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L'inizio della Guerra

Abbiamo speso un'ora in compagnia del prossimo grand strategy Paradox

PROVATO di Umberto Moioli   —   23/02/2015

Dopo due successi incredibili come Crusader Kings II ed Europa Universalis IV, Paradox non ha nessuna intenzione di fermarsi. Non solo detiene il primato assoluto sul genere dei grand strategy, ma negli ultimi anni è riuscita ad evolverli in una direzione che li ha resi appetibili ad un pubblico più vasto senza allo stesso tempo mortificare i fan storici, ultra appassionati e intransigenti. Qualche milione di copie vendute dopo, il produttore e sviluppatore svedese si appresta a mettere in pratica gli stessi principi sulla serie più impegnativa tra quelle che conta a catalogo: Hearts of Iron si focalizza sugli eventi della Seconda Guerra Mondiale, declinando la solita formula in modo tale da concentrarsi sulle battaglie e la gestione delle forze militari, pur senza scordarsi di tutti quegli altri aspetti legati all'amministrazione di uno Stato che rendono profonde e appaganti tutte le loro escursioni attraverso i principali periodi storici. Abbiamo testato una versione preliminare di Hearts of Iron IV nel corso di un evento tenutosi a Stoccolma un paio di settimana addietro.

Hearts of Iron IV si è presentato in grande forma durante il nostro ultimo incontro

La strada della Germania

In Hearts of Iron IV ci saranno le usuali opzioni per prendere il controllo di una qualsiasi nazione tra quelle segnate sulla cartina mondiale all'inizio del 1936, con l'obiettivo di traghettarla attraverso gli avvenimenti del più sanguinoso e drammatico conflitto della storia.

L'inizio della Guerra
L'inizio della Guerra

Nella versione di prova testata avevamo a disposizione la sola Germania, prevedibilmente una delle scelte più complesse e appaganti innanzitutto perché proprio allo Stato teutonico spetterà il compito di dare il via al conflitto. Chi scrive non ha enorme familiarità con la serie, avendo sempre preferito Crusader Kings ed Europa Universalis, ma la scelta di permutare dagli ultimi capitoli delle suddette gli Obiettivi Nazionali ha facilitato di molto le cose: un sistema a missioni permette infatti di scegliere e dichiarare quale sarà il nostro passo successivo, ottenendo bonus in caso di successo e sbloccando via via nuove opzioni. Lanciarsi subito alla conquista della Polonia oppure cercare vendetta alle spese della Cecoslovacchia per la questione del Sudetenland? Inventarsi un casus belli tutto nuovo oppure procedere con la rimilitirizzazione del Rhineland? Optiamo per quest'ultima soluzione e procediamo muovendo le nostre forze verso la regione del Reno, violando di fatto gli accordi di Versailles. Contemporaneamente infiltriamo una spia nel partito austriaco nazionalista del Vaterlandische - ci tornerà utile più avanti - e predisponiamo quanto necessario per mettere in moto una macchina da guerra che crescerà rapidamente diventando una delle più letali di sempre. Avremmo potuto fare qualsiasi cosa ma Hearts of Iron IV è studiato in modo intelligente, favorisce il naturale corso della storia senza per questo darci l'impressione di leggere un libro già scritto. Dipende tutto dalla bravura del giocatore e dalla voglia di rimescolare le carte. Introduzioni come i Battleplan, di cui parlammo in un precedente incontro, diminuiscono la micro gestione delle centinaia di opzioni a disposizione ma non mortificano la libertà di scelta. In fondo si tratta di giocare con menu e mappe interattive, ma la narrativa parzialmente emergente e la gratificazione ottenuta ad ogni nuovo successo, ha reso e rende sempre più coinvolgente la formula studiata da Paradox.

La Germania da noi controllata poteva contare su una serie di tratti nazionali ben definiti, come l'ideologia nazista e un forte spirito di rivalsa verso le altre nazioni europee, sviluppatosi in seguito alle sconfitte della prima parte del ventesimo secolo, ma ogni nazione avrà i suoi. L'Italia ad esempio avrà come attributo di partenza imprescindibile la dottrina fascista, ma potrà decidere se iniziare rivolgendo le proprie mire espansionistiche su Abissinia e Albania, oppure se rafforzare la Marina Militare in vista della Guerra. Così come lo sviluppatore si è impegnato per rendere i percorsi dei Paesi meno dispersivi, quasi ogni aspetto del gioco si presenta in modo meno granulare. Basta aprire il tech tree per rendersi conto che sono presenti meno opzioni ma ciascuna ha un peso maggiore nell'economia della partita.

L'inizio della Guerra

Qualsiasi tecnologia si sviluppi dà in Hearts of Iron IV un feedback preciso e tangibile al giocatore, non una semplice statistica nascosta chissà dove ma una nuova arma, un mezzo oppure un qualche tipo di upgrade per una tecnologia già disponibile. Di tanto in tanto l'interfaccia non è ancora immediata come forse potrebbe essere, ma in questo nuovo capitolo tutto quello che serve è al suo posto, dove ce lo aspetteremmo. Se pensate che possano essere modifiche da poco dovreste ricredervi: Hearts of Iron si concentra su una porzione di storia moderna molto limitata nel tempo ma la approfondisce con una quantità di dettagli impressionante, quindi perdersi e sentirsi smarriti è facile se non si è ben guidati attraverso tutte le opzioni a disposizione. Soprattutto se si è alle prime armi. Ci sono ancora tutta una serie di aspetti che andranno verificati in futuro, come quelli legati all'intelligenza artificiale che è stata promessa più pro attiva, specialmente nel campo della diplomazia, ma per quello dovremo aspettare un test approfondito. Per il momento il gioco sembra essere la perfetta prosecuzione di un percorso iniziato oramai qualche anno addietro da Paradox, eseguito con competenza e capace di avvicinare al suo genere più rappresentativo anche tutti coloro sono rimasti fino ad oggi intimiditi dalla mole di opzioni e scelte. L'uscita è prevista entro l'estate, prima di quella data avremo certamente di tornarci ancora sopra.

CERTEZZE

  • La solita profondità che ha reso popolare la serie
  • Più immediato e "comprensibile"
  • Ottima contestualizzazione del periodo storico

DUBBI

  • Certe migliorie andranno verificate attraverso un test approfondito
  • Si può ancora lavorare sull'interfaccia