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The Settlers, il provato del reboot di una serie storica

Abbiamo provato di The Settlers, il reboot di una storica serie di strategici che sembra aver ritrovato la strada che l'aveva resa grande.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   13/01/2022

È inevitabile che alcune serie con gli anni si perdano per strada. Dopo l'entusiasmo iniziale e il consolidamento arriva sempre la fase di espansione, in cui l'unico obiettivo per gli editori, che poi lo fanno ricadere sulle spalle degli sviluppatori, diventa semplicemente quello di allargare il pubblico a dismisura. Non è difficile immaginare dei manager in giacca e cravatta davanti ai loro grafici che sperano di fare soldi a palate infilando le caratteristiche più in voga al momento in formule classiche e sedimentate con cui inevitabilmente finiscono per cozzare. Solitamente operazioni del genere sono disastrose e finiscono per attirare pochissimi nuovi giocatori, alienando però quelli vecchi. I salatini sono buoni, ma se li inzuppi nel caffè diventano disgustosi (e fanno diventare disgustoso anche il caffè). Per questo siamo stati felici di provare la closed beta di The Settlers e di scoprire come si sia scelta una filosofia differente.

Il sistema di costruzione di The Settlers è davvero semplice e funzionale
Il sistema di costruzione di The Settlers è davvero semplice e funzionale

The Settlers si presenta con un aspetto davvero colorato, in linea con i toni da cui la serie è stata sempre caratterizzata. La closed beta ci ha permesso di provare parte del tutorial e la modalità schermaglia, 1v1 e 2v2, offline e online, con soltanto due delle tre fazioni incluse nella versione finale selezionabili. La modalità schermaglia è davvero diretta e non lascia spazio a molti preamboli: all'inizio si dispone di una certa quantità di risorse con cui bisogna sviluppare la propria fazione il più velocemente possibile. Niente filmati, niente testi d'accompagnamento, niente di niente. Del resto tutti questi orpelli sarebbero visti negativamente online, perché appesantirebbero le partite.

La campagna single player, invece, sarà accompagnata da sequenze filmate e da un ricco cast di personaggi, come promesso dal team di sviluppo. Purtroppo non abbiamo avuto modo di provarla o vederla, a parte per un breve trailer. L'idea che ci è stata trasmessa è che ognuna delle fazioni avrà delle caratteristiche indipendenti, che andranno a influire sul gameplay, e avrà una sua mitologia che va ad arricchire in qualche modo la storia generale che ci troveremo a vivere, un tronco di legno e una roccia alla volta. Ma torniamo alla nostra schermaglia.

The Settlers è all'apparenza uno strategico molto classico, perfettamente in linea con i canoni della serie. Anzi, a dirla tutta per certi versi sembra guardare più agli episodi storici, diciamo ai primi quattro, che a quelli più recenti, considerati da molti più deludenti. Il team di sviluppo ha parlato di The Settlers III e IV come di punti di riferimento per il sistema economico, ma giocandoci per qualche ora ci è apparso chiaro che i ripensamenti rispetto a The Settlers: La Nascita di un Impero e The Settlers 7: La Strada Verso il Regno, per non parlare di The Settlers Online, siano stati molto più profondi di quanto trasparisse dalle loro parole. Insomma, dopo anni in cui Ubisoft Düsseldorf (ex-Blue Byte) ha guardato al mercato più casual per alcune scelte, con The Settlers sembra voler imboccare la strada già intrapresa dall'editore francese con la serie Anno, che con Anno 1800 si è rappacificata con il pubblico degli strategici.

Modalità di gioco

Le modalità di gioco di The Settlers saranno tre: la campagna single player, la modalità Schermaglia (di cui si parla diffusamente nell'articolo), 1v1, 2v2 e 4v4, e la cosiddetta modalità Onslaught, che dovrebbe essere simile alla modalità schermaglia (le mappe saranno le stesse) ma in cui si potranno impostare i parametri della partita, come ad esempio avere meno risorse iniziali.

