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Doki Doki Literature Club!: qual è il segreto del suo successo?

In attesa di giocare alla versione Plus, cerchiamo di capire qual è stato il segreto del successo di Doki Doki Literature Club!

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   30/06/2021

Doki Doki Literature Club! racconta di un club letterario giapponese diretto da Monika, studentessa brillante e grande appassionata di poesia. I membri del club sono tutte avvenenti ragazze con cui il giocatore, l'unico maschio del gruppo, dovrà provare ad avere una relazione, compiendo le scelte più adatte per fare colpo sulla prescelta di turno. Cercheremo di uscire con la solare Sayori, con la timida e misteriosa Yuri, con la dolce Natsuki o con Monika stessa? Perché dietro l'apparente tranquillità e giovialità del club sembra esserci qualcosa di oscuro? Davvero un semplice simulatore di appuntamenti è riuscito a diventare un videogioco di culto?

Attenzione: nel resto dell'articolo faremo riferimenti diretti alla trama di Doki Doki Literature Club! Se non lo avete giocato e volete farlo senza sapere nulla in anticipo, evitate di leggere oltre. Purtroppo per spiegare quale sia, secondo noi, il segreto del successo di Doki Doki Literature Club! è davvero impossibile non prenderlo di petto dal punto di vista narrativo, anche perché è un gioco basato interamente sulla sua storia.

Sensazioni forti

Monika, cosa nasconde?
Monika, cosa nasconde?

Una delle sensazioni più forti che ci ha trasmesso e lasciato il gioco al tempo della recensione di Doki Doki Literature Club! è una profonda inquietudine, così forte e disturbante da riemergere dal nostro subconscio ogni volta che ripensiamo a quella strana esperienza. Dovendo indicare a mente fredda uno dei motivi del successo del simulatore di appuntamenti di Team Salvato, è inevitabile pensare che quella sensazione, ancora così vivida, per quanto ineffabile, sia il suo vero segreto.

A favorirla contribuirono due elementi sostanziali: intanto l'ottima scrittura, in particolare nella costruzione dei brutali colpi di scena, che finivano per coinvolgere non solo i personaggi del racconto, ma il giocatore stesso; inoltre il fatto che per giocare non bisognava spendere nulla. Questo ci portò ad approcciarci al gioco senza esserci informati troppo, come invece avviene per i prodotti commerciali. Non c'era niente da pagare, quindi ci aspettavamo pochissimo. Confessiamo che, nonostante non avessimo alcun pregiudizio, i pochi commenti letti su Doki Doki Literature Club! ci sembravano fin troppo esagerati nelle lodi e derivati dall'effetto simpatia che un gioco gratuito può suscitare.

Quando le attese sono bassissime è molto più facile rimanere sorpresi, soprattutto se si finisce per trovarsi di fronte a una delle migliori visual novel di sempre.

Natura divina

Date queste semplici premesse, che Doki Doki Literature Club! sia diventato un titolo di culto non stupisce più di tanto. Anzi, a posteriori non stupisce per niente. Del resto l'intera esperienza è costruita intorno all'idea di creare un legame profondo tra il gioco e il giocatore, con la figura di Monika che si presenta come una specie di divinità, spietata quanto affascinante, da adorare a prescindere dalla sua ferocia distruttrice, tanto che a un certo punto si teme, ma allo stesso tempo si spera, che riesca davvero a superare i limiti del gioco e a invadere il sistema operativo.

In fondo gli umani si sono sempre inginocchiati di fronte al potere in quanto tale, a prescindere dal suo essere benevolo o malevolo. Monika è un demiurgo, almeno nel suo mondo. È lei che decide le sorti di tutto e tutti, giocatore compreso, creando un'apparenza che è lei stessa a distruggere, in preda alla sua ossessione. Questa GLaDOS incarnata in una waifu ha come unico limite la cartella d'installazione, entro cui è quasi onnipotente. Per sconfiggerla bisogna letteralmente cancellarla, al prezzo però di spaccare il gioco stesso. Senza Monika non c'è racconto, ma solo spaesamento, perché è la sua figura a rappresentare il centro di tutto.

Solo Monika

Il lato oscuro di Monika
Il lato oscuro di Monika

Un personaggio forte come Monika non può che creare attrazione, perché è impossibile non riconoscerne la supremazia su tutti gli altri, protagonista compreso. Se vogliamo è facilissimo anche trasformarla in un oggetto di venerazione, perché è costruita come tale. Di base è un'intelligenza artificiale impazzita, ma ha il vantaggio di avere un corpo umano e di sapere assumere le sembianze di uno stereotipo ben riconoscibile dell'animazione giapponese, elementi che la proteggono dal distacco che si prova istintivamente per la già citata GlaDOS (l'IA impazzita della serie Portal, cui Team Salvato si è ispirato per tratteggiare Monika) o per Shodan, tanto per citare un'altra celebre IA con qualche linea di codice fuori posto. È un programma fuori controllo, ma non lo sembra davvero, almeno finché non si svela in quanto tale.

In realtà è anche difficile affermare chi sia davvero Monika, perché la sua identità divina viene lasciata molto sul vago. È davvero solo un file? O la sua natura è impossibile da cogliere?

Ma poniamoci un'altra domanda: cosa diventa dopo che si è svelata? Perché la comunità nata intorno al gioco continua a venerarla soprattutto nella sua forma più ingannatrice, ossia quella umana? Qui non possiamo che ritornare a quel senso di inquietudine di cui parlavamo all'inizio dell'articolo: vederla sorridente insieme alle altre ragazze in qualche fan art, sapendo cosa nasconde, rinnova la sensazione di orrore e repulsa, che però presuppone anche una grande complicità, come se ormai Monika sapesse che noi sappiamo e ci ammiccasse dall'altra parte dello schermo, perché in qualche modo abbiamo scelto di rimanere con lei.

Il club letterario è popolato da belle ragazze
Il club letterario è popolato da belle ragazze

È davvero come essere entrati a far parte di un club esclusivo, in cui c'è un prima e un dopo la fruizione del gioco. Per questo non stupisce che la comunità di Doki Doki Literature Club! sia attentissima agli spoiler e parli di ciò che accade nel gameplay solo in luoghi virtuali che si presuppongono frequentati da quelli che l'hanno già finito.

Raccontare troppo della storia non solo rovinerebbe l'esperienza ai novizi, ma renderebbe difficile il loro ingresso nel club, perché partirebbero preparati e, privati dell'effetto shock, potrebbero non legarsi a Monika come vuole un'esperienza fruita in modo ideale. In questo senso Doki Doki Literature Club! si offre come una specie di rito d'iniziazione per un culto che non promette alcun paradiso o inferno, ma "Just Monika"... e tanto basta a renderlo appetibile e incredibilmente pervasivo, nel bene o nel male.