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Il mondo delle Anime perdute

Con l'aiuto delle Wiki ufficiali, la nostra esperienza diretta e qualche congettura, abbiamo scritto una piccola guida alla lore di Dark Souls

SPECIALE di Massimo Reina   —   02/10/2015

Attenzione: l'articolo contiene numerosi spoiler su Dark Souls e Dark Souls II.

Una delle critiche forse più ingiuste mosse nei confronti della serie Dark Souls, è quella che nei suoi giochi gli sviluppatori non avrebbero curato molto la storia. Questa, per i critici, sarebbe quindi striminzita, appena accennata e poco chiara. In realtà non è propriamente così e, anche se più che di trama in Dark Souls si deve parlare di lore, ovvero del background in cui si svolgono gli eventi e si muovono i personaggi, è molto più complessa e affascinante di quanto possa apparire di primo acchito. Basti pensare al fatto che non mancano nemmeno citazioni ad altre opere di intrattenimento, siano esse letterarie o cinematografiche. Per esempio, in molti hanno visto il richiamo alla ricerca di Parsifal e degli altri cavalieri di Artù del Santo Graal, "unica speranza per riportare la luce nel mondo", in quella di Lord Gwyn coi suoi cavalieri d'argento nel primo gioco, e così via. Solo che tutto ciò bisogna scoprirlo da soli, non si viene guidati da una narrazione classica o dall'avventura.

Il mondo delle Anime perdute

Per capire in pieno i "racconti" di Dark Souls bisogna fare quindi attenzione ad ogni cosa: dialogare con i personaggi non giocanti, certo, ma analizzare anche a fondo ogni angolo del mondo, le creature che lo abitano, gli oggetti, le armi e le armature. Ogni cosa, insomma, ha una sua storia, e può servire a dipanare i fili di quella principale. Tuttavia è pure vero che alcuni elementi del background restano ugualmente poco chiari, dunque soggetti alla libera interpretazione dei fan. Qualche esempio? Solaire di Astora per alcuni giocatori potrebbe essere il primogenito scomparso di Lord Gwyn, mentre il Nano Furtivo per molti sarebbe Manus. Capirete quindi che partendo da queste basi, descrivere ogni aspetto, ogni particolare o connessione del lore della saga sarebbe un'impresa titanica, che richiederebbe ben più dello spazio di un normale articolo. Per queste ragioni ci perdonerete se saremo volutamente sintetici o se, a causa della mole di contenuti che abbiamo analizzato per questo lavoro, nonché per i motivi descritti prima, avremo commesso qualche piccolo errore oppure omesso qualcosa. D'altronde il nostro obiettivo con questo speciale è solo quello di fornirvi alcuni spunti, di introdurvi idealmente nel mondo di Dark Souls tramite un'infarinatura dei suoi eventi più importanti.

La lore di Dark Souls è molto più profonda di quanto possa apparire: scopriamone insieme tutti i segreti

Dall’Età degli Antichi all’Era del Fuoco

In principio il mondo era dominato da una stirpe di Draghi eterni che popolava delle grandi lande desolate. Luoghi immensi, avvolti dalla nebbia e ricoperti dagli enormi arci-alberi pietrificati. Altre creature vivevano nascoste nel buio delle profondità della terra, come per esempio i Giganti. Un giorno, dal nulla, proprio nel sottosuolo si generò un fuoco ancestrale, e con esso giunsero in quel mondo grigio e neutrale "la diversità, il caldo e il freddo, la vita e la morte, la luce e la tenebra". Agli albori di quella che verrà chiamata l'Era del Fuoco, tre creature si avvicinarono alla "fornace": erano Gwyn, attorniato dai suoi fedeli cavalieri d'argento, Nito, una creatura formata da un ammasso di scheletri, e la Strega di Izalith con le Figlie del Caos. Ognuno di loro trovò in quella che venne chiamata Prima Fiamma una delle Anime dei Lord, delle potentissime anime in grado di infondere abilità indescrivibili a chi le possedeva.

