51

Il nuovo Voltron tra serie TV e videogiochi

Finalmente arriva anche in Italia lo strepitoso remake di Voltron: potevamo esimerci dal dedicargli uno speciale?

SPECIALE di Christian Colli   —   24/09/2017

Voltron occupa un posto speciale nel cuore dei trentenni di oggi. Arrivò in Italia nel 1986, in un periodo in cui ci si cominciava ad aprire al Giappone degli anime e dei manga grazie anche ai videogiochi e al boom del NES. Oggi lo si ricorda meglio di quanto non fosse veramente, ma questo vale per qualsiasi altro cartone animato, serial, film o fumetto abbia segnato la nostra infanzia, e non ci si può fare niente. Il caso di Voltron, però, è davvero particolare, perché riuscì a far presa sul grande pubblico nonostante fosse un enorme pasticcio. La serie originale fu infatti realizzata negli Stati Uniti dalla World Events Production montando le scene di due anime nipponici completamente slegati, cioè Hyaku Jūō GoLion e Kikōkantai Dairugger XV, che Toei aveva prodotto qualche anno prima. In realtà non era la prima volta che accadeva - basti pensare a Robotech - ma se oggi grideremmo allo scandalo, all'epoca andava benissimo così com'era. Oggi Voltron è rinato grazie agli sforzi di Dreamworks Animation e Netflix: per questo revival sono stati chiamati in causa i produttori esecutivi di Avatar e The Legend of Korra, due serie animate americane di grandissimo successo che negli ultimi anni hanno pressoché ridefinito il format, orientandolo anche verso un pubblico più maturo e smaliziato. La nuova serie, intitolata Voltron: The Legendary Defender, ha fatto il suo esordio sulla piattaforma di distribuzione digitale nel giugno del 2016 e finalmente è arrivata anche in Italia, all'alba della quarta stagione, sulla rete nostrana K2. Il suo successo ha già condotto all'annuncio di un inaspettato tie-in videoludico, ma è meglio andare con ordine...

Passato contro presente

Come anticipato, la serie originale di Voltron che conquistò i nostri cuoricini negli anni '80 era in realtà... un altro cartone animato. In pratica, accadde questo: la World Events Productions aveva acquistato i nastri della "serie col leone" da Toei Animation, la quale però travisò l'anime in questione e inviò quelli di Hyaku Jūō GoLion insieme a quelli di Kikōkantai Dairugger XV. World Events, in realtà, aveva richiesto quelli di Mirai Robo Daltanious, un robot che effettivamente aveva un leone sul petto. Fortunatamente, ai responsabili della World Events piacque molto di più GoLion e così si decise di localizzare quello... dove per "localizzare" si intende letteralmente scannare il materiale originale: la società americana tagliuzzò e rimontò le scene, cambiando drasticamente la storia, censurando le immagini più violente e rimpiazzando persino le musiche. Ecco perché i più attenti notarono gli improvvisi cambi di indumenti o location dei protagonisti tra una scena e l'altra. Nonostante tutto, la prima serie di Voltron, composta da 52 episodi, riscosse un successo straordinario e oggi molti la ricordano con affetto. In America, soprattutto, ebbe un impatto culturale decisamente maggiore di ogni altro cartone animato giapponese della stessa epoca. La seconda stagione, composta da altri 52 episodi e ricavata da Kikōkantai Dairugger XV, non ebbe lo stesso successo e la serie si concluse col ventesimo episodio della terza stagione dopo che la World Events ne aveva commissionato la produzione direttamente a Toei, rifiutando l'opportunità di acquistare come fonte un altro anime, Kosku Denjin Arbegas.

