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GameShark: cos’era e cosa diventerà con AI Shark

Ripercorriamo la storia, la crescita e la caduta di uno degli hardware per i trucchi più famosi di sempre: il Game Shark.

GameShark: cos’era e cosa diventerà con AI Shark
SPECIALE di Riccardo Lichene   —   20/01/2024

Al CES 2024 è stato annunciato il ritorno del GameShark non più come dispositivo per usare i trucchi (cheat codes) all'interno dei videogiochi, ma come assistente AI per ricevere suggerimenti mentre si gioca. Per tutti coloro che hanno sentito per la prima volta il nome GameShark, e per tutti quelli a cui risulta familiare ma non sanno il perché, abbiamo deciso di realizzare una retrospettiva sulla complicata storia di questo dispositivo, il suo funzionamento e il suo successo planetario.

In poche parole, Game Shark, Action Replay (poi scopriremo che sono lo stesso identico prodotto) o l'americano Game Genie, sono degli intermediari che si collocavano tra una console e la cartuccia inserita al suo interno. Nell'interfaccia di questi intermediari era possibile inserire (o in alcuni casi creare da zero) dei codici per cambiare alcune parti del gioco per avere più vite a disposizione, migliorare l'altezza del salto, la potenza di un'arma o dimezzare la salute dei nemici. La popolarità di questi dispositivi a cavallo tra gli anni '90 e i primi 2000 era stratosferica e nemmeno l'avvento del CD è riuscito a rallentarli.

La storia di GameShark

Action Replay e GameShark sono lo stesso prodotto presentato con due nomi diversi in Europa e in USA
Action Replay e GameShark sono lo stesso prodotto presentato con due nomi diversi in Europa e in USA

Le radici di GameShark risalgono addirittura al Commodore 64 e a un dispositivo, l'Action Replay della Datel, che permetteva di attivare i trucchi all'interno dei giochi. Forse non tutti sanno che, durante la creazione di un gioco, vengono introdotti dagli sviluppatori dei codici che modificano drasticamente il gameplay per testarne la stabilità, i livelli, le interazioni e il consumo di memoria. Queste stringhe, poi, venivano lasciate all'interno del codice, ma nascoste agli occhi dell'utente finale. L'Action Replay prima, e il Game Shark poi, non facevano altro che andare ad attivare questi cheat dando al giocatore la possibilità di modificare i parametri più diversi.

L'Action Replay ha riscosso un discreto successo nel Regno Unito, dove è stato inventato e commercializzato nelle sue versioni per NES, Super Nintendo, Sega Master System e Mega Drive, ma ha raggiunto le stelle solo a metà degli anni '90 quando il Game Genie, il principale concorrente creato da Codemasters (la stessa Codemasters degli attuali giochi di Formula 1), è andato fuori produzione negli Stati Uniti, lasciando un vuoto che chiedeva a gran voce di essere riempito. La storia di come Game Genie, solo pochi anni prima di fallire, sia riuscita a battere Nintendo in tribunale, quando è stata quest'ultima a fargli causa per questioni di copyright, meriterebbe un approfondimento a sé, sappiate solo che grazie a quella storica vittoria il mercato dei trucchi è potuto nascere e crescere tanto negli USA quanto in Europa.

I GameShark si tenevano aggiornati grazie alle riviste di videogiochi che, ogni mese, pubblicavano in collaborazione con InterAct, liste di nuovi codici per i giochi appena usciti
I GameShark si tenevano aggiornati grazie alle riviste di videogiochi che, ogni mese, pubblicavano in collaborazione con InterAct, liste di nuovi codici per i giochi appena usciti

GameShark nasce ufficialmente nel gennaio del 1996 come marchio della galassia di InterAct, una compagnia fondata da un giovanissimo Tod Haze bevendo birra all'Hard Rock Café di Londra. L'accordo era il seguente: Datel avrebbe prodotto una versione aggiornata dell'Action Replay col nome GameShark e InterAct lo avrebbe distribuito grazie alla sua rete capillare costruita importando dall'Asia periferiche di terze parti per console. Al debutto erano disponibili due versioni, quella per PlayStation e per Sega Saturn, e successivamente arrivarono i dispositivi per Game Boy, per Game Boy Color, per Game Boy Advance, per PlayStation 2, per Dreamcast e per Nintendo 64. A contribuire al loro successo c'era anche il fatto che questi dispositivi avevano un quantitativo di memoria spropositato per l'epoca ed erano sistematicamente più economici, in termini di megabyte per dollaro, delle memory card originali.

