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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   28/06/2002

Diario del capitano

Approfittando di una mezza giornata di relax, un paio di giorni fa ho finalmente iniziato un libro che tenevo da più di un mese sul comodino: si tratta di "La casa del buio", l'ultimo romanzo di Stephen King, scritto in collaborazione con un altro dei grandi autori del genere, Peter Straub. Non è mia abitudine leggere i risvolti di un libro (a mio modo di vedere raccontano più di metà dello stesso...), ma non ho fatto a meno di notare che il romanzo è la continuazione di una storia narrata più di quindici anni fa dagli stessi autori ne "Il talismano", un libro che ai tempi avevo apprezzato moltissimo. Ritrovare dei personaggi che non ricordavo mi ha tolto il piacere della lettura: cosa potevo fare se non un salto in libreria, acquistare "Il talismano" e riprendere la narrazione dal suo vero incipit? E così ho fatto.
Quanto sopra con i videogiochi raramente succede: a memoria non ricordo un sequel così legato al titolo originale da dover richiedere la conoscenza della sua storia. Che si tratti del capitolo 2, o di uno successivo, spesso i riferimenti al primo episodio sono marginali, quasi fossero dettagli o semplicemente banali richiami: non esiste quel senso di continuità che spesso è garanzia di successo per le produzioni cinematografiche e per le saghe letterarie. Non mi dispiacerebbe assistere, nei primi minuti di uno qualunque dei tanti "capitoli due", ad un riassunto, magari realizzato con lo stesso motore di gioco, nel quale si raccontano le vicende vissute dai protagonisti nel titolo originale.
Perchè in Jedi Knight 2: Jedi Outcast si fanno molte allusioni al primo gioco, senza mostrare ciò che è successo, penalizzando di fatto chi a quel titolo non ha potuto o voluto giocare? Davvero ci si aspetta che qualcuno esca e vada a comprare Jedi Knight e, perchè no, anche l'espansione "Mysteries of the Syth"?
Si tratta di giochi splendidi, ancora più belli di questo Outcast, ma dubito succederà.
#I1#