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Wartech Senko no Ronde - Recensione

Gli shoot'em up, sovrani del passato videoludico, sono relegati ad un mercato di nicchia. Sulle ali del motto "l'unione fa la forza" Wartech Senko no Ronde tenta la svolta.

RECENSIONE di Mattia Armani   —   18/06/2007
Wartech Senko no Ronde - Recensione
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Wartech Senko no Ronde - Recensione

L'importanza di una buona difesa

Il concept, seppur invariato rispetto ai summenzionati "giochini", si avvale di tutta l’evoluzione del genere shooter senza riguardo per l’orientamento verticale, orizzontale e persino obliquo. Possiamo quindi contare su sciami di missili in stile Macross, raggi laser dal diametro imbarazzante, fulmini, saette e ogni tipo di proiettile futuristico immaginabile, l’insieme dei quali satura letteralmente lo schermo. Come piacevole aggiunta, a rimarcare l’affinità con il genere picchiaduro, abbiamo una disposizione due attacchi corpo a corpo. Il primo è una normale combo da tre colpi che sbalza l’avversario allontanandolo da noi e il secondo si compie premendo l’attacco secondario dopo uno sprint ed è un colpo veloce utile sia per contrastare i nemici particolarmente pericolosi sulla corta distanza, sia per finire un avversario in fuga. Ogni personaggio dispone poi di una tecnica barrage, ovvero di una mossa che, a seconda del mech, danneggia a corta e media distanza ed è in grado di proteggerci per la durata dell’esecuzione della tecnica.

sciami di missili in stile Macross, raggi laser dal diametro imbarazzante, fulmini, saette e ogni tipo di proiettile futuristico immaginabile

L'importanza di una buona difesa

Altre tre difese si affiancano alla tecnica barrage: ovvero uno scudo energetico non troppo efficace, ma che può essere utilizzato sia in movimento che in combattimento, uno scudo a espansione di durata limitata ma in grado di proteggere da qualsiasi attacco e infine la possibilità di roteare follemente l’analogico sinistro per sottrarci alla combo corpo a corpo o a tecniche rallentanti o paralizzanti.

Wartech Senko no Ronde - Recensione
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Nei panni di un Boss

In verità, e qua si entra nello spinoso ambito del bilanciamento, alcuni personaggi sono in grado di utilizzare un attacco imparabile, goduria preclusa ad altri avatar, il che conduce a situazioni decisamente irritanti. Comunque tralasciamo temporaneamente il player versus player, attualmente di difficile attuazione attraverso il Live che tende a rispondere picche, per parlare dell’ultima e maggior peculiarità di Wartech Senko No Ronde. Partiamo da lontano: a caratteri cubitali, su confezione e su ogni promo Ubisoft si legge l’acronimo B.O.S.S. Purtroppo non si capisce di cosa sia l’acronimo ma quello che è chiaro è che trasforma ogni personaggio in un relativo boss, chiaramente e giustamente ispirato ai boss storici del genere shoot’em up, e che forse ha i puntini per non essere confuso con il Boss Mode, ovvero la celebre macro usata negli uffici di tutto il globo per celare attività illecite al boss sul posto di lavoro. Dopo la battatuta imbarazzante non ci resta che parlare della barra, perché ovviamente c’e’ una barra, e ovviamente è una barra che si carica, ma attenzione, perchè la disponibilità del B.O.S.S. mode non dipende da questa. La barra decide semplicemente l’energia disponibile da spendere durante la succitatà modalità. Invece, in basso a sinistra, una splendida B, che ricorda l’iconcina delle Smart Bomb anch’essa tipica degli shooter a scorrimento, indicherà la disponibilità di tale modalità. Ovviamente senza energia è impossibile attivare questa abilità speciale e con poca energia è sconsigliabile farlo, il che dovrebbe suggerire qual è la strategia portante di Wartech. Il nostro compito è quindi quello di sopravvivere il più possibile e caricare la summenzionata barra la quale, ovviamente, si consuma attivando i due scudi basilari, informazione che, a sua volta, dovrebbe suggerire l’importanza di evitare gli attacchi avversari mediante la modalità barrage o con un abile utilizzo dello sprint.

