59

Uniti e divisi

La visione next gen di Ubisoft passa attraverso un complesso mix di generi e qualche idea innovativa

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   12/06/2013

L'E3 2013 è la fiera delle nuove console e degli annunci. Ciò nonostante, di idee completamente inedite e grossi spunti innovativi non sembrano essercene moltissimi all'orizzonte e ciascun publisher cerca di lavorare a partire da strutture consolidate, di successo e apprezzate dagli utenti per creare progetti che sfruttino le potenzialità degli hardware in rampa di lancio pur senza rappresentare un completo salto nel buio. I risultati di questo processo in certi casi tendono ad assomigliarsi e la prossima grande tendenza sembra essere un misto di meccaniche adatte ad un vasto pubblico, da shooter e gioco di ruolo, riunite all'interno di un contesto multigiocatore evoluto. Si potrebbe pensare a Borderlands, ma in realtà sia Destiny di Bungie, per certi versi, sia Tom Clancy's: The Division, per altri, possono davvero sperare di avere una marcia in più. In particolare quest'ultimo è uscito letteralmente uscito fuori dal nulla, sviluppato da Massive Entertainmnet dopo parecchi anni di assenza dai palcoscenici; quantomeno quelli che contano. Durante la conferenza Ubisoft abbiamo assistito alla prima demo assoluta, presentazione che abbiamo rivisto a porte chiuse guidati dal game director, Ryan Bernanrd.

Una nuova New York

"È un gioco di ruolo open world che mescola differenti strutture. Si gioca con il proprio gruppo, oppure anche da soli, e i contenuti scalano in accordo alle dimensioni e al tipo di esperienza che si va cercando. Allo stesso tempo però ci sono aree aperte pensate per ospitare un numero più elevato di giocatori. Come abbiamo mostrato durante la conferenza, ad esempio, può succedere di trovarsi improvvisamente nella condizione di doversi scontrare con un altro gruppetto di avventurieri.

Uniti e divisi

Il tutto in maniera dinamica". Ryan Bernand ci presenta così Tom Clancy's: The Division, mentre sugli schermi della stanzetta accanto alcuni membri del suo team mettono in mostra il poco che finora è stato fatto vedere. La New York del futuro prossimo sfondo delle vicende è stata sconvolta da un'epidemia che ha decimato la popolazione e provocato il caos. In questo scenario post apocalittico i gruppi di forze speciali addestrate per questo tipo di situazione si attivano, mettendo il giocatore proprio nei panni di uno di questi agenti. Mentre la breve demo non sceneggiava chissà quale missioni originale, è stata comunque utile per farci vedere come Massive Entertainment intende svolgere il suo ambizioso tentativo. In The Division si spara, ci si copre e si usano armi e gadget come in gran parte dei moderni sparatutto in terza persona, anche se usciti allo scoperto e aperti i menu si capisce immediatamente che quella è solo una parte dell'offerta. La componente ruolistica si svolge soprattutto attraverso una vasta selezione di abilità sbloccabili liberamente accumulando un certo quantitativo di punti esperienza. Niente classi e niente scelte definitive, quindi, gli sviluppatori hanno in mente di non costringere entro binari prefissati in favore di un approccio dinamico.

Uniti e divisi

"Abbiamo intenzione di sfruttare l'enorme mondo aperto a disposizione per non creare un semplice percorso da far seguire al giocatore, ma una serie di strade percorribili a piacimento. Ci saranno delle minacce a cui rispondere, attacchi di fazioni rivali da cui difendersi e così via" prosegue Bernard, "ma soprattuto c'è questa idea che lo scopo di chi gioca sia anche quello di ristorare e rimettere in funzione la città, quindi come effetto delle proprie azioni l'ambiente circostante potrà cambiare". Un obiettivo simile imporrà di creare strumenti e aree per la socializzazione e la condivisione, ma anche di sistemi come il crafting che diano corpo e senso alle lunghe sessioni spese a girovagare per la metropoli semi deserta. Bisogna ammettere, ad ogni modo, che già ora l'impatto della Grande Mela riprodotta in Tom Clancy's: The Division è davvero notevole: il livello di dettaglio raggiunto dalle strade innevate lascia a tratti a bocca aperta, una precisione che non manca di mostrarsi neppure nei più ristretti ma per questo anche meglio analizzabili ambienti interni. La centrale di polizia visitata prima dello scontro finale, in particolare, dava per davvero la sensazione di trovarsi in un luogo dove l'apocalisse è oramai passata e restano solo le cicatrici di quei drammatici eventi.

Uniti e divisi

"Stiamo sviluppando l'architettura del gioco in modo che possa ospitare un numero illimitato di aggiornamenti. Non abbiamo un certo target di ore di gioco che speriamo di raggiungere, pensiamo piuttosto che saremo in grado di aumentarle costantemente e che con l'aiuto di specifici aspetti del titolo, come il player versus player, saremo capaci di creare migliaia di ore di divertimento. Insomma l'uscita sarà solo un punto di partenza". Questo significa che, proprio come il suddetto Destiny, Ubisoft e Massive Entertainment hanno in programma per Tom Clancy's: The Division un supporto lungo e articolato. Probabilmente anche l'arrivo nei negozi, fisici e virtuali, di espansioni o seguiti. D'altra parte gli investimenti fatti sembrano essere stati notevoli e, nonostante per ora si siano visti pochissimi minuti di gameplay, si percepisce quanto pesante voglia essere l'impatto del publisher transalpino sulla next gen. Ci sono alcune iniziative collaterali via di definizione, come la "companion app" attraverso la quale guidare un drone dal proprio tablet e accompagnare gli amici in battaglia, ma per veder approfondito questo e altri aspetti dell'esperienza occorrerà aspettare ancora un po'. Per ora sembra che la nuova proprietà intellettuale sia riuscita nell'intento di attirare su di sé le attenzioni di un vasto pubblico.

CERTEZZE

  • Promettenti meccaniche multiplayer open world
  • Di grande impatto visivo
  • Piani per un supporto prolungato nel tempo

DUBBI

  • Per ora la componente ruolistica è sembrata un po' superficiale
  • Non è semplice farsi un'idea delle proporzioni e dei numeri in campo
  • Nessuna menzione ad una possibile versione PC