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L’illusione del gratuito

Free 2 Play: ovvero come imparai a non preoccuparmi e a pagare per avere la bomba

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   25/08/2011

Per Free 2 Play si intendono tutti quei titoli che permettono di entrare in gioco gratuitamente, ma che richiedono dei micropagamenti di soldi veri per sbloccare degli extra. L'origine di questo modello di business viene fatta risalire a Neopets (1999), un sito di animaletti virtuali. Alcuni però, restringendo il campo ai videogiochi veri e propri, parlano dell'MMORPG 2D coreano MapleStory (2003) come del capostipite.
Inizialmente, i giochi free 2 play non sono stati accolti benissimo dai videogiocatori più intransigenti, che vedevano nella possibilità di acquisire vantaggi pagando, una distorsione dello spirito dei videogiochi online, soprattutto quelli competitivi. È vero, il fatto che siano gratuiti permette a tutti di giocare senza spendere soldi, ma la competizione spingerà sicuramente chi se lo può permettere ad acquistare armi e oggetti più potenti, al solo scopo di sopraffare gli avversari.

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Insomma, il pericolo minacciato da molti era la nascita di un vero e proprio classismo videoludico. Alcuni si spinsero fino a profetizzare che un business simile non avrebbe mai toccato i giochi hardcore, perché i videogiocatori "veri" non lo avrebbero mai accettato. Mai profezia fu più errata, visto che se oggi state leggendo questo speciale è perché il modello free 2 play non solo ha fatto breccia sul mercato, imponendosi con una forza incredibile, ma ha anche colonizzato buona parte del mondo dell'online, rendendo marginali e inattuali i sistemi di pagamento classici e costringendo titoli affermati, come Team Fortress 2 o il MMORPG di Lord of the Rings, ad abbracciare il nuovo mondo dei videogiochi gratis per tutti, per non ritrovarsi in una posizione di mercato sempre più marginale.

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A dare uno slancio determinante al free 2 play ci ha pensato l'evoluzione dei browser, capaci di far girare codice sempre più complesso e, soprattutto, i social network come Facebook, dove praticamente ogni nuovo prodotto di rilievo sfrutta il sistema delle microtransazioni. Infine, anche piattaforme di DD come Steam si sono dovute adeguare e hanno iniziato a supportare titoli free 2 play, che si sono diffusi a macchia d'olio
In questo speciale ci occuperemo di un genere in particolare, quello degli sparatutto in prima persona, senza toccare tutti gli altri. Cercheremo di capire cosa comporta la facilità di accesso di questi titoli e cosa si può acquistare con i soldi veri.

Team Fortress 2

Team Fortress 2 è una recente aggiunta nel mondo del free 2 play. Nato come costola dell'Orange Box, in cui venne distribuito insieme ad Half-Life: Episode Two e Portal, è diventato il centro di una strategia commerciale di Valve che, garantendo un supporto costante e creando delle offerte a hoc, è riuscita a venderlo con una certa continuità per quattro anni, fino a che lo ha trasformato in un titolo free, dando l'accesso premium a tutti quelli che lo avevano pagato.

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Il sistema di microtransazioni permette agli utenti di comprare oggetti decorativi come cappelli, stivali e altri accessori, o equipaggiamento che influenza direttamente le statistiche di gioco.
La forza di Team Fortress 2 rispetto alla concorrenza non è tanto da ricercarsi in Steam, che garantisce l'afflusso costante di nuovi utenti e un servizio di download ampiamente rodato, con diversi bonus dati a chi acquista altri giochi, quanto negli anni in cui il gioco è stato a pagamento, che hanno garantito l'affinamento delle mappe e delle meccaniche. Insomma, gli utenti free non si sono trovati davanti alla solita prima release piena di bug, con le mappe poco equilibrate e con le armi da rivedere, ma a un titolo solido e raffinato, che già aveva dato molto e che si era evoluto seguendo le indicazioni e sfruttando il lavoro degli utenti. Paradossalmente, ma neanche tanto, i più scontenti della trasformazione in free 2 play di Team Fortress 2 sono stati proprio i giocatori storici, che improvvisamente si sono trovati con i server invasi da giocatori free che pensano più a raccattare oggetti che a imparare a giocare. Ma in fondo questo è un difetto comune per tutti, o quasi, i giochi free 2 play, dove spesso l'obiettivo diventa accumulare equipaggiamento invece di migliorare le proprie skill.

