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Spazio, ultima frontiera

L'evoluzione di Elite: Dangerous passa per un'importante stagione di espansioni

PROVATO di Mattia Armani   —   30/12/2015

Quando si parla di Elite: Dangerous una citazione a Star Trek come quella che abbiamo scelto per titolo è quasi un dovere. L'ultima fatica di David Braben, rilettura in chiave moderna del suo primo capolavoro, è in gran parte incentrata sull'esplorazione. In Elite persino le battaglie e gli scontri planetari, fulcro della prima release della stagione di espansioni Horizons, richiedono un certo impegno esplorativo oltre ad abilità di navigazione e manovra. Non cambia, insomma, lo stampo dell'esperienza che pur aggiungendo alla formula originale dinamiche online e un'interfaccia più avanzata, chiede al giocatore una pazienza che sconfina nella riflessione esistenziale.

Spazio, ultima frontiera

I piaceri di Elite consistono nelle piccole scoperte che possono anche richiedere decine di minuti di navigazione in velocità Supercruise. Le soddisfazioni di Elite si nascondono nella riuscita di un lungo inseguimento e nel piacere di calibrare al millesimo ogni manovra. Il pieno godimento lo si prova anche accettando di perdersi nel vuoto, di godere della consapevolezza di poter vivere un'esistenza alternativa in uno spazio così immenso da essere assolutamente inesplorabile nella sua interezza. Tutti questi sono gli elementi costitutivi della magia di Elite, e sono inestimabili, ma c'è da dire che comportano anche qualche problema. Se le proporzioni e le dinamiche sono realistiche, altrettanto non vale per il dettaglio e per la varietà dell'esperienza. Frontier ci ha regalato un universo immenso ma deve ancora riempirlo e bilanciarlo adeguatamente. Tra pianeti spesso indistinguibili, nel mezzo di uno spazio vuoto persino un amante del farming può arrivare ad annoiarsi dovendo ripetere innumerevoli volte le stesse missioni. Inoltre i bug sono ancora una costante e la dimensione cooperativa manca di parecchie rifiniture che si spera arrivino quanto prima. Per fortuna le missioni sono disponibili per tutti i membri del gruppo, con retribuzioni diverse a seconda del grado del giocatore, e gli obiettivi di combattimento sono completabili in squadra, ma non è sempre facile organizzarsi, trovarsi e raggiungersi rapidamente anche a causa dei problemi di sincronia delle istanze. Infine è senza dubbio necessario fare di più per coinvolgere i giocatori nelle dinamiche politiche e per rafforzare la dimensione narrativa. Ma la possibilità di organizzarsi, aggirando i limiti del gioco, c'è anche se il sistema di istanze dinamiche è ancora lontano dalla perfezione ed è intrinsecamente inadatto a sostenere meccaniche multigiocatore massive. Ciononostante, l'universo di Elite: Dangerous ospita addirittura un'associazione che porta carburante a chi rimane a secco nello spazio e non mancano gruppi meno altruistici che hanno preso praticamente possesso di interi sistemi. Ma la varietà del gameplay è comunque importante ed è a questo proposito che passiamo finalmente a parlare di Horizons.

Elite: Dangerous - Horizons da ufficialmente inizio alla seconda fase dell'ambizioso simulatore spaziale

Primo Contatto

Questa tranche iniziale di Horizons, primo assaggio di una serie di update tutti legati alla stessa espansione, rappresenta un passo molto importante per l'evoluzione di Elite in seguito all'introduzione di grandi battaglie, zone di guerra, fazioni e attività minerarie che hanno ampliato il panorama delle possibilità concesse ai giocatori aggiungendosi alle taglie, agli agguati spaziali, all'esplorazione, al contrabbando, alle dinamiche cooperative e alle attività di trasporto. Dal lancio a oggi l'esperienza si è ampliata in modo costante e le missioni planetarie con raid, crafting e nuovi tipi di missione sono un'aggiunta estremamente importante. Oltre a questo ci sono anche nuove navi e moduli, essenziali per avvicinarsi ai pianeti ed esplorarli metro per metro su un piccolo ma versatile veicolo chiamato SRV che è dotato di cannoncino e di propulsori che permettono di frenare le cadute e di staccarsi di qualche metro dal terreno.

