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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   23/08/2003

Diario del Capitano

Meditando sul tema di questo diario, nei giorni scorsi, i miei occhi si sono fermati sulla copertina del Newsweek, intitolata "Bionic Kids: How technology is altering next generation of humans" e non ho resistito alla tentazione di acquistarlo, oltretutto avendo di fronte a me una lunga e noiosa pausa in aeroporto per una coincidenza di voli.
L'articolo principale, che poi fa da filo conduttore all'intero numero del Newsweek, è una dissertazione tesa a dimostrare come le generazioni di giovani uomini (dagli 11 ai 20 anni circa) stanno cambiando per adattarsi alle nuove tecnologie - in particolare videogiochi e cellulari - e alle conseguenze a livello fisico e cerebrale che ciò comporta.
Innanzitutto è cambiato il modo di comunicare. I ragazzi oggi preferiscono mezzi indiretti rispetto alla voce e allo sguardo. Ci sono sms, chat internet, messaggi istantanei. E' diventato molto più facile relazionarsi, specialmente tra persone di sesso opposto. Non c'è più l'imbarazzo del doversi confrontare faccia a faccia, del dover sostenere l'emozione della prima frase rompighiaccio. E' tutto più facile, anche se molto meno autentico. Perfino il linguaggio sta cambiando, adattandosi all'esigenza di sintesi che la tastiera impone: acronimi come "lol" o "imho" oppure le cosiddette faccine ":-)" o ":-P" ne sono l'esempio più lampante. Provate a dire ai vostri genitori mentre state uscendo "ci vediamo asap".
A seguire sta cambiando la nostra manualità, con le mani sempre più adatte a digitare e impugnare qualcosa simile a un joypad o un cellulare. Si scopre quindi che Nokia sta progettando cellulari più simili ad un GameBoy che ad un telefono, per il semplice motivo che è molto più semplice digitare sms a due mani oppure che la General Motors sta testando una macchina a idrogeno con un joypad uguale a quello del GameCube. Il pollice sta diventando sempre più importante, veloce e sensibile di quanto lo sia mai stato. Da qui nasce l'impaccio delle generazioni più anziane nell'uso del cellulare o del joypad (molti giocatori PC non si ritrovano con il joypad e spesso dopo pochi minuti di utilizzo hanno dei crampi alla mano). Non hanno maturato la giusta flessibilità nelle articolazioni.
Infine, il videogioco e il computer hanno migliorato il "multitasking cerebrale", ovvero la capacità di fare e dire più cose contemporaneamente, anche con il rischio di non finirne nessuna. Questa capacità nelle generazioni anziane è molto tenue e spesso assente.
Un altro cambiamento introdotto, addirittura da un genere di videgiochi come gli sparatutto, è la capacità visiva, ovvero la capacità di individuare dettagli velocemente in un contesto. A supporto di quest'ultimo dato è stato fatto un esperimento con due gruppi di studenti, entrambi formati da non videogiocatori. Ad un gruppo è stato permesso di giocare solamente a Tetris ad un altro solamente a Medal of Honor. Già dopo dieci giorni, in test di valutazione successivi, il gruppo di giocatori di Medal of Honor otteneva risultati maggiori dell'altro, sempre.
Ma non di soli cambiamenti positivi è fatta l'evoluzione dell'uomo verso l'"homo bionicus". I videogiochi per esempio possono esaltare aspetti negativi del carattere (già presenti beninteso, ma magari latenti), come violenza e irritabilità e l'abitudine alla chat può diminuire le capacità sociali dal vivo dei cybernauti.
Nella mia esperienza come homo bionicus posso dire che parte di quanto qui sopra riportato tende ad essere vero, magari con delle sfumature. Mia moglie l'ho conosciuta in chat. I miei pollici sono certamente più flessibili e veloci di quelli di mio padre. Ho la sensazione che il mio modo di ragionare sia diverso di quello di alcuni miei amici NON "bionici". Quando guardo il monitor il mondo intorno non esiste. Tendo a stabilire più rapporti telematici di quanti ne abbia dal vivo.
Ma io sono uno, là fuori siete milioni. L'evoluzione da qualche parte ci porterà. La ricerca del Newsweek non ci dice come finiremo ma sono sicuro che la tecnologia ci aiuterà a scoprirlo.

Andrea Pucci, editore Multiplayer.it

P.S.: la prossima settimana ci aspetta una visita a Londra. Parte della redazione si trasferisce nello stand che Multiplayer.it avrà all'interno dei Padiglioni Nazionali e da lì proseguirà l'attività editoriale con anteprime e interviste (già ne abbiamo in programma di succosissime).

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