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AMD si prende l'E3

L'azienda californiana annuncia tutte la nuova serie di schede video Rx 300 e mostra le prime GPU Fiji con memorie HBM

SPECIALE di Mattia Comba   —   19/06/2015

Non è una notizia che la conferenza PC all'E3 2015 sia stata ampiamente sotto le aspettative non tanto per la qualità dei titoli mostrati quanto piuttosto per un'impostazione completamente da rivedere. La presenza sul palco di Sean Day[9] Plott è probabilmente l'unico aspetto da promuovere di una conferenza di per sé estenuante nella sua lunghezza, con troppi cali di ritmo e spazio eccessivo dato a titoli molto lontani dal concetto di "bomba" tanto caro ai nottambuli che hanno seguito l'evento alle tre del mattino ora italiana. Quello che ci si aspettava e che si rumoreggiava negli ultimi giorni prima della conferenza e che è stato anch'esso disatteso, era sicuramente una presenza scenica maggiore di AMD, organizzatrice dell'evento insieme a PC Gamer, che però non si è concretizzata del tutto. Lisa Su, CEO e presidente di AMD, ha passato sul palco solamente una manciata di minuti per parlare del futuro del gaming su PC e per annunciare una nuova scheda video a doppia GPU basata su chip grafico Fiji, senza soffermarsi sulla nuova top di gamma nonché prima scheda video a fare uso di memorie HBM, la Radeon R9 Fury X. Non volevamo assolutamente nulla si prolisso e super tecnico in stile Computex, una formula invero troppo poco appetibile per il pubblico di videogiocatori a seguire l'evento, ma ci aspettavamo uno sforzo ulteriore dall'azienda statunitense nella presentazione della nuova line up di schede video, con magari qualche minuto speso anche a parlare di specifiche e di aspetti puramente tecnici legati alle nuove ammiraglie chiamate a fronteggiare il successo riscosso negli ultimi mesi da NVIDIA e della sua architettura Maxwell. Fortunatamente però abbiamo avuto la possibilità di partecipare a una presentazione più dettagliata e approfondita delle nuove schede della serie Rx 300 e delle tre esponenti Fury con memorie HBM.

Radeon Rx 300, GPU Fiji, memorie HBM, R9 Fury: queste tutte le novità di AMD direttamente dell'E3 2015

Si rimane a 28 nanometri

Lo sappiamo com'è il mondo dei rumor; corre selvaggio e senza sosta montando hype e aspettative, ricavando conclusioni da poche parole e costruendo teorie e tabelle di marcia partendo da mezze frasi spezzo male interpretate o prese fuori contesto. Proprio per questo in molti erano sicurissimi che AMD avrebbe atteso la prima conferenza PC dell'E3 per caricare a testa bassa, sfruttando il ruolo nell'organizzazione dell'evento per fare gli onori di casa e mettere sotto i riflettori le tanto attese novità che segneranno i prossimi anni a venire nel settore delle schede video discrete.

AMD si prende l'E3
AMD si prende l'E3

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una differenza temporale nella presentazione delle nuove GPU NVIDIA e AMD, con qualche mese a distanziare la commercializzazione dei prodotti delle rispettive società. Proprio perché si vociferava insistentemente del passaggio a nuovi processi produttivi e l'inizio dell'utilizzo delle memorie impilate, ci si aspettava che AMD utilizzasse l'importantissimo palco dell'E3 e il suo indiscusso richiamo mediatico per presentare al mondo le schede video del futuro e le specifiche che avrebbero accompagnato i nuovi hardware da qui ai prossimi anni, prendendosi un vantaggio temporale importantissimo sullo storico rivale per esordire per prima e incontrastata sul mercato. Alla fine abbiamo avuto la metà di ciò che ci aspettiamo, in un gioco di attese che sembra quasi far pensare che non c'era poi tutta questa fretta di innovare se il mercato è ancora così attivo e ben disposto verso nuovi prodotti. Le nuove schede video della serie Rx 300 infatti continuano ad adottare il processo produttivo a 28 nanometri per tutte e cinque le nuove ammiraglie rinviando il tanto atteso salto in avanti e lasciando quindi potenzialmente campo libero al rivale per il primo passo. Le GPU sono come da tradizione divise in due fasce differenti: da una parte le meno potenti R7 360 e R7 370, e dall'altra i mostri di potenza R9 380, R9 390 e la top di gamma R9 390X. Tutte sono state concepite con in mente le sfide dei prossimi anni per il mondo del gaming su PC che passa inevitabilmente attraverso le oramai imminenti DirectX 12, fino all'utilizzo dei visori di realtà virtuale e dei monitor 4K per i sistemi più performanti. Soprattutto nel primo caso, AMD ha dato piena compatibilità con le nuove librerie grafiche Microsoft anche alle entry level per garantire l'utilizzo delle nuove feature a tutti i possessori delle nuove GPU senza incidere obbligatoriamente sul costo finale. Sempre in ottica feature, le schede Rx 300 segnano il debutto di una nuova tecnologia, denominata Virtual Super Resolution che lavora renderizzando il titolo a una risoluzione maggiore, per poi scalare l'immagine a quella nativa che il giocatore sta utilizzando con il suo monitor in maniera del tutto simile a quanto fatto da NVIDIA con il Dynamic Super Resolution (DSR) presentato in concomitanza con il lancio dell'architettura Maxwell. Allo stesso modo, attivando il VSR si ottengono immagini più pulite, con texture più accurate e meno aliasing. Vi è inoltre la possibilità di utilizzare il Frame Rate Target Control che permette di fissare il massimo valore di frame al secondo per un titolo direttamente dalla GPU e risparmiare quindi energia mantenendo il sistema più fresco e silenzioso.

