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Estranei a casa propria

Abbiamo giocato le prime tre ore della seconda guerra d'indipendenza americana!

PROVATO di Umberto Moioli   —   23/02/2011

Versione testata: PC

Un missile contro un sottomarino sud coreano, quarantasei morti e qualche reazione, ovviamente indignata, da parte delle super potenze occidentali - o quello che ne resta. E' solo il preludio all'escalation della Nord Corea che dal 2011, anno in cui inizia un percorso di potenziamento del proprio assetto militare, intraprende la propria espansione su tutta l'Asia: Kim Jong-Un, succeduto al padre, il Caro Leader che da quasi due decenni estendeva la sua mano sul Paese, passa il 2013 a riunire le due Coree e il quinquennio successivo a convincere gli Stati Uniti a lasciare le installazioni nel Pacifico.

Estranei a casa propria

Il preludio alla conquista del Giappone. Nel frattempo lo Zio Sam cerca senza successo di rimettersi in piedi dopo qualche duro colpo subito dall'esterno, leggasi la mai terminata questione medio orientale, ma anche dall'interno, con il prezzo del petrolio che sale fino a raggiungere i 20 dollari al gallone. E' l'inizio della fine per la più grande democrazia occidentale che, sconvolta dalle rivolte interne ai suoi 51 Stati, non si accorge del satellite lanciato da Kim Jong-Un nel 2024: quello che doveva essere un semplice ponte per le telecomunicazioni si rivela una potente arma EMP in grado di rendere inutilizzabili tutti gli strumenti elettronici degli Stati Uniti, aprendo la strada per la seguente occupazione.
Homefront, sviluppato da Kaos Studios per THQ, parte da questa premessa per sviluppare uno scenario non nuovo in termini assoluti ma osservato da un punto di vista diverso, quello di un gruppo di cittadini che decidono di combattere contro l'invasore al fine di riprendersi ciò che un tempo era loro. Dopo aver raccontato qualche settimana or sono tutte le novità sviluppate per il multiplayer, possiamo oggi approfondire l'avventura per singolo giocatore, della quale abbiamo giocato i primi tre livelli.

Scorci familiari

La narrazione in Homefront non è un semplice contesto, uno sfondo da cui partire per far sparare all'impazzata il giocatore. Kaos Studios ha lavorato alla premessa con John Milius, autore del film Alba Rossa che rappresenta qualcosa in più che una semplice fonte d'ispirazione, per far sì che ci si senta effettivamente prigionieri in casa propria, che si percepisca la necessità di combattere per riprendersi ciò che un tempo si possedeva. I primi minuti nei panni di Robert Jacobs passano quindi scortati dalle forze nord coreane, trascinati in uno scuola bus riconvertito a mezzo di deportazione e condotti lungo le vie di una città sconvolta da due anni di combattimenti, sconfitte, umiliazioni. I marciapiedi sono affollati da lunghe file ordinate di persone, più qualche testa calda che si ribella per finire immediatamente centrata da una raffica di proiettili.

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Un bambino impegnato a camminare verso i genitori lasciati esanimi ai piedi di un muro è una delle ultime scene osservate, prima che un camion centri il veicolo su cui Robert è seduto e due figure sfuocate, Connor e Rianna, lo invitino ad uscire per unirsi a un fronte per la liberazione del Paese. Terminata l'introduzione, Homefront inizia un'alternanza di situazioni da sparatutto classico e scene d'atmosfera che, almeno per le circa tre ore provate, non verrà più abbandonata. E' evidente quindi che il contesto sia stato tenuto in considerazione almeno quanto l'azione: l'idea è che il pubblico - specialmente quello americano - percepisca lo stacco tra i luoghi e gli oggetti della propria quotidianità, e gli stessi ma dopo che il nemico nord coreano li ha privati della loro funzione primaria. Una delle prime sparatorie avviene all'interno di un fast food White Castle - molti marchi sono realmente esistenti, nelle foto che corredano l'articolo se ne possono vedere alcuni - da tempo svuotato di ogni sedia, tavolo e suppellettile.

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Un'altra sequenza si svolge nel parcheggio esterno e poi all'interno di un grande magazzino TigerDirect, riconvertito a deposito per le armi e messo a ferro e fuoco dalla resistenza, impegnata a colpirlo con bombe al fosforo bianco. Addirittura una scena porta nei pressi e poi all'interno di una fossa comune ricavata nel campo da football di una scuola, uno dei centri d'aggregazione più comuni per le decine di milioni di statunitensi che popolano le aree sub urbane esterne alle grandi città. Molto è stato quindi investito nella creazione della giusta atmosfera, e la percezione di combattere per qualcosa di davvero importante è forte. Anche i personaggi secondari, quando non sono comandati dall'intelligenza artificiale sul campo di battaglia, dimostrano di essere stati realizzati con cura. Come nel caso di Hopper, americano di passaporto ma dai tratti asiatici, che combatte l'inevitabile razzismo imbracciando il fucile per la bandiera a stelle e strisce. Ogni tanto un po' di retorica non manca in Homefront, ma messi da parte gli inevitabili patriottismi quel che resta è una bella storia, raccontata bene.

