Qualcuno forse non se n'è accorto, ma sono passati vent'anni dal primo videogame della serie FIFA (era il 1993): ricordiamo ancora il fascino con cui guidavamo quei valorosi atleti pixellosi sul campo con visuale isometrica. Questo per dire che noi c'eravamo e ci siamo sempre stati, anche negli anni "bui" per Electronic Arts, in cui PES (all'epoca si chiamava ancora International Superstar Soccer) stravinceva per fluidità, realismo, giocabilità e via dicendo: ebbene, giocavamo a PES ma non disdegnavamo FIFA, eravamo sempre al suo fianco, testimoni non sempre esaltati.
In anni recenti non c'è quasi nessun giornalista, incluso chi scrive, che non abbia glorificato la simulazione di EA, capace di diventare sempre più realistica, più avvincente, più bella graficamente, più difficile e, in una sola parola, migliore di Pro Evolution Soccer sotto molti punti di vista, come potete leggere nella nostra recensione. Ma giocando ogni giorno, tutte le maledette domeniche (e non solo), un dì ci è venuto un dubbio: non è che alla fine a furia di magnificare FIFA ci siamo scordati di guardare meglio i difetti che annunci, innovazione e migliorie strombazzati in pompa magna avrebbero dovuto risolvere da tempo? Intendiamoci, questo non è un articolo scritto per affossare la serie: amiamo FIFA alla follia, ma proprio come ogni amore viscerale l'oggetto dell'amore non riesce a non farci incavolare, un po' come si fa con la fidanzata o con la squadra del cuore in certi momenti in cui i nostri desideri non sono totalmente ricambiati: le vorremmo simili a Eva Herzigova o al Barcellona, ma poi dobbiamo confrontarci con la realtà. Per la precisione: chi scrive gioca tutti i giorni a Stagioni, dove galleggia tra la terza e la seconda serie, quindi questo pezzo prende in considerazione solo questa modalità, e comunque nonostante non riesca a smettere di giocare, ci sono cose che proprio non riesce a farsi andar giù. Ecco dieci cose di FIFA che vale la pena odiare. Lunga vita al re!
Le dieci cose che odiamo del nuovo FIFA, perché anche le grandi simulazioni hanno le loro magagne
Sul carro del vincitore
Come nella vita vera anche nel calcio simulato vince il più forte: non ci riferiamo necessariamente a chi impugna il joypad, ma agli atleti che scendono in campo. Ed è ovvio che guidare Cristiano Ronaldo o Robinho (non ce ne vogliano gli amici milanisti, ma hanno militato entrambi nel Real Madrid) è come passare da una Ferrari a una Cinquecento (no vabbé, dai, abbiamo esagerato, diciamo un'Alfa con le gomme lisce). È per questo che in FIFA esiste il matchmaking, che accoppia il livello di squadra e abilità a quello del nostro avversario. Nonostante le centinaia di scout sguinzagliati in tutto il mondo, per valutare e bilanciare il reale valore di atleti e squadre, il matchmaking di FIFA 14 è ancora molto carente. Per esempio chi tifa Viola, come chi scrive, non può giocare con la Fiorentina, se non è disposto a tremende figuracce.
Se si è fortunati si viene accoppiati a medie squadre inglesi, tipo l'Aston Villa, ma più spesso, siccome nessuno vuole perdere facile, ci si scontrerà con Liverpool, PSG, Borussia Dortmund. Ecco, quando finisce la sigletta di presentazione e vediamo in campo Ibrahimovic o Lewandowski ci prepariamo al tiro al bersaglio: gli avversari corrono più veloce e sono più forti fisicamente, non c'è storia. L'unica per sopravvivere è dunque scegliere uno squadrone, e basta guardare la lista dei 100 calciatori più forti nel gioco per capire che sono Bayern e Real Madrid. Risultato? Da quando abbiamo scelto la squadra tedesca, 98 volte su 100 ci scontriamo col Real Madrid: non conosciamo le statistiche, ma crediamo siano le due squadre più scelte in assoluto. Quando va di lusso si incontra Barcellona, Manchester City e molto più raramente Brasile, Manchester United e Chelsea. E tutto questo, al di là degli stili di gioco, rende FIFA 14 un videogame molto meno interessante, che non valorizza la profondità delle squadre e dei calciatori dei tanti campionati a disposizione. Non sappiamo quale sia la soluzione, ma a differenza del calcio vero, dove spesso capita, a parità di bravura difficilmente vedrete il Sassuolo che batte il Milan (ooops, ci è scappata, un'altra volta!). (1) Quindi urgerebbe un sistema per rendere gli incontri un po' più vari o equilibrati.