Il nuovo Voltron tra serie TV e videogiochi

Oggi il Voltron: Legendary Defender targato Netflix e Dreamworks è una produzione decisamente diversa ma anche oggettivamente migliore. Potete aggrapparvi alle ali della nostalgia quanto vi pare, ma la realtà è che, nel riscrivere Voltron, lo staff che aveva già lavorato a Avatar e The Legend of Korra ha fatto la mossa più intelligente: non ha replicato le scene chiave una dopo l'altra, ma è ripartito da zero, costruendo sui concetti iconici della serie una storia tutta nuova, anche a costo di stabilire delle nette differenze narrative. Nella nuova serie, il fato o le coincidenze cosmiche, chiamatele come volete, riuniscono cinque terrestri estremamente diversi tra loro sul pianeta Arus, dove la principessa Allura di Altea e il suo fido guardiano Coran presiedono quel che resta del loro pianeta d'origine: un castello. I cinque "paladini" - Shiro, Keith, Lance, Pidge e Hunk - sono così incaricati di trovare gli altrettanti leoni robotici in grado di combinarsi nel gigantesco Voltron, l'unica arma capace di opporsi allo strapotere dell'Imperatore Zarkon di Galra, il quale si sta avvicinando sempre di più alla Terra. Trovare i leoni, tutto sommato, si rivela una passeggiata: i nostri ci riescono nel giro della puntata pilota, ma poi il problema diventa mettere da parte le divergenze e riuscire effettivamente a entrare in sintonia, unico modo per avviare la trasformazione dei cinque leoni in Voltron.

Il nuovo Voltron tra serie TV e videogiochi

La nuova serie è infatti estremamente "character driven": i rapporti tra i personaggi sono importantissimi e trainano ogni puntata, coinvolgendo emotivamente lo spettatore e rendendo ancora più appaganti le scene d'azione in cui Voltron scatena la sua potenza. Lo staff si è preso anche alcune libertà nella ricostruzione della nuova "Voltron Force", omaggiando rispettosamente il team originale. Il nuovo pilota del Leone Nero, per esempio, è Shiro... e cioè quello che era in effetti il protagonista di GoLion, ma che nella nuova serie rappresenta il vecchio Sven. Keith, il pilota del Leone Rosso, è un personaggio molto diverso dall'omonimo del Voltron vintage: in Legendary Defender è una testa calda e, come nella serie originale, litiga continuamente con Lance, l'esuberante pilota del Leone Blu. Hunk, il massiccio pilota dal cuore d'oro del Leone Giallo, non è cambiato molto caratterialmente, ma Pidge, il geniale pilota del Leone Verde, è probabilmente quello che è stato modificato di più, grazie a una serie di imperscrutabili colpi di scena che rendono il suo coinvolgimento nell'intreccio di fondamentale importanza. Voltron: Legendary Defender è infatti una serie costruita su una trama solida e avvincente che dedica molto spazio ai comprimari e alla mitologia per alzare la posta in gioco e arricchire ogni nuova stagione di eventi significativi, prendendo una piega molto fantascientifica che abbiamo davvero apprezzato. Grazie ai dialoghi ben scritti e all'equilibrio pressoché perfetto tra commedia e azione, è impossibile non affezionarsi ai personaggi ed esaltarsi ogni volta che formano Voltron. Il merito è anche di un comparto tecnico colorato e animato ottimamente che trova una sua identità nella particolare commistione tra i tratti caratteristici delle produzioni nipponiche e di quelle americane.

Il nuovo Voltron tra serie TV e videogiochi

Gli altri Voltron

Legendary Defender non è il primo revamp di Voltron a far parlare di sé, anche se sui precedenti non ci sono cose molte positive da dire. Dodici anni dopo la prima messa in onda americana di Voltron, World Events Production ci riprovava con Voltron: The Third Dimension, una serie in computer grafica sulla falsariga di Beast Wars: Transformers. A differenza della serie dedicata ai robot alieni naufragati sulla Terra preistorica, però, la "terza dimensione" di Voltron riscosse pochissimo successo. Essa voleva fare da sequel ufficiale alla prima stagione originale di Voltron, ignorando quindi ogni puntata successiva alla cinquantaduesima: Third Dimension si svolgeva cinque anni dopo la conclusione di Voltron e vedeva i protagonisti rientrare in azione per sconfiggere il principe Lotor e i suoi mostri. La storia cercava di essere più matura, introducendo anche un elemento di conflitto interno sotto forma dell'intelligenza artificiale Amalgamus, ma ai fan non piacquero affatto alcuni cambiamenti apportati ai personaggi e ai loro mech.

