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Chi fa da sé fa per tre

Il momento tanto atteso è finalmente arrivato. Ecco quello che abbiamo visto di GTA V a New York in compagnia di Rockstar

ANTEPRIMA di Pierpaolo Greco   —   12/11/2012

Grand Theft Auto V è senza ombra di dubbio il progetto più ambizioso, impegnativo e per questo anche promettente di Rockstar, una software house che ha saputo negli anni conquistarsi una schiera nutrita ed assolutamente esaltata di fan ma che, in particolare in quest'ultima generazione, ha saputo creare videogiochi di qualità estrema e forieri di numerose innovazioni. Il quarto capitolo della serie, uscito ormai quattro anni fa, si è imposto come un punto di riferimento per quel genere free roaming che proprio la saga, tra le altre cose, aveva contribuito a creare sul finire degli anni 90.

Chi fa da sé fa per tre

Il suo protagonista, Niko Bellic, si è impresso a fuoco nei cuori e nelle menti di moltissimi videogiocatori grazie ad una struttura di gioco, uno stile narrativo e soprattutto un'atmosfera molto credibile e in grado di trasportare su schermo quanto trasmesso da decine di film d'azione a sfondo criminale. Il risultato è stato un titolo, Grand Theft Auto IV, che ha lasciato un segno indelebile nell'industria videoludica e che costituisce allo stesso tempo il più grande successo e il più grande rischio per lo sviluppatore. Come riuscirà infatti Rockstar a superarsi e allo stesso tempo a continuare a proporre qualcosa di nuovo, battendo strade mai percorse in precedenza?

La risposta è nella moltiplicazione

Con questo antefatto lo sviluppatore ci ha accolto a New York per mostrarci per la prima volta in movimento Grand Theft Auto V e per raccontarci i primi, succosi dettagli sulle principali feature del sequel. Un titolo realizzato con un bagaglio di esperienza ben diverso da quello posseduto al tempo del quarto capitolo.

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Perché da allora di acqua sotto i ponti ne è passata e Rockstar ha potuto fare tesoro degli insegnamenti ricevuti lavorando sui due Episodes from Liberty City, su L.A. Noire, ma soprattutto su Red Dead Redemption e Max Payne 3. Ognuno di questi giochi, a suo modo, ha contribuito alla realizzazione del nuovo GTA, trasmettendo elementi di gameplay, tecniche narrative o anche, più semplicemente consapevolezza sull'utilità di determinati elementi secondari o interazioni essenziali da offrire al giocatore. È anche per questo motivo che, come dicevamo poco sopra,

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il sequel è a tutti gli effetti il progetto più ambizioso e maturo di Rockstar e, come tutti sappiamo bene, il potenziale canto del cigno di questa generazione; l'unico, vero contendente al dominio incontrastato di vendite del brand Call of Duty. GTA V nasce con il preciso obiettivo di offrire ancora più varietà al giocatore, un maggiore dinamismo e ancora più velocità nell'esecuzione del suo gameplay. Il tutto riducendo ai minimi termini quei tempi morti che talvolta affliggevano l'arco narrativo del prequel e che di fatto avevano impedito a moltissimi giocatori di portare a termine la storia, pur adorando il gioco, per concentrarsi magari soltanto nelle attività secondarie. La soluzione a tutte queste necessità è quello che Rockstar definisce il cambiamento più grande di tutta la serie, probabilmente secondo soltanto all'implementazione del 3D: tre diversi protagonisti che il giocatore può controllare simultaneamente all'interno di una storia narrata in modo inedito e assolutamente innovativo prendendo come ispirazione, tra le altre cose, le serie TV più recenti dove le vicende di diversi personaggi principali si intrecciano per offrire molteplici punti di vista, capovolgimenti di scenario e veri e propri colpi di scena nel delineare un intero arco narrativo che potrà essere compreso e apprezzato nella sua interezza man mano che la trama procede sui suoi binari. Alla Game of Thrones o 24 per intenderci. Il perché di una novità così audace è facilmente spiegabile. Il Niko Bellic del precedente GTA, per quanto ben caratterizzato, prestava il fianco a dubbi di credibilità nel suo dover essere l'uomo perfetto in ogni situazione.

