37

Il crossplay: problema nel 2018, opportunità per il 2019?

Partito come esperimento "impossibile", il crossplay potrebbe essere un attore principale dal 2019

SPECIALE di Giorgio Melani   —   26/12/2018

La possibilità di giocare in multiplayer su piattaforme diverse sembrava un'ipotesi quasi fantascientifica fino a un po' di tempo fa, ma nella progressiva convergenza tra le console e con l'aumento, in quantità e importanza, dei titoli multipiattaforma, la questione ha perso i contorni utopistici diventando prima una possibilità interessante, poi una prospettiva concreta e infine una caratteristica richiesta con forza da molti giocatori. Su questa sussistono ancora diversi problemi, ma bisogna notare come siano diventati ormai soprattutto inconvenienti organizzativi e "politici", visto che la questioni di ordine tecnico sono state a questo punto superate con una certa scioltezza. D'altra parte, si tratta di una caratteristica che sembra avere in linea di massima molti più vantaggi che controindicazioni, un'iniziativa piuttosto pro-consumatori su cui sono praticamente solo i produttori a voler tenere il freno a mano tirato.

I vantaggi per i giocatori sono palesi: il multiplayer cross-platform, o crossplay, consente infatti ad amici che possiedono console diverse di poter giocare insieme, oltre a garantire una community di utenti attivi ovviamente più ampia di quella che si potrebbe trovare su una singola piattaforma. Questo senza nemmeno prendere in considerazione la questione del possibile trasferimento dell'account di gioco da una piattaforma all'altra, che è poi alla base del rumoroso movimento di giocatori che hanno forzato, di fatto, l'introduzione del crossplay in Fortnite su PS4. Vantaggi ci sono anche dal punto di vista degli sviluppatori, in effetti: poter contare su una community più numerosa garantisce una longevità maggiore ai giochi in multiplayer, e con una buona organizzazione la gestione in parallelo delle varie versioni potrebbe portare dei vantaggi tecnici, anche se ovviamente richiede un certo sforzo in termini di risorse. In definitiva, gli ostacoli maggiori vengono posti dai produttori delle piattaforme e gestori dei relativi sistemi online integrati, perché chiaramente si tratta di abbandonare la vecchia concezione dei sistemi chiusi per abbracciare una nuova visione collaborazionista che ha pochi precedenti nella storia dell'industria.

Le origini del crossplay

L'idea stessa del crossplay era praticamente inconcepibile fino a un po' di anni fa, quando le console si distinguevano tra loro per essere sistemi completamente differenti e incompatibili, con multipiattaforma più limitati e conversioni generalmente più complesse da effettuare a causa di queste diversità strutturali tra hardware e software. Con l'avvicinarsi delle architetture hardware e la semplificazione generale dei linguaggi utilizzati, il crossplay è diventato un'evoluzione quasi naturale, idealmente, delle dinamiche di mercato, anche se la sua storia parte da piuttosto lontano. I primi passi in questo senso sono stati fatti tra console e PC, perché la comunicazione tra console diverse è sicuramente più complessa e divenuta fattibile in tempi recenti, soprattutto grazie a un cambiamento nella concezione stessa dei servizi online piuttosto che per il mutato scenario dal punto di vista tecnologico, anche se quest'ultimo ha fatto ovviamente la differenza. Nel 2002, Square Enix stupì tutti con l'introduzione del crossplay tra PC e PS2 per Final Fantasy XI, in una generazione in cui già il gioco online non era proprio la norma e una soluzione del genere appariva assolutamente pionieristica.

Il crossplay: problema nel 2018, opportunità per il 2019?


Microsoft sarebbe arrivata ufficialmente al crossplay solo qualche anno più tardi e direttamente su Xbox 360, con l'avvio, rimasto poi un abbozzo, di una prima convergenza tra PC e Xbox attraverso l'iniziativa di Games for Windows Live. Era il 2007 quando Shadowrun uscì portando con sé il multiplayer online tra utenti PC e Xbox 360, peraltro scontrandosi subito con quello che rimarrà poi storicamente un elemento particolarmente critico in questo ambito: la differenza di precisione e reattività data dai diversi sistemi di controllo tra PC e console. Sia Sony che Microsoft avrebbero poi abbandonato la strada del crossplay ancora per diversi anni, da una parte per mancanza di ulteriori iniziative a supporto di tale tipo di multiplayer (il sistema doveva essere comunque supportato in buona parte dai singoli publisher e ben pochi, oltre a Square Enix, si sono dimostrati interessati) e dall'altra per una certa immaturità generale nel supporto del gaming su PC e nel mantenere Windows e Xbox all'interno di un unico ecosistema. Su quest'ultimo punto, Microsoft si sarebbe mossa con maggiore decisione solo una decina di anni più tardi, o quasi.

Il crossplay: problema nel 2018, opportunità per il 2019?

