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Call of Duty: Black Ops 4, le nostre impressioni dalla beta

Activision prova a rimodellare la sua serie di punta, riuscirà Treyarch a stupire tutti? Abbiamo provato la beta di Call of Duty: Black Ops 4

PROVATO di Tommaso Valentini   —   06/08/2018

Call of Duty: Black Ops 4 continua a mostrarsi nella sua forma più comune, quel multiplayer competitivo che negli anni è diventato un tratto distintivo della serie e che ogni inverno calamita a sé tutte le attenzioni del grande pubblico. Il 2018 è un anno diverso tuttavia, dove i Battle Royale l'hanno fatta da padrone accaparrandosi buona parte dell'utenza spesso orientata agli sparatutto più classici, una fetta da recuperare per non finire a risultare un genere superato. Il compito, non certamente facile, spetta ancora una volta a Treyarch, lo studio di sviluppo più promettente e capace di Activision a cui si devono negli anni passati i capitoli migliori del brand. I punti di contatto con Black Ops 4 sono stati tanti e numerosi nel corso degli ultimi mesi, dapprima attraverso un evento speciale dedicato a stampa e influencer per l'annuncio vero e proprio, per poi passare dall'E3 per mostrare ciò stava cuocendo a fuoco lento nel calderone. La closed beta di Call of Duty: Black Ops 4 giunge in un agosto caldissimo e privo di grandi cose da giocare, una tempistica ideale per avere i riflettori puntati addosso e far capire un po' meglio a tutti quanto le ultime influenze sul tema degli sparatutto siano finite per contagiare anche David Vonderhaar e i suoi. Noi ci abbiamo passato sopra diverse ore e siamo pronti a raccontarvi la nostra esperienza, in attesa che tutti possiate accedere e toccare con mano l'open beta che partirà tra circa una settimana.

Call of Duty: Black Ops 4, le nostre impressioni dalla beta

Le basi del gameplay restano inalterate, o quasi

Call of Duty: Black Ops 4 è riconoscibile, prima di tutto. È un gioco che si trascina l'esperienza maturata negli anni e la rimodella per offrire al suo pubblico qualcosa di fresco ma con tanti punti di contatto con i capitoli passati. Certo, ormai è risaputo che i jetpack, le corse sui muri e i doppi salti sono ormai caduti nel dimenticatoio, ma l'atmosfera che si respira e l'adrenalina delle partite rimangono ancora un marchio distintivo per la serie. Ci si butta dunque nel team death match più classico correndo e scivolando dietro gli angoli come sempre, facendo fuoco a qualsiasi cosa si muova e facendo ben attenzione ad individuare sulla mappa i puntini rossi lampeggianti che indicano la presenza del nemico. Tanti riflessi ma anche strategia questa volta, perché le poche modifiche apportate all'infrastruttura di gioco cambiano volutamente faccia alle gunfight, incanalando l'esperienza verso uno dei migliori risultati degli ultimi anni. I punti ferita portati a 150, ma soprattutto la rigenerazione della vita che va ora attivata manualmente sfruttando un'abilità apposita, hanno trasformato quello che prima era il re delle uccisioni istantanee in un titolo dove l'abilità nello sparare conta ora ancora di più e dove conoscere quando ritirarsi per ricaricare e curarsi vale tanto quanto un'uccisione ben piazzata. È innegabile che il lavoro svolto da Treyarch e mostrato in questa closed beta mostri voglia e volontà di offrire ai giocatori una maggior esaltazione durante gli scontri, pur non sacrificando del tutto la frenesia a cui siamo sempre stati abituati. E poi i movimenti contano ancora tantissimo, come sapersi buttare a terra per sfruttare i dropshot nei momenti critici, scivolare da dietro le coperture per sorprendere i nemici e diventare imprevedibili con un sistema di movimento che è stato riscritto per limitare proprio i colpi a sorpresa da ogni direzione. Ad aggiungere maggior tensione e richiedere ancora più attenzione è la nebbia di guerra che si dipanerà solo in un'area circolare attorno ai membri della nostra squadra, costringendo a drizzare le orecchie per scoprire eventuali nemici nascosti in un angolo lontano dalla vista. È indubbiamente una meccanica che favorisce il camping, o quantomeno più rispetto a prima, ma c'è anche da dire che sono talmente tanti i gadget per rilevare eventuali ostili che risulta particolarmente difficile prendere una zona e presidiarla a lungo senza essere visti.