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Un super cattivo in grado di pilotare qualsiasi tipo di mezzo, utilizzare qualsiasi tipo di arma, esibirsi in ogni tipo di attività criminale, dallo spaccio di droga alle evasioni, dalle rapine all'istigazione della prostituzione. E nonostante tutto questo era in grado di avere tranquille e proficue relazioni di buon vicinato con i suoi amici più intimi e le sue molteplici fidanzate, e trovare anche il tempo per passare magari un pomeriggio a giocare a freccette. L'esperienza avuta con i due Episodes from Liberty City ha permesso a Rockstar di scoprire il potenziale nascosto nel raccontare due differenti storie, ambientate nello stesso mondo e che in rarissimi frangenti si andavano a intersecare proprio con la vita di Niko, producendo dei cameo apprezzati con estrema gioia dai giocatori della serie. E ciononostante lo sviluppatore non era ancora soddisfatto per uno stile di gioco che rimaneva comunque troppo lineare, eccessivamente legato a una singola trama basata sulla consueta crescita del protagonista da perfetto sconosciuto, a boss criminale rispettato dall'intera città. Questa consapevolezza ha permesso di raggiungere l'idea di tre protagonisti ben distinti, ognuno con le sue abilità, gusti e competenze. Tre diversi caratteri e stili di vita con obiettivi differenti e valori morali ben distinti e magari, talvolta, persino in conflitto. Legati tra loro da un filo conduttore che li porterà a conoscersi o ritrovarsi per vivere la città di Los Santos in un modo assolutamente inedito per il genere dei free roaming.

Il cast

Cerchiamo di scoprire qualcosa di più dei tre personaggi le cui vite popoleranno le nostre TV per numerose ore di gustoso gameplay. Partiamo da Michael, il Tommy Vercetti della situazione: un uomo di mezza età, vero e proprio veterano dei furti in banca. Una sorta di esperto e punto di riferimento per tutti i novelli aspiranti rapinatori che deve la sua fama ad una lunga carriera costellata di grandi successi criminali.

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Michael vive ora in una splendida villa con piscina nel pieno centro di Rockford Hills, il quartiere più ricco di Los Santos; si è ritirato dalla scena e vive protetto da una sorta di programma di protezione testimoni non riconosciuto ufficialmente dagli organi di polizia della città. C'è poi Franklin, un personaggio che probabilmente mostra un certo istinto di fan service di Rockstar: un giovane e ambizioso ragazzo di colore che ha più di un punto di contatto con l'adorato CJ di San Andreas. Franklin è una sorta di agente di riscossione crediti per un concessionario armeno di auto di lusso non proprio pulitissimo che cerca di convincere giovani, rampanti lavoratori a comprare automobili esotiche che in realtà non possono permettersi. Quando queste persone non riescono più a pagare le rate delle vetture acquistate ma cercano comunque di tenersi la macchina, Franklin interviene per recuperarle e riportarle dal concessionario. Vive nella parte sud della città, in una zona densamente popolata e dal tenore di vita piuttosto basso. Infine c'è Trevor, probabilmente la punta di diamante della produzione artistica firmata Rockstar. Un vero e proprio psicopatico dall'indole spesso violenta e altamente distruttiva che fa uso regolare di droghe di ogni tipo. È senza dubbio il criminale più estremo tra tutti i protagonisti di GTA ma allo stesso tempo, forse anche per questo, dimostra da subito un'enorme personalità e probabilmente saprà creare grande empatia nel giocatore. Il suo passato è decisamente travagliato e lo ha visto, tra le altre cose, nelle fila dell'esercito dove ha imparato a pilotare numerosi velivoli militari. Vive alla periferia di Los Santos nella Blaine County, un quartiere povero e malfamato che costeggia l'Alamo Sea, uno specchio d'acqua putrido nel mezzo del deserto sul cui sfondo si erige l'enorme Monte Chiliad.

