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Fallout 76, diario di viaggio - Parte 2

Parliamo per l'ultima volta delle nostre impressioni su Fallout 76 prima del giudizio definitivo.

PROVATO di Emanuele Gregori   —   20/11/2018

Aggiornamento: la recensione di Fallout 76 è ora finalmente disponibile.

A ormai una settimana dall'uscita sul mercato dell'ultima fatica di Bethesda, siamo quasi pronti a darvi un giudizio completo rispetto a ciò che attualmente il titolo offre ai suoi possessori. Prima che questo accada, intendiamo però concludere il discorso di avvicinamento cominciato sul finire della scorsa settimana. Le nostre impressioni non sono in realtà cambiate, ma c'è comunque qualche appunto da fare rispetto all'esperienza che il titolo offre andando avanti nelle ore. Con una campagna principale sostanzialmente conclusa, vediamo di tirare le somme su quello che questo prequel multigiocatore offre agli appassionati.

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Il viaggio del sopravvissuto all'olocausto nucleare

PREMESSA SPOILER: per quanto Todd Howard sia stato chiaro fin da subito rispetto a quello che rappresentava l'arco narrativo principale di Fallout 76, ci teniamo a mettere in guardia tutti quelli che non volessero avere nessun tipo di informazione sulle fasi avanzate della campagna. Evitate di leggere il prossimo paragrafo, poiché seppur in maniera non esplicita, fa menzione degli eventi principali.

Abbiamo riposato insieme ai nostri compagni. Dopo giorni di camminate nella zona contaminata, è tempo di tornare a lottare per riprenderci il nostro pianeta. Raggiunta la torre del "Top of The World", incontriamo l'ennesimo robot che sembra replicare una coscienza umana. Rose, questo il suo nome, gioca con noi e ci sfrutta per metterci alla prova, ma ognuno dei suoi incarichi è in realtà un capriccio, al punto da farci avvicinare talmente tanto a un Deathclaw da poterlo toccare, per poi decidere se fuggire o mandarlo al creatore. Tutto questo non ha senso, stiamo rischiando la vita per le bizze di un robot, ma è l'unica che possa aiutarci a proseguire la nostra strada verso la scoperta della verità riguardo le Bestie Ardenti. Dopo aver ottenuto le informazioni che ci interessavano, ci siamo incamminati verso il campidoglio, abbiamo affrontato le peripezie della montagna, e addirittura seguito l'interstatale che costeggia l'intera regione, alla ricerca di vecchi segnalatori utili a recuperare informazioni. È proprio durante questo viaggio, che abbiamo avuto la sfortuna di incontrare in prima persona un esemplare di Bestia Ardente. A un attimo di terrore, dato dalla vista di questo enorme pipistrello radiottivo, è conseguita la consapevolezza di dover trovare riparo. Un bunker, che abbiamo scoperto essere anche la nostra destinazione, ci è venuto in aiuto. Dopo esserci rifocillati e riposati, abbiamo continuato a raccogliere informazioni sulla piaga delle Bestie Ardenti, la nuova minaccia per la sopravvivenza del genere umano. Abbiamo scoperto come tutti i sopravvissuti all'esterno siano morti a causa di queste creature e che l'unica soluzione formulata è andata persa per sempre. Non tutto è ancora perduto, dobbiamo metterci sulle tracce di ciò che resta della Confraternita d'Acciaio, l'ultimo baluardo della resistenza organizzata, ormai capitolata del tutto. Raggiunto il vecchio quartier generale dell'organizzazione, la verità ci colpisce come un carro armato. L'ironia della nostra specie, quasi estinta a causa della follia di pochi, i quali hanno deciso per tutti iniziando una guerra nucleare, si risolve nella necessità di tornare proprio a quella tecnologia devastante e abominevole, scartata anche da chi, però, non è riuscito a sopravvivere. Tutto è iniziato con l'atomica e tutto finirà nell'atomica.

