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Il provato di Memories of Mars

Un pericolosissimo viaggio su Marte in un nuovo survival game

PROVATO di Simone Pettine   —   04/02/2018

Dopo Ark: Survival Evolved pensavamo di averle viste proprio tutte per quanto riguarda i survival game. Ci sbagliavamo, ma per capirlo dovevamo prima fare un salto su Marte, a combattere per la nostra sopravvivenza contro altri poveri sciagurati nella stessa situazione. Inseguiti da insetti giganti, tra l'altro. Sviluppato da Limbic Entertainment e pubblicato da 505 Games, Memories of Mars sembra essere un po' la somma di tutte le potenzialità degli open world online, giocabili in compagnia degli amici o, volendo, di ignoti conosciuti sul momento. Abbiamo avuto la possibilità di provarlo per qualche ora, e in attesa del suo arrivo la prossima primavera c'è tutto il tempo per fare un po' il punto della situazione.

Vacanze marziane

Il concetto alla base di Memories of Mars è estremamente semplice: esplora, costruisci e sopravvivi. Se le prime due cose vengono facilmente da sé, è il terzo punto a creare qualche problema di troppo al giocatore: sono trascorsi cento anni dalla prima colonizzazione di Marte, che è fallita, lasciando il pianeta rosso un posto arido e inospitale. Le esplosioni solari lo martellano a ritmo incessante, e la fauna selvatica è composta da insettoni giganti non troppo amichevoli. Durante la nostra prova ne abbiamo incontrati solo due, delle strane cavallette biomeccaniche e dei vermi simili a trivelle, ma immaginiamo che da qualche parte si nascondano anche altre creature pronte a farci a pezzi per passare il tempo. Le più pericolose, forse, sono gli "altri": i giocatori come noi. Il titolo di Limbic Entertainment è infatti un survival open-world completamente online. Lasciati a noi stessi dopo i primi minuti di gioco, possiamo fare semplicemente due cose: sopravvivere o morire.

Il provato di Memories of Mars

Morire è semplicissimo: basta trascurare per il giusto periodo di tempo le tre barre fondamentali del nostro personaggio (un Clone) che indicano rispettivamente il livello di salute, di ossigeno e della fame. Tutti parametri che sarà necessario tenere costantemente sotto controllo, e per i quali dovremo trovare (o fabbricarci da soli) specifiche risorse. Ma non siamo i soli a dover badare a sopravvivere: i server di gioco possono ospitare fino a 64 giocatori contemporaneamente. Questo significa che ci saranno altre sessanta persone alle prese con i nostri stessi problemi: quanto ci vorrà prima che capiscano che una soluzione a breve termine è quella di spararci in faccia e prendersi le nostre provviste? Provviste che tra l'altro sembrano essere davvero ridotte ai minimi storici. È vero che in Memories of Mars si può sempre trovare e raccogliere qualche oggetto utile da qualche parte, anche nei canyon sabbiosi e desolati. Il problema è che i materiali fondamentali, come le pallottole o l'ossigeno, vanno creati utilizzando appositi strumenti, che non si trovano in giro per caso. Per esempio, una stampante 3D è fondamentale per potenziare il nostro equipaggiamento e fabbricare nuove armi, ma se sperate di trovarne una su un pianeta deserto, a caso, non avete capito come funziona. Sarà invece necessario coalizzarsi con ciò che resta della civiltà, e iniziare a ricostruire.

Il provato di Memories of Mars

Insieme siamo forti

Il cuore di Memories of Mars, più dell'esplorazione in prima persona, capace di dare comunque buoni risultati in quanto ad immersività, è la cooperazione tra i giocatori. Certo, se volete potete anche andarvene a zonzo a sparare ai grilil meccanici finché qualcosa di troppo grosso non vi ucciderà comunque. Ma il senso del gioco non è questo: è riunirsi con altri giocatori, fondare il proprio clan, personalizzarlo con tute colorate a tema, e iniziare a darsi da fare. Perché ovunque, nelle immense mappe di gioco dei server, è possibile costruire la propria base operativa, un nuovo bunker. Non sarà un hotel a cinque stelle, ma permetterà di avere accesso a strumenti fondamentali per curarci, potenziarsi, creare nuove armi e strumenti importanti. Qui potremo anche condividere provviste e munizioni con gli alleati, e prepararci a spingere la colonizzazione ancora più in là, affrontando insieme le creature del pianeta rosso. Naturalmente è impossibile dire di chi possiamo fidarci. A meno che non entriate in un dato server con un vostro amico, qualsiasi giocatore incontrato è potenzialmente un nemico pronto a rubarvi tutto e a uccidervi.