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Un quarto essere conosciuto come il Nano Furtivo ne scoprì un'ulteriore, diversa però da tutte le altre. Si trattava di un'Anima Oscura, che non sembrò dargli particolari poteri, ma che a un certo punto divise in innumerevoli frammenti per generare la razza umana. Sul motivo di tale gesto i fan hanno elaborato diverse teorie, da quella che vorrebbe la creatura discriminata dagli altri Giganti e dunque desiderosa di creare Esseri più simili a lui, all'opera manipolatrice dei Serpenti primordiali. I "draghi imperfetti", maestri di sotterfugi e menzogne, coscienti di non avere il potere necessario per combattere direttamente i loro più evoluti "simili", avrebbero controllato le mosse del Nano Furtivo per ottenere ciò che desideravano, convinti che un giorno un Signore sarebbe nato tra l'umanità, mettendo fine all'Era del Fuoco per inaugurare quella dell'Oscurità, a loro più gradita. Ad ogni modo, grazie al potere delle Anime e all'alleanza stipulata con Seath il Senzascaglie, un dragone mortale albino che tradì la sua specie svelando ai tre il segreto dell'immortalità della sua razza, Lord Gwyn e i suoi sfidarono i Draghi per il dominio del mondo. E vinsero.

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Così ebbe inizio l'Era del Fuoco. Durante questo periodo di pace e prosperità, nelle terre di Lordran vennero fondati diversi Regni e città. Gwyn, Signore del Sole, agli occhi della gente comune, compresi gli umani, divenne praticamente un Dio. Niente però dura in eterno e ogni cosa che ha un inizio, generalmente ha poi anche una fine. E così i Regni che gli antichi Signori avevano creato cominciarono a intraprendere un percorso che li avrebbe portati alla fine: la Fiamma, l'energia primordiale che aveva dato vita al loro potere, si stava infatti spegnendo. Terrorizzati dal rischio di perdere tutto e di vedere i loro reami piombare nell'Oscurità eterna, di lasciare spazio alla cosiddetta Era degli Umani, i Signori cercarono in tutti i modi di ravvivare il fuoco originale, o di sostituirlo. La strega di Izalith tentò in tal senso di replicare la Prima Fiamma, ma fallì miseramente l'esperimento, generando per errore un incendio. Corrotte dal Caos, le fiamme l'avvolsero e la trasformarono in un misero spirito all'interno di un ricettacolo, la Culla del Caos, dal quale nacquero tutti i demoni che invasero il mondo. Anche i suoi seguaci e la maggior parte dei figli vennero consumati dal calore e tramutati in creature deformi. Solo una di loro, Quelana, riuscì a fuggire e a diventare la "madre" della piromanzia, insegnandone l'arte al suo primo allievo, Salaman.

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Curiosità

Si dice che le storie del mondo dei Dark Souls e l'aura di mistero e abbandono che le circondano, siano dovute al fatto che Hidetaka Miyazaki, ideatore della serie, da piccolo leggesse tonnellate di libri ma in lingua inglese. Non comprendendo quindi appieno ogni singolo passaggio, il più delle volte era costretto a usare la sua fantasia per "costruire" idealmente quegli elementi che non riusciva a decifrare. Avrebbe quindi rielaborato e "trasferito" idealmente nei suoi giochi questa sua esperienza.

Il destino di un cavaliere e il crepuscolo degli Dei

Dal canto suo, Lord Gwyn decise di provare a ridare vigore alla fiamma primordiale, pertanto partì da Anor Londo in direzione della Fornace dove ardeva, portando con sé la metà dei suoi cavalieri, mentre il resto rimase a guardia della Città degli Dei. Prima di andarsene, però, divise e lasciò in eredità i frammenti della sua Anima dei Lord ai più fidati fra i suoi alleati: i Quattro Re di Petite Londo e Seath il Senzascaglie. Dopo di che, giunto a destinazione e in seguito a una serie di eventi, in un ultimo gesto disperato, il Signore del Sole decise di immolarsi, donando alla Fiamma il proprio corpo per alimentarla con la sua anima.

