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Un’impresa eroica?

Battleborn mescola tanti spunti diversi: il risultato sarà all'altezza delle aspettative?

PROVATO di Umberto Moioli   —   07/08/2015

Sinceramente facciamo un po' di fatica a inquadrare Battleborn. Lo sparatutto in prima persona firmato Gearbox Software vuole essere tante cose diverse, una versatilità che lo studio di sviluppo texano ha già dimostrato di avere in passato, basti pensare a Borderlands o Brothers in Arms. Qui alle meccaniche da sparatutto in prima persona, immancabili, si sommano suggestioni prese dai giochi di ruolo, dai multiplayer online battle arena e anche dai picchiaduro. Un minestrone pieno di ingredienti diversi, apparentemente saporiti se presi singolarmente ma immersi in un brodo che rischia di essere un po' insipido. Prendendo spunto da Star Wars, I Guardiani della Galassia e i cartoni animati americani degli anni '80, Gearbox racconta un universo prossimo alla fine: in tutto lo spazio una sola stella mantiene abbastanza energia da emanare luce e calore, un singolo punto dove per ovvie ragioni si incontreranno tutti i combattenti provenienti da ogni dove intenzionati a proteggere, distruggere o sfruttare quell'ultima, preziosissima risorsa. Un incipit interessante che ci chiediamo fino a che punto verrà sfruttato.

Battleborn non manca di ambizioni ma rischia di uscire con il fiato un po' corto

Facciamo ordine

Nei mesi trascorsi dall'annuncio a oggi non è stato facilissimo rendersi conto di cosa sarà veramente Battleborn. Spazzando via le dichiarazioni, gli annunci e i comunicati, il nocciolo dell'esperienza è uno sparatutto cooperativo per cinque giocatori che offre anche tre modalità competitive a squadre.

Un’impresa eroica?

La campagna coop sarà a missioni, quindi non dovete aspettarvi un open world come in Borderlands. Abbiamo giocato uno di questi livelli e lo scopo principale era quello di raggiungere un dato punto ed eliminare tutti gli avversari, quindi ripetere, senza un uso pesante di script o intermezzi più guidati, ma all'interno di ambienti piuttosto ariosi. Sembra di giocare una porzione di Borderlands, una delle aree più delimitate, senza però la libertà di movimento e l'esplorazione. Il feeling mentre si spara è anch'esso simile a quello della serie di maggior successo di Gearbox: la prima impressione lo avvicina a uno sparatutto ma i numeri che compaiono sulla testa dei nemici quando li si colpisce rivelano una natura ibrida, che mescola anche una componente RPG. Il risultato non è malvagio, funziona tutto sommato, però estrapolato dalla folle corsa al loot - presente nella forma di potenziamenti per il personaggio ma non di armi - e dalla libertà di movimento e scelta di Borderlands, perde davvero molto fascino. Le partite competitive potrebbero funzionare meglio, ma ancora non sono state mostrate e questo particolare tipo di esperienza sarà molto inflazionato l'anno prossimo tra Battleborn, Overwatch e il neo annunciato Paladins di Hi-Rez Studios.

Eroi al centro

Come detto il cuore pulsante dell'esperienza sono i venticinque eroi tra cui scegliere. Gearbox Software ha dato fondo alla fantasia realizzando enormi soldati, esseri a forma di fungo con abilità da ninja, robot gentiluomini dotati di pistole a lungo raggio e numerose altre follie simili. La caratterizzazione dei personaggi sembra uno dei punti forte, anche se rispetto ad Overwatch sembra che le singole abilità siano un po' meno fuori di testa ed estreme. Per la GamesCom 2015 lo sviluppatore si è riservato l'annuncio di quattro nuovi eroi. Reina è l'avvenente comandante di un gruppo di pirati spaziali, una sorta di Han Solo con un cannone al plasma montato al posto del braccio. Moka abbina invece una pistola armata di proiettili velenosi con un artiglio in grado di causare grandi quantità di danno e di trasformarsi in una spada.

Un’impresa eroica?
Un’impresa eroica?

Ambra ci riporta ad uno stilema più tradizionale, quello di una maga che controlla il fuoco per scagliare pericolose sfere incandescenti ma anche un enorme meteorite in grado di causare danni ad area. Infine Benedict è un'aquila antropomorfa a cui è stata montata un'ala meccanica ed è stata dotata di lanciarazzi. Qualsiasi eroe si decida di usare, in Battleborn ogni partita incomincia con il proprio alter ego a livello uno e chiede di portarlo fino al decimo, una progressione che ad ogni step dà la possibilità di scegliere uno tra due perk che regalano nuove abilità attive e passive. Chiaramente in un team organizzato questa progressione, che ricorda quella solitamente presente nei MOBA, sarà oggetto di discussione e pianificazione così da scegliere di comune accordo cosa selezionare di volta in volta. Come anticipato, il loot è presente nella forma di oggetti equipaggiabili, tre al massimo per ogni combattente, ma per quanto le opzioni possano rivelarsi tante e diversificate, è difficile pensare che diventino un elemento in grado di rendere l'esperienza unica e distintiva. Non c'è nulla di profondamente sbagliato in Battleborn, niente che non sembra funzionare del tutto. Eppure ad ogni nuova occasione lo vediamo, ci divertiamo anche a farci una partita o due ma non lascia il segno come speravamo che facesse. Forse Gearbox dovrebbe dovrebbe semplicemente dar modo agli utenti di sperimentarlo nel suo insieme, capire quali possano davvero essere le sue potenzialità. Una necessità di cui probabilmente sono consapevoli, visto che proprio alla GamesCom hanno annunciato una open beta entro la fine dell'anno. Per l'uscita su PlayStation 4, Xbox One e PC, invece, toccherà aspettare fino al prossimo 9 di febbraio 2016: qualche mese dopo rispetto ai piani iniziali, un periodo di sviluppo extra che comunque sarebbe molto ben accolto qualora volesse significare un'esperienza di gioco più convincente ed esaltante. In fondo anche Borderlands era un mezzo disastro a pochi mesi dall'uscita e poi abbiamo visto come è andata a finire...

CERTEZZE

  • Venticinque personaggi diversi
  • Cooperativo e competitivo

DUBBI

  • La campagna non sembra avere una portata incredibile
  • Tanti eroi, forse non tutti interessanti allo stesso livello
  • L'anno prossimo avrà parecchia concorrenza