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E ora che le presentazioni sono fatte, come funziona in concreto la gestione dei tre protagonisti? Durante il free roaming, quando non si è in missione ma liberi di scorrazzare per la città, il passaggio è in tempo reale, istantaneo. Si preme un tasto, appare su schermo una sorta di menu radiale e si può scegliere quale personaggio iniziare a controllare. Da quanto abbiamo visto su schermo, si avvia una sorta di transizione che in un istante fa allontanare la telecamera verso l'alto, in una specie di visuale satellitare alla Google Maps e dopo qualche secondo di attesa, ci ritroviamo posizionati sopra il nuovo protagonista e poi nei suoi panni. La particolarità del tutto, almeno in base a quanto ci è stato mostrato, è che i tre personaggi hanno ovviamente una propria vita costellata da determinate routine: questo significa che non sapremo mai quello che stanno facendo gli altri due protagonisti finché non entriamo nei loro panni. Secondo Rockstar non capiterà di rado di trovarci a bordo di veicoli o velivoli, oppure ritrovarci impegnati in faccende domestiche o chiacchierate con determinati comprimari e, nella demo mostrata, ci è capitato di prendere il controllo di Franklin proprio mentre era seduto sul water ad espletare le sue funzioni biologiche. Il tutto ci è sembrato funzionare alla perfezione, rapido e molto interessante e rappresenta fuori di dubbio una novità dirompente per la serie.

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E mentre siamo in missione?

Decisamente diversa invece la gestione del trio mentre si è in missione. Prima di tutto non ci saranno soltanto missioni in cui sarà possibile controllarli tutti ma anche avventure per un singolo protagonista o per una coppia ma soprattutto il passaggio dall'uno all'altro diventa parzialmente scriptato e legato a determinati momenti della missione stessa. Buona parte della demo che Rockstar ci ha mostrato era focalizzata proprio su una missione per mostrare questo particolare funzionamento. Michael e Trevor si sono da poco ritrovati ed entrambi vengono coinvolti dal FIB (l'agenzia governativa del gioco palesemente ispirata all'FBI) nel tentativo di catturare un esponente di spicco della malavita tenuto in custodia dall'IAA per consegnarlo nelle mani dei primi.

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La missione si apre con i tre personaggi che si organizzano per l'irruzione: Trevor è ai comandi di un elicottero con unico passeggero, Michael, mentre Franklin raggiungerà in moto un grattacielo limitrofo a quello dove viene interrogato l'obiettivo da catturare per offrire copertura dal tetto come cecchino. Nella prima parte vestiamo quindi i panni di Trevor mentre con l'elicottero ci dirigiamo verso il nostro obiettivo. Una volta raggiunto quest'ultimo, ci viene offerta la possibilità di passare a Michael per calarci dal cielo lungo le pareti di vetro dell'edificio e fare così irruzione una volta raggiunto il piano giusto. Non si tratta propriamente di una scelta visto che in questo caso il passaggio da un protagonista all'altro è essenziale per far proseguire la storia. Non appena Michael rompe le finestre, si scatena il caos e a questo punto passiamo nei panni di Franklin dove armati di fucile ci limitiamo a far fuori tutti gli agenti della sicurezza per dare la possibilità a Michael di entrare, liberare il prigioniero, imbracarlo e portarlo a bordo dell'elicottero. Ma a questo punto le cose si complicano ulteriormente visto che i federali ci lanciano contro i loro elicotteri e in questo frangente di missione il passaggio da un protagonista al successivo diventa completamente libero: il programmatore che guidava la demo ci ha mostrato che era possibile comandare Trevor nel tentativo di allontanarsi dagli elicotteri nemici evitando i loro razzi mentre gli altri due comprimari, comandati dal computer, sparavano all'impazzata contro i velivoli avversari; oppure potevamo controllare Franklin per colpire magari i piloti degli altri elicotteri dalla distanza grazie al fucile da cecchino o ancora nei panni di Michael, scaricare caricatori su caricatori contro la scocca dei velivoli nemici nel tentativo di farli esplodere.

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In concreto tramite la demo abbiamo potuto constatare che il passaggio tra i protagonisti durante le missioni è talvolta obbligatorio e scriptato per poter proseguire, altre volte decisamente più libero mettendoci quasi nelle mani dell'intelligenza artificiale visto che gli altri due personaggi non controllati direttamente da noi potranno comunque rischiare la vita se non gestiti o protetti a dovere, portando di fatto al game over e alla ripetizione della missione. Una maggiore complessità che non può che tradursi in una sfida ancora più coinvolgente e, magari, in un minimo valore aggiuntivo di rigiocabilità. Ma non è ancora tutto visto che a differenza di tutti gli altri GTA, in Grand Theft Auto V non affronteremo la storia con lo scopo di raggiungere in modo lineare e crescente un singolo, grand finale, ma svolgeremo le varie missioni per prepararci ad affrontare una serie di punti di svolta cruciali nella trama e che coroneranno le nostre vicende.