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C'è più di quel che sembra

Fallout 76, non lo nascondiamo, ci sta sorprendendo. E la cosa piuttosto divertente è che buona parte dei giocatori che davvero hanno approfondito il titolo sta pian piano iniziando a comprendere il concetto cardine dell'opera di Bethesda. Non si tratta della grande epopea fatta di intrecci di dialoghi, scelte multiple e possibilità infinite di diramazione ma, al contrario, dell'idea piuttosto semplice e potente riguardo il principio di tutto quello che negli ultimi vent'anni abbiamo conosciuto come Fallout. Per questo, chiunque fosse orfano di quel genere di esperienza (e badate bene che, in maniera sostanzialmente peggiore, Fallout 4 voleva riuscirci, fallendo miseramente), deve essere consapevole che questa nuova iterazione del franchise si sofferma sulla solitudine di un mondo completamente da ricostruire, dove a malapena si incontrano esseri umani e, quando lo si fa, si tratta di altri sopravvissuti ignari come noi, ben lontani dalle cariche sociali e politiche che faranno il bello e il cattivo tempo di lì a poco. Che sia in solitaria (dove il gioco funziona meno, ma consente comunque di godersi la grande mole di storia) o in compagnia, Fallout 76 saprà in qualche modo stupirvi, soprattutto nelle sue battute finali. Non vogliamo dirvi più di quanto già fatto, ma le location che pian piano scoprirete e l'esplorazione della mappa di gioco vi lasceranno a bocca aperta più di una volta, non certo per il comparto tecnico, ma di sicuro sotto l'aspetto artistico e per l'attenzione ai dettagli. Per quanto riguarda le attività end game, sulle quali torneremo più approfonditamente in sede di recensione, in arrivo ormai tra pochi giorni, ciò che possiamo affermare attualmente è che la caccia agli eventi pubblici di alto livello e ai corrispettivi dei raid da MMO, inducono un grado di sfida che va rispettivamente dal discreto all'impegnativo. La ricerca dei codici di lancio che precedono l'attacco nucleare è già di per se una meccanica interessante, seppur rischi di stancare a lungo andare (immaginiamo col tempo verranno bilanciati questi aspetti di gioco). Al contrario, l'evento di alto grado che scaturisce dall'esplosione, vi vedrà impegnati a combattere contro decine di nemici spesso di livello più alto del vostro, con la conseguente necessità di affrontare queste attività con più di un team contemporaneamente.

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Con il passare dei e giorni e delle ore, l'esperienza di Fallout 76 si sta tramutando da un concentrato di buone intuizioni male assemblate a un amalgama di gestioni complicate di ottime idee. Il punto è che, se siete consapevoli di quale genere stiate affrontando iniziando a giocare con l'ultima fatica Bethesda, sapete anche che si tratta di giochi che raggiungono la maturazione almeno un anno dopo la loro uscita sul mercato. Allo stesso tempo, per la primissima volta, ci troviamo di fronte ad un titolo già colmo di contenuti e attività, che probabilmente devono essere rifinite, rese più varie e in grado di donare un ottimo grado di sfida per il giocatore avanzato, ma ciò non toglie la loro bontà nel design. Il giudizio del grande pubblico sta mutando nei giorni nei confronti del gioco, perché finalmente si è compreso che prima di giudicare sarebbe il caso di approfondire, che è ciò che stiamo facendo noi. La prossima volta sarà anche quella dell'agognato voto, al quale speriamo sarete in grado di unire la lettura del pezzo che lo precederà. Fino ad allora, noi torniamo in Appalachia con una certa voglia di contrarre radiazioni.

CERTEZZE

  • La campagna prende una piega molto interessante
  • I contenuti avanzati risultano finalmente impegnativi
  • Una grande patch appena arrivata, il supporto non manca...

DUBBI

  • ...ma non basta certo a ripulire un gioco tecnicamente disastrato
  • Su console la situazione stenta a migliorare