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Batman prima di Rocksteady

Prima del grande successo della serie Arkham, Batman non sempre ha avuto una vita facile nel mondo dei videogiochi: vi raccontiamo la storia videoludica dell'eroe mascherato per eccellenza

SPECIALE di Massimo Reina   —   19/02/2016

Prima di Rocksteady Studios, prima della saga di Arkham e del pirotecnico finale (provvisorio?) del protocollo Knightfall, raramente il personaggio di Batman è stato protagonista di videogiochi di una certa qualità. Facendo mente locale e tenendo conto ovviamente dell'evoluzione tecnologica degli ultimi trent'anni, sono davvero pochi quelli riusciti a ricreare alla perfezione l'universo del popolare eroe di DC Comics. Mentre sono stati parecchi quelli che per un motivo o per un altro, nonostante le buone intenzioni dei tanti sviluppatori che si sono alternati alla regia, hanno poi finito per deludere i fan del Cavaliere Oscuro, rivelandosi dei clamorosi flop. Per rivivere il lungo cammino che ha condotto il paladino di Gotham in versione digitale fino ai giorni nostri, abbiamo deciso di ripercorrere con voi la storia del personaggio di Batman nel mondo dell'intrattenimento elettronico, tenendo però in considerazione solo quei titoli nel quale l'Uomo Pipistrello è stato il protagonista principale.

Vi raccontiamo la storia videoludica di Batman, dalle origini agli ultimi successi di Rocksteady Studios

La prima volta

Batman prima di Rocksteady
Batman prima di Rocksteady

L'esordio di Batman nel mondo dei videogiochi avviene nel 1986 grazie alla Ocean Software, una software house inglese fra le maggiori produttrici di videogiochi fino a circa la metà degli anni '90. Il gioco venne rilasciato solo in Europa su Amstrad CPC, Amstrad PCW, MSX e Sinclair ZX Spectrum, e si rivelò subito un successo di critica e pubblico. Batman era un gioco in 3D isometrico che vedeva il supereroe impegnato a salvare l'amico Robin recuperando le sette parti mancanti del suo hovercraft, il Batcraft, all'interno di una labirintica Batcaverna. Il tutto saltellando su delle piattaforme, risolvendo dei puzzle ambientali ed evitando di cadere vittima di qualche trappola o sistema di difesa. Visto il successo ottenuto, il publisher inglese decise di produrre un nuovo titolo dedicato all'eroe mascherato, sviluppato da Special FX Software per i sistemi a 8-bit home computers come l'Amiga, lo ZX Spectrum e il Commodore 64. Intitolato Batman: The Caped Crusader, il gioco uscì nel 1988 nel Vecchio Continente e negli Stati Uniti: si trattava stavolta di un platform a scorrimento orizzontale dalla grafica cartoonesca e, per l'epoca, molto curata. L'avventura era suddivisa in due sezioni distinte, una per ciascun nemico di Batman, vale a dire Joker e Il Pinguino, accessibili liberamente. Inoltre tra le sue peculiarità poteva vantare una strana conformazione delle aree, mostrate sullo schermo come tante vignette di un fumetto. Il giocatore poteva utilizzare calci e pugni oltre all'immancabile batarang per farsi largo tra i nemici e risolvere qualche enigma. Ma è a cavallo fra il 1989 e il 1990 che il Cavaliere Oscuro inizia a godere di un certo eco sulla stampa di settore e in generale nell'ambiente videoludico, grazie al suo esordio su console. L'apparizione del Crociato Incappucciato su Nintendo a 8-bit, Game Boy e successivamente SEGA Genesis/Mega Drive, avvenne tra l'altro più o meno in contemporanea con il lancio del primo blockbuster cinematografico a lui dedicato, quel Batman di Tim Burton interpretato da Michael Keaton, Jack Nicholson (nel ruolo del super criminale Joker), Kim Basinger e Jack Palance, capace di ottenere ai tempi il più alto incasso per una pellicola basata su un fumetto della DC Comics e tanti consensi. Ad ogni modo, oltre che su console il videogioco Batman vide la luce anche su home computer, e come accadeva a quel tempo presentava differenze anche stilistiche da una piattaforma all'altra.