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Si tratta di sei momenti topici disseminati lungo l'intero arco narrativo e rappresentati da missioni di valore qualitativo particolarmente elevato, un po' come accadeva in GTA IV con la missione della rapina in banca. In questo modo il giocatore non si troverà mai di fronte a missioni valutabili come secondarie o fini a sé stesse. Sarà sempre chiaro il punto di arrivo e tutte le missioni serviranno a raggiungerlo nel migliore dei modi, prima di passare al successivo. Ovviamente non mancherà il gran finale ma, badate bene, non sarà unico ma addirittura multiplo in base a quello che avremo fatto in precedenza. Tra l'altro, già durante questa presentazione Rockstar si è potuta sbottonare sul numero di ore necessarie per portare a termine soltanto la trama principale: siamo sui livelli di Red Dead Redemption stando alle parole dello sviluppatore, e quindi sulle 25 ore circa di gioco. Ma naturalmente la storia principale è soltanto la punta dell'iceberg di contenuti che GTA V potrà offrire. E chi ama la serie, questo lo sa bene.

Tutto il resto

In fin dei conti la serie Grand Theft Auto ci ha sempre insegnato che la vera protagonista di ogni capitolo è l'ambientazione ancor prima dei suoi personaggi e con il quinto capitolo le cose non sono affatto differenti. Los Santos ritorna in tutto il suo splendore e la sua minuziosa ricostruzione nei dettagli a diversi anni di distanza da San Andreas. Ovviamente questo ha permesso di spingere con forza sul pedale dell'innovazione e della qualità grafica, oltre che della vastità dello scenario e fin dal primo impatto, una volta avviata la demo, è subito evidente perché per Rockstar è sempre il mondo di gioco ad essere sviluppato per primo e perché grazie adesso riescono ad emergere personaggi e storie assolutamente credibili e perfettamente amalgamati nel tessuto sociale incredibilmente vivo di una città così realistica nella sua morfologia.

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Ovviamente l'ispirazione è Los Angeles ma con GTA V si è andati veramente oltre visto che la zona percorribile dal giocatore è tre volte più grande di quanto visto in Red Dead Redemption e se si tiene conto anche delle aree sommerse, arriviamo addirittura a cinque volte la grandezza del progetto western di Rockstar. Una contea enorme che spazia dall'agglomerato urbano, alle spiagge, dalle fattorie alle montagne, dal mare alle zone di degrado industriale. Il tutto interamente esplorabile praticamente fin dall'inizio senza più la necessità di sbloccare aree di gioco andando avanti nella storia come accadeva nei precedenti GTA, probabilmente fatta eccezione per alcune piccole aree protette. E ovviamente a cosa serve una tale geografia se non viene popolata a dovere? Tornano quindi gli eventi dinamici già visti proprio in RDR: ad esempio abbiamo visto un furgone blindato fare benzina e lo sviluppatore ci ha suggerito che nel gioco sarà possibile ad esempio rubarlo durante questa sosta, oppure pedinarlo per scoprire dove sta portando il suo contenuto per esibirsi magari un colpo ancora più audace e redditizio. Ogni elemento contribuirà a rendere viva Los Santos e ad offrire al giocatore una varietà di contenuti mai sperimentata in un GTA. E ovviamente tornano anche i mini giochi. Purtroppo su questo elemento gli sviluppatori non si sono sbottonati più di tanto.

