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Michael!

Hai lanciato l'ultima monetina...

DIARIO di Antonio Fucito   —   26/06/2009
Michael Jackson's Moonwalker
Michael Jackson's Moonwalker

Mi sembra passato davvero poco tempo da quando Michael Jackson entrava di prepotenza nel mio Mega Drive e sulla mia TV, lanciava una monetina nel Juke Box del Club 30 e cominciava la sua avventura con "Smooth Criminal" in sottofondo, uno dei più grossi successi di tutti i tempi che funzionava perfettamente anche in un videogioco che aveva il suo perché come gameplay, e sfruttava le licenze del famoso cantante per avere la meglio sui nemici con la musica, la magia e il ballo.
Perdonatemi, ero legato di più alla versione console che quella in sala giochi, e se la guardo in maniera un po' più approfondita, mi rendo conto di come in realtà raccolga in pieno tutta la vita del cantante nato a Los Angeles. C'è la musica, c'è il ballo, ci sono i bambini da salvare, la mossa genitale irriverente, quella camminata all'indietro (il moonwalk, appunto) che tutti abbiamo cercato di imitare almeno una volta nella nostra vita.
Mi sono emozionato quando l'ho visto apparire in Space Channel 5, uno dei miei capolavori assoluti di sempre, fino alle voci di questi ultimi tempi, che indicavano lo sviluppo di un nuovo titolo a lui dedicato.

Space Channel 5 Part 2
Space Channel 5 Part 2


D'altronde stiamo parlando di un artista in grado di vendere oltre 100 milioni di copie con un solo album (quel Thriller che nel 1982 ha regalato anche uno dei primi esperimenti di video musicali con velleità cinematografiche, senza contare capolavori come Billie Jean e Beat It).

Del suo ballare, affrontare la vita sempre a ritmo di musica, proponendo un pop che difficilmente si è ripetuto con quella qualità, con quella capacità di trascinare e non stancare mai.
Dei suoi concerti trabordanti di passione, trascinatori, pieni di effetti speciali, quasi magici e irripetibili.
Del suo rapporto tribolato con il colore della pelle, che lo faceva saltare da un ospedale all'altro alla ricerca di un'identità mai trovata, e che invece era così ben espressa e marcata nella sua vena artistica.
Del suo (e di Lionel Richie) We are the World e della magione sontuosa Neverland Ranch, a sugellare l'impegno costante, quasi ossessivo, in grandi opere di beneficenza, che però talvolta si legavano a doppio filo con vicende personali non proprio rigorose.

Come talvolta accade per i grandi artisti, Micheal Jackson ha avuto una vita personale tribolata e a tratti deprecabile, tanto è vero che negli ultimi anni (lustri?) sono aumentate a dismisura le critiche e le malelingue nei suoi confronti. C'è sempre da fare un ragionamento sul fatto se sia meglio una vita del genere (condita da tanti gesti importanti e da un'infanzia molto difficile) oppure un completo anonimato, ma è innegabile che Jackson sia stato uno dei grandi re del pop (per chi vi scrive il più grande) e una di quelle persone che hanno influenzato e cambiato diverse generazioni.
Stroncato da un attacco cardiaco poco dopo aver raggiunto mezzo secolo vita e probabilmente dal peso del suo successo e delle sue vicissitudini interiori, è riuscito a toccare le corde di qualsiasi mezzo multimediale, non solo quelle strettamente legate alla musica, ed ora è il momento di abbracciare la leggenda.

Michael!