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Così, da quel momento in poi, divenne noto come il Signore dei Tizzoni, "il salvatore della luce e del mondo". Nel momento però in cui ravvivò il fuoco, una potente vampata incenerì ciò che rimaneva del suo esercito, e dei soldati rimase soltanto lo spirito e un'armatura carbonizzata. Trasformati in Cavalieri Neri e corrotti dal Caos, furono da allora costretti a vagare in eterno senza una meta per il Borgo dei Non Morti, la Fornace della Prima Fiamma e altre zone di Lordran. Aver prolungato in maniera innaturale la luce del fuoco primordiale, scatenò inoltre una terribile maledizione con effetti catastrofici sugli esseri umani. Non è chiaro come ciò avvenne, ma si diffuse rapidamente. Si trattava di una maledizione terribile, che costringeva i morti a vivere, ma col tempo anche a perdere progressivamente la propria memoria e tutto ciò che faceva di loro degli esseri pensanti, fino a trasformarli in "gusci vuoti" e aggressivi. Ad ogni modo, lo spegnimento della fiamma era stato scongiurato, anche se solo per un tempo definito: prima o poi il fuoco sarebbe tornato ad affievolirsi, fino a morire. Mille anni dopo il sacrificio di Gwyn, infatti, l'intera Lordran era ormai in rovina; demoni e altre creature mostruose vagavano per le sue terre. La Fiamma stava per spegnersi di nuovo e il mondo era sempre più avvolto nell'Oscurità. Anche Anor Londo era in declino, abbandonata ormai da tempo immemore dalle divinità che vi avevano risieduto, come la figlia del Signore del Sole, Gwynevere, e suo marito, Flann, Dio del fuoco. E pure da molti dei suoi abitanti e amministratori, fuggiti via nel corso degli anni, e dai Quattro Re, corrotti dall'Oscurità dell'Abisso. L'unica divinità ancora rimasta nella vecchia Città degli Dei era quindi Gwyndolin, il figlio minore di Lord Gwyn. Il giovane, abile nella magia, era nato sotto il segno della luna ed era stato cresciuto come una bambina, pertanto aveva un aspetto femminile. Da anni proteggeva la tomba del padre e cercava dei modi per prolungare la durata della fiamma originaria. Forse l'aveva trovato nell'umanità, frammenti dell'Anima Oscura. O forse, come raccontava qualcuno, era stato il padre a scoprirlo prima di lui, e per questo aveva generato la maledizione dei non morti sacrificando dopo di sé alcuni uomini. Comunque sia, in quell'epoca morente, destinata a vedere il pianeta sprofondare nelle tenebre, solo una speranza, seppur flebile, sosteneva ancora il morale di coloro che portavano il Segno Oscuro, vale a dire il marchio che identificava quelli che avevano la maledizione dei non morti.