Peccato che nella bellissima e varia colonna sonora che allieta i tempi di attesa mentre le squadre si scaldano, non ci sia anche la canzone di Luca Carboni: Ci vuole un fisico bestiale sarebbe la più appropriata di tutte, perché da quando gli sviluppatori hanno voluto (per replicare al meglio la realtà) accrescere l'importanza del corpo a corpo nel gioco, il livello di incazzatura è cresciuto a livelli esponenziali. (2) Il calcio è uno sport di contatto, vi diranno i più accorti, ma questo non vuol dire che deve essere trasformato in calcio storico fiorentino (quello rinascimentale, molto divertente da guardare, ma davvero un altro sport. Da quando oltre agli interventi con le gambe, si è data importanza a tutto quello che i giocatori possono fare con le braccia e il corpo, Fifa per certi versi è diventato meno giocabile e meno divertente: per esempio uno scatta sulla fascia e il difensore è alle sue calcagna, inizia a infastidirlo, a trattenerlo, ad allungare il braccio per disturbarlo, finché perde velocità e viene affiancato, dopo di che inizia una lotta in cui i corpi dei calciatori si scompongono, sgomitano, si strattonano e via così. A questo punto nonostante chi attacca agisca con la famigerata levetta sinistra per difendere il pallone, il risultato sarà nella maggior parte dei casi che ha perso il tempo giusto, ha perduto il pallone sul fondo per una spinta di troppo, si è scomposto e ha calciato malissimo; insomma che tutto lo sforzo per scattare è risultato vano. L'esito di questo cambiamento, che rispecchia almeno in parte la realtà del calcio giocato, ha trasformato gran parte degli avversari che si incontrano online in tanti Gattuso e De Rossi, che pressano al massimo, spingono e allargano le braccia (o ci mettono il fisico) in qualsiasi zona del campo e ben oltre il consentito. Una trasformazione o adattamento al mutato scenario della simulazione che sembra cozzare con l'intento tanto sbandierato al lancio di Fifa 14 di voler favorire il bel gioco, la costruzione dell'azione. Perché è davvero frustrante tessere geometrie precise per poi vedere tutto andare in fumo per via di una spinta di troppo: succede anche nel calcio vero, direte voi, ma in una partita vera c'è pur sempre l'arbitro! Ed è ora di passare al dolente punto che segue.
Non pioverà per sempre
(3) Odiamo la pioggia nella realtà (soprattutto il TanZeN, che è abituato al sole di Napoli), figuriamoci in questo videogame dove il campo bagnato rende la palla una saponetta incontrollabile o un macigno, che per fare un passaggio di tre metri bisogna tenere schiacciato il pulsante per 10 secondi (vabbé, è esagerato, ma rende l'idea)! Eppure capita di giocare alcuni giorni e trovare anche 10 partite con la pioggia consecutive, e siamo sicuri di non essere gli unici a non amare il campo viscido e fangoso. Così un giorno abbiamo fatto la prova: fuori dalla finestra c'era il sole, le previsioni meteo in quel momento a Monaco e a Madrid (sì, avete indovinato, ancora una volta Bayern-Real) dicevano - seppur pallido - sole.
Per sicurezza abbiamo consultato il satellite: zona di alta pressione incredibile su tutta l'Europa! No aspettate un attimo, ma chi fa le previsioni del tempo in FIFA? O più seriamente, in che modo si stabilisce che piove o c'è il sole? Non possiamo credere che la scelta sia assolutamente casuale. Banalmente non si potrebbero accordare le condizioni meteorologiche del gioco con quelle reali della città ospitante la partita? Sappiate che non è così. E siccome vogliamo dirla tutta, ci chiediamo anche perché non sia possibile dopo tante edizioni del gioco in cui ormai c'è la pioggia, di avere un meteo dinamico come già nei videogame di Formula 1, magari con zone del campo che si asciugano o man mano si trasformano in pozze d'acqua (avete presente Fantozzi?). Se deve piovere che lo faccia per bene e poi smetta, che non ne possiamo più! Ora li possiamo capire, i poveri sviluppatori di FIFA: negli ultimi anni, per colpa del marketing, con le maglie delle squadre non ci si capisce più nulla. Certo ogni anno c'è l'esigenza di tenere aggiornati certi obbrobri di seconde e terze maglie che non c'entrano nulla con l'idea cromatica che abbiamo delle squadre, come l'orribile giallo-arancio del Barcellona, tanto per citare uno degli esempi più brutti non solo nella simulazione ma anche dal vivo. (4) Il problema nel gioco è che questi colori oltre a cozzare con il buon gusto sbattono proprio con la giocabilità, e vi spieghiamo perché.