Anno: 2007 (F2P dal 2011)
Publisher: Valve
Sito Internet: Link

Curiosità

Perversioni di un sistema
Purtroppo una delle paure più diffuse rispetto al free 2 play è diventata realtà. In alcuni giochi è possibile acquistare a prezzi stratosferici, armi o altri oggetti che danno dei vantaggi enormi rispetto agli altri giocatori, anche a quelli che hanno oggetti premium di minor valore. È il caso di Gun Bros, sparatutto online per sistemi iOS che consente di acquistare un'arma potentissima, il Kraken, per ben cinquecento dollari. Chi la impugna diventa praticamente invincibile, rovinando di fatto le partite online degli altri. Qualcuno potrebbe considerarlo giusto, visto il prezzo, ma per noi è semplicemente folle e perverso, sia nell'esosità che nel principio che afferma.

Battlefield Heroes

Battlefield Heroes è stata la risposta di Electronic Arts a Team Fortress 2. Nato immediatamente come titolo free, con la serie Battlefield condivide in realtà solo il nome e alcune modalità di gioco, ovviamente semplificate. L'idea era quella di creare un prodotto leggero, adatto a tutti, prendendo in prestito l'estetica del titolo Valve (ma non diteglielo che si offendono). L'avvio è stato soft, ma con il passare dei mesi Battlefield Heroes è diventato un punto di riferimento tra i free 2 play, dettando legge a livello di opzioni e configurabilità. Con il passare del tempo la natura scanzonata dello stile grafico lo ha fatto distaccare sempre di più dalla serie di DICE, e sono state introdotte nuove classi sempre più fantasiose e amene al contesto. Le due squadre che si danno battaglia sui server si sono popolate di maghi e personaggi fantascientifici, che hanno iniziato ad andare a braccetto con i soldati.
La caratteristica più interessante di Battlefield Heroes è la possibilità di guidare dei veicoli (autovetture, carri armati o aerei), che poi è anche uno dei motivi che più gli hanno permesso di conquistare l'affetto dei fan.

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Nel negozio di gioco è possibile acquistare equipaggiamento a tempo e nuove classi. Volendo è possibile anche affittare un server di gioco direttamente da EA.
Ovviamente, non sono mancate le critiche, soprattutto di quelli legati alla serie di DICE, che hanno visto in Battlefield Heroes uno snaturamento del brand. Per tutta risposta, EA ha immesso sul mercato un altro titolo free 2 play dedicato alla serie, Battlefield Play4Free, caratterizzato da uno stile visivo più realistico e da un gameplay più vicino a quello degli altri Battlefield.

Anno: 2009
Publisher: Electronic Arts
Sito Internet: Link

Alliance of Valiant Arms

Alliance of Valiant Arms, meglio conosciuto dalle masse come A.V.A, è uno dei titoli free 2 play più giocati in assoluto e uno di quelli che ha fatto comprendere le potenzialità di questo modello di business. Sviluppato in Corea, è stato pubblicato in patria nel 2007, ottenendo subito un grande successo che gli ha fruttato la distribuzione internazionale negli anni seguenti.

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Con otto modalità di gioco, sia competitive, sia cooperative, e un parco nemici che nel frattempo si è arricchito degli immancabili zombi, A.V.A è uno dei titoli più completi in assoluto nel genere. Per giocare bisogna soltanto scaricare il client e creare un account, per poi sviluppare i propri soldati, selezionabili tra tre classi. Il sistema di equipaggiamento è ovviamente pensato per favorire l'acquisto di nuovi strumenti di morte nell'apposito shop, dove ci si può sbizzarrire nello scegliere armi, divise e vari ninnoli che servono per far crescere più velocemente l'accumulo di punti esperienza. Gli oggetti sono a tempo, ovvero scadono dopo un certo periodo, e negli anni alcuni si sono lamentati per gli squilibri eccessivi causati dalle varie aggiunte che sono state fatte all'arsenale.
A.V.A, essendo l'FPS free 2 play più vecchio tra quelli trattati nell'articolo, è anche quello da cui si possono trarre più indicazioni su questo modello di business. Praticamente, il gioco è stato sviluppato insieme ai suoi utenti, i cui comportamenti non erano facilmente prevedibili trattandosi quasi di un inedito, e il team di sviluppo ha fatto tesoro di tutti i feedback ricevuti, plasmando un prodotto che ha raggiunto una completezza da gioco commerciale, anche soltanto nei contenuti free. Basta vedere il sito internet ufficiale, ricchissimo di informazioni, per capire il tipo di evoluzione compiuta negli anni da A.V.A.

