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The Punisher: killer in terza persona

Già apprezzato sviluppatore alle spalle di Summoner, Red Faction e dei rispettivi seguiti, Volition – team di sviluppo interno di THQ – sembra pronta ad azzeccare un nuovo titolo, forte di una licenza che, come vedrete, ha offerto ampi margini di creatività.

ANTEPRIMA di Matteo Caccialanza   —   20/12/2004

Non a caso The Punisher è molto probabilmente il gioco più violento di questa generazione di console.

L’ossatura alla base del gameplay è quella del classico shooter in terza persona, alla Max Payne. Partendo dal basso della malavita newyorkese, attraverseremo una serie di livelli per arrivare a ripulire la Grande Mela dei suoi vermi più grossi, e per farlo avremo a disposizione un vasto assortimento di armi che farebbero la gioia di qualunque vigilante metropolitano che agisce al di fuori della legalità: si va dalle canoniche pistole da 9mm (impugnabili in coppia con la possibilità di scegliere con quale sparare a seconda del grilletto premuto sul pad), agli shotgun (anch’essi accoppiabili) per continuare con vari tipi di fucili d’assalto, uzi, lanciafiamme, lanciamissili ecc.
L’Armeria nel nostro covo (il tipico rifugio del serial killer psicopatico, pieno di fotografie, ritagli di giornale e armi da fuoco appese ai muri) si arricchirà di nuovi pezzi man mano che arricchiremo la nostra collezione.
Di fatto però l’esperienza di gioco in The Punisher non si riduce nel crivellare gli sfortunati che incroceranno la nostra strada: il protagonista è il Punitore e tutti gli altri sono carne da macello, di conseguenza per mandare all’altro mondo un drogato stupratore non sarà affatto necessario infilzarlo a distanza con del piombo, ma basterà avvicinarglisi quel tanto che basta da performare una Quick Kill.
In tali grottesche ostentazioni di forza bruta, il buon vecchio Frank si dimostra altrettanto letale impugnando un AK47, un manico di scopa o a mani nude: premete l’apposito tasto e a seconda di che cosa avremo in mano (armi o oggetti raccolti da terra) vedrete il turpe protagonista infliggere esecuzioni sanguinarie con consumato abbandono.
Vi garantisco che la vista del coltello di Frank (o del gancio da macellaio, a seconda dei casi) conficcarsi fino al manico nella testa di un povero criminale, è in grado di far alzare un sopracciglio anche ai più smaliziati amanti dello splatter, specie se si considera anche il rumore di ossa sfondate e il gorgogliante urlo di dolore della vittima soffocata dal proprio sangue. Stesso dicasi per mannaie, spranghe, mazze da baseball: ad ogni oggetto raccolto corrisponde una differente Quick Kill che darà sfogo alle sadiche compulsioni del Punitore (nonché alla vostre).

The Punisher: killer in terza persona
The Punisher: killer in terza persona
The Punisher: killer in terza persona