Radeon R(ebrand) 300?

Passando alle schede in sé, le nuove proposte AMD fanno parte di una operazione di rebrand dei chip utilizzati nella serie 200 a cui sono state modificate le frequenze di clock di GPU e memoria video, e in alcuni casi raddoppiata la dotazione di memoria disponibile. Pur senza modificare il processo produttivo, nuove introduzioni in termini di progettazione e fabbricazione hanno permesso di accrescere le specifiche senza andare ad impattare sui consumi.

AMD si prende l'E3
AMD si prende l'E3

Tale risultato si riscontra soprattutto nelle due schede top di gamma, la R9 390 e R9 390X del tutto simili alle precedenti per il tipo di chip grafico (Hawaii) e per architettura (GCN 1.1). Da queste ultime si differenziano per un leggero incremento nella frequenza di clock della GPU, per un aumento del 20% nella frequenza di clock effettiva della memoria (da 5 GHz a 6 GHz) e per il raddoppio del quantitativo di memoria video che passa da 4 a 8 GB. Sono indicate prevalentemente per andare a rivaleggiare contro le GTX 970 e GTX 980 sul fronte delle prestazioni e del prezzo con quelli ufficiali consigliati da AMD IVA esclusa che vedono la Radeon R9 390 venduta a 294€ e la R9 390X a 379€. Sul fronte delle prestazioni si presentano entrambe come soluzioni indirizzate all'utenza più esigente che vuole spingere la propria esperienza di gioco verso il 4K e la realtà virtuale. Oltre alle feature comuni a tutte le schede come il già citato supporto alle DirectX 12 e l'utilizzo della Virtual Super Resolution, si aggiunge la compatibilità con i monitor FreeSync, le risposta di AMD al G-Sync nella ricerca di una soluzione al tearing. Scendendo di un gradino, la Radeon R9 380 si pone in competizione diretta con la GTX 960 offrendo prestazioni maggiori a un prezzo minore e per questo ideale per coloro che voglio sfruttare i monitor a 1440p. Anche in questo caso AMD ha optato per utilizzare la stessa GPU Tonga adottata nella scheda Radeon R9 285 con incrementi marginali nelle specifiche ma nulla di rivoluzionario visto l'utilizzo della stessa architettura GCN 1.2. Le due schede video della famiglia R7 invece si rivolgono a una fascia di utenza che senza grandi pretese preferisce risparmiare sull'hardware consapevole che non andrà oltre la soglia del Full HD e i 30 fps con i titoli più esigenti. La R7 360 è nata con il proposito di soddisfare tutti coloro che giocano principalmente ai giochi online come MMO e MOBA che non hanno bisogno di una grande potenza di calcolo per superare il muro dei 60 frame per secondo, offrendo prestazioni superiori alla Radeon HD 7770.

