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Ritorno a Ivalice in Final Fantasy XII: The Zodiac Age

L'ultima prova prima della recensione di uno dei Final Fantasy più sottovalutati di sempre

PROVATO di Massimo Reina   —   03/07/2017

Come abbiamo avuto modo di scrivere più volte su queste pagine, Final Fantasy XII è stato forse uno dei titoli della serie più sottovalutati di sempre da alcuni fan storici, nonostante l'ottimo riscontro da parte della critica e le indubbie qualità del prodotto targato Square Enix. Difficile elencare tutti i motivi per i quali il gioco non piacque, anche se certamente un grosso contributo in tal senso lo diedero una storia più articolata e di difficile assimilazione rispetto ai canoni classici della saga, e un sistema di combattimento differente da quello a cui i fan erano stati abituati fin a quel momento. Questi, infatti, presentava uno stile mutuato in parte da quello dei MMORPG dell'epoca, con i nemici visibili sullo schermo e la possibilità di impartire dei comandi pre-assegnati secondo particolari "schemi" ai propri compagni di squadra. Troppo distante quindi dalla formula tradizionale per piacere a tutti.

Un gioco da riscoprire

Abituati con gli scontri casuali, i nemici non visibili sullo schermo e i combattimenti comunque regolati da turni, i fan si ritrovarono di fronte al sistema Gambit e a un rivoluzionario, per la serie, metodo di gestione del party. Grazie a esso, infatti, il videogiocatore poteva creare una serie di azioni e strategie per ogni membro del gruppo, impostandole in maniera tale che poi questi le eseguisse in totale autonomia sul campo di battaglia. Aspetti resi ancora più "particolari" qualche tempo dopo in una edizione speciale del gioco rilasciata solo in Giappone con il suffisso International Zodiac Job System. Questa versione, sulla quale poi si basa quel Final Fantasy XII: The Zodiac Age per PlayStation 4 di cui stiamo parlando in questo articolo, aggiungeva altri elementi che lo rendevano ancora più unico all'interno della saga, e più completo rispetto all'originale stesso. Su tutti l'introduzione di un nuovo schema di crescita per i personaggi basato su dodici percorsi differenti (se ne assegnava uno per ogni eroe), ciascuno rappresentante un ruolo (Mago, Cavaliere, Guerriero, etc) e dotato di una scacchiera sulla quale sbloccare abilità e tecniche specifiche per il "mestiere" associato, così da far evolvere i vari protagonisti in maniera tale che alla fine non risultassero tutti uguali tra di loro. Un problema che nell'originale si faceva sentire parecchio e appiattiva un po' le fasi finali dell'esperienza, che invece si rivela anche ai giorni nostri piuttosto positiva. Final Fantasy XII: The Zodiac Age conferma come il dodicesimo capitolo della serie di RPG di Square Enix sia ancora oggi piuttosto attuale come meccaniche, forse perché era "troppo avanti" ai tempi in cui venne rilasciato e più "adatto" quindi a quelli attuali. Sta di fatto che dopo ore e ore di gioco, a noi sta divertendo esattamente come e più dell'originale, a conferma che in tal senso è invecchiato bene. E poi le varie aggiunte, come la possibilità di accelerare l'azione o la Modalità Sfida, che attraverso cento scenari diversi dà modo all'utente di mettersi alla prova nelle abilità di combattimento, giusto per fare due esempi, si fanno apprezzare per la loro utilità o offerta extra.

Questione di texture

Passando ad altro, dove gli sviluppatori hanno lavorato (in teoria) maggiormente in Final Fantasy XII: The Zodiac Age è stato nel cercare di ottimizzare il prodotto per PlayStation 4 sotto l'aspetto tecnologico, a partire dalla risoluzione in Full HD per gioco e filmati. Il risultato purtroppo non è dei migliori, e bisogna dire che ci si aspettava qualcosina in più dal punto di vista delle texture, che in generale sono piuttosto piatte e nel 90% dei casi rielaborate dall'edizione originale. Ovvio che la base su cui gli sviluppatori hanno potuto lavorare era quella del gioco rilasciato in origine su PlayStation 2, ragione per la quale non ci aspettavamo miracoli di sorta a livello di grafica. Però secondo noi Square Enix poteva sforzarsi un po' di più nel confezionare l'opera. Per fortuna che c'è uno stile artistico azzeccato a sopperire in parte alla cosa, e che il motore di gioco già in questa fase di preview è risultato almeno molto stabile e, all'apparenza, privo di bug. Diverso invece il discorso per quanto concerne il comparto audio, con una colonna sonora incisa da zero, con gli stessi brani dell'originale rieseguiti nuovamente dal compositore Hitoshi Sakimoto con un'orchestra dal vivo, per un risultato eccellente che esalta a nostro modo di vedere ancora di più ogni singola traccia. Tra l'altro è possibile scegliere tra i brani rimasterizzati e quelli originali, così come tra il doppiaggio in lingua giapponese e quello inglese. Insomma, Final Fantasy XII: The Zodiac Age, al netto di qualche mancanza grafica, sembra davvero una bella edizione remaster, di quelle che potrebbe attrarre una larga fetta di pubblico di appassionati, desiderosi di riscoprire e godersi un gioco di ruolo dalle grandi qualità. Alla recensione, settimana prossima, l'ardua sentenza.

CERTEZZE

  • La possibilità di riscoprire un gioco dalle indiscusse potenzialità
  • Buon lavoro di rimasterizzazione sul sonoro
  • Meccaniche ancora attuali e giocabilità che si attesta su ottimi livelli grazie alle aggiunte dall'edizione giapponese

DUBBI

  • Il comparto tecnico sente comunque il peso degli anni
  • Square Enix poteva sforzarsi di più nel migliorare la grafica