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Ys: The Ark of Napishtim - Recensione

A poco meno di un anno e mezzo dalla sua uscita su Ps2, Ys The Ark of Napishtim, l' Action-Rpg di Nihon Falcom arriva su PsP. Vediamo cosa ci aspetta in questa conversione.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   26/02/2007
Ys: The Ark of Napishtim - Recensione
Ys: The Ark of Napishtim - Recensione
Ys: The Ark of Napishtim - Recensione

La saga di Ys è considerata, in ambito videoludico, una delle migliori del genere degli Action-Gdr. In Oriente è addirittura considerata quasi alla stregua, almeno come “marchio di garanzia”, di un FF, e può contare su un vasto numero di fans. Nata su Pc nel lontano 1986, la serie, con la conversione proprio del primo episodio, Ancient Ys: Vanished Omens sulle principali console dell’epoca, e cioè Nes, SEGA Master System e Pc Engine è cresciuta di anno in anno riscuotendo sempre maggior successo, passando da una piattaforma all’altra fino ad arrivare ai giorni nostri e a questo ultimo capitolo, “The Ark of Napishtim”, che già abbiamo avuto modo di giocare su Ps2 più di un anno fa e che adesso fa il suo esordio, convertito, sulla Playstation portatile. Nel mondo di Estreria, nell'arcipelago di Canaan, uno sperduto agglomerato di isolette semi-sconosciute, il simpatico spadaccino dai capelli rossi, Adol Christin, si imbarca su una nave pirata di proprieta’ del padre dell’amica Terra, insieme all’inseparabile compagno di avventura, Dogi, per sfuggire alla cattura da parte di alcuni soldati che li avevano sorpresi in una taverna. I due compari decidono così di approfittare della situazione per recarsi verso il “Vortice di Canaan” , dove si vocifera ci siano nascosti dei tesori di valore inestimabile. Ma una volta giunti sul posto, la loro nave viene attaccata dai soldati dell'impero di Romun e il povero Adol, colpito da una palla di cannone, viene scaraventato in mare finendo risucchiato dall’enorme Maelstrom marino che lo trasporta in un “altro mondo”, su un isola misteriosa abitata dalla tribù dei Rehda, il cui aspetto è caratterizzato da lunghe orecchie e dalla presenza di una coda.

Ys: The Ark of Napishtim - Recensione
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Salta, colpisci, sali di livello

Ys è un action-Rpg tradizionale e il suo sistema di gioco non si discosta affatto dai suoi predecessori o da altri prodotti simili. Adol è l’unico personaggio che potrete controllare per tutto il corso dell’avventura, e alla sua “guida” dovrete esplorare aree non eccessivamente grandi, combattendo i nemici visibili sullo schermo in tempo reale come un normale adventure, e compiere tutta una serie di azioni molto simili a quelle eseguibili in un platform (saltare, attaccare con l’arma in dotazione eseguendo combo e attacchi aerei, etc) con lo stick analogico della PSP, allo scopo di superare i vari "livelli" fino a giungere allo scontro col boss di turno. Sconfiggendo i mostri guadagnerete punti esperienza, denaro e item che potrete utilizzare per gli scopi più svariati, come l’ Emel, sostanza chiave, necessaria per potenziare le armi magiche che Adol troverà nel corso dell’avventura. Nel gioco, infatti, sono presenti tre tipi diversi di spade, ognuna delle quali legate ad un elemento specifico che le caratterizza (vento, fulmine e fuoco), chiamate “Emelas Swords”. Queste armi, oltre a consentire l'esecuzione di spettacolari ed efficaci magie, sono upgradabili grazie ad un sistema di Level-up che si basa sulla raccolta degli stessi elementi che compongono le spade sul campo di battaglia. Ogni nemico ucciso lascia sul posto dell’ Emelas oltre ad altri Item, e una volta recuperata la giusta quantità di materiale utile, diventa possibile potenziarle.