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E' pur sempre uno sparatutto…

Detto della cura per la narrazione, quel che resta è ovviamente un insieme di meccaniche da sparatutto in prima persona. In tal senso Homefront offre un gameplay piuttosto tipico, con ambienti di differenti dimensioni ma una struttura rigorosamente lineare. Si raccolgono le armi, si punta ai nemici, li si uccide e si continua così di livello in livello. Ogni tanto si fa saltare qualche carro con il C4, ma ci siamo capiti.

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Non mancano tutte le varianti sul tema che nel 2011 ci si aspetta da un rappresentante del genere, con fasi in cui sparare dalla distanza o muoversi lungo strade pattugliate da potenti torrette automatiche, da raggiungere e far saltare a suon di granate. Da sempre cari a Kaos Studios, non manca nemmeno l'uso di gadget tecnologici. Come il drone da combattimento Goliath che, autonomo nel muoversi e sparare con il mitragliatore che monta sul tetto, deve venir consigliato dal giocatore nella scelta del bersaglio su cui scatenare i suoi potenti missili. Nel complesso l'esperienza appare tradizionale ma solida e ben rifinita anche se vanno segnalati alcuni problemi che coinvolgono l'intelligenza artificiale di compagni e nemici, a tratti non abilissimi a muoversi negli spazi stretti. Alcuni elementi, poi, sono chiaramente permutati dal bel lavoro fatto per il multiplayer: la possibilità non solo di accucciarsi ma anche di sdraiarsi, ad esempio, a poco serve in una campagna single player mentre farà felici molti appassionati del gioco online; oppure l'ottima varietà di armi presenti fin da subito, che esula dallo strettamente necessario nell'opera di uccisione di qualche nord coreano controllato dalla CPU.
Da un punto di vista grafico poi, possiamo ripetere quanto detto in passato riguardo l'uso fatto dell'Unreal Engine 3: il motore deve aver subito un vasto lavoro di personalizzazione perché le immagini staccano in modo piuttosto netto da quelle solitamente offerte dai giochi che usano il software Epic.

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Elementi come il conteggio poligonale non battono alcun record ma nel complesso la grandissima mole di dettagli con cui gli ambienti sono stati riempiti regala un impatto più che soddisfacente. Le immagini riportate in questa pagina si riferiscono tutte alla versione PC con le impostazioni al massimo del dettaglio consentito, scenario in cui la configurazione di prova - un Phenom II X3 720@3.2GHz, 4 GB di Ram e due GTX 460 in SLI - non ha avuto grossi problemi a mantenersi costantemente attorno alle 60 immagini al secondo. Nell'insieme quindi, Homefront sembra ben mescolare le sue due anime: il multiplayer, che lo sviluppatore ha nel suo retaggio da sempre, sin dai tempi del mod Desert Combat, si promette come uno dei più appassionanti di questa prima parte dell'anno mentre il singolo ha da offrire una storia raccontata con cura e un gameplay che farà sentire gli appassionati di sparatutto subito a casa.

Per saperne di più

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Scelti ovviamente i filmati come strumento narrativo prediletto, Kaos Studios ha deciso di continuare a raccontare la storia degli States invasi dalla Nord Corea anche in altri modi. Molti sono ad esempio i dettagli sparsi per il mondo di gioco, come nel caso dell'immagine qui accanto che, trovata nel rifugio di alcuni civili, mostra la nuova geografia del Paese. Ma non mancano nemmeno dei collezionabili che, nella forma di prime pagine dei giornali, raccontano i fatti antecedenti o appena contemporanei ai primi momenti dell'invasione. Quando ancora le rotative venivano messe in azione e la radio non trasmetteva in doppia lingua...

CERTEZZE

  • Coinvolgente e con un importante impianto narrativo
  • Visivamente ricco di dettagli
  • Buona offerta sia sul fronte single player che su quello del gioco online
  • Gameplay solido...

DUBBI

  • ...pur senza nessuna innovazione epocale
  • Si spera in una longevità più generosa del solito
  • Dal punto di vista tecnico buono ma non stratosferico