Anno: 2007
Publisher: NHN
Sito Internet: Link

Arma II: Free

Arma II, secondo alcuni uno dei giochi più belli mai usciti su PC, ha un multiplayer complesso e articolato, forse il più tecnico in assoluto che si sia mai visto tra gli FPS, che richiede un impegno costante e tanto allenamento per essere padroneggiato.

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Prima ad appannaggio soltanto di quelli che possedevano il gioco completo, è stato reso free da Bohemia in tempi recenti. La versione free 2 play, liberamente scaricabile dal sito ufficiale, offre tutto quello che c'è nel prodotto completo, a parte la campagna single player, la grafica HD e il supporto per i mod amatoriali. Chi vuole può acquistare comunque il gioco e usufruire di tutte le caratteristiche, ma la versione libera è completamente fruibile e godibile senza spese aggiuntive. Certo, il multiplayer di Arma II è molto particolare, e se non siete disposti ad accettarne le difficoltà è meglio passare ad altro o ritornare con lo stato mentale giusto. Comunque, dandogli una possibilità e dedicandogli un po' di tempo, entrerete in un mondo affascinante che vi permetterà di capire la differenza che passa tra un vero simulatore militare e uno sparatutto arcade.

Anno: 2009 (F2P dal 2011)
Publisher: Bohemia Interactive
Sito Internet: Link

Quake Live

Prima fu il match Quake III: Arena contro Unreal Tournament, due titoli che alla fine degli anni novanta si contesero lo scettro del miglior sparatutto online a colpi di mappe dal design eccezionale e di feature avveniristiche dei rispettivi motori grafici.

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La storia vuole che di Unreal Tournament uscirono altre tre versioni, con l'ultima, Unreal Tournament III, che sembra aver seppellito la serie (almeno momentaneamente), mentre Quake III: Arena ha continuato a essere giocato da una ristretta cerchia di videogiocatori hardcore, per poi sparire dalla scena, eclissato dai nuovi titoli... almeno fino al 2009, quando id lo ha rispolverato e trasformato in un gioco da browser free 2 play, permettendo a tutti di goderne. Quake Live, questo il nuovo titolo, è riuscito a riconquistare una grossa fetta di fan e ne ha guadagnati di nuovi, catturandoli con i suoi match ultra veloci che richiedono molta abilità per essere vinti. Il motore grafico non fa più l'impressione di un tempo, ma poco importa, perché quando si viene inseguiti da un nemico armato di Railgun si ha poco tempo per stare a guardare le texture.
Anche Quake Live offre dei servizi a pagamento, ovvero un accesso premium a 1,99€ al mese e un accesso PRO a 3,99€ al mese. Tra i vantaggi degli account a pagamento ci sono delle arene speciali, la possibilità di creare un clan e quella di disattivare le pubblicità in gioco. Gli utenti PRO possono invitare fino a quattro utenti standard a giocare con lui con i contenuti premium.
Nota: Quake Live è uno dei pochi titoli free 2 play a essere stato accettato tra i giocatori hardcore.

Anno: 1999 come Quake III: Arena, Quake Live dal 2010
Publisher: id Software
Sito Internet: Link

Curiosità

Niente professionismo per i free 2 play
Una delle difficoltà maggiori dei titoli free 2 play è quella di essere accettati nella sfera dei cosiddetti pro-player. Anche se non mancano competizioni organizzate e clan, solitamente siti come Clanbase, nati con lo scopo preciso di organizzare tornei online, schifano i free 2 play. Qualcuno direbbe che la posizione dei giocatori hardcore è snobismo puro, ma loro risponderebbero che non è giusto dare dignità a titoli in cui vince solo chi è armato di carta di credito. Chi avrà ragione?