Ys: The Ark of Napishtim - Recensione
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Il caro, vecchio, old style

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, nulla da eccepire sulla conversione da Ps2 a PsP. A parte qualche inevitabile lieve differenza, lo stile dell’originale Ys 2D rielaborato ottimamente in chiave 3D (parliamo degli scenari) dai grafici per il Monolite, è stato riportato senza problemi sulla “consollina” Sony, riuscendo così a mantenere inalterati tutti quegli elementi visivi che compongono scenari e personaggi, molto piacevoli a vedersi e molto colorati, pur se non dettagliatissimi. In particolare poi splendidi gli artwork che caratterizzano i vari personaggi e che appaiono nei box di dialogo, nonché i nemici e i Boss di fine dungeon. Stesso discorso vale anche per le poche sequenze chiave realizzate in stile anime: belle e perfette per un gioco di questo tipo. Il comparto audio presenta invece alti e bassi in questa versione portatile: mentre le musiche tutto sommato sono di buona fattura, old style, le stesse dell’originale, è stato eliminato a sospresa il doppiaggio presente nella versione Ps2.

Ys: The Ark of Napishtim - Recensione
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Conclusioni

Ys: The Ark of Napishtim è un action-Rpg sulla falsariga di Alundra, che piacerà soprattutto agli amanti della cosiddetta vecchia scuola. Un titolo ideale comunque per i retrogamer della console portatile Sony, alla ricerca di un divertimento immediato e senza fronzoli eccessivi, anche se bisogna sottolineare come rispetto alla controparte casalinga questa versione dovrebbe prima essere ben valutata dal potenziale acquirente, in quanto essa potrebbe rivelarsi in parte deludente a causa di due non indifferenti problemi: un'eccessiva frequenza e durata dei caricamenti fra uno scenario e l'altro, e un sistema di salvataggio non adatto ad una utenza PsP. La natura stessa di queste console è a nostro parere quella di consentirci di giocare o fare altro mentre si è in viaggio sui treni, pullman, magari nel tragitto fra casa e lavoro/scuola, etc, insomma, di divertirci in momenti altrimenti spesso noiosi. Siccome però l'autista dell'autobus o le circostanze non possono consentirci di completare uno scenario fra una sosta e l'altra bisogna avere la possibilità in un gioco "portatile" di poter salvare quando si vuole. In Ys non è possibile, poiché l'unico modo di salvare la posizione raggiunta è al completamento di qualche scenario...

    Pro:
  • Divertentissimo da giocare.
  • Personaggi molto carini.
  • Contenuti extra esclusivi come minigames e mediaplayer.
    Contro:
  • Non c'è la possibilità di salvare quando si vuole.
  • Poco longevo.
  • Caricamenti troppo lenti.

Zelda docet

Potenziando adeguatamente queste armi il nostro Pg sarà in grado non solo di fare più danni ai nemici sullo schermo, ma anche di scatenare attacchi magici sempre più devastanti. In Ys TAoN sono state infatti implementate una serie di combo da eseguire con la pressione continua o alternata dei vari tasti del controller. Premendo ad esempio il tasto di “attacco” subito dopo quello “salto”, Adol può eseguire due tipologie di colpi aerei: nel caso in cui l'attacco viene eseguito mentre il Pg stà compiendo il salto verso l’alto avremo un attacco “rotante”, mentre se lo si esegue dopo il balzo (quindi in fase discendente, diciamo così) avremo un colpo verso il basso “a taglio”. Così come nei vecchi titoli di Zelda, inoltre, ci sono locazioni da rivisitare più volte poichè necessitano di nuovi oggetti speciali per permettere ad Adol di arrivare a zone inizialmente inaccessibili. E numerosi dungeon. In The Ark of Napishtim sono proprio loro a farla da padrona. Oltre a incrementare una longevità altrimenti non molto elevata, i dungeon possono offrire al videogiocatore in molti casi alcune delle battaglie più divertenti di tutto il gioco, nonché aiutare ad acquisire molti punti Exp. Alla fine di ognuno di essi, infatti, è presente un boss di livello da affrontare, e questa fase, nonostante i limiti imposti dalla struttura stessa del titolo Nihon Falcom, che fa si che i nemici attacchino secondo schemi predefiniti, è caratterizzata da un grado di difficoltà e divertimento tutt’altro che da sottovalutare. Da quanto letto capirete senz’altro che si tratta di un gameplay tutt’altro che complicato , ma non per questo noioso o poco soddisfacente, anzi. Diremmo che questa sua semplicità di gioco permette a Ys di essere gustato fino in fondo offrendo un grande divertimento almeno per qualche ora.