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Nelle caverne di Deep Rock Galactic

Nani scavatori in grotte piene di minerali preziosi e mostri, cosa volere di più?

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   08/03/2018

Scavare è un'attività molto amata dai videogiocatori. A qualcuno verrà da citare immediatamente Minecraft, ma in realtà l'amore per pala e piccone precede di parecchio il titolo di Mojang. Del resto Deep Rock Galactic di Ghost Ship Games ha più similitudini con Boulder Dash, mescolato a Left 4 Dead, che con i moderni survival, visto che si limita a inviarci in grotte completamente distruttibili a caccia di materie prime, senza chiederci di costruire nulla. Insomma, piccone alla mano, le risorse sono il fine, non il mezzo.

Le orde sono ferocissime
Le orde sono ferocissime

La storia che fa da sfondo all'azione è decisamente esile: siamo nel futuro e una multinazionale amante dei luoghi comuni ha assoldato dei nani mercenari per scavare un pianeta pieno di minerali, ma anche di aggressive creature aracnidi. Tutto qui. Durante il gioco viene fornito qualche ragguaglio in più sulla situazione e si può leggere qualche battuta, ma non è sbagliato affermare che la parte narrativa si possa completamente ignorare senza perdersi granché. Armi in pugno, affrontiamo la mappa tutorial che ci spiega le basi del gioco senza tediarci troppo. Sostanzialmente ci troviamo di fronte a uno sparatutto in prima persona cooperativo i cui livelli, completamente distruttibili, sono delle grotte generate proceduralmente. Per molti versi ricordano più quanto visto nei Red Faction che un qualsiasi clone di Minecraft, pur con tutti i distinguo del caso. Prima di proseguire, specifichiamo che in realtà si può giocare anche da soli, accompagnati da un robot guidato dalla CPU, ma non è consigliabile, poiché l'esperienza ne risulta fortemente indebolita. Completato il tutorial si accede a quella che da qui in poi sarà la nostra base operativa: una piccola struttura orbitante piena di terminali, con i quali possiamo scegliere la nostra classe o decidere quale sarà la nostra prossima missione. È arrivato il momento di fare sul serio.

Nelle grotte tutto può accadere

Affermare che giocare Deep Rock Galactic da soli sia limitante non è un'esagerazione, visto che dà il meglio di sé quando tutte le classi dei nani sono in azione. Le grotte in cui dovremo andare a caccia di minerali non sono soltanto buie e pericolose, ma anche irregolari nella loro morfologia, caratteristica che costringe a ingegnarsi in più di un'occasione. Per questo ogni nano dispone di diversi strumenti. In generale tutti hanno una lampada montata sul casco e possono lanciare dei faretti portatili che schiariscono per qualche tempo l'ambiente, questi ultimi indispensabili quando ci si trova in zone molte ampie o quando si è attaccati da un orda (ci torneremo).

Boom
Boom

Le differenze essenziali tra le quattro classi sono nell'equipaggiamento specifico di ognuna, oltre che nelle loro caratteristiche: l'engineer dispone di una corazza discreta, ma può creare delle piattaforme e delle torrette, queste ultime preziose in difesa; il gunner è invece il tank del gruppo che possiede una corazza resistentissima, una pistola a corda e armi molto potenti (la classica minigun e un revolver che fa una quantità spropositata di danni); il driller ha invece due trivelle di titanio al posto delle braccia, che gli consentono di scavare a grande velocità qualsiasi materiale, ed è dotato di un lanciafiamme di contorno; lo scout, infine, è il meno corazzato del gruppo, ma anche più mobile grazie al suo rampino e alle sue armi d'assalto. Immaginate a questo punto di dovervi calare in un crepaccio sfruttando le caratteristiche di tutti i nani: un engineer può creare una piattaforma da cui un gunner può lanciare una corda per raggiungere il fondo, oppure il driller può letteralmente scavare una galleria dentro cui possono passare tutti i nani. Insomma, usare le quattro classi di concerto consente di adottare soluzioni gustose, impensabili giocando da soli.

Orda su orda

Gli abitanti del pianeta su cui stiamo lavorando non sono molto contenti della nostra presenza. Trattandosi di creature decisamente aggressive, tenderanno quindi ad attaccarci a vista. Di tanto in tanto saremo avvisati dalla base che un'orda di nemici ci si sta per riversare addosso.

Scavare che passione! Si tratta di un'operazione molto semplice (tasto destro e giù di piccone)
Scavare che passione! Si tratta di un'operazione molto semplice (tasto destro e giù di piccone)

Come il nome fa intuire, si tratta di una grande quantità di nemici (più o meno a seconda del numero di giocatori umani in partita) che ci attaccano contemporaneamente. L'unica cosa da fare in questi casi è difendersi con tutti gli strumenti a disposizione. Da questo punto di vista diventa essenziale far crescere di livello le varie classi e acquistare i potenziamenti disponibili. Fare più danni e avere più munizioni non è solo più divertente, ma serve per non farsi soverchiare quando si è quasi riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati. Lo scenario tipico in cui i giocatori finiscono divorati vede infatti i nani senza più munizioni, colti alla sprovvista da un'orda. Volendo, durante la partita è possibile chiamare un pod con dei rifornimenti, che però costa materie prime ed è solo un palliativo durante le esplorazioni più lunghe. Le missioni in sé sono molto semplici e non richiedono chissà quale impegno intellettuale per essere completate: normalmente impongono di raccogliere una certa quantità di un dato minerale e, dopo averlo fatto, bisogna chiamare il recupero (da raggiungere entro cinque minuti), per andarsene via dalla superficie del pianeta.

I nemici più grossi sono anche quelli più corazzati
I nemici più grossi sono anche quelli più corazzati

Ogni missione ha anche almeno un obiettivo secondario, come raccogliere un secondo tipo di minerale o una certa quantità di oggetti speciali (fossili e affini). Solitamente basta esplorare per trovare tutto, quindi non c'è molto da dire in merito, se non che riuscire frutta dei bonus in fase di debriefing.

A una prima prova, Deep Rock Galactic è un titolo che sembra essere davvero riuscito. La formula che propone è allo stesso tempo intrigante e coinvolgente, anche se i problemi a nostro avviso non mancano. Il primo è sicuramente la varietà, visto che dopo qualche ora di gioco le grotte vengono a noia, anche in virtù di un aspetto grafico non proprio invitante. Non vorremmo che alla lunga le mappe procedurali si rivelassero più un limite che un punto di forza. In fondo sono dei tunnel scavati nella roccia... Insomma, il titolo di Ghost Ship Games sembra puntare tutto sulle sue meccaniche fondamentali, visto che manca quasi completamente di elementi di contorno. Certo, si possono spendere i crediti accumulati giocando in potenziamenti e oggetti cosmetici, ma anche in questo caso c'è poco che vada oltre lo standard. La sostanza è che ci troviamo di fronte a un titolo che sembra funzionare sul breve/medio periodo, ma non sappiamo quanto possa reggere alla prova del tempo. Vedremo se qualcosa cambierà con i futuri e inevitabili aggiornamenti.

CERTEZZE

  • Usare i quattro nani di concerto è spassoso
  • Boulder Dash e Left 4 Dead s'incontrano in un mix riuscito

DUBBI

  • Si farà qualcosa per combattere la ripetitività?
  • Tenere i giocatori sulla lunga distanza potrebbe rivelarsi un problema