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Apple TV: rivoluzionari da salotto?

Ripercorriamo assieme storia e aspettative di quello che una volta era "un hobby" di Steve Jobs

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   04/11/2015

Milano, la centralissima Piazza San Babila, all'interno di uno dei tanti palazzi assediati dalle vetrine delle grandi catene di abbigliamento hanno sede gli uffici di Apple Italia, mentre al piano di sopra trova spazio una tranquilla showroom con tutti gli ultimi prodotti della mela più famosa del mondo. È qua che proprio ieri abbiamo assistito alla presentazione della nuova Apple TV, un prodotto che sembra finalmente avere le potenzialità per competere sul grande campo di battaglia dell'elettronica di consumo: il salotto.

Apple TV: rivoluzionari da salotto?

Prima della nostra accurata recensione, in arrivo nei prossimi giorni, prendiamoci un po' di tempo per analizzare la situazione e capire le potenzialità di questo scatolotto nero. Per ogni produttore hardware il salotto è una delle stanze più appetibili della casa, è lì che si trovano i prodotti che realmente hanno fatto breccia nel cuore dei consumatori. Televisori, lettori Blu-ray, sistemi surround, ricevitori satellitari... il salotto è il Valhalla dell'elettronica di consumo. Microsoft ha tentato l'assalto con Xbox One, Sony ha cercato di fare lo stesso con PlayStation 4 e PlayStation Vita TV e così le Steam Machine, i media center e tutti i vari computer mascherati da scatoletta facile facile. Pochi però possono dire di esserci riusciti. Nel corso degli anni anche Apple ha provato a presidiare il mondo dell'home entertainment, ma non si può dire che il risultato sia stato all'altezza dei suoi tanti successi commerciali. Apple TV ha infatti attraversato varie fase evolutive senza tuttavia riuscire a replicare ciò che iPhone è stato per la telefonia. La situazione potrebbe però cambiare con l'ultima versione che abbiamo avuto modo di provare in queste ore. Prima di addentrarci nella spiegazione, cerchiamo di fare chiarezza sulla strategia di Apple e sul potenziale di Apple TV.

Ripercorriamo la storia di Apple TV cercando di capire se ora ha le carte in regola per la rivoluzione

Dentro la Mela

Perché Apple piace? Perché riesce sempre a dare l'impressione di aver creato qualcosa in grado di cambiare il mondo, riesce a vendere l'idea che i suoi prodotti siano qualcosa di così bello e avveniristico che acquistandoli stiamo migliorando il pianeta o facendo un salto nel futuro. Purtroppo questi sono anche gli stessi motivi per cui molti la odiano a priori e non sopportano il tono e l'atteggiamento del suo reparto marketing, come accaduto per esempio dopo l'annuncio del nuovo iPad Pro e della Apple Pencil. In ogni caso, che la si odi o la si ami, Apple crede realmente che la sua missione sia cambiare il mondo e talvolta, dobbiamo essere onesti, sembra esserci riuscita davvero. Un po' come Blizzard, la creatura di Steve Jobs non arriva quasi mai prima sul mercato, piuttosto analizza l'hardware, i gusti del pubblico e gli errori degli avversari per creare qualcosa a cui gli altri non avevano pensato e che potrebbe piacere alle masse. La sua è una rivoluzione attendista. Agendo in questo modo Apple ha spianato la strade ai computer casalinghi e alle interfacce grafiche, ha reso i lettori MP3 qualcosa di assolutamente normale e ha scatenato la rivoluzione degli smartphone.

Apple TV: rivoluzionari da salotto?

In fondo non è un mistero che la chiave del successo di Apple si basi anche sulla sua filosofia di progettazione: software e hardware devono andare di pari passo e se questo le è quasi costato la chiusura trent'anni fa, ha premiato sul lungo termine. Solo Apple poteva produrre l'iPhone perché ha deciso fin da subito che non voleva basarsi su software o hardware di terze parti, voleva il controllo totale e questo le ha permesso di ritagliarsi un'ampia fetta di mercato con un'offerta software mostruosa e anche una forte identità. I prodotti Apple sono diversi dalla concorrenza perché pensati solo per Apple, in questo la compagnia tende ad assomigliare a Nintendo, altro gigante che attua un controllo certosino e totale sulle sue proprietà intellettuali. E non importa se non pensiamo che la frase "poteva farlo solo Apple" sia vera, è la stessa Apple a crederci tantissimo e a comportarsi di conseguenza. Certo viaggiare bendati può condurre talvolta a leggerezze e scivoloni, come quei comunicati stampa bizzarri in cui si utilizzano ovvietà o parole altisonanti per descrivere anche le caratteristiche più comuni dei propri prodotti, ad esempio quando un cinturino in gomma viene definito "fluoroelastomero" o quando si dichiara che il nuovo modello iPhone è l'iPhone più avanzato di sempre, e ci mancherebbe! Ecco dunque l'approccio che Apple ha con tutti i suoi prodotti ed ecco anche spiegata la ragione per cui finora ha trattato Apple TV come un oggetto misterioso, forse non era poi così sicura che fosse in grado di cambiare il mondo.

