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Wild Life 2: Crazy Zoo - Recensione

La natura è minacciata da mille pericoli e tocca a voi salvarla costruendo palizzate in cui rinchiudere gli animali e permettendo l'accesso alle gabbie a dei bambini capricciosi e annoiati... c'è qualcosa che non va?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   29/05/2007
Wild Life 2: Crazy Zoo - Recensione
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Condivisione

Spendere milioni per gli animali è bello, ma noi non siamo filantropi e non abbiamo il patrimonio di Bill Gates… i soldi finiscono e bisogna riuscire ad ottenerne altri. È per questo che è importante imparare a gestire le casse del nostro piccolo paradiso terrestre con recinti elettrici, ma senza Bonolis e Laurenti, per evitare di vedere tutto colare a picco. Bisogna aprire il parco al pubblico e sperare in un'affluenza numerosa! In base alle finanze disponibili, si dovrà scegliere come fare pubblicità e, quindi, aprire le porte ai bambini e ai loro genitori. È tutto a posto? Queste piccole e inutili creature sono qui per spendere tutti i loro soldi. E chi siamo noi per impedirglielo? È importante creare un percorso all’interno del parco in modo che gli ospiti possano seguirlo e, quindi, distribuire i vari negozi costruibili in modo da invogliare a fare acquisti. I prezzi dei singoli negozi sono aumentabili o diminuibili all’occorrenza, così come quelli di tutte le attività lucrative del parco (dal biglietto d’ingresso a quello della toilette). Più persone saremo riusciti a raggiungere con il marketing, più saranno i visitatori; più saranno i visitatori, più esigenze dovremo accogliere e soddisfare. Insomma, il parco andrà abbellito con statue, ponti, binocoli per osservare il panorama o per vedere più da vicino gli animali, percorsi interni ai recinti delle bestiole più docili e, soprattutto, con dei cestini. È da Theme Park che riempiamo parchi di cestini perché gli ospiti sono dei porci che amano gettare tutto a terra. Il cestino è a 10 cm dal chiosco? Carta a terra assicurata. Magari si potesse aprire la gabbia dei leoni e dargli in pasto qualche visitatore. Ma non divaghiamo. Purtroppo gli sviluppatori hanno deciso di non rendere disponibile questa opzione e noi ci adeguiamo.

Wild Life 2: Crazy Zoo - Recensione
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Accoppiamento

Dal punto di vista tecnico Wildlife Park 2: Crazy Zoo è abbastanza povero, con modelli poveri di dettagli e texture piuttosto slavate e stirate. Gli edifici sono la parte migliore della produzione, ma gli animali e, soprattutto, le loro animazioni, sono inguardabili. Non è facile animare così tante specie in modo convincente, ma qui anche gli umani lasciano parecchio a desiderare e sanno di legno in ogni frame di animazione. Beh, almeno tutti questi limiti garantiscono una fluidità perfetta anche su computer di fascia bassa, anche se, quando si tenta di esplorare un parco assumendo il ruolo di visitatore, lo spettacolo non è dei migliori e non si trae alcuna soddisfazione nell’osservare le varie attrazioni. Meglio la colonna sonora, formata da musichette dal vago sapore africano e dalla riproduzione dei versi di tutti gli animali. Niente di trascendentale, ma riesce a garantire un minimo di atmosfera.
Wildlife Park 2: Crazy Zoo non è un brutto gioco ma, semplicemente, è sciapo. Le meccaniche che lo regolano sono piuttosto elementari e soddisfare tutti gli obiettivi è solo questione di soldi e di costruire la struttura giusta al momento giusto. I bisogni non si intrecciano tra loro e, una volta esauditi, tendono a diventare secondari rendendo il tutto fin troppo facile. Espandere un parco è solo questione di tempo più che di impegno e capacità gestionale e, una volta capita la superficialità del meccanismo, non ci saranno motivazioni in grado di farvi ritentare nuovamente l’impresa. Le missioni, trenta in tutto, consentono di allungare un po’ la longevità del titolo. Queste non brillano per originalità (salva l’animale A, cura l’animale B e via di questo passo) e scorrono piuttosto velocemente. Diciamo che le venti del gioco base le abbiamo finite in un pomeriggio di gioco, mentre le dieci dell’espansione, più impegnative, hanno richiesto un ulteriore pomeriggio. Fortunatamente l’espansione aggiunge parecchi ingredienti al minestrone regalandogli un sapore migliore rispetto a quello del gioco base: nuove infrastrutture, nuovi animali, qualche obiettivo interessante e una campagna lunga quanto quella principale. Insomma, non male per un semplice pacco extra.