Il provato di Memories of Mars

In caso di morte, se non fate parte di una tribù di altri giocatori, potreste anche respawnare in un punto molto lontano da una base operativa abitata, in piena zona desertica. In fondo è proprio questa l'anima del survival game, contraddistinta da un'ansia costante e totale, e Memories of Mars sembra davvero abile nel garantire situazioni di tensione. Uno degli aspetti sicuramente positivi della produzione è la possibilità di progettare il proprio bunker senza particolari limiti che non siano la fantasia e la scarsità di materie prime. Una volta impostata la pavimentazione d'acciaio in blocchi quadrati, l'estensione verso il cielo può essere pari a quella di una capanna o di una cattedrale, e le forme geometriche possono variare, entro certi limiti, permettendo di costruire edifici anche riconoscibili a colpo d'occhio, da lontano. Le linee di difesa saranno comunque quelle dei proprietari, e in caso di assalto da parte delle tribù vicine bisognerà combattere con ferocia per difendere tutto il lavoro realizzato. L'esplorazione dell'ambiente circostante è comunque sempre incentivata perché i Flops, ovvero la valuta del gioco, sono reperibili dalle carcasse dei nemici o da alcune casse di loot sparse per basi abbandonate del pianeta. Del resto avrebbe poco senso diventare residenti fissi lasciando perdere l'esplorazione di quelle che, a detta degli sviluppatori, dovrebbero essere mappe estese fino a 14 km quadrati: un territorio immenso per una sessantina di giocatori, per di più già di per sé pericoloso.

Il provato di Memories of Mars

Non manca qualche dubbio

Memories of Mars ci è sembrato, nella breve prova che abbiamo eseguito, una produzione forse non completamente originale, ma sicuramente interessante. Ci sono le basi per realizzare un prodotto completo, un mix di esplorazione, sparatutto in prima persona, elementi GDR e cooperazione con altri giocatori per un obiettivo comune. A parole, insomma, è tutto molto bello: è la realizzazione che ci lascia dubbiosi. Perché la prima cosa che manca è uno scopo: costruire una base, sopravvivere, combattere, ma per quale motivo? Non c'è una trama tra le righe degli ambienti, sembra, né obiettivi particolarmente importanti da raggiungere. Forse dopotutto queste cose neppure servono in un survival open world, ma andare in giro e sopravvivere e basta potrebbe anche stancare dopo qualche ora, soprattutto senza fare parte di un gruppo di sopravvissuti con cui fare amicizia. Qualche dubbio ce lo ha lasciato anche la produzione tecnica in sé: a parte un ambiente interno iniziale che non aveva nulla da invidiare al migliore dei Dead Space, al momento di andare davvero online sul pianeta le cose si sono fatte un po'... piatte. Sarà che è un pianeta desertico, sarà che c'era per forza di cose più polvere che altri giocatori, ma i nemici sembravano davvero poco ispirati, le basi trovate qua e là tutte uguali, gli interni dei bunker grigi e spenti. E siamo incappati anche nella compenetrazione poligonale tra un insetto e una scrivania, ma c'è ancora tempo per risolvere problemi del genere.

Il provato di Memories of Mars

Memories of Mars ha tanta carne al fuoco: potrebbe venirne fuori il miglior survival game del 2018 su Steam, così come un titolo anonimo che mischia un FPS ad alcune meccaniche RPG, e le butta in un gioco online ambientato su Marte. Noi siamo fiduciosi, ma abbiamo bisogno di vedere cosa accadrà al momento della "messa in onda", come sarà possibile organizzarsi nei fatti tra i vari bunker, come verranno gestite le guerre tra sopravvissuti, e tra loro e i mostruosi abitanti di Marte. Probabilmente il pianeta rosso, questa primavera, smetterà di essere disabitato per diventare una discoteca.

CERTEZZE

  • Il bilanciamento tra esplorazione e gestione delle risorse sembra funzionare
  • Collaborare con altri giocatori apre la porta a possibilità vastissime
  • Le mappe dovrebbero essere gigantesche

DUBBI

  • La mancanza di obiettivi, storie e di una "lore" di gioco si fa sentire
  • Tecnicamente ci è sembrato un po' sottotono