Ma è mai possibile che dopo i più marchiani incidenti di percorso della scorsa edizione la storia si ripeta? In FIFA 13 giocando contro il Liverpool, sovente capitava di dover affrontare (o almeno così pareva) dodici giocatori, perché uno era l'arbitro, vestito di nero (un colore che nessun direttore di gare usa più da secoli se non per partecipare a un funerale), proprio come la seconda maglia dei Reds, che quindi sembravano All Black. Non è difficile capire che chi affrontava la squadra di Anfield ne traeva uno svantaggio, perché non capiva (soprattutto nelle visuali larghe) se di fronte aveva un avversario oppure l'arbitro. Insomma quest'anno la storia si ripete, nonostante le rassicurazioni degli sviluppatori: ecco così che ci si trova ad affrontare Bayern-Barcellona con una combinazione prima maglia (rosso) contro seconda maglia (giallo-rosso) senza riuscire più a distinguere in campo i giocatori, soprattutto se capita di giocare in una di quelle situazioni climatico-cromatiche tipo mezzogiorno di fuoco, in cui il campo è giallo per via di un sole acido che manda ai matti. I problemi non sono dunque causati solo da somiglianze dei colori di maglie, ma anche su come risaltano in base all'ambiente in cui si trovano. E poi riguardano anche i portieri: ad esempio Neuer ha la maglia azzurra come la seconda casacca del Real, tanto che in alcune mischie in area si può non distinguere i giocatori. È troppo difficile pensare che ci sia un software che a priori stabilisca che certe maglie e combinazioni di colori non possono essere accostate? È troppo duro chiedere che non si ripetano capolavori come l'arbitro vestito di rosso quando gioca il Liverpool? Non ci crederete, ma in alcuni casi accade ancora e non siete daltonici.
Arbitro cornuto!
Ammettiamolo, l'arbitro è sempre cornuto, almeno in Italia, perché da tifosi difficilmente accettiamo che possa sbagliare, soprattutto se a vantaggio di una squadra blasonata (e fintanto che non ci sarà la moviola in campo). E allora giù sospetti, ipotesi di complotto e, appunto, insulti, perché nel tifo calcistico l'obiettività è un'utopia. Questo nel calcio reale, ma cosa accade in quello simulato? Fino a ieri il ruolo dell'arbitro in FIFA è rimasto in secondo piano, praticamente non se ne è parlato mai, ma le cose potrebbero cambiare molto presto. Perché con il cambio di paradigma che ha avuto il gioco, in cui appunto gli scontri fisici sono diventati determinanti per strappare il pallone all'avversario, riuscire ad andare in porta o fare fallire l'attacco altrui, l'intervento dell'arbitro diventa determinante. E visto che l'arbitro qui non è umano, ma controllato da un software, tutto dovrebbe essere più semplice: niente sospetti, niente proteste, complotti e incazzature, e niente corna, ma la semplice scientifica applicazione del regolamento.
(5) Purtroppo non è così e basta giocare una qualsiasi partita online per rendersene conto: a parte che il metro di giudizio degli arbitri varia da partita a partita (ci sono direttori di gara che lasciano correre quasi tutto e altri che fischiano di più) e questo non si spiega (a domanda diretta all'ultima presentazione gli sviluppatori hanno negato che ciò sia possibile), è chiaro che c'è un grosso problema di applicazione del regolamento. Va bene che in Inghilterra, il modello di calcio preso ad esempio dagli sviluppatori, si arbitra come suol dirsi all'inglese, cioè si accetta il gioco maschio, gli scontri fisici, in virtù della fluidità dell'azione, ma in FIFA il lasciar correre è in alcuni casi ridicolo e poco realistico: il difensore può strattonarti, sgomitare, spingerti e farti qualsiasi cosa con il tronco e le braccia senza che, nella maggior parte dei casi, venga fischiato alcunché. A meno che questo non accada contro alcuni giocatori, più tutelati di altri (Ronaldo, guarda un po', che può anche sgomitare impunito più degli altri). Così si raggiunge il massimo di frustrazione quando lanciati verso la porta il giocatore ci trattiene e ci mette il fisico, arrivando a farci sbagliare il tiro o ci spinge platealmente e noi tocchiamo per ultimi la palla, mandandola sul fondo, senza avere in cambio nemmeno un calcio di punizione. Questo come regola generale a patto che il contrasto non avvenga in area di rigore, dove la musica cambia completamente: qui le giacchette nere (rosse e gialle) diventano inflessibili fino a fischiare dei rigori inesistenti che lasciano a bocca aperta, come quando un attaccante, cui si oppone a breve distanza il difensore, tira fuori e poi sulla corsa inciampa sul quest'ultimo, col risultato che ottiene un tiro dal dischetto assolutamente immeritato, solo perché è avvenuto l'impatto tra gli atleti. L'impressione è che la valutazione degli impatti casuali sia un grosso problema in FIFA, generando un paradosso: ogni volta che due corpi si scontrano, anche per caso, viene fischiato un fallo, che magari non viene sanzionato quando il corpo a corpo è volontariamente feroce. Inoltre, per dirla tutta, l'arbitro è particolarmente cornuto nella gestione dei cartellini: sarà capitato anche a voi di ricevere un fallaccio dal portiere avversario sul vostro centravanti lanciato a rete e di veder estrarre solo un cartellino giallo. È un complotto!
