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Shenmue 3, un nuovo provato

Torniamo nei panni di Ryo Hazuki per osservare lo stato del gioco: abbiamo provato Shenmue III negli uffici di Koch Media

PROVATO di Luca Porro   —   24/10/2019

Negli uffici meneghini di Koch Media siamo tornati a provare Shenmue 3; ad aspettarci però c'era la stessa demo vista due mesi fa circa a Colonia durante l'ultima Gamescom. Il titolo dunque non ci ha mostrato nulla di più di quello di cui eravamo già a conoscenza e anzi ove possibile ha appesantito il carico sopra i dubbi che ci erano sorti dopo l'ultimo hands-on.

La tigre e il dragone

Il villaggio di Bailu ci ha accolto durante la prova coi suoi colori sgargianti e la sua ambientazione pacifica, un luogo ideale per (ri)abituare il giocatore ai ritmi e ai toni di una serie che vuole imporre i suoi tempi, il suo incedere scostante, incapace di assecondare i gusti di tutti, ma allo stesso tempo coinvolgendo chi in un'avventura di questo stampo cerca il non convenzionale. Il focus narrativo della demo è semplice: Ryo e Shenhua, arrivati a Bailu, si trovano coinvolti in alcuni avvenimenti capitati nel villaggio e su cui iniziano a fare luce. Le indagini li porteranno a comprendere le dinamiche sociologiche e interpersonali che legano gli abitanti del villaggio, oltre che a scovare un gruppo di banditi con cui Ryo dovrà vedersela. Niente di particolare dunque rispetto ai canoni della saga e proprio questo è uno dei punti fondamentali alla base delle sensazioni che la prova ci ha lasciato: Shenmue III è un titolo molto conservativo di quelli che furono i pregi e i difetti dei primi due capitoli.

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A livello di gameplay, ci troviamo davanti ad un'avventura che utilizza la narrativa come i fili di un marionettista, intento a guidare i movimenti con un ritmo lento, che prova solo nei combattimenti a dare una sferzata. Le fasi di esplorazione si divideranno sostanzialmente in due parti: girovagare per la mappa e parlare con gli NPC. Queste fasi saranno indispensabili per ottenere informazioni da annotarsi sul taccuino, comprendere ciò che dobbiamo fare per proseguire e di conseguenza agire. Ad alternare le sequenze di esplorazione avremo fasi di combattimento o lo svolgimento di attività di svago come i minigiochi. Qui iniziano i problemi: i movimenti di Ryo risultano veramente legnosi, poco reattivi e generalmente molto compassati. Questo se nelle sezioni di esplorazione può anche essere sorvolato, in quelle di combattimento si traduce in una non ottimale gestione dello scontro, con schivate rallentate dai movimenti e i colpi che faticano ad essere messi a segno. Ad ampliare il tutto abbiamo notato un corposo input lag nell'esecuzione delle combo che ci ha reso più ostici del previsto quei pochi scontri presenti nella demo.

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A livello tecnico il titolo non è sicuramente eccelso, anzi più volte vi è sembrato claudicante in diversi aspetti e solo i modelli dei personaggi ci hanno dato un discreto feeling positivo. Artisticamente invece, il titolo mantiene il fascino dei primi due capitoli attraverso la riproduzione di ambienti caratteristici in maniera meticolosa. Il villaggio di Bailu ha una vita propria con gli abitanti che lo popolano compiendo le loro azioni, mutevoli a causa di diversi fattori quali l'orario del giorno ad esempio. Di discreta fattura anche le sonorità che ci hanno accompagnato nella demo, dimostrandosi ancora una volta suggestive e coerenti con quanto mostrato a schermo. Una parola a favore la vorremmo spendere invece sulla caratterizzazione dei minigiochi, che non solo a livello concettuale ma anche artistico ci sono sembrati ben contestualizzati e piacevoli da affrontare tra una sezione e l'altra di esplorazione.

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La medesima demo della Gamescom non ci ha permesso di diradare alcuni dubbi sorti ad agosto, eppure Shenmue III continua ad avere un'aura di fascino. I problemi sono palesi ed evidenti: movimenti legnosi, combat system deficitario e input lag problematico sono probabilmente quelli più preponderanti. Lo charme che Shenmue III rilascia però con immaginario e caratterizzazione artistica rimangono ancora molto efficaci e ci fanno mantenere salda la voglia di ritornare nei panni di Ryo Hazuki, per scoprire se effettivamente il titolo riuscirà nei suoi intenti.

CERTEZZE

  • Artisticamente affascinante
  • Rimane sempre Shenmue ed è un pregio

DUBBI

  • Sistema di combattimento legnoso
  • Alcuni comprimari poco ispirati