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È una scheda di dimensioni molto piccole, con una singola ventola posta sul chip per dissiparne il calore prodotto e un prezzo che si presume molto aggressivo vista la fascia d'utenza a cui è indirizzata. Ciò che ne limita le prestazioni sono la memorie a 2GB e senz'ombra di dubbio l'interfaccia di memoria a 128-bit, sufficiente per titoli come Counter Strike e StarCraft II, ma risicata per i tripla A più esigenti. In tal senso occorre fare il salto ulteriore, con la Radeon R7 370, una scheda disponibile in due tagli da 2 e 4 GB, con 1024 Steam Processor e fronte dei 768 della precedente e un'interfaccia a 256-bit, il tanto che basta per godersi tutti i titoli presenti sul mercato in 1080p con un frame rate che oscilla tra i 30 e i 60 frame al secondo. Secondo i benchmark mostrati da AMD, non si faticano a superare quest'ultima con Battlefield: Hardline e si superano tranquillamente i 45 frame al secondo con Far Cry 4 entrambi a settaggi alti. Parlando di prezzi si parte da 109$ per le schede che monteranno 2 GB di memoria GDDR 5 fino a 149$, con memoria di 4 GB.

Il debutto delle HBM

Viste le limitate novità della serie Rx 300, possiamo volgere lo sguardo sulla nuova R9 Fury X e al suo chip Fiji per trovare finalmente un passo in avanti in un settore da troppi anni uguale a se stesso. Se le nuove schede video sono baste su GPU già in commercio da tempo, la R9 Fury X vede finalmente il debutto delle nuove memorie HBM, High Bandwidth Memory che, come suggerito dal nome, permettono di ottenere valori di bandwidth estremamente elevati e consumi ridotti rispetto all'utilizzo della tecnologia GDDR5.

AMD si prende l'E3

Oltre agli incrementi prestazionali, le nuove memorie permettono di risparmiare spazio sul circuito stampato della scheda video in quanto sono montate direttamente sul package della GPU e sono collegate a quest'ultima attraverso un interposer. Semplificando estremamente, questo semplifica il design della scheda video e ne raccoglie i componenti chiave in un'area più piccola. Il risvolto pratico è una riduzione della superficie complessiva della scheda e del suo ingombro, facendo delle nuove HBM una soluzione estremamente potente ma utilizzabile anche in PC di piccole dimensioni senza rinunciare a nulla in termini di performance. In tal senso la R9 Fury X è lunga il 30% in meno delle schede precedenti e utilizza un sistema di raffreddamento a liquido integrato. Purtroppo possiamo basarci solamente sulle specifiche rilasciate da AMD non avendo ancora avuto modo di provane alcun modello, ma confrontando la GPU Hawaii della R9 390X alla Fuji si denota un incremento di stream processor da 2.816 a 4.096, mentre la frequenza di clock massima che è identica, pari a 1.050 MHz. Ovviamente il bandwidth della memoria aumenta da 384 GB/s a 512 GB/s così come il bus della memoria aumentato di ben otto volte passando da 512-bit a 4096-bit. Queste sono le specifiche responsabili dell'incremento prestazionale, possibile anche se il quantitativo di memoria montato sulla GPU è di 4 GB e non di 8 GB come nella scheda Radeon R9 390X.

AMD si prende l'E3

Tale scelta è attualmente obbligata dal più vincolante limite tecnologico delle memorie HBM che vede nei 4 Gigabyte totali il proprio picco massimo, nell'attesa della seconda generazione che dovrebbe riuscire ad aggirarlo. Nonostante ciò il 4K è cosa fatta, così come le configurazioni multimonitor a 1440p come confermato dalla presenza di tre DisplayPort 1.2 e 1 HDMI su ogni scheda. La Radeon R9 Fury X è quindi la nuova top di gamma AMD nonché la prima scheda video ad utilizzare le memorie HBM posizionandosi in cima alle proposte del produttore statunitense come top di gamma dal prezzo di 649$. Verrà commercializzata in Nord America a partire dal 24 giugno, mentre il 14 luglio sarà la volta della Radeon R9 Fury di cui non si conoscono le specifiche ma si sa già il prezzo: 549$. La terza opzione a completare il quadro è la Radeon R9 Fury Nano, una novità sorprendentemente non subodorata dai rumor delle scorse settimane. Anche questa utilizza il chip Fiji in abbinamento a memoria HBM, ma ha una lunghezza di soli 6 pollici (15,25 cm) ottenuta da un gran processo di ottimizzazione di Fiji volto soprattutto al contenimento dei consumi. A differenza dei due modelli precedenti con sistema di raffreddamento liquido integrato, in questo caso la dissipazione del calore è affidata a una singola ventola centrale facendone una soluzione ancora più compatta e appetibile per le postazioni poco ingombranti.