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Non è la solita commedia giapponese

I multiversi di Fire Emblem e di Atlus si incontrano in questo jRPG dal titolo impronunciabile

ANTEPRIMA di Christian Colli   —   28/01/2016

Sono passati ben tre anni dal primo teaser di Shin Megami Tensei x Fire Emblem e, nonostante il gioco sia già uscito in Giappone da alcuni mesi, noi occidentali stiamo ancora aspettando una data di pubblicazione ufficiale e un nuovo titolo. Perché Genei Ibun Roku #FE - che significa una cosa tipo "rivelazioni delle illusioni" - non è esattamente il nome ideale per il nostro mercato, ma d'altra parte bisogna mettere in chiaro che il nuovo jRPG sviluppato da Atlus, e in particolare dai creatori di Shin Megami Tensei IV, non è un crossover come aveva lasciato intendere il titolo mostrato nel suddetto teaser del 2013. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e il gioco ha assunto un'identità propria... spaccando in due l'opinione dei nostri amici con gli occhi a mandorla che lo hanno giocato e completato prima di noi. Insomma, che cos'è Genei Ibun Roku #FE?

Genei Ibun Roku #FE è uscito in Giappone e ha spaccato in due l'opinione dei giocatori: perché?

Siamo tutti un po' otaku

Non è facile descrivere la peculiare natura di questo progetto. Proviamoci comunque: immaginate un jRPG in stile Persona 4 in cui i persona dei protagonisti sono ispirati ad alcuni tra i più famosi personaggi appartenenti alla saga di Fire Emblem. Ora supponete che i suddetti protagonisti non siano semplici studenti, ma idol e pop-star giapponesi impegnate nel mondo dello spettacolo. Et voilà, ecco Genei Ibun Roku #FE.

Non è la solita commedia giapponese
Non è la solita commedia giapponese

Ovviamente si tratta di un contesto che piacerà specialmente ai fan della cultura e dello spettacolo nipponico, pieno com'è di citazioni e stereotipi visti e stravisti in centinaia di cartoni animati. Come i Persona però, il gioco sferra non poche stoccate trasversali alla stessa società che l'ha partorito, soprattutto per quel che riguarda lo spietato mondo del business. Tutti i protagonisti infatti, compreso il nostro silenzioso alter ego, lavorano per la Fortuna Entertainment, un'agenzia che si occupa non solo di farli diventare delle vere star, ma anche di combattere i Mirage che arrivano da una dimensione parallela chiamata Idolasfera. I Mirage sono degli "spiriti" che si nutrono della Performa, l'energia sprigionata dalla creatività umana. Non tutti i Mirage sono ostili però, e i protagonisti stringeranno un patto con alcuni di essi, diventando Mirage Master: gli spiriti in questione appartengono agli eroi della saga di Fire Emblem, anche se ricordano soltanto a sprazzi le loro identità originali. Neanche a dirlo, il nostro protagonista Itsuki Aoi si legherà al Mirage di Chrom, l'eroe di Fire Emblem: Awakening, l'episodio del franchise firmato Intelligent Systems più rappresentato insieme a Fire Emblem: Shadow Dragon (o meglio, l'originale nipponico Ankoku Ryū to Hikari no Tsurugi, quello con Marth, per intenderci). Lo scopo dei nostri eroi diventerà dunque quello di sfondare nell'industry dello spettacolo e di salvare il mondo e gli idol scomparsi nell'Idolasfera cinque anni prima, durante una tragica première. Se la trama vi sembra bizzarra, avete colto perfettamente lo spirito - scusate il gioco di parole - di Genei Ibun Roku #FE. La trama tuttavia, non parrebbe aver colpito completamente nel segno: al di là delle tantissime citazioni e delle atmosfere sbarazzine, sembrerebbe indugiare sulla caratterizzazione dei personaggi principali attraverso le missioni secondarie facoltative, lasciando scoperta una storia prevedibile e un po' troppo fuori di testa. A quanto pare infatti, in molti si aspettavano una narrazione cupa e drammatica in puro stile Shin Megami Tensei, tra demoni e conflitti apocalittici; invece si sono ritrovati per le mani un Persona edulcorato in cui i personaggi salvano il mondo cantando e ballando. Questa prospettiva, d'altro canto, ha deliziato i fan dell'animazione nipponica che hanno preso Genei Ibun Roku #FE per quello che è, ovvero un gioco di ruolo squisitamente giapponese.