War Inc. Battlezone

Il serioso sparatutto militare War Inc. Battlezone è il titolo più giovane tra quelli trattati in questo speciale ed è quello che più ci aiuta a capire un aspetto fondamentale dei titoli free 2 play: i bassi costi di produzione. Di quale gioco commerciale considerato completo sarebbe tollerato il lancio con tre sole modalità e una manciata di mappe? Probabilmente di nessuno. Eppure il free 2 play permette ai publisher di fare proprio questo, ovvero di immettere sul mercato prodotti evidentemente incompleti e di farli crescere con gli utenti, aggiungendo contenuti in base al successo e ai gusti del pubblico, che viene invitato a esprimersi nei forum ufficiali e in tutti gli altri canali di comunicazione disponibili.
I giocatori vengono attirati dalla novità e, sapendo di non dover pagare nulla, provano il titolo, magari rimanendoci invischiati.

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Comunque, chiedere agli utenti di esprimere il loro punto di vista su come fare evolvere un gioco è anche un modo per aumentarne la partecipazione e rendergli meno orrenda l'idea di dover pagare per alcuni contenuti. Il negozio di War Inc. Battlezone permette di comprare la solita roba: armi ed equipaggiamento vario, abilità, potenziamenti temporanei e così via. Niente di originale rispetto alla concorrenza, ma l'idea di trovarsi dentro a un progetto nuovo e di farne parte a più livelli, può essere uno stimolo eccezionale per i videogiocatori e un modo per sancire il successo di un prodotto, apparentemente senza speranza.

Anno: 2011
Publisher: Online Warmongers Group
Sito Internet: Link

Il futuro del free 2 play

Il successo di un modello di business non si misura soltanto contando quanti titoli sono già sul mercato, quanto contando quelli che stanno per arrivare. Quello del free 2 play è diventato uno dei business più ambiti dai grandi publisher occidentali, obiettivamente un po' in ritardo rispetto a quelli coreani. Per recuperare terreno sono stati gettati sul sul tavolo i brand più importanti del videoludo moderno. Vediamo brevemente alcuni dei futuri sparatutto free 2 play su cui potremo mettere le mani nell'immediato futuro:

- Tribes: Ascend

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Seguito di una delle prime serie di sparatutto multiplayer per PC, Tribes: Ascend nasce come titolo tradizionale per Xbox 360 e PC. Comunque, nel giro di pochi mesi la versione console viene abbandonata e il titolo diventa un free 2 play esclusivo per PC. Gli sviluppatori hanno promesso che manterranno il feeling dei due Tribes originali, sia nell'atmosfera fantascientifica, sia nella conformazione delle mappe e dei veicoli. Il rilascio è previsto per il periodo natalizio.

- Tom Clancy's Ghost Recon Online

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Ubisoft, publisher decisamente in ritardo nel mondo del free 2 play, punterà tutto su Ghost Recon Online per recuperare il terreno perso. Ovviamente non è casuale la scelta di affidarsi al brand Ghost Recon, che vanta milioni di estimatori e un altro titolo tradizionale in sviluppo. Non è ancora chiarissimo come Ubisoft voglia distinguersi dalla concorrenza; tutto quello che sappiamo è che la fase beta dovrebbe partire in autunno.

- Call of Duty: Elite

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Come Ubisoft, anche Activision è piuttosto in ritardo nel mondo degli sparatutto free 2 play. Come è ovvio che fosse, il brand scelto per il tentativo di colonizzazione del mercato è quello di Call of Duty, attualmente il più forte di tutta l'industria videoludica. Call of Duty Elite, che più che un gioco rappresenta un servizio, dovrebbe integrarsi con le modalità online dei nuovi Call of Duty, anche se Activision è stata un po' fumosa al riguardo, promettendo novità per l'immediato futuro. In generale, non è da escludersi che in futuro anche questa serie sbarchi in modo permanente nel mondo dei F2P.