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Xbox One e Kinect: fine di un amore?

Tramonta la visione di una Xbox One pioniera dei controlli sensoriali? Xbox One si è tolta un peso o ha rinunciato a una possibilità?

SPECIALE di Mattia Armani   —   18/05/2014

Nell'ormai lontano 2009 Microsoft ha sorpreso il mondo videoludico rivelando la sua visione del motion control, un sistema capace di rilevare i movimenti del giocatore senza che ci fosse bisogno di alcun controller. Presentato con il nome in codice Project Natal, il complesso sistema sensoriale Microsoft ha avuto un forte impatto sull'immaginario collettivo e tra i suoi padrini ha potuto vantare il celeberrimo Peter Molyneux, araldo orgoglioso di una demo, che prese il nome di Project Milo, ancora oggi metro di paragone, mai divenuto videogioco, delle potenzialità e delle speranze riposte da molti in questo tipo di tecnologia sensoriale. Purtroppo queste speranze sono state parzialmente deluse e l'obbligo di acquistare Kinect assieme a Xbox One non è stato sostenuto da annunci capaci di giustificare una scelta la cui conseguenza diretta è stata l'incremento di prezzo della nuova console Microsoft. Non stupisce, dunque, il sollevarsi di un coro di critiche anche se, nonostante tutto il clamore, Xbox One ha comunque dimostrato di avere una folta schiera di sostenitori. Perché, dunque, tradirli con un drastico cambio di rotta? Rispondere a questa domanda non è semplice ma possiamo farci un'idea di quello che è successo osservando la questione nel suo insieme.

Il divorzio tra Xbox One e Kinect è ufficiale: perché un cambiamento così radicale?

Divorzio inevitabile?

Alla fine i rumor si sono rivelati esatti e le numerose smentite hanno reso ancora più amara la pillola per quei giocatori che hanno deciso di sostenere Xbox One sin dal lancio, Kinect o meno. Dopo aver abbandonato la filosofia always on, quella della tanto temuta connettività permanente, Microsoft ha scorporato il nuovo Kinect da Xbox One rendendolo non più un obbligo ma un accessorio opzionale. Una scelta sicuramente non facile viste le numerose dichiarazioni che fino a poco tempo fa scongiuravano questo scenario, ma la promozione di Phil Spencer, prima impegnato esclusivamente con Microsoft Studios, ha cambiato le cose e questo cambiamento si è tradotto in un ritorno alla radice per un prodotto che, a questo punto, è ben più simile alla diretta concorrente PlayStation 4.

Xbox One e Kinect: fine di un amore?

Certo, da una parte ci sono ancora il cloud e la peculiare memoria ESRAM e dall'altra la memoria super veloce GDDR5, senza contare i servizi e tutto l'universo multimediale che gravita attorno alle nuove console, ma a questo punto ben poco sembra differenziare le due concorrenti in termini di offerta. La partita torna nel campo dei videogiochi classici, quelli che sono fondamentali per la maggior parte di un'utenza il cui assenso è fondamentale per il successo di una console da gioco. Microsoft avrebbe dovuto tenere duro e continuare a insistere proponendo Kinect come inevitabile? Forse avrebbe potuto in un contesto diverso da quello attuale, un po' come successo ai tempi di Xbox Live, mega struttura che, a suon di milioni di dollari di promozione, si è trasformata nella carta vincente del progetto Xbox dopo essere stata una voragine monetaria per anni. Eppure all'epoca Microsoft ha tenuto duro senza badare alla strada presa da Sony e Nintendo, entrambe dichiaratamente convinte che fosse troppo presto per l'online su console, e ha avuto ragione nel suo perseverare. Oggi, invece, le cose sono andate diversamente e forse la resa di Microsoft dipende dalla consapevolezza che Kinect non ha la stessa forza di Xbox Live. Ma potrebbe anche essere una questione di comunicazione. Nella scorsa generazione Kinect è partito alla grande con oltre otto milioni di unità commercializzate e con una nuova versione dotata di un potenziale decisamente maggiore ci saremmo aspettati un'accoglienza migliore con la nuova console. Ma le cose non sono così semplici soprattutto quando mancano annunci e dimostrazioni a giustificare una spesa maggiorata di 100 euro. Ed ecco che Kinect Sports Rivals, primo vero titolo per la nuova versione del sensore, ha fatto registrare numeri impietosi e questo mentre PlayStation 4 ottiene vendite migliori negli Stati Uniti e nel Regno Unito, da tempo immemore roccaforti Xbox. Sono probabilmente questi i fattori che hanno fatto suonare i campanelli d'allarme di Microsoft portando a una reazione forte ma forse inevitabile. D'altronde quando le proporzioni delle aziende crescono entrano in campo investitori e consigli d'amministrazione che spingono, influenzano e pesano sulle strategie aziendali e lo spazio per l'immaginazione si riduce in un mercato sempre più affollato, un mercato difficile che ha appena accolto Amazon e che presto vedrà farsi sotto nuovi competitor. Quello che resta, in sostanza è una trasformazione dell'identità di Xbox One attuata con la sicura consapevolezza di dover fronteggiare un'inevitabile risposta negativa, anche da chi ha comprato il pacchetto completo fidandosi delle promesse, ma con la speranza che un calo di prezzo e un cambio di identità si rivelino convincenti per quella fetta di mercato che non è interessata a Kinect e preferisce spendere meno.

