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La crisi di Steam Greenlight

Utenti, sviluppatori o Valve: di chi è la colpa?

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   22/11/2015

Negli ultimi anni il mondo dei videogiochi è stato protagonista di una vera e propria rivoluzione "dal basso" grazie alla rete, al rapporto più diretto tra pubblico e sviluppatori indipendenti e al diffondersi del crowdfunding. Tuttavia, come ogni rivoluzione, anche quella legata a mondi come Kickstarter e Steam Greenlight è tutt'altro che perfetta. Inesperienza, disonestà, un mercato in saturazione, fatto sta che il programma di Steam dedicato alla promozione dei titoli indie nell'ultimo periodo è stato vittima di un'abbondante emorragia d'utenza. Come mai? La colpa, come spesso accade, non sta mai da una parte sola.

Steam Greenlight ha sempre meno utenti, di chi è la colpa? Valve, gli sviluppatori o l'utenza?

È la moda, bellezza

Una delle ragioni del declino di Steam Greenlight è che, banalmente, non è più di moda. Inizialmente molte persone, sull'onda della novità, sfogliavano il catalogo dei titoli che potevano essere votati, distribuendo manciate di preferenze come fa un single su un sito di appuntamenti, ma col tempo il giochino si è rivelato molto meno divertente del previsto perché non c'era nessuna ricompensa.

La crisi di Steam Greenlight

Scelta insolita se si considera che Valve sa come ingolosire e coccolare i propri utenti attraverso la gamification, utilizzando cioè carte collezionabili, livelli, oggetti da scambiare e così via. Eppure queste conoscenze mancano completamente all'interno di Greenlight dove non c'è nulla che invoglia a spendere tempo votando giochi che non si conoscono e che portano quindi l'utente a visitare il sito solo quando è strettamente necessario, ovvero per promuovere un titolo specifico a cui è particolarmente interessato e di cui ha già visto una campagna promozionale. Un altro grande problema riguarda proprio i giochi: da quando il settore degli indie è esploso ce ne sono veramente troppi, molti dei quali sono solo dozzinali scopiazzature visive o concettuali di formule che hanno avuto successo. Nel catalogo possiamo trovare l'ennesimo horror in prima persona in stile Amnesia, un titolo di corse con grafica in stile smartphone, il geniale programmatore che ha pensato di essere originale utilizzando gli zombi, un survival privo di futuro e qualche gioco solo online che sarebbe molto bello condividere con gli amici, ma che se tutto va bene sarà comunque meno popolato di una scuola ad agosto. E allora perché un utente di Steam dovrebbe perdere il suo tempo votando questo dubbio assortimento? Forse in nome dell'onore dei giochi indipendenti o spinto dal sacro fuoco della promozione disinteressata? Mah.

Uno su mille

Allargando il concetto, il problema di Greenlight è il problema di tutto le piattaforme di autoproduzione, da YouTube al Twitch, passando per blog e siti musicali vari. Il materiale veramente degno di nota spesso viene sommerso dal marasma di spazzatura creata solo perché qualcuno deve sbattere la faccia contro l'idea di non essere bravo in ciò che vorrebbe fare. Uno su mille di questi prodotti ce la fa, il resto o e robaccia o è in mano a dilettanti.

La crisi di Steam Greenlight

Ci sono giochi Greenlight e Early Access che sembrano promettenti sulla carta, ma falliscono miseramente di fronte all'impegno richiesto per portare realmente a termine un gioco. Per trovare un esempio calzante non dobbiamo neppure scavare troppo: Project Godus. Senza tirare in ballo la pessima figura rimediata col vincitore di Curiosity, il simulatore divino di Peter Molyneux è una caso esemplare di tutto ciò che può andare storto con Greenlight e Kickstarter. Abbiamo un gioco che supera abbondantemente la cifra richiesta per il suo sviluppo, il via libera su Greenlight ottenuto a furor di popolo e migliaia di giocatori incazzati perché, di fatto, hanno pagato per giocare a qualcosa di fortemente incompleto e in cui le funzioni promesse sono state implementate tardi e in maniera scadente. Internet e i social media ci hanno dato questa enorme possibilità di mettere in contatto diretto chi crea e chi ama i videogiochi, ma disastri come questo non si limitano a peggiorare la reputazione di Molyneux, l'onda d'urto si propaga per tutto il sistema, con conseguente perdita di fiducia e declino delle piattaforme di autopromozione.

Il codice o la vita!

L'altro grande problema è che se da una parte lo sviluppatore deve tenere fede al patto di fiducia, anche chi vota deve rendersi conto del proprio potere e utilizzarlo con saggezza. Recentemente Greenlight è stato al centro di un caso poco chiaro che ha coinvolto gli sviluppatori di The Body Changer e Desura, una piattaforma di digital delivery e alcuni utenti. In sostanza, la cosa si può riassumere così: il gioco viene inserito in un bundle di Desura, senza che sia stata promessa alcuna chiave del gioco. Allo stesso momento però a tutti gli acquirenti del bundle viene inviata una mail in cui si chiede di votarlo su Greenlight, cosa che avrebbe anche senso, visto che se hai acquistato il bundle dovresti avere interesse nel far sì che i titoli al suo interno siano disponibili.

La crisi di Steam Greenlight

Molti utenti a quel punto iniziano a pretendere codici del gioco su Desura, in cambio del voto, anche se non c'erano stati accordi in tal senso, minacciando di boicottare il lancio di The Body Change con votazioni negative basate non sull'effettiva qualità del gioco, ma per mettere in atto un puro e semplice ricatto. Di fatto quindi Greenlight rischia di accentuare atteggiamenti spregevoli e disonesti che in certi casi vengono incentivati dagli sviluppatori stessi. Se l'utenza pretende dei codici è perché spesso è così che funziona: io ti regalo un bundle, qualche collezionabile su Steam, la beta di un gioco che ti piace o di quello che sto sviluppando, e tu mi metti un bel "Sì". Insomma, come spesso accade con le buone idee, è la natura umana a deviarle dal loro concetto originale trasformandole in strumenti per tirare fuori il peggio di noi. Non sappiamo come Valve possa risolvere il problema, né se inserire dei meccanismi di "gamification" possa riportare gli utenti su Greenlight ed evitare comportamenti disonesti, ma di sicuro qualcosa deve cambiare prima che quello che una vola era un concetto virtuoso si trasformi in un Far West in cui non passa l'idea migliore, ma quella con più codici da regalare.