Le basi

Il sistema di combattimento sembra abbastanza complesso da essere piacevole
Il sistema di combattimento sembra abbastanza complesso da essere piacevole

In totale la closed beta offre due mappe, una più piccola per gli scontri 1v1 e una più grossa per quelli 2v2. In generale sono strutturate in modo da dare a ogni giocatore la stessa quantità di risorse, posizionando le varie fonti di materie prime a una distanza ragionevole da ognuna delle basi. Come genere vuole, la prima cosa da fare è costruire degli edifici di raccolta dei beni essenziali, ad esempio capanne dei boscaioli, segherie, fattorie e quant'altro. Qui ci accorgiamo di una scelta davvero interessante per il gameplay. Il mondo di The Settlers è completamente 3D e inquadrato dall'alto. Le mappe sono però divise in esagoni invisibili, sui quali è possibile piazzare edifici, ruotabili alla bisogna, e costruire strade. In questo modo si ottengono agglomerati più ordinati e si è costretti a studiare meglio il territorio, in particolare a calcolare bene le distanze tra gli edifici e le risorse, che sono essenziali per avere una crescita efficiente e abbastanza rapida.

I nostri ometti virtuali da qualche parte dovranno pur vivere
I nostri ometti virtuali da qualche parte dovranno pur vivere

Altro elemento interessante riguarda la telecamera di gioco: i movimenti orizzontali e verticali sono liberi, così come lo zoom, mentre le rotazioni sono vincolate a degli step precisi. L'impressione è che gli sviluppatori abbiano voluto favorire la leggibilità su tutto il resto, con l'effetto finale che richiama fortemente agli strategici del passato. Dovendo esprimere un giudizio preliminare, possiamo dire che effettivamente sembra funzionare molto bene, almeno nelle due mappe che abbiamo provato. Resta da vedere se per quelle della campagna sarà lo stesso, visto che sicuramente saranno più complesse e varie nel design (si parla di tre biomi differenti).

Costruire e combattere

Come sempre le risorse sono essenziali
Come sempre le risorse sono essenziali

Il sistema di costruzione è abbastanza semplice. Le uniche unità che ci vengono fatte controllare direttamente sono quelle degli ingegneri, che si occupano di tirare su gli edifici e di costruire le strade, su nostre indicazioni. Gli abitanti sono invece gestiti in automatico e vanno a occupare i posti di lavoro creati senza bisogno d'input da parte nostra. In termini d'interfaccia, The Settlers risulta molto chiaro, con il menù di costruzione messo nella parte bassa dello schermo, affiancato da una mini mappa su cui sono indicati i punti d'interesse, che conviene sempre esplorare per trovare risorse extra. Nella parte alta dello schermo possiamo invece vedere, nell'ordine: i gruppi, che possiamo creare selezionando alcune delle unità disponibili; i dettagli della popolazione e il riepilogo delle risorse. Naturalmente non mancano icone e indicatori nell'area di gioco stessa, utili per ottenere informazioni vitali senza doversi barcamenare in schermate di riepilogo, come ad esempio le icone degli edifici inattivi.

Alcuni edifici hanno delle funzioni speciali
Alcuni edifici hanno delle funzioni speciali

Diciamo che il gioco non rifugge la complessità, ma fa di tutto per rendere il più chiaro possibile quello che sta accadendo sullo schermo e dove dobbiamo agire per sistemare i problemi, ad esempio costruendo nuove strade o un qualche edificio necessario per far funzionare gli altri.

Anche il sistema di combattimento segue la stessa filosofia. Le unità costruibili appartengono a delle macro categorie ben distinte, ossia possono essere dei normali soldati, possono essere specializzati negli assedi oppure nella difesa. La capacità di gestione dell'esercito può fare effettivamente la differenza sul campo di battaglia, dove non basta avere un numero di unità maggiore a quello del nemico per vincere automaticamente. Anzi, se non si tiene conto di diversi fattori, come la presenza di torri difensive, che curano le unità alleate e bombardano quelle nemiche, o la necessità di creare eserciti che possano al contempo aggredire e proteggersi dalle controffensive, di strada se ne fa effettivamente poca.