Batman prima di Rocksteady

Tutto ciò a causa del fatto che in quegli anni capitava sovente che un determinato prodotto vedesse all'opera diversi editori e sviluppatori coinvolti nei vari progetti ad esso correlati, ognuno indipendente dall'altro. Così se per i computer era la solita Ocean Software, sempre più coinvolta nello sviluppo di titoli basati su licenze cinematografiche, a produrre il gioco, per le sopracitate console, fu invece Sunsoft, società giapponese molto vicina a Nintendo. Tutte le versioni del gioco, chi più, chi meno, fecero registrare ottime vendite, specie a Natale su Amiga e NES, ottenendo voti alti anche dalle principali riviste del settore. A emergere dalla massa tuttavia furono però la versione per NES, conosciuta anche come Batman: The Video Game, un divertente platform/picchiaduro a scorrimento laterale, con un finale che vedeva Batman fronteggiare Joker sul campanile della Cattedrale di Gotham City, e la sua controparte a 16-bit per SEGA Mega Drive. Quest'ultima poteva vantare grafica e sonoro migliori rispetto a quella Nintendo, oltre a una giocabilità più fluida. Inoltre risultò la più vicina a livello di tematiche alla pellicola di Tim Burton, offrendo all'utente perfino dei livelli a bordo della Batmobile o del Batwing. A proposito, anche Atari cercò di sfruttare il momento e produsse un arcade dove il videogiocatore poteva guidare i due veicoli citati poc'anzi, alternando sequenze di guida ad altre sparatutto e a piedi. Ma il gioco si rivelò un clamoroso flop a causa di schemi e controlli approssimativi, e in generale di una realizzazione tecnica penosa.

Gioiellini a 8 e 16-bit

Tornando alle edizioni domestiche, fu Sunsoft a continuare a lavorare sulle storie del Cavaliere Oscuro in digitale, con un nuovo gioco a piattaforme 2D a scorrimento orizzontale intitolato Batman: Return of the Joker (Dynamite Batman in Giappone). Il titolo, almeno su Nintendo Entertainment System, rappresentava la naturale evoluzione del precedente Batman: The Video Game, anche se non era in nessun modo ispirato alla pellicola di Burton, col Joker che fuggiva dal manicomio di Arkham e l'Uomo Pipistrello impegnato a riprenderlo. Ma se la trama rimaneva sostanzialmente la stessa in tutte e tre le incarnazioni del gioco, diversa era la questione gameplay.

Batman prima di Rocksteady

Quest'ultimo risultava la naturale evoluzione di quello del predecessore su Game Boy, mentre appariva molto diverso su NES e SEGA Mega Drive: in entrambe le edizioni, infatti, il prodotto mostrava delle meccaniche palesemente ispirate a giochi quali Mega Man e Turrican. In alcuni quadri, infatti, Batman era dotato di un jet pack e poteva raccogliere power-up per potenziare lo sparo, come in una sorta di sparatutto a scorrimento. L'edizione per Mega Drive, uscita nel 1992, vide la luce però con il titolo di Batman: Revenge of the Joker. Questo probabilmente per evitare confusione con la produzione concorrente targata Konami, vale a dire Batman Returns, immessa sul mercato giapponese lo stesso anno. Nella sua incarnazione per Super Nintendo, arrivata l'anno dopo, cioè a dire nel 1993, è considerato dagli appassionati uno dei capolavori assoluti dedicati al giustiziere di Gotham oltre che del genere. Anche questo gioco, infatti, basato sul film Batman: Il ritorno di Tim Burton, venne sviluppato per diverse piattaforme da team differenti, e pubblicato da SEGA e Konami in diverse edizioni, diverse l'una dall'altra perfino nelle meccaniche e nei livelli. Per esempio la versione PC MS-DOS era una curiosa avventura grafica punta e clicca, mentre su Sega Master System e Game Gear era un normale platform. La versione per Super Nintendo, dicevamo prima, fu quella di maggiore successo, con la sua grafica dettagliata, gli sprite grossi e l'ottima giocabilità tipicamente da picchiaduro a scorrimento laterale alla Final Fight di Capcom.