Xbox One e Kinect: fine di un amore?

Cambio di identità

Della filosofia iniziale di Xbox One, cloud escluso, non c'è più traccia tanto che molti hanno parlato di una Microsoft costretta a inseguire Sony. Ma, come abbiamo già detto, Xbox è stata capace di cogliere scintilla dell'online da Dreamcast ed è stata pioniera della connettività applicata alle console. Per questo è difficile immaginare che una compagnia del genere, capace di dimostrazioni di forza notevoli, possa completamente abbandonare la strada che ha deciso di seguire. Una considerazione, questa, che vale anche per il nuovo Kinect, seconda versione di una periferica che è ben più complessa di una semplice telecamera e come tale ha richiesto ingenti finanziamenti e offre possibilità ben più interessanti. Ma anche se il sensore non sarà quasi certamente trascurato resta il timore che il cambio di rotta si traduca una mancanza di titoli di spessore per Kinect.

Xbox One e Kinect: fine di un amore?

Timore sostenuto dalla consapevolezza che solo progetti minori e da terze parti come Steel Battalion, lo sfortunato Rise of Nightmares e Child of Eden siano stati tra i pochi titoli a tentare di sfruttare a fondo il sensore Microsoft. E sarebbe stato possibile fare di più anche nel caso di Star Wars Kinect, Kinect Adventures, Kinect Sports e dell'indie come dimostra il peculiare Fru di un team italiano. In sostanza, non sarebbe stato particolarmente difficile fare di più ed è inevitabile chiedersi perché questo non sia accaduto. Che sia stato difficile convincere gli sviluppatori? Oppure è stata la paura di Microsoft di mostrarsi troppo propensa alla virata casual che ha pesato sulla scena dello sviluppo per Kinect? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che l'entrata in gioco di Spencer è coincisa con dichiarazioni legate al hardcore gaming e sappiamo anche che ad oggi a capo di Xbox non è rimasto più nessuno di quel team dirigenziale che, ormai quattro anni fa, ha impostato la strategia iniziale della nuova console. Ma perché non cambiare subito rotta invece di lasciarsi a dichiarazioni di sostegno per Kinect? Anche in questo caso è impossibile conoscere tutti i retroscena ma possiamo presumere che Spencer e soci abbiano atteso di vedere gli effetti del lancio di Titanfall prima di prendere una decisione così grave, forse convinti, soprattutto nel quartier generale, che le vendite in USA e Regno Unito avrebbero sorretto il progetto "all inclusive" fino a un vero taglio di prezzo in occasione del periodo natalizio. Possiamo ipotizzare, quindi, che sia stata tutta una questione di indecisione, fattore che spiegherebbe anche l'assenza di annunci e di sostegno per un sensore che nessuno sapeva se sarebbe stato ancora legato indissolubilmente a Xbox One. In ogni caso la scelta di questo periodo potrebbe avere a che fare con strategie ben precise. Con un comunicato Microsoft ha svelato Games with Gold per Xbox One, diversi cambiamenti di politiche svariati altri dettagli tecnici. Dettagli che in altri frangenti avremmo potuto vedere come riempitivi per l'ormai imminente conferenza dell'E3 2014. Ma Spencer conosce bene la sua utenza e ha sicuramente voluto evitare un evento mediatico come quello dell'anno scorso in cui le polemiche sui DRM e l'always online hanno fagocitato tutti gli annunci legati ai giochi e alle esclusive. Il nuovo E3 è ormai vicino ed è chiaro su cosa voglia maggiormente puntare Microsoft: i giochi.