Tutti figli di Nereo
"Palla lunga e pedalare", diceva Nereo Rocco, storico allenatore di un Milan anni '60 vincente. Che non è proprio la strategia di un tiki-taka in stile Barcellona, in cui l'azione viene costruita sapientemente e il campo conquistato un pezzettino alla volta fino ad arrivare alla stoccata finale, ma piuttosto l'idea che si possa scavalcare centrocampo e difesa con un lancio lungo e una gran corsa degli attaccanti e soprattutto delle ali. (6) Ecco cosa, nonostante gli inni ai tentativi di stimolare le geometrie dei giocatori col joypad, è diventato in gran parte lo stile di gioco in FIFA 14. Dal momento in cui, innovazione dall'impatto notevole, gli attaccanti sono diventati più propositivi e, con o senza stimolo di chi impugna il joypad, tendono a inserirsi muovendosi rapidamente verso la porta avversaria tagliando la difesa, ecco che il lancio lungo a scavalcare quest'ultima è diventato di gran moda.
Anche perché con certe squadre (mmmm... indovinate voi... sì, tipo Real o Bayern) che hanno ali velocissime e dal controllo di palla sopraffino, la tattica va a buon fine nella maggior parte dei casi. Così si assiste al classico "palla lunga e pedalare" del gioco online: la difesa conquista palla, la passa a un centrocampista che si ferma un attimo e poi, zac, scodella un bel lancio lungo, sulla fascia o meglio ancora in area, smarcando un giocatore davanti al portiere. Ma la difesa dov'è? Cosa fa? Impossibile dire a cosa pensino gli intelligentissimi stopper e terzini di FIFA 14, forse alla sexy fidanzata che li aspetta nel dopo partita (ah no, quello era un altro videogame), perché se non vengono proprio costretti, quasi sempre rimangono lì impalati. E quando reagiscono lo fanno in ritardo. Va così delusa l'attesa di una difesa veramente accorta di ciò che succede in campo. Con l'abuso del lancio lungo (e degli inserimenti) FIFA non è più la stessa cosa. Non necessariamente peggiore, ma sicuramente diverso.
(7) Ed eccoci alla madre di molte (se non tutte) le cose che mal sopportiamo di FIFA: la tanto decantata intelligenza artificiale dei giocatori è rispetto alle attese e agli annunci precedenti al lancio abbastanza deludente. È vero, gli scatti in profondità avvengono con maggiore frequenza e forse è in attacco che si sono avuti i ritocchi migliori, ma le difese ignoranti che ci sono nel gioco le avete viste? Un'ala avversaria spinge sulla fascia e superato il terzino converge verso il limite dell'area per cercare il tiro. Avete provato a vedere che fa il centrale? Indietreggia (non si sa a che pro) invece di stringere verso il potenziale pericolo, anche quando non deve marcare un altro attaccante, che comunque, avanzando, metterebbe in fuori gioco. Oppure quando riparte un contropiede avversario i due-tre difensori che fanno? Invece di indietreggiare subito, per dare modo ai compagni di rientrare, coprire il campo, e disinnescare la velocità degli avversari, aspettano che l'attaccante, magari sulla fascia, raggiunga la linea di campo in cui si trovano anch'essi e solo allora capiscono che forse è meglio indietreggiare, col pessimo risultato di far guadagnare metri all'avversario lanciato in velocità. Oppure è divertente, quando non ci fa letteralmente scagliare il joypad sulla TV, vedere come a seguito di un rinvio del portiere, intercettato a metà campo da un avversario che rilancia subito verso l'area, i terzini e i centrali si trovino in posizioni assurde, lasciando praterie agli attaccanti, forse perché nel frattempo sono andati a fumarsi una sigaretta. L'intelligenza artificiale (che in molti casi non c'è o è piuttosto limitata) è stata venduta come una delle grandi novità di FIFA 14: l'impressione è che le regole sotterranee del gioco siano diventate così complesse che non sono stati risolti gli evidenti limiti di calciatori che spesso si muovono un po' casualmente e non come vorremmo noi.