Il passatempo

Apple TV ha avuto fin da subito un'esistenza travagliata. Dopo l'annuncio nel 2006 come iTV, ha dovuto rapidamente cambiare nome per questioni di copyright. Inizialmente non era neppure in grado di creare contenuti da sola, era semplicemente un ingombrante portale per fare streaming dal PC alla TV. Per fortuna un aggiornamento successivo la rese un media center a tutti gli effetti.

Apple TV: rivoluzionari da salotto?

Nel 2010 fu infatti messa in commercio una versione riveduta e corretta, più piccola, con un nuovo design e in grado di fare streaming a 720p, due anni dopo seguì anche un hardware più potente e il supporto Full-HD. Nonostante questi miglioramenti, Apple TV ha però sempre occupato un posto molto scomodo nell'offerta Apple. Un po' come una studentessa straniera ad un ballo scolastico era là col suo bel vestito, tutti la guardavano, ma nessuno osava avvicinarla perché non sapeva come parlarci né era sicuro del risultato in pista. Persino Jobs la trattava come una specie di oggetto non identificato, se non addirittura un hobby. Il motivo è molto semplice: Jobs sapeva che l'intrattenimento televisivo sarebbe cambiato, ma non aveva ancora ben capito come. Sapeva tuttavia che Apple doveva essere parte di questo cambiamento, dunque nell'attesa cercò fin da subito di occupare la nicchia con Apple TV. Secondo Jobs la TV era un mondo strano, soprattutto nell'era delle Smart TV. Quando ne compri una poi non credi di aver bisogno di un altro apparecchio per usarla al meglio, hai già la TV, al massimo ci metti il decoder, cos'altro ti serve? Questa mentalità ha rallentato lo sviluppo nel settore che solo oggi, grazie ai centinaia di servizi di streaming e al digital delivery, sta effettivamente esplodendo. Senza contare che un altro fattore che sta cambiando le regole del gioco e potrebbe farlo anche per la nuova Apple TV sono i videogiochi.

Il nuovo Wii?

Perché Wii ha dominato le vendite della sua generazione? Un ottimo ufficio marketing, titoli accessibili, costo democratico e controlli intuitivi. La stessa formula potrebbe ripetersi con Apple TV. L'iPhone non ha rivoluzionato il settore solo perché ha introdotto uno schermo totalmente touch, lo Store e un design particolare, era anche un'ottima macchina per giocare ed è il carburante che ha fatto decollare il razzo del mobile gaming.

Apple TV: rivoluzionari da salotto?

Per anni gli analisti si sono dichiarati certi che Apple fosse pronta a lanciare una propria gamma di televisioni. E invece niente di più sbagliato: stava lavorando su tvOS, una versione di iOS pensata per gli schermi televisivi in grado di portare l'incredibile catalogo di iOS direttamente nel salotto. Altri ci hanno già provato o lo stanno facendo adesso, Amazon, Nvidia, ma sono realtà distanti dal consumatore medio, lo stesso che per anni ha chiamato ogni videogioco col nome "PlayStation". Con un controller adeguato Apple TV rischia di diventare la nuova Wii, una console piccola, facile da usare e facilmente riconoscibile da parte del consumatore, con anche molti più giochi rispetto al sistema Nintendo. Certo, gli hardcore gamer, quelli che vogliono certi giochi e certe esperienze ludiche, continueranno a comprare PC, PlayStation e Xbox One, ma ci sono molte altre persone che compreranno Apple TV per Netflix o il catalogo iTunes e che si faranno incuriosire dall'offerta. La missione di Apple non è facile e forse non potremo mai veramente parlare di rivoluzione, ma forse, dopo essersi fatta male col Pippin, stiamo per assistere in maniera inconsapevole al lancio della prima, vera console di Apple.