Come se non bastassa il tipo di uccisione sarà influenzato anche dall'ambiente circostante (se siete vicini a un davanzale, ad esempio, la defenestrazione sarà d’obbligo).
Se però il nostro protagonista si limitasse a macellare tutti i cattivi senza estorcere loro qualche informazione, non avrebbe vita lunga. Ecco quindi emergere il secondo elemento caratterizzante del gameplay: interrogare i criminali. Implementato nella forma di una sorta di minigame, questo aspetto del gioco è un’ulteriore esempio dell’autocompiaciuta cattiveria di questo energumeno vestito da metallaro.
Al termine di uno scontro a fuoco, se lasceremo un sopravvissuto potremo afferrarlo e selezionare uno dei diversi metodi di “persuasione” disponibili per “spezzarlo” psicologicamente. Si va dal prenderlo a pugni allo sbattergli la testa sull’asfalto, all’infilargli una bistola in bocca: l’importante è non esagerare per non ottenere il risultato opposto e l’obiettivo sarà di mantenere un’apposito indicatore entro un’area designata per il tempo necessario in quello che assomiglia a un gioco d’equilibrio. A darci una mano a interrogare i malcapitati (alcuni dei quali sono visivamente riconoscibili come portatori di informazioni utili) sono presenti diversi oggetti che sembrano fatti apposta per noi: finestre a ghigliottina, tritarifiuti ecc. Immaginatevi al posto di qualcuno che è appena stato sbattuto sul banco di un trapano a colonna la cui punta perforante si avvicina pericolosamente al suo occhio. Nonostante i suoi metodi discutibili però, il Punitore non è propriamente “cattivo”, ergo, dopo aver ricevuto le debite informazioni, sarà meglio evitare di perseverare nella “persuasione” per non sfociare nella tortura, né uccidere un nemico disarmato e indifeso sarà visto di buon occhio. Questo genere di azioni ci faranno perdere punti invece di guadagnarne.
Infine, dovesse malauguratamente capitarci di mandare al Creatore un’innocente, per noi sarà definitivamente game over, quindi un minimo di oculatezza nello sparare sarà il caso di averla.
Un’ultima nota la merita il comparto tecnico: The Punisher è visivamente gradevole, con un ottimo uso di luci ed ombre, texture di buona qualità e un engine che mette in gioco tutto sommato il numero di poligoni necessari per fare un buon lavoro al passo coi tempi. L’atmosfera poi sembra davvero ben azzeccata sia grazie agli ambienti, belli oscuri e opprimenti, sia per i personaggi dalle espressioni facciali volutamente amplificate in pieno stile fumettesco. A chiudere il cerchio ci pensa un motore fisico piuttosto accurato, che non fa che alimentare il lato cruento del gioco, aumentandone il realismo.
Che altro aggiungere se non che nella modalità multiplayer cooperativa giocheremo in compagnia del mitico Nick Fury? Sembra di essere tornati ai temi dell’indimenticabile beat’em up della Capcom!

The Punisher: killer in terza persona

Frank Castle, il Punitore. Uno dei personaggi più carismatici della Casa delle Idee (Marvel Comics ndr) nonché il protagonista dei suoi albi a fumetti in assoluto più cupi e gotici, colmi di disperazione, rancore e sentimenti negativi.
Pallidamente ritratto da Thomas Jane nell’omonimo film uscito quest’anno nelle sale, il Punitore è un personaggio a metà fra Batman e Judge Dredd, un ex militare tanto privo di super poteri quanto del necessario squilibrio mentale per vestire una calzamaglia per dare la caccia ai criminali. Tanto di guadagnato per la dignità del suo costume, bisogna rendergliene atto.
Ciò nonostante, il ragguardevole ammontare di torti subiti durante la sua “normale” esistenza (non ultimo il proverbiale massacro della famigliola innocente) lo ha trasformato in una sorta di vigilante notturno privo di qualsivoglia scrupolo e considerazione per la vita umana. Animato da uno odio e un rancore tali da fargli rasentare la psicosi omicida e da una totale sfiducia nei confronti della legge, il nostro anti-eroe conduce una personalissima crociata punitiva, riunendo nella sua persona i ruoli di accusatore, giudice e carnefice. Semplice assassino agli occhi del mondo, gli unici ringraziamenti (non richiesti) giungono dagli innocenti che per puro caso finiscono per salvarsi la pellaccia grazie a una sua estemporanea e provvidenziale tempesta di piombo bollente.
Effettivamente di tutto questo nel film è stato mostrato ben poco, ma a ciò sembra voler porre rimedio il titolo Volition, che pur sfruttando il lancio pubblicitario della pellicola, mutua personaggi, situazioni e stile dal fumetto originale (così come gli script e i dialoghi, curati dagli sceneggiatori ufficiali).
Non a caso The Punisher è molto probabilmente il gioco più violento di questa generazione di console. Non l’ultraviolenza di titoli come Mortal Kombat, sempre velata da un percepibile strato di ironia: Frank Castle sa essere estremamente crudele nei confronti dei rifiuti umani che a suo dire non meritano di vivere e le sue “punizioni” sono quanto di più gratuitamente cruento si sia visto in un videogame dai tempi di Chiller!