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Warhammer: Mark of Chaos - Recensione

Non sono solo gli orchi ad essere cattivi, ma la minaccia al Reame può arrivare anche da piccoli roditori...

RECENSIONE di Stefano Brighenti   —   27/11/2006
Warhammer: Mark of Chaos - Recensione
Warhammer: Mark of Chaos - Recensione

Mai lasciare lavori a metà…

La situazione nel mondo di Warhammer non è mai stata delle più rosee, ma mai si è stati così vicini ad una apocalisse di questa portata: dopo decenni e decenni di guerre, l’Impero è finalmente riuscito a sconfiggere l’Esercito del Caos in un’epica battaglia, esiliando i pochi sopravvissuti nelle inospitali lande a nord del Reame.

Warhammer: Mark of Chaos - Recensione

Il grosso errore che i buoni di turno compiono è piuttosto semplice, quanto prevedibile: decidono di sedersi sugli allori, evitando di prendersi il noioso compito di sterminare i pochi seguaci sopravvissuti del Caos, permettendo così ad un loro Campione di riorganizzare un proprio esercito personale.
La trama che farà da contorno alle vostre avventure non brilla certamente per originalità e non aspettatevi quindi grossi colpi di scena, salvo alcune prevedibili rivelazioni (poteva mancare il traditore?) e presunti momenti di suspance.
Malgrado quindi il canovaccio non rappresenti certo uno dei migliori che ci sia capitato di vedere, resta da fare una piccola precisazione: Mark of Chaos è affetto dalla sindrome dell’ancora cinque minuti e, una volta terminata una missione, difficilmente riuscirete ad uscire dal gioco, ma vi verrà naturale continuare nella vostra avventura.

Un uomo combattuto tra Luce ed Ombre (tu non hai fame?)

Come ormai abitudine di molti RTS, anche l’ultima fatica di Namco-Bandai vi permetterà di affrontare due distinte campagne con ben quattro diverse fazioni: sarete liberi di impersonare l’Esercito del Chaos ed un suo alleato, gli Skaven, intenti a riconquistare quanto perduto, oppure schierarvi con i fedeli dell’Impero&Co. e preoccuparvi di rendere sicuri i confini del Reame.
Ad ogni campagna segue, ovviamente, una storia completamente dedicata, e vi permetterà di testare le quattro razze messe a disposizione dagli sviluppatori, ognuna caratterizzata da unità ed eroi particolari.

la gestione economica si esaurisce in queste poche e semplici azioni, limitate anche dal ridotto numero di unità a vostra disposizione, per un totale di una decina per ogni fazione, e tutte caratterizzate da un leggero retrogusto di dejavù...

Un uomo combattuto tra Luce ed Ombre (tu non hai fame?)

Forse troppo preoccupati di lanciarsi in qualcosa di veramente innovativo, i ragazzi di Namco-Bandai hanno preferito attingere a piene mani dai molti capolavori che circolano nel firmamento videoludico, primo tra tutti l’inossidabile WarCraft e Ground Control: dal primo sono stati presi tutti gli elementi RPG, sia per le unità che per l’eroe, mentre dal secondo la totale mancanza di elementi strategici, come la costruzione di strutture e la raccolta di risorse.
Se questo interessante mix può far storcere il naso ai puristi, possiamo dirvi che il miscuglio funziona discretamente: combattendo attraverso una mappa, vagamente in stile Rome: Total War (ma i punti di contatto finisco qua), più nemici ucciderete, più oro otterrete e, inutile dirlo, il metallo luccicante vi permetterà di acquistare nuove truppe e potenziamenti.
La gestione economica si esaurisce in queste poche e semplici azioni, limitate anche dal ridotto numero di unità a vostra disposizione, per un totale di una decina per ogni fazione, e tutte caratterizzate da un leggero retrogusto di dejavù: avrete quindi a disposizione due unità per il combattimento a distanza, due per quello da mischia, tre per gli scontri più feroci e tre armi da assedio; poco serve la possibilità di personalizzare le vostre truppe, visto e considerato che dopo qualche vittoria avrete talmente tanto oro da aver già equipaggiato tutti i vostri uomini con quanto di meglio possa offrire l’armeria.

Chi osa sfidare Thornor il Possente?

Indipendentemente dalla campagna che sceglierete di affrontare, il gameplay resterà sempre invariato: il vostro esercito si dovrà muovere su di una mappa seguendo un percorso prestabilito e, ad ogni tappa, corrisponde una diversa missione.
Proprio così: in Mark of Chaos non farete altro che affrontare missioni, in perfetto stile del già citato Ground Control; per fortuna gli sviluppatori hanno scelto di arricchire l’esperienza di gioco con un discreto numero di obiettivi, che vanno dall’assedio di una roccaforte nemica, all’eliminazione dell’eroe nemico, passando per il classico massacro indiscriminato di tutto ciò che si muove.

