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Miracolo a Hong Kong

Volati in Cina, abbiamo scoperto la rinascita di un progetto travagliato e sofferto, a cui viene data un'inattesa seconda possibilità di vedere la luce

PROVATO di Umberto Moioli   —   17/02/2012

Versione testata: PlayStation 3

Non capita spesso che un progetto arrivato così lontano, prossimo all'uscita com'era stato True Crime: Hong Kong, venga cancellato da un giorno all'altro. Più raro ancora è quanto accaduto al free roaming targato United Front Games, che è riuscito a rimettere in piedi il suo ambizioso action shooter trovando un accordo con Square Enix, qui nelle vesti di publisher, così da garantirsi più di un anno di lavoro extra. Toccato il fondo e auto finanziatosi lo sviluppo con un team ridotto per qualche tempo, serviva un colpo di reni in grado non solo di portare Sleeping Dogs - il nuovo nome scelto per motivi di diritti - nei negozi, ma di limarne quanto più possibile i limiti che avevano provocato la rottura con Activision, il momento di crisi e le voci sui possibili licenziamenti di oltre cento componenti interni agli studi di Vancouver.

Miracolo a Hong Kong

Per rimettersi sui binari, tre sono stati i passaggi fondamentali: l'organico di professionalità impegnato sul progetto è stato rimpolpato, si è aggiunto il supporto di Square Enix London Studios, che garantisce consulenze interdisciplinari ai partner della casa nipponica, ed è iniziato un nuovo processo di comunicazione utile a promuovere il gioco. Lo stesso che ha spinto a girare lo spettacolare live action di annuncio. Ma lo stesso anche, che ci ha permesso di volare a Hong Kong e testare con mano i progressi fatti, vivendo in prima persona atmosfera e suggestione dell'affascinante metropoli asiatica.

I vizi di una città

Robin Jolly ha lavorato per più di trent'anni all'interno della polizia di Hong Kong e ora, da qualche tempo in pensione, fornisce consulenze e racconta com'è il mondo delle triadi. Quali le sfide per combatterle ma anche quali gli aspetti che in qualche modo ne hanno reso possibile la celebrazione in mille opere d'ingegno. Ci spiega che oggi sono più di cinquanta i clan e centinaia di migliaia le persone coinvolte dall'indotto che creano, più o meno illegalmente. La presenza di Jolly è stata voluta, supponiamo, soprattutto per contestualizzare quanto di inaudita pericolosità debba essere il compito di Wei Shen. È lui il protagonista di Sleeping Dogs, alter ego del giocatore e soprattutto poliziotto infiltrato tra le fila di un'organizzazione criminale. La trama, ci spiegano i rappresentanti di Square Enix e United Front Games che si alternano durante la presentazione, è fortemente ispirata a pellicole come Internal Affairs, con relativi seguiti e remake occidentale, ma anche a La Promessa dell'Assassino. Il canovaccio, i personaggi e le storie che ci si può aspettare sembrano già scritte e belle che note, fruite in mille altri film, libri e giochi dalle simili premesse, ma la contemporanea scelta di Hong Kong unisce una certa familiarità in termini di riferimenti ed atmosfera, a un'oggettiva originalità nella scelta della città da riprodurre in versione videoludica.

Miracolo a Hong Kong

La intro, con il comandante a cui Shen fa capo che gli affida la missione in un dipartimento di polizia corrotto, dove non ci si deve fidare di nessuno al punto da fingere un arresto e un interrogatorio per poter comunicare lontani da orecchie indiscrete, è un classico. Da quel punto in avanti il giocatore sarà solo, guidato attraverso l'alternanza di missioni principali e secondarie che Grand Theft Auto ha reso una formula standard. Ma anche impegnato a padroneggiare meccaniche sviluppate, nelle intenzioni dei dev, per rendere più profondo ciascun aspetto del gameplay rispetto a quanto solitamente si sperimenta negli open world. E il tutto sullo sfondo di una Hong Kong morfologicamente non fedele, che ritaglia cartoline da quella originale, sia dall'isola che dalla parte continentale, per creare un mosaico meno dispersivo di quanto un luogo reale può essere, ma anche significativo e affascinante come richiesto a uno virtuale.

Riso cantonese

I controlli di Sleeping Dogs
I controlli di Sleeping Dogs

La parte di presentazione è stata, in realtà, piuttosto superflua: il gioco già l'avevamo incontrato un paio di volte nel corso della sua precedente vita e, così come per i vizi che ne mettevano in forse l'uscita, già era chiaro come tra i punti di forza ci fosse l'interessante prospettiva di giocare un free roaming d'azione che sembra uscito da una pellicola di John Woo. Ben diverso è stato testare con mano una giocabilità che per ammissione stessa di United Front Games usa le possibilità offerte da una mappa aperta liberamente esplorabile, solo come punto di partenza. Preso in mano il pad ci siamo catapultati tra le bancarelle di un mercatino locale, intenti a inseguire tale Ming e contemporaneamente a schivare i passanti impegnati negli acquisti o a guardare la rappresentazione dell'Opera Cinese che vivacizzava i bordi della strada. La quantità di dettagli è notevole e si respira un'atmosfera autentica, nonostante sia chiaro come ci sia ancora da lavorare sia sulla qualità di certi particolari, come la modellazione dei personaggi non giocanti, sia su aspetti tecnici come la fluidità, per ora non granitica. Sessioni di gioco più lineari e scriptate come questa sono usate, anche, per le fasi di scontro corpo a corpo: un po' come per il Freeflow Combat di Batman: Arkham City, uno schema a due tasti permette di colpire e schivare unendo comandi immediati a spettacolari combo. E dove il seguito del titolo superoistico firmato Rocksteady eleva a potenza il tutto con una varietà di colpi e gadget, Sleeping Dogs introduce l'interazione ambientale che, in ogni area dove ci si trova costretti a menare le mani, usa le azioni contestuali per farci lanciare gli avversari giù da cornicioni, sfondarne la testa su portiere o saracinesche e dilaniarne il volto scagliandoli contro ventole o fornelli incandescenti.