Il crossplay oggi

Il discorso attuale sul crossplay è profondamente diverso da quello che era iniziato a comparire durante la generazione scorsa. Oggi si parla di questo servizio in termini di multiplayer cross-platform e soprattutto cross-network, una cosa più complessa e dai risvolti potenzialmente più importanti rispetto al "semplice" multiplayer console-PC. Come abbiamo detto, ci si trova davanti a due ordini di problemi: difficoltà tecniche date dalla differenza di protocolli utilizzati per i servizi online e nel netcode delle singole versioni dei giochi e questioni di gestione e policy sulle differenze organizzative e strutturali dei diversi servizi online, con quest'ultime che si sono rivelate alla fine degli ostacoli ben più ardui delle problematiche tecniche, che sono state risolte in generale con una relativa facilità. Il crossplay è tornato ad acquistare importanza proprio quando gli sviluppatori si sono resi conto che la possibilità di attivarlo tra console diverse era a portata di mano, a quel punto la palla è passata ai produttori: uno dei primi titoli a porre la questione all'attenzione del pubblico è stato Rocket League nel 2016, ma da lì il discorso si è espanso a Minecraft ed altri titoli, fino all'esplosione data dall'affaire Fortnite che ha fatto scattare (apparentemente) un cambio di politica da parte di Sony. Avvantaggiata dalla sua visione di ecosistema condiviso già avviato tra Xbox One e PC, Microsoft si è fatta promotrice di un movimento a favore del crossplay, incontrando l'inaspettato favore entusiastico di Nintendo e scontrandosi invece con un muro eretto da Sony sull'argomento.

Il crossplay: problema nel 2018, opportunità per il 2019?


Quest'ultima ha addotto soprattutto motivi di policy alla base della mancata volontà di abbracciare la nuova visione, fino alla giustificazione basata sulla volontà di tutelare i propri utenti più giovani nelle interazioni online. C'è da dire che i rapporti di forza all'interno del mercato ovviamente portano a posizioni del genere, dove chi insegue trova vantaggi nell'apertura delle barriere sul multiplayer mentre chi è leader tende ad arroccarsi sulle proprie posizioni chiudendo alle possibilità di dialogo, forte della propria condizione dominante. C'è voluto Fortnite e il suo impressionante richiamo a smuovere alla fine Sony: quando l'utenza si è ritrovata a non poter trasportare il proprio account del gioco da PS4 ad altre piattaforme e viceversa, la polemica è esplosa così violenta da costringere Sony a capitolare ed aprirsi alla possibilità del crossplay con third party, valutando caso per caso. Di fatto, il gioco Epic Games è tutt'ora l'unico a godere del multiplayer cross-platform completo tra PC, console e piattaforme mobile, mentre la maggior parte dei giochi continua a basarsi su un crossplay "spaccato", dove da una parte si trovano PC, Xbox One e in casi sempre più numerosi anche Nintendo Switch all'interno di un unico calderone e dall'altra parte PS4 e PC.

Prospettive future

Il crossplay totale tra PC e tutte le console è dunque una conquista estremamente recente, considerando che la decisione di Sony di aprire a tale tipo di multiplayer per Fortnite risale alla fine di settembre 2018. È ancora presto per valutarne dunque gli effetti e soprattutto per capire quanto possa allargarsi il supporto, visto che la comunicazione del produttore nipponico parla di "selezionati contenuti third party" ma al momento il servizio è attivo solo per quanto riguarda il gioco Epic. Il 2019 potrebbe dunque essere l'anno della svolta su questo fronte, perché di giochi pronti all'apertura totale del crossplay ce ne sono ormai parecchi: a partire da Rocket League, considerando come Psyonix sia stato uno dei primi promotori del multiplayer cross-platform allargato, per arrivare alle produzioni Bethesda, che ha addirittura posto il crossplay come elemento indispensabile per le produzioni future, ritenuto indispensabile per The Elder Scrolls: Legends e ovviamente molto utile anche per Fallout 76.

Non è facile capire quali siano precisamente le dimensioni della platea a cui il crossplay interessi particolarmente, ma bisogna guardarlo in termini di evoluzione del videogioco, come un nuovo standard che punta a superare delle limitazioni che sono ormai anacronistiche, considerando che, tecnologicamente, sono in effetti già sorpassate. Una volta che le barriere sono cadute ci si ritrova semplicemente a giocare con una community più ampia, poco conta su quali piattaforme questa giochi, dunque il crossplay diventerebbe semplicemente un nuovo standard teso ad aumentare la popolazione online e la longevità dei giochi in multiplayer, difficile trovare aspetti negativi in una prospettiva del genere. Se poi l'opposizione all'allargamento del multiplayer cross-platform deriva da un'unica compagnia allora il tutto diventa anche una questione d'immagine, pertanto è assai probabile che Sony decida alla fine di cedere e favorire il più possibile il supporto per i titoli third party. Il crossplay potrebbe dunque essere presente di default con l'arrivo della nuova generazione di console tra PS5 e Xbox Scarlett, ma il processo dovrà consolidarsi già a partire dal 2019 sui vari servizi online, dunque possiamo forse aspettarci un notevole allargamento del suo supporto a partire dall'anno prossimo. Tra i giochi che hanno già annunciato l'inclusione del multiplayer cross-platform nel 2019 c'è Dauntless, ad esempio, ma siamo solo all'inizio.