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Fu l'unica, tra l'altro, assieme a quella per Nintendo 8-bit a essere anche sviluppata da Konami oltre a essere pubblicata dalla stessa società. Batman Returns fu premiato nel 1993 come Miglior Adattamento Cinematografico in Videogioco dalla rivista americana EGM. Joker, il Pinguino, Catwoman, nel gioco c'erano praticamente tutti. A novembre del 1993, una scatenata Konami portò Batman anche su Game Boy grazie all'esclusiva Batman: The Animated Series, che fu anche il primo prodotto a essere incentrato sulle storie della omonima serie di cartoni animati creata da Eric Radomsky e Bruce Timm. Per la cronaca, datata 1992 è ancora oggi considerata come una delle migliori di tutti i tempi, considerata la complessità e la profondità dei temi trattati in quello che potremmo considerare come un vero e proprio cartone "per adulti". La trasposizione videoludica per Game Boy era comunque un gioco a piattaforme davvero tosto e ben realizzato, che poteva vantare tra l'altro la possibilità di far controllare anche Robin, ma solo per due livelli. Ancora meglio andò l'anno dopo su SEGA Genesis, SEGA-CD e Super Nintendo grazie a The Adventures of Batman & Robin. Sviluppato sempre da Konami, il gioco era ancora una volta diverso a seconda della piattaforma sulla quale girava: su Mega Drive/Genesis era una via di mezzo tra un picchiaduro e un sparatutto alla Contra per due giocatori, mentre su Super Nintendo, ancora una volta l'edizione favorita dai videogiocatori dell'epoca, era invece un po' platform e un po' picchiaduro a scorrimento ispirato fortemente ad alcuni episodi della serie animata. Di quest'ultima riproponeva addirittura ambientazioni e scontri, con dei boss di fine livello davvero spettacolari e alcune sessioni dov'era richiesto all'utente di indagare sui crimini.

Le stagioni dell’infamia…

Nel 1995 i cinema di tutto il mondo ospitarono sui loro schermi Batman Forever, il primo film diretto da Joel Schumacher e interpretato da Val Kilmer. E quasi contemporaneamente quelli di milioni di TV e monitor il suo tie-in. Realizzato come sempre in una manciata di versioni differenti a seconda della piattaforma ospitante, il gioco pubblicato da Acclaim Entertainment e sviluppato da Probe Entertainment, sulle macchine principali era un picchiaduro costruito sull'engine alla base di Mortal Kombat, con Batman, Robin e i loro nemici digitalizzati. Ma nonostante ciò il titolo si rivelò un vero e proprio flop quasi quanto la pellicola a cui era ispirato. Pubblico e critica, infatti, accusarono il prodotto di avere un gameplay lento, una grafica tutto sommato mediocre e un sonoro a tratti imbarazzante. Per i fan dell'Uomo Pipistrello, insomma, il 1995 fu un anno deludente.

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Non andò meglio neanche quello successivo, con l'uscita nei negozi di The Adventures of Batman and Robin Activity Center, uno scialbo puzzle game per Microsoft Windows, e Batman Forever: The Arcade Game, beat 'em up da cabinato senza infamia e senza lode a firma SEGA e Acclaim. La società americana, che all'epoca aveva sede a Glen Cove, New York, sembrava non avere proprio fortuna con il marchio Batman, tant'è che fra i fan dell'Uomo Pipistrello cominciò ironicamente a circolare la leggenda che la licenza dell'eroe di Gotham per i videogiochi fosse maledetta per sempre dal segno della Acclaim. Tale "credenza" venne corroborata nel 1998 dall'insuccesso di Batman e Robin, altro gioco Acclaim basato su una pellicola di Joel Schumacher, questa volta con George Clooney nei panni del Crociato Incappucciato. Uscito su PlayStation, il titolo sviluppato ancora una volta da Probe Entertainment si rivelò bruttino e con una scarsa giocabilità. Mentre si prendeva una pausa al cinema, Batman iniziava il nuovo millennio con due videogiochi targati questa volta Ubisoft. Il primo, Batman of the Future: Return of the Joker, era un picchiaduro a scorrimento orizzontale bruttino basato sull'omonimo film a cartone animato ambientato nel 2039, dove un anziano Bruce Wayne cedeva il mantello di Batman al giovane Terry McGinnis.

