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Giochi da quarantena: roguelike più o meno conosciuti da giocare

Sono tempi difficili, e il Coronavirus ha costretto moltissime persone a passare il tempo chiusi in casa. E quale modo migliore di farlo se non giocando? Oggi cominciamo una piccola rubrica dedicata a titoli non propriamente mainstream, particolarmente adatti quando si ha molto tempo libero "forzato". La prima puntata? Dedicata ai roguelike

SPECIALE di Aligi Comandini   —   14/03/2020

Chi più chi meno, per via del COVID-19 siamo tutti in casa molto più del solito. Con i locali chiusi, le amicizie temporaneamente allontanate per la vostra e la propria sicurezza, e tantissimi lavoratori dediti allo smartworking, è quindi necessario trovare espedienti per occupare ore che prima si dedicavano alla socialità e allo shopping. I videogame, chiaramente, sono uno dei modi migliori per far scorrere le giornate, specie se si trova abbastanza alienante la situazione attuale. Abbiamo pertanto pensato di creare una piccola rubrica chiamata "Giochi da Quarantena", così da dare un po' di notorietà a titoli piuttosto complessi, impegnativi, e non particolarmente discussi, che in tempi normali verrebbero quasi certamente ignorati in favore dei soliti blockbuster.

Oggi, giusto per darvi subito in pasto della roba potenzialmente infinita, partiamo da una manciata di roguelike, videogame ispirati dallo storico "Rogue" dove il giocatore perde tutta (o quasi) la progressione al momento della morte, e la lunghezza delle partite dipende tanto dall'abilità di chi affronta il titolo quanto - o almeno molto spesso - dalla fortuna. Per cominciare partiremo con un roguelike abbastanza noto e "all'acqua di rose", ma tra le nostre quattro scelte c'è roba seriamente ostica a cui dedicare le proprie settimane...

Giochi da quarantena: roguelike più o meno conosciuti da giocare

Il “classicone”: Spelunky

Partiamo da un'opera essenziale nel genere, ad oggi osannata tra i suoi migliori esponenti, e capace di divertire all'infinito: Spelunky, qui la nostra recensione, un videogame che vi vede nei panni di un piccolo esploratore impegnato a svelare i segreti di rovine in continuo mutamento. Questo titolo, in campo indie, ha lanciato quasi da solo la "moda" recente dei roguelike con la sua estrema difficoltà, la sua struttura procedurale dei livelli brillante, la varietà offerta da un gameplay dalle meccaniche tutto sommato piuttosto intuitive, e le tante possibilità offerte ai superuomini amanti delle speedrun.

Noi non possiamo non consigliarvelo, poiché l'opera di Derek Yu è una masterclass di design, capace di non raggiungere mai picchi di frustrazione eccessivi per via dell'ottima distribuzione di pericoli, risorse, e importantissimi venditori tra le mappe (sempre uno spasso cercare di eliminarli dopo aver rubato i loro oggetti, anche se farseli nemici può portare spiacevolissime conseguenze), del geniale e leggibile scheletro di fondo dei vari "biomi", e della precisione dei controlli. Una vera droga, che vi ucciderà innumerevoli volte, ma vi vedrà anche tornare con una costanza quasi illegale. E il bello è che lo amerete anche se non doveste mai arrivare alla sua conclusione, tanto riuscita è la formula di gioco.

Dwarf Fortress 3

Il “gioco per pazzi”: Dwarf Fortress

Un titolo creato da una sola persona, Dwarf Fortress, dalla grafica a dir poco minimal (per via di come è programmato, la sua grafica è letteralmente composta da caratteri in movimento), che unisce i roguelike al gestionale nella sua modalità principale. Si tratta di un prodotto folle, capace di creare mondi di una complessità assurda, incredibilmente variegato, e davvero poco gentile con i neofiti. Fortunatamente, però, sono presenti tileset capaci di modificare la grafica in ASCII e renderla più moderna e comprensibile, oltre a un comodissimo "Newb Pack" che permette anche a chi non ha voglia di morire dietro alle guide di avvicinarsi al sistema (e ve lo consigliamo molto caldamente).

Nella modalità base, Fortress, partirete con sette nani impegnati a creare una civiltà partendo da una fortezza, che se la dovrà vedere con ogni genere di disastro naturale e innaturale. A voi ovviamente il compito di salvare la baracca, gestire al meglio le risorse, e comprendere come convincere i goblin a non sterminarvi ogni santa volta per uno screzio al pub. Nella modalità Adventurer invece avrete un singolo eroe da far sopravvivere il più a lungo possibile. Davvero, non fatevi ingannare dall'aspetto: Dwarf Fotress è un titolo geniale, e potrebbe catturarvi completamente, se decidete di tuffarvi nella sua follia. Ah, è pure gratis.

1S

La “via di mezzo molto violenta”: Synthetik

Un roguelike incentrato su uno shooting brutalmente difficile e altrettanto soddisfacente, Synthetik: Legion Rising è un gioco poco conosciuto, eppure riteniamo sia una vera perla. Partirete scegliendo una tra molteplici classi dalle abilità estremamente mutevoli (e non propriamente bilanciatissime) e, indipendentemente dalla scelta iniziale, vi troverete a dover gestire alla perfezione i vostri movimenti, ricaricare oculatamente le vostre armi (possono incepparsi), e pregare di trovare i giusti strumenti di morte per sopravvivere alla brutale massa di nemici presente in ogni mappa.

Per intenderci, Synthetik spiegato così sembra un gioco votatissimo all'azione, eppure qui è in realtà molto più centrale il posizionamento, unito alla comprensione di ciò che ogni arma e/o gadget fa. E quest'ultimo aspetto è particolarmente significativo, poiché durante le partite più lunghe troverete uno tsunami di chicche di rarità variabile, con tanto di oggetti dalla potenza tale da poter essere nocivi anche per il vostro alter ego. Dà una soddisfazione rara eliminare file intere di avversari con un cecchino dotato della potenza di una railgun, o far danzare dozzine di missili telecomandati senza esplodere come un idiota. Si tratta inoltre di un "roguelite" con una progressione per ogni classe che viene parzialmente mantenuta. Giocatelo, vi stupirà.

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Il “poco conosciuto”: Cataclysm Dark Days Ahead

Un altro roguelike davvero complesso. Ambientato in un terrificante futuro post apocalittico dove sopravvivere è un'impresa disperata, Cataclysm è graficamente forse persino più tremendo di Dwarf Fortress, ma questo non gli impedisce di essere un'esperienza potenzialmente eccelsa, con un'infinità di eventi possibili, caratteristiche selezionabili (e modificabili in partita) per il proprio protagonista, pericoli da affrontare e possibilità di approccio all'azione. In questo mondo dove un'alce infuriata può uccidervi tanto quanto un'orda di zombie controllati da un blob senziente, dovrete davvero utilizzare tutte le capacità a vostra disposizione per resistere più di qualche ora, e avrete persino modo di creare piccoli manipoli di sopravvissuti, o percorrere la via del lupo solitario senza scrupoli. Certo, al solito non si tratta di un titolo facile da approcciare, ma se riuscite a passare sopra al suo aspetto troverete ad attendervi un lavoro di rara intelligenza.