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Tante, tante, tante botte

Abbiamo provato la beta di The Showdown Effect, restandone gradevolmente colpiti...

PROVATO di Umberto Moioli   —   03/02/2013

Di The Showdown Effect parlammo un anno or sono durante la GDC '12: Arrowhead Studios usciva dal successo di Magicka e stava cercando di sviluppare una nuova idea semplice ma immediata e soprattutto originale. Con il multiplayer sempre fermo in testa ma la volontà di creare un'esperienza competitiva, un paio di membri del team di sviluppo ci mostrarono un gioco ancora acerbo ma promettente, basato sull'idea di mescolare meccaniche prese da Worms, Smash Bros.

Tante, tante, tante botte

e non solo in un contesto che celebrasse i film d'azione holliwoodiani anni '80. Quasi dodici mesi dopo e con circa un anno e mezzo di lavoro alle spalle, non poco per un prodotto venduto a meno di dieci euro, durante la Paradox Convention appena conclusasi siamo tornati sul curioso esperimento dello sviluppatore svedese, oramai in beta e completo di quasi tutte le caratteristiche messe in cantiere per il lancio imminente. Il risultato potrebbe essere esplosivo.

Viaggi nel tempo

The Showdown Effect richiede una manciata di minuti per farsi padroneggiare: con la combinazione WASD si controlla il personaggio, cursore e tasti del mouse servono a prendere la mira e sparare oppure sferrare fendenti e parare qualora si usasse un'arma bianca. Le cose sono in realtà un po' più complicate di quello che sembrano e, nonostante il gameplay sia rigorosamente bidimensionale, ci sono tutta una serie di comandi che ne aumentano radicalmente la profondità. Saltare sulle pareti, scivolare a terra o proiettassi in avanti per schivare le pallottole di un avversario scagliandolo allo stesso tempo a terra, sono movimenti che chiedono di impratichirsi un po'.

Tante, tante, tante botte

Soprattuto perché vanno eseguiti in ambienti relativamente piccoli e dove stare fermi vuol dire esporsi. I livelli sono allo stesso tempo un pericolo ma anche un'opportunità: asce e tubi appesi alle pareti possono essere raccolti, branditi e scagliati mentre il livello ambientato a Neo Tokyo collega i diversi piani dell'edificio con ascensori che rendono gli spostamenti più rapidi e imprevedibili. La presenza degli avversari è infatti celata al di fuori del proprio campo visivo e la comunicazione tra compagni di squadra, quando non si gioca il classico tutti contro tutti, è fondamentale. Tra l'altro in Team Deathmatch si segna un punto quando tutti i membri del team avversario sono morti contemporaneamente, quindi capita di sovente di essere rimasti soli e dover far di tutto per scappare aspettando il respawn dei compagni.

Mescolando elementi platform, combattimenti e un pizzico di strategia The Showdown Effect riesce a divertire e sembra avere anche una discreta profondità. Come nei migliori picchiaduro prima di iniziare bisogna scegliere il proprio personaggio, un'altra variabile da non sottovalutare: i sei alter ego inseriti si rifanno ad alcuni modelli cinematografici, dall'action hero alla scolaretta sopravvissuta ad una battle royal, ma soprattutto possiedono ciascuno una mossa speciale. Sia una bomba fumogena, alcuni secondi di berserk o un calcio volante devastante si tratta sempre di bonus di brevissima durata ma pensati per poter fare la differenza se usati con giudizio.

Tante, tante, tante botte

Oggetto di personalizzazione le due armi primarie e secondarie che determinano lo stile di gioco, ravvicinato oppure dalla distanza, ma anche l'estetica grazie a gadget e vestiti sbloccabili accumulando punti vittoria. Il prezzo contenuto di 9.90 euro nasconde, se così si può dire, la volontà di espandere il gioco con contenuti aggiuntivi realizzati in base alle richieste della community. Al momento dell'uscita ci saranno due ambientazioni, la già citata NeoTokyo e un castello medioevale, ciascuna dotata di due mappe differenti. L'interrogativo principale, al momento, è proprio relativo alla capacità di infondere sufficiente varietà ai livelli, che tendono ad assomigliarsi e meriterebbero l'aggiunta di qualche motivo d'interazione. Graficamente invece l'uso dello stesso motore di War of the Roses, rivisto sia per adattarsi alle esigenze della telecamera sia per dare al rendering un look fumettoso, è riuscito nell'intento di creare scene dotata di un certo impatto visivo senza rinunciare alla chiarezza necessaria per un titolo competitivo.

Tante, tante, tante botte

L'esperienza, che non punta certo a diventare un e-sport, avrà secondo lo sviluppatore una forte componente social e per favorire gli streaming è stato integrato il supporto a TwitchTV, portale leader nelle trasmissioni web di carattere videoludico. C'è davvero parecchia sostanza, più di quanta ci saremmo aspettati, e consigliamo a chi interessato di preordinarlo per entrare beta oppure trovare tre amici con cui registrarsi per avervi accesso gratuito. Resta da capire se The Showdown Effect ha sufficienti qualità per intrattenere anche dopo un po' di ore spese online, ma se questo periodo di test venisse sfruttato al meglio potremmo essere davanti ad uno di quei giochi da avere sempre installati per giocare una partita o due di tanto in tanto. Il 5 marzo l'uscita e per allora anche la nostra recensione.

CERTEZZE

  • Pieno di citazioni divertenti
  • Azione senza sosta
  • Interessante level design...

DUBBI

  • ... sperando venga supportato dalla giusta varietà
  • Rischio di venir sommerso dai DLC