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Hack society

Watch Dogs 2 vuole evitare gli errori del predecessore e consolidare la posizione di forza ottenuta

PROVATO di Aligi Comandini   —   23/09/2016

Milioni di copie piazzate, un tam tam mediatico senza precedenti per una nuova proprietà intellettuale, e un comodo posticino guadagnato nel lucrativo mondo degli action open world. Il primo Watch Dogs ha rappresentato tutto questo per Ubisoft, spinto da un hype inarrestabile e da aspettative stratosferiche. Il gioco, però - pur risultando di buona qualità - è stato una delusione per gran parte di chi ha potuto vagare per le sue strade virtuali. Ottime le idee di fondo, certo, ma sfruttate solo in parte, all'interno di una struttura ben meno elettrizzante e imponente rispetto al "primo gioco davvero next gen" mostrato nei video iniziali. Oggi non siamo però qui a discutere per la miliardesima volta dei trailer eccessivi di inizio generazione, né di quanto sia sbagliato preordinare cavalcando le onde dell'esaltazione; oggi vogliamo parlare di Watch Dogs 2, un inevitabile seguito che promette finalmente di sviluppare tutti gli elementi "in potenziale" del suo predecessore. Lo abbiamo testato a Parigi, in una suggestiva location accuratamente agghindata per l'occasione, e siamo dunque pronti a darvi qualche dettagliata impressione sul gameplay del gioco.

Watch_Dogs 2 è più complesso, caotico e divertente del suo predecessore: basterà?

Imparare l’hacking in un’ora

L'evento parigino era organizzato in modo estremamente furbo: Ubisoft ha voluto appaiare ad ogni giornalista uno sviluppatore, per favorire l'apprendimento delle meccaniche e permettere (nelle sole due ore disponibili) ai presenti di completare una quest già lontana dalla fase tutorial, il tutto con gran parte delle abilità del protagonista sbloccate. Dopo qualche minuto di spiegazione dei nuovi trucchi a disposizione dell'energetico hacker Marcus, ci siamo dunque tuffati anima e corpo in una missione dedicata alla Haum, azienda specializzata nell'elettronica da casa e ovviamente coinvolta nel traffico illegale di informazioni private.

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Le missioni non erano particolarmente originali nel concept e il titolo non sembra in effetti voler scardinare più di tanto i temi ricorrenti tipici del genere; sono le meccaniche l'elemento che rende piuttosto unico il progetto di Ubisoft, poiché con i dovuti miglioramenti ora permettono di raggiungere gli obiettivi in modi a dir poco coloriti. Nella fase iniziale della quest - durante la quale Marcus doveva impadronirsi di un furgone della Haum circondato da guardie - abbiamo ad esempio avuto modo di sperimentare numerosi approcci, quasi tutti incentrati sui nuovi droni utilizzabili. Entrambi i robottini radiocomandati sono dopotutto incredibilmente flessibili e utili, e se il "saltatore" su ruote può infilarsi nei condotti di areazione e scaricare informazioni con facilità, il drone volante non è da meno con la sua capacità di osservare la mappa dall'alto ed eseguire hacking su tutto ciò che si trova nella sua visuale. In particolare abbiamo provato un certo piacere durante un tentativo di guida remota del furgone tramite drone: ogni veicolo (a patto di avere abbastanza energia nel cellulare di Marcus) può infatti venir guidato con discreta precisione da lontano, un'abilità che ci ha quasi permesso di far arrivare il furgone nel luogo dove si trovava il protagonista senza doverci muovere di un millimetro. Un muro centrato in pieno ci ha in seguito spinto verso un approccio più... classico, ma già il fatto di poter mettere in atto certi piani è notevole.

Mille modi per fare un casino

Gran parte del brio dell'esperienza deriva dal secco aumento di complessità dell'hacking stesso. Non parliamo di un complicarsi del gameplay - visto che si fa ancora tutto con un pulsante - bensì di una masnada di abilità extra a disposizione del protagonista quando si interfaccia con i personaggi non giocanti che popolano San Francisco o con le parti interattive della mappa.

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Pensate, già solo per quanto riguarda i semplici passanti, ora potrete non solo ottenere qualche soldo in più derubando il loro conto in banca, ma addirittura creare false prove per portare la polizia ad arrestarli, o fare lo stesso con le bande della città per provocare una sparatoria. I due fattacci possono venir compiuti persino in contemporanea, creando un piccolo focolaio di caos totale i cui effetti sono spesso imprevedibili. In battaglia i cambiamenti non sono da meno, poiché permettono di posizionare mine esplosive o stordenti, attivabili passivamente con un raggio d'azione ben visibile, o di utilizzare la guida remota dei veicoli sopracitata per fare disastri (il tutto con un numero maggiore di pannelli esplosivi, suoni attivabili per distrarre le guardie e quant'altro). Perfino gli inseguimenti sono stati arricchiti con hack di massa delle auto che provocano incidenti spettacolari, o la chance di potenziare temporaneamente le parti elettroniche del motore per creare una sorta di "nitro" e fuggire con più facilità. Il realismo è stato gettato alle ortiche, questo è vero, ma Watch Dogs 2 non sembra voler offrire un'esperienza saldamente ancorata alla realtà; basta osservare la fisica dei veicoli, ancora una volta fin troppo "gommosa" e piagata da motociclette che scardinano senza troppi problemi lampioni da qualche tonnellata. Gli sviluppatori si sono in pratica concentrati esclusivamente sul divertimento e sul trambusto, tralasciando "quasi" tutto il resto.

