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PUBG: la prova di Sanhok

Arriva la terza mappa di PUBG, con un cambio di rotta non indifferente

PROVATO di Emanuele Gregori   —   14/05/2018

Non si può certo negare che il 2017 sia stato l'anno delle Battle Royale. Dopo aver dedicato decine di migliaia di caratteri ad analizzare il fenomeno e a raccontare come questo genere si sia evoluto e declinato nelle sue diverse iterazioni, è fuor di dubbio che PUBG da una parte e Fortnite dall'altra siano ormai i due re indiscussi del mercato. Se però il primo ha vissuto mesi di dominio incontrastato, il secondo è stato in grado, tramite alcune mosse di mercato estremamente azzeccate, di accaparrarsi buona parte del successo del titolo coreano e allargare la propria utenza vertiginosamente. Allo stato attuale, volendo essere il più obiettivi possibili, la Battle Royale di Epic Games ha rovesciato le carte, piazzandosi al primo posto dei titolo più gettonati e anche dei più seguiti sulle varie piattaforme di streaming. È con questa realtà ben scolpita nella mente che, probabilmente, PUBG corporation ha pensato di realizzare una terza mappa estremamente differente dalle due già presenti nel gioco. Senza snaturare la propria idea e il gameplay, e questo è un grosso punto a favore, ma consapevoli di dover recuperare terreno dopo una partenza devastante.

PUBG: la prova di Sanhok

Ci vediamo a Sanhok

Dalle premesse appena fatte scaturisce Sanhok, la nuova mappa di PUBG che, dopo qualche weekend di test più o meno chiuso, tutti i giocatori hanno potuto testare con mano nei giorni scorsi. A prescindere dall'ambientazione esotica e dalla folta vegetazione che ricopre quasi interamente la superficie, bastano pochi secondi per rendersi conto dell'approccio completamente differente con il quale il team ha realizzato questo nuovo campo di battaglia. Probabilmente scossi dal successo di un titolo più arcade e immediato come Fortnite, il pensiero è stato quello di ridurre estremamente l'ampiezza della mappa (si parla di sedici chilometri quadrati) e infittire esponenzialmente le zone di scontro già dalle primissime fasi. Difficilmente vi capiterà di paracadutarvi in un luogo completamente isolato, caratteristica invece sempre piuttosto presente nelle due mappe precedenti. A prescindere dalla traiettoria di volo dell'aereo dal quale sarete chiamati a lanciarvi, pressoché ogni zona sarà raggiungibile e, quasi certamente, qualcuno dei cento giocatori che prenderanno parte all'azione, si troverà nel vostro stesso luogo. È una precisa scelta di design che trasforma PUBG in un titolo estremamente più dinamico di ciò che siamo stati abituati a conoscere fino ad oggi. I tempi si stringono, la ricerca degli avversari diventa forsennata e il senso di adrenalina cresce già dalle primissime fasi, con la naturale conseguenza di ridurre il numero di giocatori della metà già dopo pochi minuti. Come se non bastasse, si è optato per un aumento vertiginoso dell'equipaggiamento ritrovabile nelle strutture, con una quantità di armi e accessori che sembra sia pensato per essere lo stesso delle precedenti mappe, ma innestato in un ambiente svariate volte più piccolo. Accanto al dinamismo rinnovato, si nota anche una struttura della mappa pensata per eliminare quanto più possibile le zone aperte dei campi di grano di Erangel o delle distese desertiche di Miramar, per ridurre la visuale tramite i boschi e le tante case che è possibile scovare in Sanhok. Tutti questi importanti cambiamenti, come è ovvio che sia, potrebbero fare la felicità di alcuni giocatori che hanno sempre trovato in PUBG un titolo troppo dispersivo e spesso foriero di lunghe camminate nel nulla cosmico. È certamente vero che, alla luce dei fatti, Sanhok non rappresenti la mappa più indicata per chi ha sempre adorato l'impostazione più "simulativa" e riflessiva di PUBG, ma non si può non lodare la scelta di provare a modificare le carte in tavola, senza però costringere i giocatori a qualcosa che, per qualche motivo, non è ciò che cercano in PUBG.

PUBG: la prova di Sanhok

Dov'è il mio PUBG?

Alla luce di quanto abbiamo detto, appare lecita la possibilità di preoccuparsi per la deriva che il gioco di Playeruknown stia prendendo? A nostro parere, il lavoro di PUBG corporation è lodevole. Ciò che la nuova mappa riesce a creare, in termini di divertimento e competizione, è quanto di più vicino ad un nuovo standard sia possibile ricercare. Il piccolo miracolo non risiede nella capacità di modificare la propria concezione di approccio al genere, quanto nella più che rara competenza nel farlo senza cambiare davvero, ma adattando in maniera certosina la propria visione ad un gameplay più veloce e frenetico di quello al quale eravamo abituati. Senza contare che, per chi proprio non ne vuole sapere di vivere l'ansia della morte immediata, è possibile filtrare la scelta delle mappe ed eliminare (o quasi) la possibilità di ritrovarsi in una partita all'interno di Sanhok, scongiurando così qualsiasi tipologia di inconveniente. Le limitate dimensione, tra le altre cose, hanno portato anche alla riduzione dei tempi che intercorrono tra un restringimento della mappa e l'altro e, se proprio si vuole trovare un aspetto negativo a questa terza e (secondo noi) migliore visione del gioco, lo si può ricercare nella veramente scarsa varietà di ambienti e strutture presenti, lì dove Miraram aveva apportato dei notevoli miglioramenti, seppur facendo i conti con lande deserte tutte e uguali e ben poco ispirate. Il bioma tropicale che contorna Sanhok è invece vivo e vibrante, ma rischia spesso di confondere il giocatore rispetto alla zona nella quale si trova o si sta recando, costringendo sovente all'apertura della mappa anche solo per capire da quale zona si è appena giunti.

Che PUBG corporation stia tentando in tutti i modi di accontentare qualsiasi giocatore di Battle Royale è un dato incontrovertibile. Dopo una seconda mappa ambiziosa e forse troppo articolata, con agglomerati grandi ed enormi distese completamente vuote, Sanhok cambia approccio, sacrificando la varietà e l'impatto scenico per mettere al primo posto il dinamismo e il gunplay serrato. Tutto ciò non fa che mantenere saldi i principi sui quali il titolo si è sempre basato, ma andando a cercare anche il favore di giocatori che cercano un'esperienza più immediata e, in un certo qual modo, arcade. Data anche la possibilità di filtrare le proprio scelte tramite un comodo menù, non possiamo che ritenere la mossa positiva e ottima in termini di varietà. Sperando che la concorrenza porti ancora ad operazioni positive come questa, aspettiamo di vedere quale sarà il responso del grande pubblico.

CERTEZZE

  • La nuova mappa è viva e ben congeniata
  • Chi cercava più azione, sarà certamente accontentato
  • La quantità di oggetti recuperabili è aumentata esponenzialmente
  • La scelta della mappa da giocare è un grande incentivo per chi preferisce l'una o l'altra

DUBBI

  • Esteticamente è forse la meno ispirata, nonostante l'ambietazione tropicale
  • Forse la fase centrale risulta un tantino "lenta" a fronte di un inizio al cardiopalma