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La rivolta dei mostri

Abbiamo provato per la prima volta lo spin-off di Dragon Quest!

PROVATO di Antonio Fucito   —   09/08/2015

Per chi vi scrive Dragon Quest è una serie di grande caratura, caratterizzata da capitoli che non sempre sono arrivati in occidente, altre volte a distanza di anni, ma ogni volta hanno raggiunto vette qualitative molto alte all'interno del genere dei giochi di ruolo giapponesi. E proprio nella loro terra natia sono stati un vero e proprio fenomeno in termini di critica e vendite, in grado di catalizzare l'acquisto di milioni di copie e scatenare un merchandising sempre in cima alla lista degli acquirenti di videogiochi e affini.

La rivolta dei mostri

Le cause di tale successo sono molteplici, a partire dalla struttura e dalla storia fino al mondo di gioco, che si avvale del character design di Akira Toriyama, iconico artista che ha dato i natali a Dr. Slump & Arale, Dragon Ball e tanti altri. Forse pecca un po' di varietà nella realizzazione dei propri personaggi, ma nel caso di Dragon Quest il tratto adottato dal disegnatore giapponese ha contribuito a decretarne il successo, assieme ai mostri creati dal suo immaginario come gli Slime nelle varie forme: impossibile non innamorarsi per quanto sono morbidi e pacioccosi, assieme alla faccia da schiaffi. Non sono mancati gli spin-off nel corso degli anni, e Dragon Quest Heroes: l'albero del Mondo e le radici del Male appartiene a questa categoria. Il titolo è sviluppato in collaborazione tra Square Enix e Koei Tecmo, ed è disponibile da febbraio nel Sol Levante su PlayStation 3 e PlayStation 4; in Europa arriverà il prossimo 16 ottobre solo per l'ammiraglia di Sony, forse perché la precedente console è oramai fuori tempo massimo in termini di vendite. Il pacchetto completo offrirà una risoluzione pari a 1080p e il frame rate ancorato ai sessanta fotogrammi al secondo, l'impianto è invece quello di un titolo della passata generazione, ma ci torneremo più avanti nel corso dell'articolo.

Abbiamo provato per la prima volta lo spin-off di Dragon Quest su PlayStation 4

Spada di mostro

Durante la GamesCom 2015 siamo stati invitati da Square Enix ad assistere ad una presentazione a porte chiuse del gioco, comprensiva di una prova di una versione già tradotta in lingua anglosassone. Nella versione che arriverà nei negozi sarà possibile scegliere tra audio inglese e quello giapponese, mentre saranno presenti i sottotitoli in lingua italiana. Dragon Quest Heroes può essere definito un action-RPG che riprende come struttura quella dei titoli "musou" come Dynasty Warriors, aggiungendo però diverse caratteristiche da gioco di ruolo che quindi lo distanziano, in parte, dai titoli appartenenti a questa categoria. Ovviamente è innestato nell'immaginario di Dragon Quest sia per quanto riguarda lo stile grafico che i personaggi; le premesse iniziali partono da una festa nella quale umani e mostri sono intenti a celebrare assieme nel regno di Erusaze, quando all'improvviso il classico cattivone incappucciato, incazzato per chissà quale motivo particolare, scatena una magia che cambia il comportamento di questi una-volta-simpatici mostri, i quali d'improvviso cominciano ad attaccare le persone presenti. Lo scopo sarà quello di scoprire cosa sta succedendo e ristabilire l'armonia, combattendo nel frattempo migliaia di avversari all'interno di ambientazioni differenti.

La rivolta dei mostri

Ad inizio gioco è possibile scegliere tra Luceus e Aurora, che seguono i classici cliché da improvvisati eroi ma che in realtà vivranno la stessa storia e potranno essere impersonati in qualsiasi momento; è più una questione di affezione, quindi, dopo la quale si viene catapultati sul campo di gioco per assistere al filmato introduttivo e partecipare al primo scontro.
Il quale, di impatto, ricorda senza dubbio alcuno Dynasty Warriors, con la mini mappa in alto a destra ad indicare le "stanze" che è possibile percorrere e il posizionamento dei nemici, i quali appaiono sul campo di gioco in quantità industriali pronti per essere abbattuti nel classico stile "hack and slash" derivato da questo gameplay, un po' più elaborato in occasione di boss specifici che si incontrano proseguendo nell'avventura. In termini di mosse iniziali a disposizione Luceus e Aurora differiscono per il fatto che il primo utilizza abilità legate al fuoco, la seconda al ghiaccio: con X si salta, quadrato permette l'attacco veloce, triangolo quello caricato; con R2 si usa la schivata e con L1 si difende. Non mancano le combo, mentre la prima caratteristica che differenzia Dragon Quest Heroes da altri titoli simili è derivata dalla barra di energia in basso a sinistra, la quale viene consumata da magie e attacchi speciali che si utilizzano mediante pressione di R1 in congiunzione con i tasti frontali del pad. I protagonisti salgono di livello e acquisiscono punti abilità, che vanno spesi per aumentare le caratteristiche fisiche, apprendere nuove movenze oppure abilità di tipo passivo, peculiari per ciascun personaggio.

