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Botte da pirati anche a New York

Dopo averlo visto e provato in Giappone, Namco Bandai ci ha fatto nuovamente provare One Piece: Pirate Warriors 2 al Global Gamers Day

PROVATO di Umberto Moioli   —   11/04/2013

La presenza di One Piece: Pirate Warriors 2 al Global Gamers Day, tenuto da Namco Bandai a New York, era affidata a una demo station in cui si poteva provare il codice che avevamo già visto in quel di Tokyo e che ha tanto l'aria di essere praticamente definitivo. Pulito, preciso e carico di personaggi su schermo, anche questo nuovo capitolo si conferma un vero e proprio omaggio per i tantissimi fan della saga. Così tanti che il publisher sa di non aver bisogno di presentazioni eccessive per un gioco che si presenta da solo. Quelli di voi che amano questi personaggi, così carismatici, poco più sotto troveranno mille dettagli e informazioni su un sequel che si pone in continuità col primo episodio, segnando però come detto un numero di nemici ancora superiore e modelli poligonali più ricchi e con qualche effetto in più, così da dargli un look ancora più cartoon e morbido. Godetevi le nuove immagini e preparatevi per un'uscita a fine estate, probabilmente!

A casa di Namco Bandai

Quella di One Piece in Giappone è una presenza imponente e pervasiva, un punto fermo da cui è impossibile scappare. Nonostante abbia quindici anni di pubblicazioni alle spalle, la serie di Eiichiro Oda è di gran lunga quella che più di tutte le altre riempie gli occhi durante una visita a Tokyo:

La sede di Tecmo Koei a Yokohama
La sede di Tecmo Koei a Yokohama

i negozi di Akihabara riservano l'ingresso ai volumi con protagonisi Rufy e ciurma, mentre locandine e pubblicità che tappezzano metropolitane e palazzi ci ricordano in continuazione il rilascio di un DVD o di una nuova serie di action figure. Di anno in anno sembra che l'oramai sterminata raccolta di tankobon, quasi settanta, non faccia che aumentare una popolarità che culmina nel negozio ufficiale, uno spazio all'ultimo piano del popolarissimo centro commerciale PARCO, a Shibuya. Accanto a magliette, tazze, sticker e un'infinità di gadget gli appassionati possono da tempo contare su videogame dedicati ai protagonisti della serie, apparsi di tanto in tanto anche all'interno di progetti collettivi. Come Jump Super Stars. Lo scorso anno l'uscita di Pirate Warriors, giudicata positivamente anche sulle nostre pagine, ha rinvigorito le aspettative di coloro in cerca di un fan service di qualità. Un titolo innanzitutto capace di raccogliere personaggi e situazioni, ma che non rinunci in partenza a farlo mettendo sul piatto valori ludici più che discreti. Dopo oltre un milione e duecentomila copie vendute, il prossimo agosto arriverà in Europa il seguito ufficiale, previsto in Giappone per questo mese di marzo ed esclusivo per le console Sony, che abbiamo visto e provato in anteprima presso gli studi di Tecmo Koei a Yokohama.

Tutta un'altra storia

"Il punto di partenza per questo secondo capitolo è stata l'ottimo feedback ricevuto dall'originale, davvero apprezzato innanzitutto dagli appassionati del manga. Abbiamo posto ancora più enfasi nella riproduzione e nella varietà delle mosse dei personaggi, il nostro punto forte". Così Koji Nakajima di Namco Bandai ci spiega i principi che hanno ispirato lo sviluppo di One Piece: Pirate Warriors 2. La formula, per chi non avesse avuto modo di provare l'originale, è quella consolidata dei cosiddetti musou.