In definitiva

Wartech è tutto qua, sia in single player che in multiplayer. Il livello di sfida è ovviamente più elevato nel secondo caso anche se alcuni personaggi sono decisamente più robusti e versatili di altri e possiedono, sia in modalità B.O.S.S. che in modalità standard, dei magnifici laseroni imparabili, e la sensazione che lo sbilanciamento non sia solo una questione di scarsa pratica ci è rimasta impressa anche dopo un nutrito numero di partite con avversari umani. In ogni caso la modalità multigiocatore offre un tasso di divertimento discreto grazie al dinamismo e alla varietà di situazioni generate dal nutrito numero di mosse, contromosse, parate e super attacchi. Purtroppo il single player non si discosta molto dal multiplayer e non offre nulla di più a parte una storia risicata, un paio di tavole manga style, e un paio di boss piuttosto poveri e con un grado di sfida decisamente scarso. Per di più il concept del gioco per quanto relativamente innovativo e a primo acchitto spettacolare è semplice, limitato e sulla lunga distanza non regge il confronto ne con uno shoot’em up puro ed impegnativo ne con un picchiaduro calibrato che vanta una cinquantina di tecniche per personaggio.

esplosioni e colpi laser rasentano il piattume mentre il subwoofer è spedito silenziosamente in pensione

In definitiva

Ci sono poi fattori di Wartech che lasciano parecchio a desiderare. La colonna sonora ricorda molto da vicino l’epoca in cui dominavano gli ormai sorpassati midi e presenta alcuni pezzi scialbi e poco intonati con la natura furiosa e combattiva del gioco. Esplosioni e colpi laser rasentano il piattume e mentre il subwoofer è spedito silenziosamente in pensione le vocine nipponiche che accompagnano alcune tecniche offensive diventano irritanti dopo un paio di match. L’aspetto grafico, assolutamente ottimo per quanto riguarda effetti particellari, luci e colori, presenta purtroppo modelli poco convincenti, privi di qualsivoglia texture e drammaticamente poveri.

Wartech Senko no Ronde - Recensione
Wartech Senko no Ronde - Recensione
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Commento

Una buona idea ed un titolo spiccatamente nipponico sono elementi che possono solleticare gli amanti degli shoot’em up orientali in cerca di qualcosa di nuovo, ma che difficilmente soddisferanno il giocatore medio o chi è alla ricerca di un titolo in grado di offrire sfida e intrattenimento di buon livello. Il quadro generale è quello di un buon titolo Xbox Live Arcade. Il problema principale è che viene venduto a prezzo pieno nei negozi e, sinceramente, ci risulta difficile consigliarlo a chi non sia super appassionato di anime e shoot'em up.

Pro:

  • Una buona idea.
  • Multiplayer interessante.
  • Un’orgia di esplosioni.
  • Gli adoratori degli shoot’em up nipponici dovrebbero dargli un’occhiata.

Contro:
  • Rapporto qualità prezzo.
  • Single player striminzito.
  • Modelli poligonali spartani.
  • Colonna sonora.

Obiettivi 360

Sbloccare gli obiettivi di Senko no Ronde è piuttosto facile. La maggiorparte arrivano dalla modalità single player ed è sufficiente portare a termine lo story mode con ogni personaggio e sorbirsi, sempre per ogni personaggio, tutti i dieci incontri dello Score Attack dal quale otterremo i punti anche se sconfitti dal boss finale. Sbloccare gli obiettivi legati al Live pare altrettanto semplice, il difficile è convincere il matchmaking di Wartech a mostrarci le partite in corso e concederci la possibilità di parteciparvi.

Wartech Senko no Ronde è la nuova creatura targata G.Rev, autori dell’apprezzato Border Down, ed è distribuito per l’occasione da Ubisoft che si fa portabandiera di un titolo spiccatamente nipponico presentato su una macchina spiccatamente occidentale. Prima di tutto una premessa: ci troviamo di fronte ad un gioco atipico, che, tanto per chiarire, ha anche del potenziale. Per di più si tratta di un caso raro, ovvero di un porting da coin op, e questa è una definizione che non capita più di scrivere spesso. Detto questo specifichiamo che l’ibrido shootem up/picchiaduro tra mech, velivoli, armature potenziate e quant’altro, nonostante sia un genere ludico non proprio diffuso, non è comunque un concept nuovo. Scavando nella cultura se ne trovano cenni persino in Gibson, lo scrittore, ed è un qualcosa che esiste nell’immaginario comune presentandosi da decenni in ogni film che accampa pretese cyberpunk. Ma anche nei videogiochi ha radici piuttosto antiche, proprio in quelli che potremmo chiamare, senza offesa, giochini, dove il primo multiplayer permetteva a due buffi velivoli di fattura spartana di roteare allegramente e di sparare un confettino monocromatico formato da pochi pixel.