La rivolta dei mostri

Si spendono in un menu apposito, mentre ben presto il party si completa con quattro compagni, selezionabili in qualsiasi momento con la croce digitale. Tornando alla demo il feeling con il combattimento è molto diretto e immediato, il gioco propone una densità elevata di mostri da affettare senza colpo ferire e senza pensare particolarmente alla strategia. Che porta a cambiare i tipi di attacco e utilizzare le abilità a disposizione soprattutto per aumentare la varietà e portare più velocemente a casa lo scontro, nel tentativo di mantenere il tutto divertente e appagante. Una caratteristica del genere musou, d'altronde, che nel caso di Dragon Quest Heroes sembra essere maggiormente supportata dall'affezione verso gli avversari e dai momenti narrativi, più corposi sotto forma di sequenze in computer grafica e di dialoghi dei protagonisti, i quali spesso sfociano nell'ironia che strappa qualche sorriso. Dopo qualche sessione di gioco ci siamo imbattuti nel primo boss, un drago verde più coriaceo e dotato di una barra di energia enorme. In questo caso abbiamo sfruttato maggiormente l'arsenale in nostro possesso, colpendolo ai lati e poi disorientandolo per infliggere danno maggiore; niente di particolarmente complicato, sia chiaro, ma in questo caso abbiamo fatto un minimo di fatica per portare a casa vittoriosamente lo scontro. Non mettiamo in dubbio che le cose si facciano più complesse all'avanzare dell'avventura, grazie anche alle caratteristiche RPG presenti che saranno necessarie contro i mostri di livello maggiore, ma è indubbio che Dragon Quest Heroes punti più sul divertimento e sul numero degli avversari piuttosto che sull'abilità richiesta, pad alla mano.

Ad un certo punto abbiamo acquisito un'ulteriore barra di energia denominata "Vimstone", la quale una volta riempita scatena la forza interiore dei protagonisti in una sorta di stato di grazia nel quale non consumano energia, si muovono più velocemente e eseguono la classica mossa-di-fine-mondo spettacolare a livello visivo, in grado di spazzare un gran numero di nemici in contemporanea.

La rivolta dei mostri

In pieno stile action-RPG è possibile cambiare armi ed equipaggiamento in proprio possesso, grazie alla spesa delle famose Mini Medal all'interno del proprio accampamento presente sulla mappa di gioco, realizzata in due dimensioni e senza possibilità di esplorazione libera, ma solo mediante selezione del punto da raggiungere. Dulcis in fundo, un ulteriore fattore definisce Dragon Quest Heroes, la possibilità di evocare mostri in battaglia per combattere al proprio fianco, grazie alla spesa di monete apposite. Caratteristica che apre il fianco ad una componente collezionabile non indifferente, che speriamo nasconda mostri particolarmente rari da ottenere e comprensivi di quelli più belli e celeberrimi della serie. Dal punto di vista grafico il titolo è estremamente pulito e fluido, ma come detto proviene dalla passata generazione di console e in generale propone ambientazioni piuttosto piatte e non particolarmente dettagliate. Fanno da sfondo ai combattimenti e alle centinaia di nemici presenti su schermo, che risollevano l'impatto complessivo per il loro design e uno stile cartoon sempre affascinante per gli amanti del mondo di Dragon Quest. Il gioco di Square Enix non rimarrà impresso per il comparto grafico, quindi, ma è funzionale a quello che accade su schermo e alla volontà di essere un fanservice molto accentuato, comprensivo di tutti gli effetti sonori ai quali siamo abituati e delle iconiche tracce musicali orecchiabili che la contraddistinguono. Dragon Quest Heroes: l'albero del Mondo e le radici del Male dispone di diversi elementi che lo rendono più complesso dei classici titoli ala Dynasty Warriors, può essere definito un titolo della serie meno complesso come storia e struttura, comunque presenti, e un Musou Warriors più vario e approfondito. Quanto sarà appassionante e divertente sul lungo andare lo scopriremo solo quando potremo giocare il prodotto completo!

CERTEZZE

  • Il mondo di Dragon Quest racchiuso in un gioco
  • La struttura RPG aggiunge profondità al gameplay

DUBBI

  • Da verificare divertimento e varietà sul lungo andare