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Guerre stellari

Si prospetta un inevitabile conflitto con Elite che torna in campo proprio mentre il creatore di Wing Commander lancia il suo progetto più ambizioso

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   31/01/2013

C'era un tempo in cui le diatribe sulla resa grafica avevano un peso relativo anche quando si parlava di titoli tecnologicamente avanzati. Quello che contava era il balzo in termini di prospettive e di possibilità. Chi non aveva una macchina all'altezza del nuovo passo evolutivo aspettava, chi l'aveva, spesso, decideva le sorti di un gioco, facendo da cassa di risonanza e consacrandolo senza dover rendere conto al pubblico di massa.

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Tempi particolari durante i quali, con tutta probabilità, qualcosa è stato sopravvalutato e qualcosa sottovalutato, come è normale che accada in tutti i settori di nicchia. E l'intero settore videoludico, nonostante fosse quasi ovvia l'inevitabile esplosione che sarebbe arrivata da lì a poco, era popolato da una parte esigua dell'umanità, con numeri che oggi risulterebbero bassi anche per i titoli quasi sconosciuti.

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Ma, sebbene il mercato fosse limitato, in quella strana epoca sono nati titoli che ancora oggi sono ineguagliati a livello di possibilità, pionieri passati da codice a mito grazie ai traguardi raggiunti. Tra questi titoli figura senza dubbio Elite, capace di dare un senso di profondità allo spazio grazie alla generazione procedurale di sistemi, al commercio dinamico e alla possibilità di decollare da uno spazio porto e di attraversare l'atmosfera arrivando nello spazio senza incorrere in alcun caricamento. All'epoca, insomma, il livello raggiunto era quasi inimmaginabile, anche se da lì a poco, con Damocles e Frontier, i confini si sarebbero espansi ulteriormente e avrebbero incluso la resa grafica e la possibilità di scendere dalle astronavi per esplorare l'universo in prima persona. In sostanza in quel periodo è nato il sogno del free roaming spaziale, per quasi tre decenni al centro di promesse e annunci e che forse presto vedrà la luce addirittura in tre titoli se consideriamo, assieme a Elite: Dangerous e Star Citizen, anche l'evoluzione galattica di Minecraft chiamata 0x10c.

Partenza timida ma grandi prospettive

Tralasciamo i trascorsi e la concorrenza, per parlare dei quali non basterebbero svariate pagine, per concentrarci sul soggetto di questo articolo che è Elite: Dangerous. Al comando del progetto c'è David Braben, creatore del titolo originale, che si è infine deciso a premere sull'acceleratore saltando sul carro di Kickstarter. Di Elite IV se ne parla da anni, e per molti versi con promesse simili a quelle fatte dal team di Chris Roberts nel caso Star Citizen.

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Parliamo della possibilità di scendere dalla propria astronave per visitare mondi alieni, parliamo di battaglie immense, di multiplayer complesso, di galassie dinamiche e di grafica di primo piano. Ma, mentre Star Citizen ha già mostrato alcuni di questi elementi al pubblico, proponendosi come paladino del mercato PC e bomba tecnologica inarrivabile, Elite: Dangerous si è palesato con un timido annuncio e ha tirato fuori la testa proprio nell'unico momento in cui poteva essere oscurato da una concorrenza che promette il gioco più ambizioso di tutti i tempi. Inoltre le feature avanzate, come l'esplorazione di pianeti e stazioni spaziali, non saranno incluse al lancio, ma arriveranno successivamente attraverso una serie di espansioni. Questa impostazione, anche se garantisce al titolo di aggirare gli ostacoli economici e di uscire tra meno di un anno anticipando Star Citizen, ha senza dubbio influito sulla capacità di attirare l'attenzione. Non stupisce dunque, che ci sia stata una grossa differenza nel risultato della campagna di finanziamento con circa 2 milioni di dollari per Elite contro i 7 raccolti da Chris Robert. Ma in questo caso a influire è stato indubbiamente anche il nome. Il creatore di Wing Commander è rimasto nel campo dei simulatori spaziali fino al 2003 ed è un nome familiare anche per i giocatori PC relativamente giovani. Braben invece, pur essendo indubbiamente un autore cult e pur essendo rimasto sempre attivo nel mondo dello sviluppo, ha mantenuto un profilo basso. In ogni caso ci troviamo di fronte a quello che si prospetta un vero e proprio duello al sole con due sviluppatori simbolo che si sono lanciati nel medesimo momento nel loro "gioco più importante di sempre".