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Si vociferava infatti di un'antica profezia secondo la quale un giorno sarebbe arrivato un "Salvatore". Sarebbe stato lui a cambiare il destino del mondo: fuggendo dalla sua prigionia avrebbe raggiunto Lordran, la terra dei Lord dove ormai non c'erano uomini, ma soltanto morti viventi, creature e Dei. Lì, in quella terra ostile, avrebbe potuto raggiungere la Fiamma primordiale e succedere a Gwyn, diventando un Lord. Ma questa predizione non era altro che una bugia. Un inganno ordito abilmente da Gwyndolin. Per prolungare la durata della Fiamma primordiale, si era inventata una storiella che desse uno stimolo e una speranza ai non morti per attirarli in trappola e farli diventare loro malgrado combustibile per la fornace. Queste creature, come detto, avevano un frammento dell'Anima Oscura. E questa era molto diversa dalle altre: quella spezzata dal Nano Furtivo non si esauriva mai, si reincarnava e divideva illimitatamente a ogni nascita, in ogni nuovo individuo, espandendosi con la progenie umana. Il carburante perfetto per ravvivare costantemente la Fiamma. Per rendere più credibile il suo piano, il terzogenito di Lord Gwyn aveva perfino creato un'illusione raffigurante la sorella, la Principessa del Sole Gwynevere, le sentinelle del palazzo e quella di un sole splendente, fatto per mascherare l'angosciante oscurità che aveva invece avvolto Anor Londo e le terre circostanti. Il ruolo di Lord, che veniva offerto a coloro che giungevano a destinazione, era dunque falso: se il Prescelto succedeva al Signore dei Tizzoni doveva sacrificarsi nel fuoco, ma così non avrebbe fatto altro che ravvivare la Prima Fiamma, prolungando il ciclo dell'Era del Fuoco solo per poco tempo. Viceversa, scoprendo il tranello avrebbe potuto lasciare che si spegnesse una volta per tutte per dare così inizio all'Era dell'Oscurità o dell'Umanità, che dir si voglia, diventandone il Signore.

C’era una volta Drangleic

"Tanto tempo fa, in una terra cinta da mura, nel nord, un grande Re costruì un magnifico regno. Credo si chiamasse Drangleic. Magari lo conosci. No, come potresti. Ma un giorno ti ritroverai dinanzi ai suoi decrepiti cancelli, senza sapere perché. Come una falena attirata dalla fiamma, le tue ali bruceranno dolorosamente più e più volte. Poiché questo è il tuo destino, il destino del Maledetto". Duemila anni dopo, in un'altra epoca e forse in un altro luogo, il ciclo era continuato. Non era chiaro se Drangleic fosse in realtà situata laddove un paio di millenni prima sorgeva Lordran (e poi dopo Olaphis). "Molti regni sono nati e caduti in questo pezzo di terra. Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. Tutte le fiamme, anche quelle più brillanti, prima o poi muoiono. Ma poi, dalle ceneri, una nuova fiamma si riaccende, e un nuovo Re nasce, cambiando il proprio volto. È tutta una maledizione. E sarà la tua carne maledetta che erediterà la fiamma". La maledizione dei non morti, la ciclicità, il sacrificio e la ricerca erano quindi sempre attuali anche lì, con la ferma volontà degli individui di ribellarsi al loro atroce destino.

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Il Portatore della Maledizione, colui che avrebbe dovuto porre fine al dramma dei non morti, avrebbe dovuto viaggiare in quella che una volta era una terra prospera sotto il dominio di Re Vendrick, ma che cadde in rovina nel corso dei secoli a causa di una terribile guerra tra Umani e Giganti, l'esplosione della piaga dei non morti e la scomparsa del sovrano stesso. Vendrick aveva fondato il suo Regno con l'aiuto del fratello, Aldia, e con il potere delle Anime dei Quattro Grandi, probabilmente, dando per buono quanto scritto poco sopra, ciò che rimaneva di quelle dei Lord di Lordran, rendendola in breve tempo una nazione prospera e potente. Un giorno il sovrano conobbe la bella Nashandra, una donna che sosteneva di essere una visitatrice proveniente da una terra lontana. La viaggiatrice disse al Re che una minaccia stava incombendo sul suo popolo: i Giganti erano infatti decisi a conquistare Drangleic. Nashandra lo convinse quindi ad agire d'anticipo e a invadere lui le loro terre. Vendrick attraversò l'oceano e saccheggiò il territorio dei Giganti, dove pare recuperò un artefatto potentissimo o qualche forma di conoscenza (l'Anello del Re suggerisce essere ancora un'altra grande Anima). Col potere dei Giganti e una migliore comprensione della natura delle anime, il Re creò i Golem, delle creature che avrebbe utilizzato per sviluppare ulteriormente il suo regno ed edificare il Castello di Drangleic. Vendrick sposò pure Nashandra, che divenne Regina, e il reame si preparava a vivere una lunga Era di pace. In realtà le cose andarono molto diversamente: un esercito di Giganti giunse dal mare per vendicare i loro fratelli morti, assediò Drangleic e trascinò la sua popolazione in una guerra che sarebbe durata per generazioni. Alla fine i Giganti persero il conflitto a causa dell'intervento di un eroe senza nome, e si ritirarono, ma Drangleic era ormai ridotta in rovine.