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Sarà possibile a quanto pare esibirsi in alcuni sport come il tennis o il golf e non mancheranno anche diverse forme di intrattenimento ma quello che è sicuro è che non ci sarà una forma di progressione del personaggio come avveniva in San Andreas con attività quali la palestra necessaria per "irrobustire" il protagonista e permettergli di imparare magari nuove mosse. Siamo insomma più vicini a quanto visto in GTA IV anche se, Rockstar ci tiene a sottolinearlo, non saremo costretti a esibirci in ripetitive partite a bowling o freccette solo per migliorare i rapporti con i comprimari. Un'altra novità riguarda la gestione dei soldi che tornerà ad essere cruciale per il progresso del giocatore. Un po' come avveniva con GTA III infatti l'accumulo di denaro sarà essenziale per affrontare le missioni più importanti della storia e probabilmente un elemento distintivo del gameplay sarà la sua gestione per acquistare non solo armi e veicoli ma anche e soprattutto proprietà o attività essenziali per farlo fruttare. Ma per ora rimaniamo nel campo delle ipotesi anche se, come Rockstar ci ha fatto notare, non è un caso che il Five nel titolo sia un evidente riferimento alla banconota da cinque dollari. Non mancano persino gli animali anche se per il momento lo sviluppatore non ci ha voluto dire nulla sul loro utilizzo. Quello che è certo è che ci saranno i cani, sia randagi, sia quelli di razza portati al guinzaglio e sia mai detto che i punti di contatto con Red Dead Redemption possano arrivare fino alla presenza persino di cavalli o altri quadrupedi. In fin dei conti di spazio a disposizione ce n'è veramente molto.

Tanta roba su schermo

Come consuetudine di chi scrive, dedichiamo l'ultimo paragrafo all'aspetto tecnico del gioco. È ancora piuttosto presto per esprimere giudizi dettagliati ma quello che abbiamo visto con i nostri occhi è una Los Santos di una vastità da togliere il fiato. Abbiamo visto Michael correre per i sali-scendi di Rockford Hills a bordo di una bicicletta o Trevor mentre si affiancava ad una tavola calda in dismissione per scendere da una jeep scoperta un attimo prima di darle fuoco con una tanica di benzina raccolta per strada. E non poteva mancare Franklin alla guida di una splendente auto esotica con tanto di capotte apribile elettricamente.

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Il tutto con un orizzonte visivo sterminato. Certo al momento l'engine mostra ancora molte incertezze sia sul frame rate sia sulla pulizia generale della scena che pecca soprattutto per un grande quantitativo di aliasing su schermo ma, di nuovo, è la vastità della scena a colpire e di tempo per le ottimizzazioni ce n'è in abbondanza. Anche se non abbiamo poi potuto provare in prima persona le sensazioni di guida, lo sviluppatore ci ha tenuto a sottolineare che l'intero motore fisico è stato riscritto per questo quinto capitolo e le conseguenze non saranno solo sul comportamento dei personaggi

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ma anche e soprattutto sulla risposta e la sensazione di guida dei veicoli. E tutto questo senza essere entrati nel merito del sistema di combattimento e delle sparatorie, oltre che dell'immancabile gestione del livello wanted. Elementi che sono soltanto stati accennati durante la presentazione e che verranno sicuramente affrontati con tutto il dettaglio necessario nel corso di futuri eventi. Quello che è certo è che da un lato forte sarà l'influenza di un titolo come Max Payne 3 probabilmente in termini di gestione delle coperture e delle armi da fuoco e dall'altro il livello di attività criminale dovrà in parte essere

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rivisto per tenere conto della presenza di tre personaggi da controllare in modo simultaneo. Se non si fosse capito insomma, c'è ancora moltissimo da scoprire su Grand Theft Auto V e la nostra speranza è di tornare a vederlo il prima possibile per continuare a parlarvene nel massimo dettaglio. Di tempo da attendere ce n'è ancora molto visto che il gioco arriverà su PlayStation 3 e Xbox 360 nella primavera del prossimo anno ma voi non vi allontanate troppo dalle nostre pagine perché la prossima settimana torneremo a scoprire nuovi elementi dello sviluppo di questo sequel e altri dettagli inediti sul gameplay grazie alla nostra intervista esclusiva a Dan Houser, Vice President of Creative per Rockstar.

CERTEZZE

  • Tre protagonisti possono essere la più grande innovazione nella serie dall'avvento del 3D
  • Los Santos è incredibilmente vasta e ricca di dettaglio
  • Una storia potenzialmente ancora più coinvolgente e con un buon grado di rigiocabilità

DUBBI

  • Con tre protagonisti potrebbe essere più difficile immedesimarsi
  • L'attesa è ancora molto lunga e ci sono molti elementi avvolti nel mistero