Spazio, ultima frontiera
Spazio, ultima frontiera

Questo deve essere acquistato, assieme a un hangar, mentre tutte le navi dovrebbero essere equipaggiate con il modulo che permette di avvicinarsi alla superficie dei corpi celesti segnalati con l'icona di un'astronave atterrata. Per avere accesso alle basi planetarie non è necessario avere il veicolo per l'esplorazione ma il consiglio è quello di acquistarlo quanto prima per poter accedere al crafting, alle missioni di ricerca e a quelle di combattimento su SRV. Prima di toccare terra, lo abbiamo detto, bisogna avvicinarsi al pianeta e nel caso in cui ci sia un obiettivo preciso è bene farlo tenendo conto che andare troppo vicini disattiva la propulsione Supercruise e che nello stesso momento si attiva la fase di Glide, che permette un avvicinamento morbido, se la nave ha la giusta inclinazione rispetto alla superficie. Il volo planetario funziona come quello spaziale ma c'è un altimetro e un radar di superficie che ci mostra le asperità del terreno per aiutarci a scegliere la miglior zona per atterrare. Come ulteriore aiuto c'è anche un segnale che ci mostra l'allineamento con il terreno e, raggiunto questo, non resta che abbassarsi lentamente con il carrello fuori, proprio come negli atterraggi sulle stazioni spaziali. Ottenuto l'accesso ai pianeti si aprono diverse prospettive che includono missioni a fasi multiple, esplorazione planetaria, assalti di vario tipo a installazioni, raccolta minerali e ritrovamenti di piloti o carichi preziosi. Le basi possono essere attaccate anche dal cielo ma di solito sono dotate di potenti installazioni antiaeree che spingono a preferire lo scontro a terra, affrontabile grazie al cannoncino dei veicoli SRV. Con quest'ultimo è possibile sparare direttamente dall'abitacolo oppure dalla torretta che può essere manovrata col mouse nel caso in cui si utilizzi la tastiera per spostarsi. Nel bel mezzo della console del veicolo, infine, c'è un particolare radar chiamato Data Link Scanner che ci guida sfruttando segnali luminosi. La compattezza del segnale indica la distanza di un oggetto mentre lo spessore l'importanza dell'oggetto verso cui ci stiamo muovendo. Un relitto, una nave spaziale o un'installazione producono una bella traccia mentre un minerale prezioso genera un segnale più sottile.

Elite Beyond

Per provare le novità di Horizons ci siamo imbarcati una missione di assalto ben pagata ma piuttosto difficile, come rimarcato dalle tre croci affiancate al nome della base da attaccare. Partiti in due con lo scopo di tagliare l'energia di una grossa installazione, abbiamo sondato l'installazione dal cielo e dopo aver contato otto massicce torrette antiaeree abbiamo deciso di parcheggiare fuori dal perimetro e di superarlo, beccando le relative contravvenzioni, con l'SRV per addentrarci in una valle ghiacciata dove abbiamo affrontato tre facili sentinelle e sudato innumerevoli camicie per evitare gli attacchi di una più grossa, chiamata Goliath. Mentre questa ha continuato a bombardarci incessantemente abbiamo cercato di identificare il generatore da disattivare ma la pericolosità delle salve di missili ci ha costretto a fronteggiare direttamente l'aggressore, ed ecco che è successo l'irreparabile: sono finiti i colpi.