Facce ride...
(8) "Facce ride", direbbero a Roma per descrivere alcune sembianze veramente ignoranti dei calciatori di FIFA. Ora non deve essere facile rappresentare ogni singolo giocatore con le sue fattezze, non pretendiamo identiche, ma simili a quelle reali. Ma sono pur sempre anni che il gioco esce e la maggior parte degli atleti è la stessa da anni. Capiamo anche che ci sia un occhio di riguardo per il campionato inglese e spagnolo e per i top club che attirano un numero molto più nutrito di utenti, ma possibile che ci siano squadre che fanno l'Europa League e la Champions (come la Fiorentina o il Napoli) che abbiano giocatori anche di livello nazionale che non assomigliano neanche lontanamente alla propria controparte? È quasi un dettaglio rispetto a tutto il resto e forse la cosa che odiamo di meno, però l'immedesimazione è una gran parte del fascino di FIFA e se non si può riconoscere il proprio campione preferito allora si perde una bella fetta di divertimento.
Ricordiamo con un moto di divertimento misto a nostalgia gli anni in cui Giacomo Bulgarelli commentava, insieme a Massimo Caputi, la serie Fifa tra fine anni '90 e l'inizio del 2000. "E le squadre si riorganizzano", diceva il centrocampista del Bologna ogni qual volta l'azione partiva da una rimessa sul fondo. Quella frase detta con leggero accento bolognese ci è rimasta, chissà perché, nel cuore. In questi anni il commento è certamente migliorato ed è diventato più ricco, ma poi non così tanto, almeno per quanto riguarda la telecronaca italiana. Dal 2006 Fabio Caressa e Giuseppe Bergomi deliziano le nostre orecchie con il commento di una coppia che è considerata tra le migliori in Italia (anche se chi scrive preferisce il duo Pierluigi Pardo-Aldo Serena). (9) Al di là dei gusti personali si ha l'impressione che questo aspetto, almeno per il nostro Paese, sia stato lasciato scadere sempre più: la versione in lingua anglosassone è molto più ricca e viva e meno piena di frasi ripetitive. Quante volte può un essere umano ascoltare la stessa storia sul Santiago Bernabeu mentre gioca continuamente la stessa identica partita, ovvero Bayern contro Real Madrid, prima di pensare al suicidio? Ed è possibile che ancora oggi una squadra vada in vantaggio e il commento dica che ha appena pareggiato, o che si parli di rimessa dal fondo quando invece viene assegnato un calcio d'angolo?
Sono i dettagli che a volte fanno la differenza e in un gioco per molti aspetti straordinario come FIFA non si capisce come certi dettagli non possano essere curati. (10) Ad esempio non si capisce perché l'atteggiamento (offensivo, difensivo, eccetera) e la tattica di una squadra si possono cambiare solo durante i falli laterali e di fondo o prima del calcio di inizio. E perché non si può fare quando si batte un calcio di punizione? A noi sembra un ottimo momento per farlo, così come a maggior ragione lo è il calcio d'angolo: ad esempio se ci si difende potrebbe essere utile impostare il contropiede, nella speranza di lanciare lungo e cogliere impreparata la difesa avversaria. Non si può fare, e non si capisce perché: qualcuno ce lo spieghi per favore (o ci sveli l'occulta combo di tasti e levette sul joypad). Come non si capisce perché durante la presentazione delle formazioni in campo spesso si veda una squadra già schierata nel cerchio di centrocampo per battere (ad esempio il Bayern) e quando finisce la presentazione regolarmente a dare il calcio d'inizio è la squadra avversaria (avete indovinato, il Real). Sono sicuro che ci sono molti altri dettagli che fanno arrabbiare anche voi: non grandi arrabbiature, ma uno stillicidio di piccole cose che vi fanno chiedere perché nessuno faccia qualcosa. Ora potete iniziare a massacraci di commenti e dire quello che odiate (o amate, perché no) di FIFA. D'altra parte ogni grande amore è fatto anche di un sentimento esattamente contrapposto. E allora, voi da che parte state?