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Delle tre versioni quella ad avere avuto giudizi discreti fu quella per la console portatile di Nintendo, mentre le altre due subirono diverse critiche per la giocabilità poco coinvolgente e una grafica deludente. Il secondo, Batman: Chaos in Gotham per Game Boy Color, era invece un platform senza infamia e senza lode. In assenza di film, il publisher francese continuava a pescare nell'universo dei cartoni animati dedicati al Cavaliere Oscuro, non disdegnando nemmeno di raschiare sfacciatamente il barile pur di proporre qualcosa sul mercato. Nel 2001 rilasciò così Batman: Gotham City Racer, titolo di corse basato sugli inseguimenti idealmente ispirato a Batman - Cavaliere della notte (The New Batman Adventures). Il gioco in realtà puntava quasi esclusivamente sul marchio Batman per cercare di vendere, tant'è che è considerato ancora oggi come uno dei titoli più brutti mai realizzati sull'Uomo Pipistrello per grafica, controlli, giocabilità e quant'altro. Ad ogni modo sempre sulla stessa serie animata era incentrata la trama di Batman: Vengeance, altro titolo Ubisoft pubblicato tra l'ottobre del 2001 e l'ottobre del 2002 per le piattaforme PlayStation 2, Xbox, Microsoft Windows, GameCube e Game Boy Advance. Nonostante il prodotto fosse stato realizzato in collaborazione con Warner Bros. Interactive Entertainment e DC Comics, e la buona qualità di doppiaggio, storia e scene di intermezzo, questa avventura 3D divise il pubblico, soprattutto quello PC a cui non piacque a causa dei controlli complessi e confusi.

…e quella della rinascita

Nonostante i risultati deludenti, le software house continuarono a sviluppare titoli dedicati al Crociato Incappucciato. Nel 2003 ne uscirono addirittura quattro. I primi due erano dei giochi educativi pubblicati per Mac OS X e Microsoft Windows da The Learning Company, e indirizzati a bambini dai 7 ai 10 anni di età. Per la cronaca si intitolavano rispettivamente Batman: Justice Unbalanced e Batman: Toxic Chill. Il terzo videogioco era invece Batman: Dark Tomorrow, un action adventure per Nintendo GameCube e Xbox che poteva contare su una trama originale scritta appositamente dallo scrittore Scott Peterson e da Kenji Terada, che aveva lavorato a diversi Final Fantasy, e dunque non legata a qualche licenza ufficiale cinematografica o televisiva. Il tutto condito da una colonna sonora suonata dalla Royal Philharmonic Orchestra.

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Ma questo non salvò Dark Tomorrow dalla furia di critica e fan, che non ne apprezzarono la ripetitività delle missioni, un gameplay ritenuto confuso e reso complicato dalla pessima gestione delle telecamere. Deludente anche il quarto prodotto, Batman: Rise of Sin Tzu, beat'em up multipiattaforma e multigiocatore ad opera della rediviva Ubisoft ambientato in un universo in cui veniva presentato un nuovo personaggio creato dall'illustratore e fondatore di Image/Wildstorm Comics, Jim Lee.

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Ma anche in questo caso la risposta del pubblico non fu particolarmente entusiasta, il gioco vendette poco e Sin Tzu non venne mai più utilizzato in un videogioco dedicato al Cavaliere Oscuro. Intanto, dopo un lungo periodo di pausa, Batman ritornava anche al cinema grazie al primo dei tre film di Christopher Nolan. Inevitabile quindi che venisse realizzato un videogioco a tema: Batman Begins uscì così nel 2005, un giorno prima della pellicola omonima. Sviluppato da Eurocom e pubblicato da Electronic Arts con Warner Bros. Interactive Entertainment e DC Comics, il gioco seguiva molto da vicino la trama del film, basando molta della sua giocabilità su delle meccaniche stealth e sul concetto di "paura", da incutere ai nemici prima di eliminarli. I giudizi su di esso furono tutto sommato positivi, anche se nessuno gridò al capolavoro a causa di una certa linearità di fondo dell'avventura. A risollevare ancora un po' la figura di Batman nel mondo dei videogiochi contribuì nel 2008 LEGO Batman, che anni dopo avrebbe poi avuto perfino due seguiti. Nonostante lo stile imposto dalla presenza dei simpatici mattoncini, e una trama praticamente in antitesi con quelle dark e tormentate mostrate al cinema e nei fumetti, il gioco riscosse un buon successo di critica e pubblico, felice di controllare un Cavaliere Oscuro blocchettoso per le vie di Gotham City. Per tornare a tematiche più serie e soprattutto per rendere definitivamente onore al carisma e al fascino di un personaggio senza tempo com'è Batman, occorse aspettare ancora un pò: il 2009, Rocksteady Studios, Batman: Arkham Asylum (e i successivi Batman: Arkham City e Batman: Arkham Knight). Il resto è storia.