Il nuovo Voltron tra serie TV e videogiochi

La World Events si rese quindi conto che era necessario riconquistare gli spettatori con lo spirito del Voltron originale, ma ci mise più di dieci anni a preparare una contromossa... mancando completamente il bersaglio. Voltron Force esordì su Nicktoons nel 2011 e, ancora una volta, proseguiva la storia cominciata nel 1986: il vecchio team reclutava tre giovani cadetti per insegnare loro a pilotare Voltron e combattere il redivivo Lotor che, nel frattempo, aveva conquistato il pianeta Drule. La qualità davvero low budget delle animazioni e la sceneggiatura puerile e poco ispirata ne decretò quasi immediatamente il fallimento: a questo punto pure un paramecio avrebbe capito che i fan di Voltron cui puntava avevano come minimo tra i venti e i trent'anni, ma World Events no. Voltron Force è stata l'ultima serie televisiva a precedere il reboot di Netflix. Nel mentre, però, si sono susseguite voci sempre più incalzanti sulla possibilità di un adattamento cinematografico hollywoodiano. Tutto è cominciato nel 2005 quando il produttore di Grey's Anatomy (sì, esatto) ha affermato di voler portare Voltron al cinema con la collaborazione di 20th Century Fox. Il titolo sarebbe dovuto essere Voltron: Defender of the Universe. I lavori preliminari si sono susseguiti con insistenza, finché World Events Production, Relativity Media e Toei Animation non hanno cominciato a scornarsi in tribunale per i diritti sul film. Le ultime notizie su questa epopea risalgono allo scorso anno: sembra che il film uscirà sotto l'egida di Universal Pictures e che la sceneggiatura la stia scrivendo... David Hayter. Sì, quel David Hayter: lo storico doppiatore di Solid Snake che ha scritto anche le sceneggiature di X-Men, X2 e Watchmen.

Il nuovo Voltron tra serie TV e videogiochi

I videogiochi di Voltron

Bisogna precisare che Voltron ha avuto un successo incredibile soprattutto in occidente: come abbiamo già detto, la serie è stata ricavata negli Stati Uniti da diversi anime nipponici che avevano titoli, trame e personaggi diversi, perciò è normale che in patria sia stata poco famosa per anni e che nessuno abbia mai avuto la felice idea di dedicarle un videogioco. Del resto, è anche vero che i serial di Voltron sono comparsi in televisione a quasi dieci anni di distanza gli uni dagli altri, quindi non c'era granché cui appoggiarsi per sviluppare un tie-in. In effetti un videogioco esiste e si intitola Voltron: Defender of the Universe. È stato sviluppato nel 2011 dai canadesi di Behaviour Interactive e pubblicato da THQ su PlayStation Network e Xbox Live Arcade. Si tratta di un twin stick shooter in cui il giocatore assume il controllo dei cinque Leoni ed eventualmente di Voltron stesso. Purtroppo non si tratta di una produzione particolarmente brillante: nonostante il massiccio fanservice, rappresentato in particolare dalle sequenze animate della serie originale, i livelli sparatutto in cui si pilotano i Leoni sono appena passabili mentre quelli in cui si combattono le Robeast a bordo di Voltron sono semplicemente tremendi, lentissimi scontri a colpi di quick time event noiosi da giocare e brutti da vedere.

Voltron: Defender of the Universe, 2011
Voltron: Defender of the Universe, 2011

Sembra più interessante invece Voltron VR Chronicles, un titolo sviluppato da Digital Domain per PlayStation 4 che uscirà a settembre 2017: in questa avventura progettata per la realtà virtuale, il giocatore veste i panni di Lance nel suo Leone Blu e deve affrontare una serie di stage sparatutto e di rompicapi a piedi per aiutare Hunk e Pidge a salvare Keith e Lance. Sebbene spettacolare a vedersi - il gioco è stato realizzato in cel shading per replicare lo stile cartoonesco della serie Legendary Defender - sul gameplay è difficile dire qualcosa di più, ma al momento, e a prima vista, non sembra essere particolarmente brillante. Ci auspichiamo che il successo di Legendary Defender convinca qualche altro produttore o sviluppatore a realizzare un videogioco su Voltron con tutti i crismi. È pur vero che stabilire il genere più adatto è davvero un'impresa, ma è chiaro che il gioco dovrebbe alternare fasi a piedi, a bordo dei Leoni in stile sparatutto e a bordo di Voltron in stile, be', picchiaduro. In quest'ultimo caso, lo sviluppatore potrebbe ispirarsi ai brawler tridimensionali della serie Gundam Vs di Bandai, ma secondo noi sarebbe importante dare spazio anche alle missioni dei Paladini appiedati, magari diversificandoli in base alle loro armi e alle loro abilità.