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Ritorno a Roma

A cinque mesi dal lancio abbiamo analizzato i progressi compiuti dall'ultimo, discusso capitolo di Total War

SPECIALE di Andrea Centini   —   14/02/2014

Si dice che dal piedistallo le cadute siano sempre più repentine e rovinose, e quando si è adagiati su di esso da ben nove lunghissimi anni, attesi, o meglio, bramati con genuina passione da una sconfinata schiera di fans, anche un solo passo falso può essere sufficiente per inghiottirti nel peggiore degli incubi. Ciò che è accaduto a Total War: Rome II, erede del celeberrimo Rome: Total War ed ultimo capitolo di una delle maggiori serie esclusive - se non la principale - per PC, va indubbiamente letto anche nelle abnormi aspettative generate dalla magnificenza del prodotto originale, oltre che dagli stessi sviluppatori di Creative Assembly. Del resto il fascino ed il carisma dell'ambientazione romana sono insindacabili e particolarmente adatti per questo complesso genere videoludico: qualunque appassionato della saga sarebbe tornato ben volentieri ad assaporare battaglie ed intrighi dell'epoca, sostenuti da un comparto tecnico al passo coi tempi, oltre che, naturalmente, da tutte le conquiste raggiunte dalla serie nella sua pluriennale storia di successi. Intendiamoci, Total War: Rome II ci era piaciuto parecchio sin dapprincipio, tuttavia le nove patch rilasciate sino ad oggi con annesse scuse ufficiali degli sviluppatori, le ferocissime critiche mosse da una cospicua parte degli acquirenti e l'emersione di difetti non evidenziabili in fase di test, impongono una riflessione ed un approfondimento a posteriori. Sono trascorsi cinque mesi dal lancio, avvenuto esattamente il 3 settembre 2013: cos'è cambiato da allora? Quali e quante novità o migliorie hanno apportato le numerose e talvolta pesanti "toppe" predisposte dal team di sviluppo britannico? Nei prossimi paragrafi troverete un riassunto sullo stato dei progressi compiuti da questo discusso quanto profondo capitolo di Total War.

A cinque mesi dal lancio abbiamo analizzato i progressi di Total War: Rome II

Politicamente scorretto

Una caratteristica interessante della nutrita fanbase di Total War risiede nel fatto che una larga fetta di essa non sia composta semplicemente da videogiocatori esperti di prodotti strategici, ma anche da appassionati e profondi conoscitori di storia, che possono giudicare determinati aspetti del lavoro Creative Assembly con un occhio decisamente più critico rispetto ad altri.

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E' indubbio che con la sua mole spropositata di contenuti, che comprende una mappa immensa ed oltre 100 fazioni - tra giocabili e non giocabili - caratterizzate da svariati elementi distintivi, Total War: Rome II si sia esposto particolarmente ad inesattezze di vario genere, finendo nell'occhio del ciclone per soluzioni talvolta superficiali o non adeguatamente approfondite. Fra esse citiamo l'artiglieria romana in mano ai barbari e non solo, i nomi utilizzati per identificare i rappresentanti di una famiglia ed alcune unità, l'assenza dei titoli, il comportamento di determinate fazioni nei confronti di storici rivali od alleati, l'urbanistica non sempre coerente e così via; aspetti che verosimilmente non influenzano un videogiocatore "comune" ma che possono minare l'esperienza ed il coinvolgimento di un appassionato intenditore. Vi sono state persino lamentele sulla struttura delle polene di alcune imbarcazioni e sui materiali impiegati per realizzarle, sintomo di una passione viscerale per gli argomenti trattati che ha inevitabilmente amplificato le polemiche, talvolta sfociate in reclami ufficiali presso le sedi competenti. Da questo punto di vista, purtroppo, con le patch rilasciate non sono stati fatti sensibili e concreti passi avanti, se non attraverso accorgimenti e rettifiche minori. E' alla florida community dei modder che si devono alcune migliorie tangibili in tal senso, con mod che, ad esempio, "disarmano" i barbari di baliste, onagri e scorpioni romani e rettificano altre inesattezze di carattere storico.

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Tra gli aspetti maggiormente dibattuti sui forum dedicati al titolo vi è sicuramente la gestione politica, concentrata in un anonimo pannello e privata di elementi fondamentali alla stregua dell'albero genealogico, che ne hanno snaturato l'essenza ed il fascino dei capitoli precedenti, oltre che innescato una sorta di disaffezione nei confronti dei propri leader. La problematica principale, tuttavia, sussisteva nel fatto che essa non fosse adeguatamente spiegata né attraverso il tutorial né sul manuale, lasciando il giocatore in balia di un sistema di discutibile interpretazione e che sortisce i propri effetti sul lungo termine, impossibili da verificare anche dopo decine di ore di gioco. Solamente in questi giorni Creative Assembly ha rilasciato un'esaustiva guida sulle conseguenze e sul funzionamento della gestione politica, intimamente legata allo sfociare dell'inevitabile guerra civile che, ad un certo punto e molto in là nella campagna, sconvolge gli assetti e gli equilibri raggiunti da Roma. Sebbene in molti desiderino una completa rivisitazione di questa importante componente del gioco, è verosimile che essa resterà uno degli aspetti meno ritoccati dagli sviluppatori, concentratisi nella realizzazione dell'utilissima guida sopracitata.

