potrebbe rimanere disorientato dalla difficile individuazione e comprensione dei propri obiettivi e, per la verità, le brevi scene di spiegazione non aiutano molto. Però basta qualche partita per entrare nel vivo e riuscire a capire facilmente come procedere nell’avventura. I comandi risultano essenziali e abbastanza immediati. Le uniche azioni effettuabili dal mostruosissimo Yeti sono il pugno destro, quello sinistro e l’urlo della giungla. Durante l’esplorazione urbana comunque si possono ottenere alcuni power up, ottimi per deviare le folle astiose, attivabili tramite la pressione del tasto “Select”. Uno di questi ad es. (la radio) produce un comico balletto con protagonista la scimmia e tutti gli astanti avente lo scopo di mandare in tilt questi ultimi. Il divertimento offerto da “UY” rispecchia molto quella dei vecchi videogames e potrebbe, quindi, attirare soprattutto i giocatori della vecchia guardia amanti dei cabinati “anni-verdi”. Mentre chi gioca da non molto tempo potrebbe storcere il naso non solo per la sua struttura ma anche per la complessità iniziale.

Urban Yeti!
Urban Yeti!

Tecnicamente parlando

La qualità tecnica di questa produzione non si attesta su livelli medio-alti. Innanzitutto la grafica soffre non solo di una risoluzione degli sprites non proprio elevata ma anche sotto il punto di vista della fluidità. Questa risulta incostante durante tutte le fasi di gioco. L’inquadratura dall’alto non è comodissima (ma si sa che per il 2D è l’unica scelta ammissibile in questo tipo di produzioni; vedi il primo “GTA”). Solo dopo qualche decina di minuti di gioco ci si abitua e si prende più confidenza con tutta l’impostazione. Gli aspetti cosmetici positivi riguardano la quantità di sprites visualizzati nello stesso tempo e le carine animazioni del protagonista. Peccato che non siano presenti scene animate d’intermezzo neanche durante la presentazione. A livello estetico ci si trova di fronte un titolo ben al di sotto delle potenzialità del GBA. Per ciò che concerne il comparto audio si segnalano pochi accompagnamenti abbastanza altalenanti e ripetitivi, ed effetti tutto sommato ben curati. Dispiace la scarsezza dello “bitrate”, ovvero della definizione sonora, che non rende giustizia alla qualità della scheda audio presente nel piccolo portatile Nintendo. Insomma un titolo poco curato sotto l’aspetto tecnico che sfigura se paragonato ad altri prodotti disponibili.

Urban Yeti!
Urban Yeti!

Concludendo

La quantità di divertimento che questo “UY” riesce ad offrire è abbastanza elevata anche se, bisogna dire, non dura tantissimo. Quattro sottogiochi sembrano un numero esiguo dopo che si è completata tutta quest’originale avventura. E per far ciò bastano solo pazienza e nervi saldi per una manciata di ore. Un titolo consigliato soprattutto a chi ama i giochi vecchia scuola e a chi non si lascia intimorire dalle difficoltà iniziali. Peccato che tecnicamente non sia granchè, ma alla fine ci si fa l’occhio e si riescono a passare delle orette divertenti con un titolo carino.

    Pro:
  • Divertente se lo si comprende.
  • Carini i sottogiochi.
    Contro:
  • Graficamente un gradino sotto la media.
  • Sconsigliato a chi non ama la vecchia scuola videoludica.

Urban Yeti!
Urban Yeti!

L’abominevole!

Le storie sulla probabile esistenza di uno Yeti sarebbero pura invenzione? No, secondo i “Cave Barn Studios” che lasciano libero per la città un gorilla di notevoli dimensioni alla ricerca di “piacevole compagnia”… Ebbene si; il suo scopo è proprio quello di trovare la sua anima/bestia gemella tra le vie di un’ostile giungla cittadina. Riuscirà il nostro Yeti a trovare refrigerio nelle braccia della sua femmina?