All'inizio bisogna studiare la conformazione del territorio
All'inizio bisogna studiare la conformazione del territorio

Mandare ad esempio delle unità d'assedio allo sbaraglio, senza dotarle di una scorta sufficiente a proteggerle dai nemici, significa sprecarle. In generale, i concetti che formano il sistema di combattimento di The Settlers si sono già visti in molti altri strategici, ma qui sembrano essere realizzati davvero bene. Certo, i contenuti della Closed Beta erano limitati e non abbiamo potuto provare alcune cose, quindi è meglio non arrischiarsi a dare giudizi definitivi. Comunque sia è innegabile che quello che abbiamo avuto modo di giocare ci ha convinti.

Microtransazioni

Gli sviluppatori hanno già confermato che in The Settlers ci saranno delle microtransazioni, di natura prettamente cosmetica. Quindi si potranno acquistare oggetti per la personalizzazione, che però non influiranno in alcun modo sul gameplay. Non è stata fatta parola su futuri DLC, che immaginiamo essere previsti.

Conclusioni

Nelle schermaglie l'obiettivo è quello di eliminare i nemici
Nelle schermaglie l'obiettivo è quello di eliminare i nemici

Ciò che ci è sembrato particolarmente riuscito è il modo in cui tutti gli aspetti del gioco sono stati amalgamati. L'azione non perde mai il suo focus, nonostante i molti elementi da considerare e le tante cose da fare, come andare a esplorare i luoghi d'interesse per ottenere delle risorse supplementari. Pare che questi ultimi avranno diverse funzioni nella campagna single player, dove rappresenteranno non solo dei depositi da cui attingere, ma avranno anche una funzione narrativa, nel senso che testimonieranno attivamente la presenza di antiche civiltà nei territori in cui vogliamo insediarci.

Concretamente non sappiamo quanto saranno determinanti per la storia raccontata, ma da ciò che abbiamo capito la loro funzione principale dovrebbe essere quella di rendere più interessante lo scenario, sia a livello di mitologia che di mera bellezza visiva. In fondo una rovina fa sempre il suo effetto, soprattutto se ben realizzata. Comunque questi aspetti faticano a emergere nelle schermaglie, in cui ci si concentra più sull'efficienza che sul resto, quindi vi sapremo ridire a tempo debito.

Lo stile artistico è un po' generico, ma il gioco tecnicamente non è male
Lo stile artistico è un po' generico, ma il gioco tecnicamente non è male

E dal punto di vista tecnico? Quello che possiamo affermare è che, provato con un sistema dotato di una GeForce RTX 3070, The Settlers si è dimostrato davvero fluidissimo. C'è da dire che la closed beta è bloccata su dettagli medi, quindi non ci aspettavamo nulla di diverso. Comunque sia gli oggetti di gioco sono ben modellati, nonostante la direzione artistica sembri abbastanza generica. Ottime le animazioni degli abitanti, che creano ambienti vivi e dinamici, piacevoli da guardare. Vero è che i momenti di pausa per mettersi ad ammirare la grafica sono davvero pochini, soprattutto dal medio gioco in poi, quindi il sapore di funzionalità che trasuda da ogni dettaglio non infastidisce più di tanto e non compromette l'esperienza di gioco, che sembra avere ben altri punti di forza.

The Settlers dà la sensazione di aver imboccato la giusta direzione per diventare un ottimo strategico, almeno stando a quanto abbiamo appreso e provato. L'impostazione generale sembra funzionare e la grande chiarezza non finisce per sacrificare la complessità strategica e gestionale, che regala dei momenti di gameplay vecchio stile niente male. Ovviamente c'è ancora da giocare la campagna e ci sono da verificare i contenuti, ma per adesso le promesse sono ottime.

CERTEZZE

  • Sistema di gioco accessibile, ma con diversi strati di complessità
  • Sistema di combattimento interessante per la gestione delle diverse classi di unità
  • L'aver guardato ai The Settlers del passato gli ha fatto bene

DUBBI

  • Mancano grosse innovazioni
  • Direzione artistica un po' anonima