Al mercato del pesce

Cibo e squallore. Chi ha provato Total War: Rome II sa perfettamente che il controllo delle carestie e dell'ordine pubblico rappresenta l'ingranaggio cardine nell'intera infrastruttura gestionale del gioco, necessitando di continui interventi attraverso la costruzione di specifici edifici - soprattutto templi - per mantenere le due voci in equilibrio, rendere fruttuosi i propri investimenti e, soprattutto, scongiurare devastanti rivolte.

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Si tratta di uno degli aspetti rivisti sin dalle primissime patch al fine di migliorarne il bilanciamento, un'impresa riuscita solo parzialmente poiché tuttora non riesce a convincere appieno la costruzione degli edifici più importanti e prestigiosi: i malus di squallore o nel consumo del cibo, infatti, sono talmente elevati che per scongiurare il caos è preferibile tarpare le ali alla crescita delle province, con tutto ciò che ne consegue. Sul piano gestionale e nella mappa strategica, comunque, il numero di hotfix ed aggiunte varie sin dalla prima patch è stato semplicemente impressionante; basti pensare che gli stessi sviluppatori si sono divertiti ad inserire messaggi ironici nei pantagruelici change log alla stregua di "aiuto, mi sono perso nelle note di questa patch". Al di là del rinnovato bilanciamento delle varie risorse sono stati ad esempio ritoccati o aggiunti alcuni utili indicatori, inserite informazioni più dettagliate relative allo status di generali, eserciti ed insediamenti, corretti errori grammaticali, resi più difficoltosi trattati ed alleanze ma con frutti decisamente migliori, riequilibrate le velocità di spostamento delle truppe sulla mappa, aggiornati i ruoli di agenti e dignitari e via discorrendo. Si tratta di una copiosa mole di migliorie e dettagli che ha reso più fluida e dinamica la componente ludica al di fuori del campo di battaglia, sebbene vi siano ancora diverse caratteristiche che l'utenza vorrebbe fossero sistemate o implementate. Fra esse citiamo il ritorno alla possibilità di costruire le strade militari, decisamente importanti all'epoca, una riduzione nelle abilità delle spie (in grado di creare danni troppo ingenti agli insediamenti) e soprattutto l'eliminazione dei cosiddetti eserciti "anfibi", ovvero la possibilità di far spostare via mare le truppe di terra senza tempi d'attesa per la costruzione di imbarcazioni e simili, un aspetto che influisce negativamente sull'equilibrio dei turni, sull'intelligenza artificiale e finanche sulla componente storica.

Serrate i ranghi

Se chiedeste ad un amante della serie di indicare l'elemento che ha generato maggior astio e dissapore tra gli utenti di Total War: Rome II, è quasi certo che la risposta getti sul banco degli imputati la discussa intelligenza artificiale. Tra eserciti che non sbarcavano, effetto "blob" ed ottuso comportamento delle unità in battaglia, assedi gestiti in maniera ampiamente discutibile (sia in attacco che in difesa), modus operandi delle varie fazioni non sempre in linea col retaggio storico ed altro ancora, pare evidente che, soprattutto dal punto di vista dell'intelligenza artificiale, il titolo non fosse adeguatamente rifinito nel giorno del lancio. Del resto si tratta quasi di una prassi per le complesse e profonde opere di Creative Assembly, generalmente supportate e bilanciate sino alla pubblicazione dell'iterazione successiva ed oltre; ciò nonostante i difetti e le mancanze del titolo erano troppe e troppo importanti per non scatenare le reazioni indignate di buona parte degli appassionati.