E adesso?

Nonostante il cambio di rotta è tutto da dimostrare che provare a far qualcosa e tornare indietro sia peggio di non provare per nulla. Resta inoltre la consapevolezza che chi ha comprato un Kinect sapeva di farlo e lo ha in casa. Non c'è stato un calo di prezzo ingiustificato ma c'è stato il cambio di una strategia che stava generando, secondo Microsoft, una situazione troppo difficile da gestire sulla lunga distanza. Uno spostamento, in sostanza, verso un concetto di console classico che può comunque compiere passi in avanti grazie a cloud e digital delivery. Resta però l'innegabile consapevolezza che Kinect e connettività permanente avrebbero esaltato comunque l'unicità di Xbox One mettendo in secondo piano anche tutte le questioni di natura prestazionale. Questioni che invece diventano più rilevanti ora che il discorso si è spostato esclusivamente sui giochi di stampo classico. Microsoft, infatti, si trova a dover affrontare diversi problemi di accessibilità e tool di sviluppo che causano problemi nel caso dei titoli multipiattaforma.

Xbox One e Kinect: fine di un amore?

Ma tutto questo non risponde comunque alla domanda più importante. Sarebbe stato sensato perseverare nell'errore per dimostrarsi forti? Talvolta, sia chiaro, l'ostinazione premia, soprattutto se si parla di marketing, ma in molti casi c'è il rischio di schiantarsi contro a un muro. La mossa di Microsoft, dunque, è indubbiamente criticabile, ma ha un suo senso e lo ha anche per chi ha speso 499€ a novembre e ha tutto l'interesse che la console continui a vendere per assicurarsi il supporto dalle terze parti e la salute dell'ecosistema nel suo complesso. Ed è qui che gioca un ruolo importante la separazione tra Kinect e Xbox One, con la console Microsoft che scende allo stesso prezzo di PlayStation 4 e può sugli annunci dell'E3 riprendere la sua corsa. Dobbiamo poi considerare che Kinect ha del potenziale ma consuma risorse hardware e pone diverse problematiche come la latenza nei controlli che, pur essendo sempre più esigua, pone diversi problemi. Scorporare il sensore da Xbox One, quindi, offre anche benefici tangibili e in tutto questo ci resta comunque la speranza che Kinect possa tornare in campo con quel visore 3D di cui si parla da tempo e che molti sono convinti sia già stato messo in cantiere da Microsoft da ormai parecchio tempo. In questo scenario il sensore tornerebbe come semplice periferica non più legata indissolubilmente a Xbox ma, connettendosi a progetti esclusivi della stessa Microsoft, godrebbe di prospettive più chiare e più comunicabili all'utenza. Da una parte, dunque, sappiamo già che da giugno potremo acquistare una console standard, pensata per i giochi e i servizi multimediali, e dall'altra, ma qui siamo nel campo delle ipotesi, potremmo veder arrivare un pacchetto sensoriale completo, presumibilmente corredato da una killer application degna di questo nome. Perché alla fine è la cosa che più è mancata a tutto il progetto: un gioco, un'idea che facesse desiderare di poter giocare con Kinect.