Finalmente personalità?

Quel "quasi", peraltro, riguarda un pezzo del gioco fortemente criticato nel predecessore: storia e personaggi. L'Aiden Pearce del primo Watch Dogs, diciamocelo, era un cartonato più che un protagonista; pensato per apparire figo in foto e poco altro. Marcus e la sua combriccola di hacker scapestrati sono più umani, meglio caratterizzati e, in generale, molto più simpatici.

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Anche perché inseriti in una storia di più ampie vedute, seppur sempre ricollegata all'ingombrante presenza del CtOS nella vita delle persone e alla disonestà delle multinazionali che sfruttano le informazioni private dei cittadini a loro vantaggio. Sintomatico del miglioramento del comparto narrativo è il ritorno dell'unico personaggio memorabile di Watch Dogs, T-Bone, coinvolto nelle operazioni degli hacker Dedsec pur senza nutrire grande simpatia per il gruppo. Insomma, prendendosi molto meno sul serio rispetto alla storia di vendetta di Aiden Pearce, Watch Dogs 2 sembra poter fare un balzo di qualità nei dialoghi e nelle vicende principali. Meno eclatante è invece stato il salto in avanti legato al comparto tecnico, che ci ha un po' deluso. La mappa di San Francisco è colorata e molto estesa, e la cura posta nelle animazioni impressionante (in particolare il "parkour" di Marcus vanta una fluidità vista raramente anche in giochi più dediti all'esplorazione), ma i modelli tridimensionali non sono dettagliatissimi, il pop in nella build da noi testata non mancava, e non ci è mai capitato di rimanere stupiti da un qualche scenario. Fortunatamente ad innalzare l'asticella ci pensano alcune zone molto riuscite (tra cui un negozio di giochi da tavolo e "nerdate" varie che fa da nascondiglio ai Dedsec) e una discreta varietà di vestiti e armi a disposizione del protagonista, sempre piacevole in un titolo di questo tipo.

Violenza o controllo

Parlando di armi, è forse il caso di passare alla questione sparatorie, perché da lì vorremmo ricollegarci ai principali dubbi che la prova ci ha lasciato. Come detto, è molto divertente approcciarsi in vari modi alle infiltrazioni, ma gli scontri a fuoco non ci sono parsi molto affinati: la mira è assistita in modo marcato e la versatilità delle mine permette a Marcus di costruire una sorta di "area invalicabile" in zone con passaggi limitati, a cui gli sviluppatori hanno fatto fronte rendendo le guardie estremamente aggressive e il protagonista piuttosto delicato.

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L'intelligenza artificiale ricorda quella forsennata dell'ultimo Splinter Cell, dove davanti a una situazione di pericolo i nemici scattano con rara rapidità per la mappa e spesso circondano il giocatore uccidendolo all'improvviso. È un buon modo di aumentare la difficoltà, ma si aggira facilmente non appena presa dimestichezza con le meccaniche e le utilissime abilità di hacking di Marcus, senza contare che i droni sono talmente efficaci da portare a completare certe missioni senza mettere piede nelle zone calde (pensate che i droni possono a loro volta lasciar cadere mine e attivarle dalla distanza). Ciò ha costretto gli sviluppatori a un ulteriore espediente un po' forzato: missioni dove per scaricare i dati è necessario spostare il protagonista nelle vicinanze dei server. Se non fosse per questi compiti, si potrebbe completare quasi tutto usando i soli droni, una situazione abbastanza preoccupante per il bilanciamento del tutto. L'esperienza è stata comunque positiva nel complesso e ci ha sicuramente divertito e incuriosito molto più di quanto abbia fatto il primo Watch Dogs. Resta da vedere quanto variegata e spassosa sarà la campagna principale, visto che gli sviluppatori hanno precisato di aver trascurato i compiti secondari (come ad esempio i "trip" di Aiden) in favore di missioni principali più curate.

CERTEZZE

  • Gameplay variegato, che permette di scatenare il caos e di approcciare le missioni in vari modi
  • Narrativa più leggera e personaggi più interessanti

DUBBI

  • Tecnicamente non superlativo
  • Droni forse fin troppo utili