Warhammer: Mark of Chaos - Recensione

Spunta, per originalità senza dubbio, la possibilità di far scontrare in un mortale duello due eroi nemici: se nel campo di battaglia il vostro valoroso si trova sufficientemente vicino a quello avversario, potrete decidere di affrontarlo in uno scontro testa a testa: la particolarità sta nel fatto che, solo in quella occasione, avrete a disposizione un menù personalizzato, dove potrete scegliere genericamente lo stile di combattimento (difensivo, aggressivo, concentrato e via discorrendo) e attivare alcune abilità, disponibili unicamente nel caso abbiate scelto di svilupparle spendendo dei punti esperienza, in perfetto stile RPG (e WarCraft anche).

Realismo? Verosimiglianza?

Inutile dirlo: il fulcro di Mark of Chaos sono le battaglie; se ultimamente si era persa l’orribile abitudine di favorire il tank rushing, vale a dire il selezionare tutte le truppe e muoverle in massa, massacrando tutto quello che ci si para davanti, in questo nuovo titolo si è deciso di riprendere questa filosofia.
In tutta la campagna single player, sia quella con l’Impero che quella con l’Esercito del Caos, la grande maggioranza delle missioni siamo riusciti a terminarle semplicemente selezionando tutte le unità e lanciandole contro un nemico per volta.
La ragione per cui questa “tecnica” funziona è piuttosto semplice: l’Intelligenza Artificiale non offre un minimo livello di sfida siccome la più elevata strategia che riuscirà ad elaborare sarà quella di mandare le sue truppe al massacro poco per volta, rendendo straordinariamente facile la vita ai vostri uomini, che si troveranno, come conseguenza, sempre in superiorità numerica.
Ne consegue che tutta la fase di disposizione della truppe in campo, fase che antecede ogni battaglia, viene generalmente saltata a piè pari, data l’inutilità di schierare al riparo le vostre truppe da tiro e in prima linea quella da mischia: se siete reduci da una partita a Rome: Total War, probabilmente riuscirete ad avere la meglio in pochi minuti sull’esercito nemico.

l’Intelligenza Artificiale non offre un minimo livello di sfida siccome la più elevata strategia che riuscirà ad elaborare sarà quella di mandare le sue truppe al massacro poco per volta, rendendo straordinariamente facile la vita ai vostri uomini

Realismo? Verosimiglianza?

Anche l’elemento tattico, tanto decantato dagli sviluppatori, è praticamente assente: salvo far attenzione a non far collassare il morale delle vostre truppe, costringendole alla rotta, posizionare dei tiratori in cima ad una collina o in fondo ad un fiume avrà esattamente la stessa conseguenza, come anche il posizionare un gruppo di scout su un’altura, considerando che il loro campo visivo resterà assolutamente invariato.
Manca quindi quella profondità tipica dei giochi di strategia a sfondo tattico, ma se questa non rappresenta una grossa colpa, bensì una (speriamo!) precisa scelta degli sviluppatori di preferire una gestione degli scontri arcade, è invece assai grave la mancata implementazione di una IA in grado di regalare una sfida decorosa anche ad un giocatore di livello medio, andando quindi seriamente a minare la longevità del titolo.

Old Fashion

Mark of Chaos può quindi annoverare una discreta serie di problemi che ne affliggono la giocabilità, ma riesce ad ottenere l’obiettivo intrinseco di ogni videogame: divertire.
Malgrado i problemi sopraccitati, giocando al titolo di Namco-Bandai ci siamo ritrovati immersi in un mondo assolutamente nuovo e diverso, curato nei dettagli e molto, molto coinvolgente, tipico della saga Warhammer: siamo quindi rimasti divertiti dal seguire l’evoluzione della semplice trama, ammirando come il nostro eroe, battaglia dopo battaglia, diventasse sempre più letale e pericoloso.

Warhammer: Mark of Chaos - Recensione

Il coinvolgimento arriva anche grazie alla splendida grafica che anima i nostri uomini: le unità sono ricche di dettagli, perfettamente caratterizzate e molto varie, al punto che difficilmente vi capiterà di notare due uomini assolutamente uguali nella stessa unità, ma saranno (quasi) sempre differenziati da piccoli particolari, come la presenza o meno di un elmo, oppure qualche teschio messo a decorazione della splendente armatura.
Le battaglie, tuttavia, non saranno mai immense, ma resteranno sempre fissate intorno a qualche decina di unità, togliendo quel sapore epico tipico, invece, degli scontri tra pedine nel gioco da tavolo.
Un plauso va sicuramente mosso per la realizzazione dei modelli, sempre ricchi e particolarmente evocativi, mentre appaiono decisamente sottotono le animazioni, specialmente durante i combattimenti: le vostre unità conteranno solamente su una o due animazioni per azione e alla lunga risulterà decisamente poco evocativo osservare gli scontri armati.