Quando Overwatch diventa Call of Duty

I dieci specialisti presenti nella beta permettono infatti di avere un controllo quasi totale della mappa grazie ai loro numerosi gadget, utili a stabilire strategie e organizzare un gioco di squadra che vada ben oltre al comunissimo tenere sotto controllo determinate linee di tiro. Come se fossimo in un hero shooter qualsiasi, come in Overwatch ad esempio, sarà possibile piazzare barricate per proteggere i nostri compagni di squadra, claymore invisibili, richiamare un'unità K9 per guardarci la schiena ed avvisarci di eventuali nemici o ancora l'Annihilator e altre armi speciali che garantiscono di eliminare rapidamente qualsiasi bersaglio. Sono sostanzialmente dieci eroi con abilità e perk unici che si adattano allo stile di gioco dei player, rivoluzionando il modo di intendere le partite. Se questo non fosse abbastanza ci sono poi le consuete classi, con la loro personalizzazione e le tanto amate scorestreak a mantenere Black Ops 4 fedele alla serie. UAV, Bombardamenti, torrette semovibili e approvvigionamenti sono solo alcuni dei bonus che otterrete ottenendo punti durante le partite, attraverso una meccanica rodata e sempre apprezzata. La beta ha poi messo in mostro il consueto sistema di crescita e di unlock, ma anche una serie di mappe estremamente intricate ma non per questo difficilmente memorizzabili. Sono bastate infatti giusto un paio di partire per riuscire ad orientarci e sentire nostre le diverse location, merito di un design eccellente e di soluzioni comuni ai vecchi capitoli della serie. Non c'è mai un'entrata sola e ogni singola area è ricca di elementi scenici e oggetti dietro ai quali ripararsi costringendo gli attaccanti a un zig zag continuo per tenere bene in vista l'obiettivo. Ancora qualcosa da sistemare per i punti di respawn, non sempre tarati a dovere, ma quello, purtroppo è un vizio a cui ormai siamo abituati. Nota dolente di questa beta è anche la qualità di alcune texture, soluzione speriamo temporanea prima dell'applicazione di quelle finali a ridosso dell'uscita. Se dunque il gameplay ci ha convinto appieno, con il peso delle armi perfetto, le tempistiche studiate alla perfezione e uno stile di gioco molto più lento e ragionato, Treyarch potrebbe aver esagerato dal punto di vista degli elementi a schermo e delle cose che succedono rendendo le arene si molto belle da vedere ma altresì caotiche e complesse, distraendo l'occhio del giocatore mentre cerca i suoi bersagli. Influisce ovviamente anche il forte basculamento della telecamera durante gli sprint e la corsa, una soluzione studiata proprio per creare svantaggio a chi pensa di trovarsi ancora su Black Ops III. I tempi sono cambiati.

Call of Duty: Black Ops 4, le nostre impressioni dalla beta

La closed Beta di Call of Duty Black Ops 4 ha messo in mostra un titolo sicuramente valido, ricco di trovate in linea con le richieste del mercato attuale e pronto a fare scintille questo inverno. Ci sono piaciute moltissime le soluzioni adottate per rallentare il gameplay, pur senza andare a perdere tutti quegli elementi distintivi che da sempre caratterizzano la serie. Continueremo a seguire questo nuovo Black Ops da vicino nelle prossime settimane, soprattutto visto che non tutto è stato ancora rivelato e resta un mistero come verrà gestita la modalità Battle Royale, della quale è prevista una beta prima del lancio e che siamo molto curiosi di provare.

CERTEZZE

  • Ritmi più ragionati
  • Tanti nuovi elementi di gioco
  • in linea con le attuali richieste del mercato

DUBBI

  • Tecnicamente ha ancora parecchi punti deboli