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Oggi, fortunatamente, molti degli aspetti dell'intelligenza artificiale sotto accusa sono stati riveduti e corretti dagli sviluppatori, in particolare nel comportamento delle unità, che finalmente attuano strategie ben più efficaci per aggredire e contrastare il giocatore sul terreno di battaglia. Non è un caso che alcuni, dopo le ultime patch, ritengano che in "campo aperto" l'ultima fatica dei Creative Assembly rappresenti il miglior Total War di sempre. Permane in parte il cosiddetto effetto blobbing e la necessità di riequilibrate la forza di alcune unità, come ad esempio picche, frombolieri e carri, tuttavia il lavoro di smussatura e rifinitura è stato decisamente notevole ed ora fenomeni gravi come truppe che non sbarcano e situazioni palesemente da fissare non sono più una spiacevole costante. Ciò non significa che le rettifiche non siano più necessarie, anzi, ma è indubbio che l'esperienza globale abbia effettivamente giovato dei copiosi interventi adottati. L'aspetto che necessita di ulteriore ed approfondita revisione è rappresentato dalla gestione degli assedi, migliorati anch'essi sotto determinati punti di vista - come ad esempio nell'approccio offensivo generale o nell'utilizzo delle scale da parte dell'intelligenza artificiale - tuttavia le tendenze suicide e l'ossessivo impiego delle torce per incendiare i portoni al posto delle apposite macchine da invasione continuano a far discutere e storcere il naso. In attesa delle prossime patch, che verosimilmente continueranno sulla retta via, molti giocatori si stanno affidando alle mod prodotte dalla community, tra le quali segnaliamo per efficacia Divide et Impera e Realistic Roman Army. Tra i vari benefici apportati vi sono la rimozione della marcia forzata delle truppe controllate dall'IA (aspetto che ne favorisce il comportamento in battaglia), la modifica del numero di turni per anno, l'aggiunta e la modifica di unità, la correzione di errori storici come per gli elmi dei centurioni, un'intelligenza artificiale più aggressiva in caso di occupazione (che spesso si da alla fuga per mare) e molto altro ancora.

Et fiat lux

Anche dal punto di vista prettamente tecnico, nonostante un impatto generale splendido, l'ultima opera di Creative Assembly ha esposto il fianco a non poche critiche, soprattutto su determinate configurazioni a causa di impressionanti cali di frame rate, bug grafici talvolta esilaranti (chi non ricorda gli eserciti di "zombi"?), compenetrazioni poligonali, animazioni irrealistiche, sfruttamento approssimativo dell'hardware e crash di varia natura.

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La software house britannica si è tuttavia rimboccata le maniche ed oggi possiamo tranquillamente affermare che il comparto tecnico sia quello ad aver ricevuto i più importanti e diffusi benefici, con un boost sensibile delle performance ottenuto in particolare con le ultime patch, in grado di ottimizzare l'utilizzo di GPU e CPU. Sotto questo aspetto una buona fetta dell'utenza si ritiene piuttosto soddisfatta del lavoro svolto e, sebbene per alcuni l'ultimissima patch abbia introdotto un curioso bug su alberi e vegetazione in generale, la strada intrapresa da Creative Assembly appare ancora una volta quella corretta. Del resto Total War: Rome II è un prodotto ambizioso, graficamente evocativo e capace di offrire scorci di rara bellezza su configurazioni high-end, sebbene anch'esse non siano immuni da "inciampi" nelle situazioni più affollate. Il team di sviluppo ha inoltre rivisitato il comparto animazioni rendendo impatti, cariche ed urti ben più realistici ed incisivi, ulteriormente valorizzati qualora si disponesse del DLC Blood & Gore che, a nostro giudizio, avrebbe dovuto essere rilasciato gratuitamente. Manca ancora il supporto alle configurazioni Sli e Crossfire (sebbene le GPU multiple ora vengano "viste" dal gioco), i replay soffrono alcuni problemi di desync, sussistono difficoltà di vario genere su determinate configurazioni e soprattutto non è stato rettificato il deprecabile doppiaggio in inglese per le unità (quando il prodotto venne pubblicizzato come "completamente in italiano"); una serie di problematiche che, ci auguriamo, verranno rettificate con i prossimi aggiornamenti.

Tiriamo le somme

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Come affermammo in sede di recensione, i punti a favore dell'opera Creative Assembly bilanciano e superano nel complesso le diverse mancanze evidenziabili, oggi sensibilmente - e fortunatamente - inferiori per quantità e gravità rispetto alle primissime versioni del gioco. A cinque mesi dal lancio è dunque doveroso sottolineare che il lungo processo di ottimizzazione è risultato piuttosto proficuo e che, seppur permangano numerosi ed importanti aspetti da affinare, come ad esempio il multiplayer limitato, il titolo offre progressi tangibili sotto diversi punti di vista. Le note chilometriche che accompagnano ciascuna patch, la pubblicazione della guida sul sistema politico ed il supporto continuo alla calorosa community, nonostante qualche discutibile ban dai forum ufficiali, attestano la volontà degli sviluppatori di porre rimedio a buona parte degli errori commessi. Nonostante tutto per alcuni Total War: Rome II probabilmente resterà un colpo a salve, un titolo superficiale che ha tradito le premesse, noioso e storicamente inaccurato, per altri sarà un'opera dalla profondità e dalla longevità encomiabili che merita di essere assaporata nelle sue molteplici sfaccettature. Il sostegno dei modder ed i continui aggiornamenti continueranno a plasmarlo e valorizzarlo in base ai feedback dell'utenza, ma per raccogliere un consenso generale i passi da compiere sono ancora molti.