Spazio, ultima frontiera
Spazio, ultima frontiera

Fuggiti per il rotto della cuffia siamo tornati alle rispettive navi per i rifornimenti ed ecco che abbiamo scoperto, con estremo dolore, che nelle missioni il restock di carburante e proiettili è possibile solo attraverso il nuovo sistema di crafting. La scelta, di certo, ha senso ma il farming planetario dei minerali è completamente casuale e questo significa che prima di trovare gli elementi necessari per costruire i rifornimenti possono passare ore. Anche per questo motivo il tempo concesso per compiere le missioni planetarie è piuttosto generoso ed è ovviamente possibile fare scorta di minerali prima di imbarcarsi in un assalto, ma ci troviamo di fronte a una meccanica fin troppo onerosa in termini di pazienza, anche per un titolo come Elite. Tra l'altro l'SRV non è dotato di laser minerario per frantumare le rocce ed è necessario usare i proiettili per estrarre i minerali che partono in ogni direzione e devono essere raccolti uno a uno con il cargo scoop. Per fortuna l'evoluzione del sistema di crafting spicca tra i futuri update della stagione Horizons e possiamo sperare in qualcosa di più rifinito, ma alcuni accorgimenti sarebbero stati a dir poco auspicabili e sarebbe stato possibile implementarli da subito. In ogni caso il sistema Synthesis rappresenta una possibilità in più che ci permette anche di ricaricare il carburante, di rinforzare il nostro SRV e di costruire proiettili di qualità superiore anche per le astronavi. Inoltre è possibile rinforzare l'armatura del veicolo terrestre e aumentare la distanza di salto della nostra nave del 50%, con la modifica di qualità standard, e del 100% per quanto riguarda il livello premium. Le novità, insomma, non mancano anche se il lavoro da fare è ancora parecchio e le fondamenta del titolo Frontier hanno bisogno di parecchie rifiniture. I contrattempi si sprecano tra esecuzioni sommarie per un colpo sbagliato, istanze che perdono la sincronia privandoci dei nostri compagni, avversari che diventano improvvisamente immortali e glitch di vario tipo legati all'esperienza planetaria. Ma come per la prima release ci troviamo di fronte a una promessa a lungo termine che richiede fiducia. Il giudizio, sia chiaro, deve rispondere ancora una volta dei problemi complessivi dell'esperienza ma non possiamo che consigliare l'acquisto dell'espansione a chi si è divertito con Elite: Dangerous. L'acquisto non è obbligatorio e la patch 1.5 inserisce nel titolo base alcune aggiunte di Horizons, nuove astronavi incluse, ma privarsi dell'espansione significa non poter completare certe missioni multi fase e restare tagliati fuori rispetto all'evoluzione dell'universo. Frontier ha fatto di tutto per stimolare l'acquisto e per qualcuno questo approccio non è stato dei più corretti, ma Horizons è un investimento corposo che include anche il gioco base in modo da risultare appetibile per i nuovi giocatori.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo Windows 7
  • Processore Intel Core i5 4440
  • 16 GB RAM
  • Scheda video GeForce GTX 780

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows 7, Windows 8, Windows 10 (64 bit)
  • Processore Quad Core 2 GHz
  • 6 GB RAM
  • Scheda Video Nvidia GTX 470 / ATI 7240HD
  • Connessione necessaria per la modalità online

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo Windows 7, Windows 8, Windows 10 (64 bit)
  • Processore Intel Core i7-3770K Quad Core CPU / AMD FX 4350 Quad Core CPU
  • 8 GB RAM
  • Scheda Video Nvidia GTX 770 / AMD Radeon R9 280X
  • Connessione necessaria per la modalità online

Conclusioni

Digital Delivery Steam, Sito Ufficiale
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it

Lettori (25)

8.3

Il tuo voto

PRO

  • Universo sconfinato e realistico
  • Missioni più complesse e sistema embrionale di crafting
  • Un importante passo in avanti ed è solo l'inizio
  • Finalmente gli atterraggi planetari...

CONTRO

  • ... anche se ancora limitati a pochi, desolati pianeti
  • Alcuni elementi sembrano essere stati implementati in fretta e furia
  • Bug, mancanze e problemi di sincronia delle istanze causano parecchi grattacapi