Da solo o contro tutti?

L'altra componente del titolo, vale a dire il multiplayer, è sicuramente uno degli elementi più ambigui dell'intero gioco: una volta decisi ad avviare una partita, sia su rete locale sia via Internet, avrete la facoltà di affrontare su una delle mappe del gioco single player i vostri amici, sfidandoli in una colossale battaglia a più giocatori.
Se sulla carta può sembrare interessante, in realtà il multiplayer si traduce essenzialmente nello scegliere la composizione della proprio armata, personalizzarla spendendo una data quantità di oro (impostata dall'admin) e poi scegliere il tipo di gioco: non si parla solo della modalità skirmish per eccellenza, ovvero il massacro indiscriminato, ma Mark of Chaos vi permetterà anche di affrontare un modesto "Assalto al Castello", dove i giocatori potranno ricoprire o il ruolo di attaccante o quello di difensore.
Sfortunatamente mancando la componente tattica, tutti gli scontri si riducono ad un enorme calderone di unità su unità intente a darsele di santa ragione: se all'inizio può divertire, dopo qualche partita avrete capito l'antifona e correrete al riparo ritornando alla buona e vecchia campagna singleplayer.

Warhammer: Mark of Chaos - Recensione
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Conclusioni

Resta dunque l’annosa domanda: Warhammer Mark of Chaos vale l’acquisto?
La risposta è (giusto per darvi un punto fermo) dipende: dipende se siete disposti a perdonare alcune grosse lacune, sia a livello di IA che di varietà, in favore di un coinvolgimento assolutamente raro in un RTS.
Dipende anche dalla vostra passione per il fantasy e da quanto siete attratti dal mondo di Warhammer: i puristi dello stile di gioco inventato dalla serie Total War faranno meglio a guardare verso Medieval 2, mentre tutti quelli che cercano del semplice divertimento, impegnativo ma non troppo complesso, troveranno nell’ultima fatica di Namco-Bandai proprio quello che fa per loro.

Pro

  • Assolutamente divertente
  • Coinvolgente e piuttosto semplice
  • E' Warhammer!
Contro
  • IA inconsistente
  • Tattica ridotta all’osso
  • Poche unità

Benedette Patch

Ultimamente gli sviluppatori hanno preso l'abitudine di rilasciare delle patch, per i loro titoli, esattamente lo stesso giorno in cui il gioco esce nei negozi: se da un lato questo lavoro è encomiabile, dall'altro fa trasparire la cruda realtà, ovvero le eccessive pressione che il publisher esercita per far finire il prodotto sul mercato, indipendentemente dalla sua qualità: BANDAI Games non si discosta da questa filosofia, proponendo addirittura 300 MB di patch per upgrade alla 1.3 il vostro Mark of Chaos.
La patch, di dimensione decisamente consistente, senza dubbio li vale tutti: oltre ad aggiungere sei diverse mappe per le vostre sessioni online, si propone anche di correggere numerosi piccoli difetti, come alcuni problemi di animazioni e di bilanciamento delle unità, incrementando (tra le altre cose) l'efficacia delle truppe dotate di armi da fuochi, veramente deboli ed inutili nella versione originale.
Non sarebbe una vera patch se non andasse anche a modificare la componente singleplayer, aggiungendo qualche nuovo effetto grafico, come copiosi schizzi di sangue e altre chicche di diverso genere; malgrado il readme annunci delle radicali modifiche all'IA dei nemici, durante i nostri test non ci è sembrato che il computer si comportasse in maniera tanto più intelligente di quanto non facesse nella 1.0, cioè veramente poco.
Diciamo che, per essere una day one, BANDAI non si è proprio adagiata sugli allori: speriamo in un loro continuo impegno, per trasformare questa pietra grezza in un vero diamante!

Introduzione

Il celebre brand Warhammer può rievocare, negli appassionati, delle epiche nottate passate con gli amici a far scontrare le proprie miniature su tavoli di legno e polistirene, ma soltanto in quest'ultimo periodo il celebre marchio tenta di sfondare anche nella community dei videogiocatori, con risultati più o meno validi: l’ultima fatica, rappresentata da Mark of Chaos, dovrebbe definitivamente consacrare nel panorama videoludico la saga Warhammer, ma è risaputo che non tutti i capolavori annunciati si rivelano tali.