Miracolo a Hong Kong

Il tutto funziona in modo piuttosto preciso nonostante serva ancora un po' di lavoro per avere la migliore risposta dei comandi e dare la sensazione che le animazioni si leghino tra loro a meraviglia. L'altra faccia del combat system si declina nelle fasi da sparatutto in terza persona, di cui però possiamo parlare solo limitatamente a una breve sequenza mostrataci, in attesa di descrivere in un secondo appuntamento a metà marzo il nostro hands on di una missione avanzata. Anche qui, comunque, il lavoro degli sviluppatori è volto al raggiungimento di uno standard che non sfiguri rispetto a quello imposto dai contemporanei sparatutto: l'immancabile sistema di coperture e fuoco alla cieca viene unito al bullet time per creare una formula familiare. Dopo aver provato e visto un paio di capitoli, è interessante notare come si passi senza soluzione di continuità da sequenze di shooting di stampo classico a violente risse che magari terminano in lunghi inseguimenti. Sequenze su moto o automobili rese più dinamiche dalla possibilità di saltare da un mezzo all'altro in corsa, un po' come in Just Cause. E tutto questo grazie a un feeling estremamente arcade che coinvolge tanto i comandi, la telecamera e i movimenti del nostro alter ego, quanto il ritmo con cui l'azione si sussegue frenetica e senza sosta. Accompagnata da una rappresentazione della violenza cruda, esagerata nell'esaltare schizzi di sangue ed esplosioni.

Tra le vie di Hong Kong

L'attenzione verso scontri melee e con armi da fuoco che ha propiziato uno studio di questi due aspetti oltre i canoni del genere, non dovrà però limitare le potenzialità dell'open world. E questo andrà registrato quando avremo modo di girare liberamente per la Hong Kong di Sleeping Dogs, visto che per ora anche durante le sessioni di guida ci è stato chiesto di attenerci quanto più possibile ai percorsi suggeriti.

Miracolo a Hong Kong

Aspettando di verificare con mano i contenuti secondari, le eventuali quest ripetibili e l'intelligenza artificiale che gestirà la polizia, abbiamo brevemente avuto modo di muoverci in macchina attraverso il traffico cittadino, tra i taxi rossi che intasano le strade di giorno, e poi correre una delle gare clandestine tra le desolate vie notturne. A parte alcune soluzioni tecniche intelligenti, come l'uso del bumper sotto l'analogico per ruotare tra gli obiettivi sulla minimappa senza dover aprire quella completa interrompendo l'azione, colpisce piacevolmente la cura posta nella rappresentazione della città. Grattacieli modernissimi nascondono alte case trasandate ai cui piedi si sviluppano mercati tipicamente orientali e boutique di moda. Anche la particolare disposizione degli edifici, che si dispongono alle pendici e poi sulle verdissime colline che dominano il cuore dell'isola, creano quel contrasto di verde e grigio, naturale e costruito che riempie la vista di chi arriva nella regione amministrativa speciale cinese. Gli artisti di United Front Games, ci hanno raccontato, sono stati diverso tempo a osservare i dettagli architettonici, cromatici e le particolarità che colpiscono il visitatore di Hong Kong.

Miracolo a Hong Kong

Proprio per valorizzare questo lavoro attento, ci auguriamo che vengano rifinite le imperfezioni tecniche che sporcano l'immagine. Un processo di limatura necessario anche considerando la grandissima quantità di elementi, principali e di contorno, che completeranno il pacchetto: a seconda del nostro comportamento nelle missioni, ad esempio, guadagneremo punti esperienza progredendo lungo l'albero delle abilità della Polizia oppure delle Triadi, ottenendo bonus e avanzamenti specifici. Sono tanti tasselli diversi quelli che dovranno combaciare alla perfezione per rendere Sleeping Dogs il coronamento di tanto lavoro e un riscatto dal periodo passato nel limbo dei titoli cancellati. Le unicità sono evidenti e per fortuna anche le debolezze, così che il lasso di tempo disponibile da oggi all'uscita, prevista per la prossima estate, possa essere speso per mettere tutto in ordine e darci finalmente modo di portare a termine un'avventura avvincente e ricca di spunti. Continuate a visitarci perchè torneremo a parlare del gioco nelle prossime settimane anche con un'intervista.

CERTEZZE

  • Hong Kong è lo scenario perfetto per una storia di violenza e corruzione
  • Intenzione di approfondire ogni aspetto del gameplay
  • Rappresentazione curata dello scenario di gioco

DUBBI

  • Necessita ancora di miglioramenti tecnici e nei controlli
  • Attendiamo di sperimentare contenuti e portata dell'open world