Il marchio Oscuro

Come se non bastasse, nelle terre circostanti iniziò a propagarsi la maledizione dei non morti. Vendrick ne era terrorizzato, ma cercò di trovare una soluzione all'epidemia, di scoprirne una cura sfruttando i suoi studi sulla vera essenza dell'anima: per guadagnare ulteriore tempo ed evitare che il contagio si diffondesse troppo, decise di assoldare degli assassini per eliminare quanti più infetti possibili, o per segregarli in una terra lontana. "Trovò la forza di governare il suo popolo, e quando nacquero i non morti, maledetto... trovò altra forza per affrontarli". Come si originava la "malattia"? C'era modo di fermarla? Magari con la conoscenza di quegli antichi draghi che Aldia era ossessionato a ricreare con i suoi esperimenti? Per lui ottenere il segreto della loro immortalità avrebbe potuto scongiurare la maledizione dei non morti.

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Ad un certo punto i due fratelli si ritrovarono l'uno contro l'altro, non è ben chiaro per quali motivi. Si sa solo che Aldia venne esiliato dal Re in una fortezza, dove comunque decise di continuare la sua ricerca e di fare esperimenti perfino su se stesso. Ma per Vendrick le cose peggiorarono: il sovrano scoprì infatti che la moglie lo aveva sempre manipolato, e che era in realtà la "figlia" di Manus, formatasi proprio da uno dei frammenti più piccoli dell'Anima del Padre dell'Abisso quando questi era stato fatto in mille pezzi dopo la sua sconfitta nella terra perduta di Oolacile. La presunta minaccia dei Giganti, la guerra, tutto era stato orchestrato dalla Regina, o da chi per lei, che bramava di prendere il trono di Vendrick e il potere. "Il più piccolo dei pezzi, conscio della sua fragilità, reclama ciò che gli manca". Temendo per la sua gente, il Re che non era riuscito a fermare l'infezione dei non morti nemmeno su se stesso, decise di auto esiliarsi in quella che divenne la Cripta del Non Morto, con un contingente di cavalieri e alcuni uomini di fiducia a proteggerlo. Prima di andarsene e diventare "vuoto", senz'anima, fece però in modo che Nashandra non potesse mai rivendicare il Trono del Desiderio, che forse era il catalizzatore della Prima Fiamma, e mettere quindi le mani sull'Anello del Re, la chiave d'accesso a tutto. Drangleic venne trasformata in un'enorme trappola. Incapace per certi versi di agire in prima persona, Nashandra tentò nel tempo di manipolare il Portatore della Maledizione, ossia il non morto che giungeva a Dragleic per trovare una cura o rompere la maledizione che affliggeva lui e i suoi simili. La Regina voleva fargli compiere il lavoro sporco necessario per ottenere tutti i pezzi del puzzle per accedere al Trono del Desiderio. Muoveva i fili, pianificava, consigliava, ma nel momento in cui qualsiasi non morto fosse riuscito a mettere le mani su ciò che serviva al suo scopo, Nashandra sarebbe intervenuta eliminandolo per poi usurpare il trono. Ma l'ultimo dei maledetti coinvolto inconsapevolmente nel piano, riuscì a intuirne i piani e a fermarla in tempo: sarebbe stato lui e solo lui a decidere se riavviare l'Era del Fuoco e quindi la ripetizione del ciclo, oppure rinunciare a farlo e spezzarlo per sempre.