Il fanservice non basta

Su una cosa, però, i giocatori che hanno finito Genei Ibun Roku #FE sembrano tutti d'accordo: a livello di gameplay, il titolo Atlus conserva tutte le migliori caratteristiche che hanno reso famosa la sua proprietà intellettuale più importante, ovvero Shin Megami Tensei. Paradossalmente, la presenza di Fire Emblem si riduce all'identità dei Mirage e alle citazioni della saga Intelligent Systems, poiché l'evoluzione dei personaggi e i rapporti tra i vari tipi di armi non sono nulla che non si sia già visto anche negli Shin Megami Tensei e in Persona. Il sistema di combattimento a turni schiera tre PG contro un numero variabile di nemici che dovremo sconfiggere approfittando anche e soprattutto dei loro punti deboli. Ecco quindi che entrano in gioco i diversi tipi di armi presi da Fire Emblem (spade, lance, asce e archi) e gli incantesimi visti nei vari Shin Megami Tensei e nei loro spin-off come Agi, Bufu, Zio, Mudo, Hama. Non mancano neppure le magie curative come Dia o quelle depotenzianti come Rakukaja, poiché gli scontri sono discretamente complessi fin dall'inizio e solo impiegando le tattiche giuste è possibile dominare letteralmente i nemici.

Non è la solita commedia giapponese
Non è la solita commedia giapponese

Ogni volta che si sfrutta un punto debole, per esempio, il personaggio di turno ha diritto a un cosiddetto Session Assault, ovvero un turno extra in cui attaccare lo stesso bersaglio o uno diverso: concatenando più Session Assault si innescano spettacolari combo e si infliggono danni enormi. I vari personaggi poi, dispongono di abilità aggiuntive come le Special Performance e le Ad-Lib Performance, veri e propri attacchi cinematici che fanno il verso agli spot televisivi giapponesi o attingono ai poteri dei Mirage per obliterare i nemici. Così come le Duo Arts, cioè gli attacchi combinati che coinvolgono certi personaggi, la maggior parte di queste tecniche si sblocca completando le missioni secondarie e conoscendo meglio i tanti comprimari: in un certo senso, le loro missioni personali ricordano i Social Link di Persona, solo meno pressanti in termini di requisiti. Come se non bastasse, i Mirage Master possono fondersi con i loro Mirage e assumere la forma Carnage, diventando più potenti: queste e altre abilità sono relativamente personalizzabili nel Bloom Palace, una specie di hub nell'Idolasfera che fa il verso alla Velvet Room della saga Persona. È chiaro, insomma, che Genei Ibun Roku #FE ha parecchio da dire, in termini di gameplay e che gli amanti del genere troveranno pane per i loro denti per quanto riguarda la profondità delle meccaniche dentro e fuori dai combattimenti. Purtroppo sembra invece che i dungeon lascino un po' a desiderare: a differenza dei vari Shin Megami Tensei e di Persona, questa volta non affronteremo location generate casualmente, ma labirinti in cui dovremo risolvere anche qualche rompicapo per raggiungere il canonico boss finale. In questo senso, ci verrà in aiuto il GamePad: Genei Ibun Roku #FE non si può giocare off-screen, ma lo schermo del controller servirà a tenere sempre sott'occhio la mappa e lo status del nostro party. Il famigerato "crossover che non è un crossover" tra i giochi Atlus e Intelligent Systems, insomma, sembra essere piuttosto diverso da quello che avevamo immaginato nel 2013, ma siamo sicuri che le meccaniche ruolistiche sapranno coinvolgerci come al solito. E per quanto riguarda il setting? Beh, dopo aver passato il 2015 ad affrontare minacce interplanetarie, terroristi e mostri orripilanti, dobbiamo proprio ammettere di essere particolarmente attratti dal coloratissimo e spassoso mondo di Genei Ibun Roku #FE. Speriamo soltanto di non dover attendere a lungo.

CERTEZZE

  • C'è lo zampino di Atlus per le meccaniche RPG
  • L'ambientazione è decisamente originale
  • È più simile a Persona che a Shin Megami Tensei

DUBBI

  • La trama parrebbe essere piuttosto superficiale
  • Chi non ama la cultura giapponese potrebbe trovarlo insopportabile