Lo store ufficiale di One Piece a Shibuya
Lo store ufficiale di One Piece a Shibuya

Ancora una volta, quindi, si rielabora il gameplay di Dynasty Warriors, con decine di nemici - in larga parte uguali tra loro - che occupano contemporaneamente lo schermo, impegnando lo spazio che enormi mappe pongono tra noi e il boss di turno. Il processo, divertente e immediato o ripetitivo e noioso a seconda dei punti di vista, prevede di eliminare con facilità i pesci piccoli, che possono letteralmente essere spazzati a grappoli, prima del gran finale che generalmente coincide con il faccia a faccia contro un personaggio significativo ai fini della storia. Negli ultimi anni questo schema è stato più volte ripreso per adattare in chiave videoludica anche altri importanti anime e manga giapponesi, come Gundam e Hokuto no Ken. Un riconoscimento alla versatilità delle meccaniche di gioco che si prestano naturalmente alla presenza di eroi potentissimi e nemici temibili, tipici dell'intrattenimento giapponese per ragazzi. Non c'è quindi alcuna rivoluzione in questo seguito, che si inserisce all'interno di una percorso consolidato, nonostante comunque lo sviluppo non abbia rinunciato a stimoli inediti: "Il gameplay di One Piece: Pirate Warriors 2" ci spiega Nakajima, "si distanza in parte da quello dell'originale, facendo suo il maggior tatticismo che caratterizza Dynasty Warriors. In Pirate Warriors l'unico obbiettivo era quello di ripulire i livelli dai nemici e raggiungere il boss di fine schema. La maggior libertà narrativa che ci siamo presi per questo seguito, invece, ci ha messo nella condizione di non avere limiti di sorta. Un esempio può essere l'improvviso tradimento di un compagno di squadra, che comporterà di cambiare dinamicamente in corsa le priorità del giocatore.

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Oppure la possibilità di scegliere se focalizzarsi sulla sconfitta del boss oppure sulla difesa degli alleati trovatisi improvvisamente in difficoltà." Sì perché il punto forte del gioco è la nuova avventura con protagonisti tutti i personaggi già noti, messi uno contro l'altro da una storia scritta dal team di sviluppo in collaborazione con i produttori del manga: i livelli racconteranno della caccia ad una misteriosa arma finale, uno strumento così potente da scatenare faide e scontri interni a istituzioni di One Piece come la Flotta dei Sette, i Quattro Imperatori o i generali della Marina. La ciurma stessa di Rufy si spaccherà e arriverà il momento di rompere alleanze e amicizie. Hisashi Koinuma, executive director di Tecmo Koei, crede che questo ulteriore sforzo produttivo, un processo più lungo e complesso del semplice adattamento del manga, sia stato suggerito dal ritmo non sempre perfetto di Pirate Warriors, che spesso doveva mediare l'anima da action game con eventi già in parte predeterminati.

All'arrembaggio

La demo messaci a disposizione era rigorosamente in giapponese e conteneva tre diversi livelli con un totale di quattro personaggi selezionabili su trentasei. Insomma se non ci ha aiutato ad avere troppi dettagli e particolari sulla trama, è stata quantomeno significativa per verificare il lavoro svolto sul gioco a pochi giorni dal rilascio nel Sol Levante. Oltre all'indubbio fascino della proprietà intellettuale di One Piece, capace di creare situazioni originali a profusione anche a distanza di così tanto tempo, Koinuma crede che il segreto dei recenti consensi di Pirate Warriors rispetto a Dynasty Warriors sia "la varietà di stili di combattimento a disposizione.

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Non solo armi bianche ma anche tante altre tecniche e poteri speciali. Qui abbiamo personaggi che si allungano, colpiscono a velocità incredibile, causano esplosioni e hanno tutta una serie di altre abilità uniche. Non abbiamo creato personaggi inediti, quelli inseriti sono gli stessi della serie, però ci sono diversi oggetti mai visti e situazioni completamente nuove". Pad alla mano un rifinito sistema di combattimento non tradisce la natura immediata del gameplay, facendo di tutto per metterci nella condizione di creare combinazioni quanto più varie possibili: con quadrato e triangolo si eseguono le combo di base mentre il cerchio è riservato all'attacco speciale, che varia a seconda della sequenza che l'ha preceduto. Rufy, ad esempio, colpisce con decine di pugni prima di mulinare le gambe e far man bassa dei nemici mentre attraversa rapidamente lo schermo, per poi concludere l'affondo con un devastante attacco frontale che scaglia a distanza chiunque si trovi davanti a lui. Oppure con uno aereo, preparato gonfiandosi a dismisura, che proietta in aria i malcapitati. La buona caratterizzazione del roster a disposizione sembra confermata e se il Rufy predilige gli scontri ravvicinati, non si può dire lo stesso per Nami che, potentissima dalla media distanza, spazza il terreno di gioco con folate di vento e turbini.