A tutto questo si aggiungevano una serie di funzioni rivoluzionarie per l'epoca come la possibilità di sentire la colonna sonora senza giocare o la possibilità di vedere tutti i filmati di un videogioco senza averli sbloccati. Aggiungete anche l'opportunità di giocare a livelli tagliati (come in GoldenEye 007) o negli ambienti di test (come in Super Mario Sunshine) e la popolarità del GameShark si spiega da sola. Gira persino la voce che la porta Parallel I/O nel retro delle prime PlayStation sia stata rimossa proprio per impedire l'utilizzo dei GameShark, un problema che Datel ha risolto cambiando formato e passando a una combinazione di CD + memory card quando ha realizzato la versione per Playstation 2.

La fine dei trucchi

GameShark è sparito dalla circolazione nel 2003 per colpa di una serie di fallimenti aziendali, ma non è per questo motivo che i dispositivi dedicati ai trucchi sono spariti dalla circolazione
GameShark è sparito dalla circolazione nel 2003 per colpa di una serie di fallimenti aziendali, ma non è per questo motivo che i dispositivi dedicati ai trucchi sono spariti dalla circolazione

Oltre alle molte versioni di GameShark, InterAct continuava a produrre accessori di terze parti e, per un periodo all'inizio degli anni 2000, gli affari sembravano andare a gonfie vele. I problemi sono iniziati ad arrivare quando la compagnia che possedeva InterAct, Recoton, ha dichiarato bancarotta portando alla fine dell'accordo con Datel nel dicembre del 2002. Finito il matrimonio con InterAct, la compagnia inglese (che al di fuori degli USA continuava a vendere i suoi accessori sotto il nome Action Replay) ha scelto nuovi distributori e sussidiarie per il mercato americano tra cui Rocket Game Products. Per quanto riguarda il marchio GameShark, nel gennaio del 2003 InterAct lo ha venduto per più di 5 milioni di dollari a Mad Catz Interactive, che ha spostato il suo focus dall'hardware per i trucchi agli accessori per scaricare e condividere i salvataggi nelle console basate sui CD come PlayStation 2, la prima Xbox e Game Cube.

La fine dei trucchi, però, non è arrivata a causa della scomparsa del marchio GameShark. Quando la generazione dell'Xbox 360 e della Playstation 3 ha fatto il suo debutto, avere una connessione internet per la propria console era diventato quasi obbligatorio. Questo ha permesso agli sviluppatori di pubblicare aggiornamenti obbligatori ai loro giochi per impedire l'accesso ai trucchi e alle parti tagliate. Un grosso incentivo all'implementazione di questi interventi è stata anche la crescita vertiginosa della popolarità degli obiettivi che, coi cheat, potevano essere completati in pochi minuti piuttosto che nel corso di diverse ore di gioco. Se a questo aggiungiamo le prime ondate di ban nei giochi online se dei trucchi venivano rilevati, otteniamo un quadro piuttosto chiaro di come la popolarità di questi dispositivi sia calata drasticamente fin quasi a estinguersi.

Il ritorno di GameShark nel 2024

GameShark è divenuto AI Shark per trasformarsi da fornitore di trucchi ad assistente personale per videogiocatori alimentato dall'AI, ma la compagnia non ha ancora pubblicato alcun prodotto
GameShark è divenuto AI Shark per trasformarsi da fornitore di trucchi ad assistente personale per videogiocatori alimentato dall'AI, ma la compagnia non ha ancora pubblicato alcun prodotto

Dall'ultimo Consumer Electronics Show di Las Vegas arriva la notizia che il marchio GameShark sta per rinascere, trasformandosi da maestro dei trucchi a "personal gaming coach" alimentato dall'intelligenza artificiale. Con il nome di AI Shark, infatti, la nuova compagnia (che ha già siglato una partnership col produttore di cuffie Altec Lansing) produrrà controller, mouse, tastiere e il misterioso Core. Questo dispositivo, che sembra una saponetta per registrare quello che avviene a schermo, in realtà usa l'intelligenza artificiale per analizzare il segnale video che gli passa attraverso così da fornire suggerimenti in tempo reale su come superare parti difficili di un gioco o migliorare la propria performance all'interno dei titoli competitivi.

Come e quando tutto questo verrà commercializzato non è dato sapere, così come non è stato annunciato il tipo di modello linguistico che userà l'IA o se ci saranno sottoscrizioni in abbonamento come per usare la versione più aggiornata di ChatGPT. La compagnia dice di "voler andare oltre la reputazione di GameShark come strumento per barare nei videogiochi e ha l'obiettivo di migliorare e potenziare l'esperienza dei videogiocatori con qualcosa di adatto sia ai novizi sia ai veterani". Non si sa molto altro sull'azienda o sulle sue periferiche e non ci resta quindi che aspettare, ed eventualmente testare, ciò a cui stanno lavorando per capire se c'è anche solo una flebile speranza che GameShark torni ai fasti di un tempo.