Milionesima stella a destra

David Braben ha avuto una pazienza invidiabile, ha aspettato diversi anni e, sviluppando titoli ben diversi dal proprio sogno come Kinectimals, è riuscito a portare il team di Frontier Developments nell'era di Kickstarter. Con il finanziamento ha poi impostato un progetto ambizioso che includerà un mercato dinamico e complesso alterato dalle azioni dei pirati, dei mercanti e dei cacciatori di taglie. A questo vanno poi aggiunte le forze dell'ordine e i contrabbandieri, talvolta anche di schiavi, in un panorama multiplayer che promette battaglie massicce. D'altronde l'agonismo è un elemento portante del gaming moderno e nel caso di Elite: Dangerous è vitale visto che al lancio mancheranno diverse feature importanti.

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Ma visti i fondi limitati la scelta appare inevitabile e per questo il team di sviluppo ha deciso di rilasciare il prima possibile una versione base del titolo da arricchire, via via, con le feature promesse in questi lunghi anni di attesa. Il titolo, almeno secondo quanto affermato dagli sviluppatori, include già i semi delle future espansioni con il design che tiene conto degli interni delle astronavi e il codice che è già pronto per l'annessione di nuovi segmenti. L'obiettivo ultimo, non troppo dissimile da quello di Star Citizen, è quello di integrare nel gameplay atterraggi sui pianeti, navi capaci di trasportare più persone e persino basi spaziali gestibili dal giocatore. Inoltre, se il titolo avrà successo, potrebbe essere implementata anche la possibilità di scendere dalla propria astronave per esplorare i pianeti in prima persona, visitando strutture aliene e compiendo quest più complesse di quelle possibili a bordo di un'astronave. Tutto questo sarà abbracciato da una trama che dovrebbe prendere vita già con la prima versione del gioco per poi ampliarsi di espansione in espansione. Prevedibilmente il comparto narrativo comprende delle fazioni che potrebbero essere funzionali al gameplay come in Star Citizen. Nel caso di Elite queste sono la Federazione, l'Impero e una serie di mondi indipendenti, tutti minacciati dal presunto ritorno dei Thargoid che, a 50 anni dalla pace siglata in First Encounters, minacciano di tornare in campo con scopi tutt'altro che pacifici.

E poi dritto fino al mattino

Nonostante l'inevitabile somiglianza tra i progetti di Braben e Roberts, Elite: Dangerous ha un elemento di spicco rappresentato dalla generazione procedurale dello spazio, elemento di spicco anche del primo titolo della serie. Il nuovo Elite non punta a essere un universo chiuso, per quanto ampio, ma è dedicato all'esplorazione senza confini. Un sandbox infinito che dovrebbe consentire, a chi avrà molto tempo libero a disposizione e una fontana della giovinezza in casa, di visitare qualcosa come 100 miliardi di sistemi solari. Il tutto nel totale rispetto delle leggi fisiche, o almeno di quelle conosciute, garantendo ai giocatori la possibilità di attraversare un universo vario e realistico, popolato da eventi cosmici, nebulose e pianeti gassosi riprodotti con fedeltà.

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Si tratta di una differenza non da poco, rispetto a Star Citizen, con l'esplorazione che promette di essere centrale anche per il multiplayer vista la necessità di scorte e rifornimenti per raggiungere le galassie più lontante. Per quanto riguarda lo stile è difficile esprimersi vista la carenza di materiali relativi a Elite: Dangerous ma il fitto campo di asteroidi mostrato nel primo trailer del multiplayer promette uno spazio ricco e complesso. Resta da vedere la capacità effettiva del motore in termini di dettaglio, mentre in Star Citizen è già possibile visitare per intero grandi navi spaziali, ma è chiaro che quanto mostrato del titolo è ancora in fase embrionale. Per questo non sono stati ancora definiti i dettagli circa il supporto per il modding e la compatibilità con il visore tridimensionale Oculus Rift che molti sviluppatori PC si sono affrettati a sostenere. Per il modding comunque, non c'è speranza di vederlo implementato al lancio, vista la necessità di risparmiare per implementare quante più feature essenziali nel titolo.

CERTEZZE

  • Il ritorno di Elite
  • Un universo ricco e senza confini
  • Nuovi contenuti implementati con cadenza regolare
  • Multiplayer vario e strutturato

DUBBI

  • Star Citizen sembra un avversario difficile da battere
  • Poche informazioni sul comparto tecnico
  • Molte feature importanti non saranno presenti al lancio