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Oppure per Trafalgar Law, i cui attacchi più efficaci avvengono all'interno del campo d'azione proiettato a terra. Tecnica che richiede un po' di precisione extra ma premia con spettacolari evoluzioni. Punti di forza e debolezza di ciascun eroe vengono sottolineati dalle statistiche espresse nella schermata di selezione, un pannello utile non solo a capire i valori di base ma ad esempio anche quanto la modalità berserk, attivabile con R1, sia efficace per ciascun combattente. Tra l'altro certi protagonisti, come Kuzan con il suo potere che ghiaccia e immobilizza i nemici, sono perfetti anche per le partite in multiplayer. "Così come c'era la modalità cooperativa nell'originale Pirate Warriors, così ci sarà anche in questo seguito. Abbiamo comunque fatto una serie di cambiamenti, in particolar modo la possibilità di far tornare in vita un compagno rimasto a terra, facendoci strada tra i nemici fino alla sua posizione".

Trattandosi di un prodotto realizzato a partire dalle richieste dei fan, Namco Bandai Partners e Tecmo Koei ci hanno tenuto a sottolineare la cura riposta nella realizzazione degli eroi più amati. Tecniche come Crocevia dei Sei Sentieri di Zoro e Poêle à Frire: Spectre di Sanji sono disponibili in One Piece: Pirate Warriors 2, ma lo stesso vale anche per tutta la foltissima schiera di personaggi primari e secondari che appariranno nel corso dell'avventura.

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Nei tre livelli completati abbiamo giocato a Skypiea, sconfiggendo Ener all'interno della sua Arca Maxim. Ci siamo trasferiti in uno schema-tributo alla saga Punk Hazard per battere Smoker e i suoi fumosi attacchi. Per raggiungere infine la nave ammiraglia di Creek. Mentre la prima missione ci chiedeva unicamente di ripulire la mappa, sbloccando una dopo l'altra le zone in cui era divisa, le altre due prevedevano di mantenere determinati punti di controllo grazie all'aiuto dei compagni. Gli eventi dinamici di cui si è parlato in sede d'intervista non erano implementati in questi livelli dimostrativi, che di fatto hanno confermato vizi e virtù di una giocabilità già ultra nota. Che qui perà dà il meglio di sé soprattutto grazie al carisma dei personaggi e all'alto numero di mosse che rendono interessante un sistema di combattimento non certo complessissimo ma ben studiato. Apprezzabile lo sforzo tecnico che ha visto il frame rate passare dalle trenta immagini al secondo dell'originale alle sessanta del seguito.

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Uno scarto notevole che aumenta la fluidità dell'esperienza di gioco, anche se l'alto numero di nemici a schermo comporta il solito pop up e qualche rallentamento. Le sequenze pre renderizzate che accompagnano le mosse speciali e la cura per i dettagli dei personaggi, anche grazie all'uso del cel shading, hanno invece il compito di far dimenticare i soliti livelli vasti ma spogli, disegnati innanzitutto per ospitare un elevatissimo numero di nemici. Nonostante abbiamo testato solo una frazione dei contenuti complessivi, One Piece: Pirate Warriors 2 sembra avere tutti gli elementi che hanno decretato il successo di qualche mese or sono, potenziati e sostenuti da una struttura che dovrebbe aumentare varietà e qualità dei combattimenti. L'imminente uscita giapponese darà nuove indicazioni sulla bontà del titolo, mentre in Europa la commercializzazione è confermata per l'agosto prossimo. Tra l'altro sarà disponibile una versione in edizione limitata, contenente una statuina esclusiva di Rufy realizzata da Banpresto, di cui trovate un'immagine in questa pagina. Altri eventi dedicati e le fiere estive ci daranno modo di tornare sul titolo nei mesi a venire, magari facendoci provare più estensivamente la campagna di gioco principale.

CERTEZZE

  • Nuova storia e gameplay pensati per dare più varietà
  • One Piece aiuta moltissimo a sostenere un gameplay classico
  • Sessanta immagini al secondo...

DUBBI

  • ... che non nascondono certi problemi tecnici "tradizionali"
  • Formula per molti indigesta