Wild Life 2: Crazy Zoo - Recensione
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Apatia

Qualcosa in più poteva essere fatto in tutti i comparti, in modo da rendere più interessanti le varie sottosezioni da cui il gioco è composto. Insomma, curare maggiormente l’aspetto visivo avrebbe reso sicuramente più interessanti i tour virtuali del parco; più che animali quelli nei recinti sembrano dei pupazzi di pelouche snodabili ed effettivamente questa modalità perde subito d’interesse perché non offre niente da fare. Stesso discorso per il lato gestionale: perché non pensare diversi livelli di difficoltà per rendere il prodotto impegnativo anche ai giocatori più esperti? Tutto sembra pensato per garantire anche ad un bambino il pieno controllo della situazione, ma alcune semplificazioni sono eccessive perfino per gli amanti del “facile a tutti i costi”. In fondo quello dei gestionali è un genere che, quando viene privato della profondità che dovrebbe essergli propria, sfocia facilmente nella mediocrità, perdendo di interesse in modo repentino nel giro di poche partite. Eppure basta guardare a giochi di qualche anno fa (pensiamo ai vari capolavori di Bullfrog come Theme Park o Theme Hospital) per rendersi conto che è possibile creare un gameplay accessibile a tutti, senza sacrificarsi sull’altare dell’appiattimento. È brutto finire un gioco e disinstallarlo senza provare nulla.

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Requisiti di Sistema

Niente di rilevante da segnalare tranne il fatto che entrambi i prodotti (il gioco base più l’espansione) sono protetti con il sistema Starforce. A noi non ha dato alcun problema, ma vi avvisiamo perché siamo consci che molti di voi non ne gradiscono alcuni possibili effetti nefasti.

Requisiti Minimi:

  • Processore: Intel Pentium 4 a 2 GHz o equivalente
  • RAM: 512 MB
  • Scheda Video compatibile con DirectX 8.1 e con supporto per i Pixel-Shader 1.1
  • Spazio su disco: 1,5 GB
  • DirectX 8.1
  • Lettore DVD
Configurazione di Prova:
  • Processore: Intel Pentium 4 3,4 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: NVIDIA 7800GT

Commento

In realtà rimane poco da dire. Ve lo consigliamo se avete dei figli piccoli, che lo troveranno sicuramente divertente. Se siete dei giocatori navigati lasciatelo perdere, non fa per voi e guardate da un’altra parte. Ma forse siete degli appassionati di etologia… e allora potreste anche dargli uno sguardo. Ma fate attenzione, perché lascia sostanzialmente indifferenti.

Pro

  • Il feeling iniziale è buono
  • Tirare su un parco è divertente
  • Ottima l’espansione acclusa nell’offerta
Contro
  • Il motore grafico è bruttino
  • Meccaniche di gioco elementari
  • Viene presto a noia

Wildlife Park 2: Crazy Zoo è un gestionale a tema zoo in cui dovremo imparare tutto sui parchi biologici e sui bisogni degli animali, oltre che su quelli degli immancabili visitatori. Potremo prendere parte alla classica modalità libera, o affrontare le venti missioni, più le dieci dell’espansione Crazy Zoo, che compongono le due campagne. Si tratta comunque di missioni slegate che non seguono un filo narrativo e, quindi, è possibile parlare di campagna solo perché per sbloccare le missioni avanzate bisogna completare quelle precedenti. Ma quali esigenze hanno gli animali virtuali? Beh, per prima cosa vanno inseriti in un habitat gradevole che ne favorisca l’umore (sì, c’è un misuratore di umore di animali, piante e persone con tanto di “smile” differenti che indicano i diversi stati d’animo), poi vanno nutriti a dovere e, infine, vanno fatti divertire per non lasciarli in preda all’inedia. Tutto si traduce nel costruire un recinto più o meno grande a seconda della specie da accudire, nel rendere il terreno consono alle richieste dell’animale, richieste visibili cliccando sull’animale stesso, nel piazzare ciotole del cibo preferito e, infine, nel costruire strutture d’intrattenimento come sassi, pedane, pali, piscine.
Per gestire al meglio tutto quanto bisogna dotare il parco di personale adatto, così andranno assunti degli operai per la manutenzione dei recinti e delle strutture, dei custodi che riempiano le ciotole del cibo e dell'acqua, dei medici che curino le care bestioline e così via. Per assicurare che tutti gli animali siano sempre nutriti e in forma, si dovranno costruire delle strutture per produrre cibo e acqua. Tutto questo costa soldi e i costi di gestione non sono clementi. Ma cosa non fareste per veder sorridere un protoconiglio ostracista dell’asia minore? Una volta raggiunto un certo equilibrio con gli animali e la loro gestione, bisogna iniziare a pensare seriamente agli affari.